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Migrantes Cesena: una riflessione del direttore Migrantes Rossi

22 Settembre 2021 - Cesena - È dal lontano 1914 che viene proposta dalla chiesa la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Allora, Papa Pio X, aveva ben presente la situazione migratoria dei nostri connazionali in un territorio, quello italiano, a sostanziale presenza cattolica. Oggi, dopo alterne vicende migratorie, papa Francesco, trova un territorio, a prevalente tendenza immigratoria e minore tendenza emigratoria, non più totalmente cattolico ma con altre presenze. Un territorio che richiede oggi una visione globale dei problemi migratori e la pastorale migratoria è la cartina di tornasole per tutte le altre pastorali, tanto da suscitare una visione profetica della società: “il futuro delle nostre società è un futuro a colori, arricchito dalla diversità e dalle relazioni internazionali. Per questo dobbiamo imparare oggi a vivere insieme, in armonia e pace” (Papa Francesco). La famiglia, il lavoro, la scuola, ad esempio, sono ambiti che, come l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, debbono necessariamente tenere presente la questione migratoria. Ecco allora che, come già si constata in alcune parrocchie italiane, nasce forse la necessità di dotarsi di un referente come del resto avviene per le Caritas parrocchiali. La presenza nel territorio diocesano di stranieri ormai raggiunge il 12 per cento della popolazione con il 60 per cento di religione cristiana (ortodossi, cattolici e protestanti), il 35 per cento di musulmani e il rimanente 5 per cento di altre religioni ed atei e queste nuove realtà richiedono adeguate risposte tendenti a favorire la dimensione spirituale della persona soprattutto ispirate dalla Parola del Signore. E proprio prendendo a riferimento la Parola del Signore vorrei dedicare un pensiero a presentazione di questa giornata mondiale. La liturgia della XXVI domenica del T.O. (26 settembre 2021) nella prima lettura (Nr 11, 25-29) ci mostra come il Signore, per aiutare Mosè a portare il peso del suo popolo, toglierà dello spirito che era su di lui e lo porrà su settanta anziani... Eldad e Medad compresi. Questi ultimi profetizzeranno in luogo diverso dagli altri suscitando la reazione di Giosuè. Il vangelo di Marco (9, 38-43.45.47-48) ci riporta Gesù che, in risposta a Giovanni, non impedisce ad “uno”, che non era suo discepolo, di scacciare i demoni nel suo nome. Mosè con meno spirito, 68 anziani che profetizzano ed altri due in luogo diverso, Giosuè che non viene accontentato; Giovanni anch’esso non accontentato per uno che compie miracoli ma che, questi, non è contro Gesù: la diversità, con la disponibilità del Signore ha trionfato e l’ubbidienza di Giosuè e Giovanni ha mitigato la loro diffidenza verso quelle persone apparentemente esterne al disegno di Dio. Ecco allora che “siamo chiamati a sognare insieme. Non dobbiamo aver paura di sognare di farlo insieme come un’unica umanità, come compagni dello stesso viaggio, come figli e figlie di questa stessa terra che è la nostra Casa comune, tutti sorelle e fratelli” (Papa Francesco, Enciclica Fratelli tutti). Molto opportunamente nel manifesto predisposto per questa giornata mondiale è stata estrapolata un'immagine umana raffigurante Cristo contenente i volti dell’intera umanità. Il riferimento al canto XXXIII del Paradiso della Divina Commedia di Dante, “migrato” (esiliato) pure lui da Firenze e mai più ritornatovi, non vuole essere solo un ricordare il 700mo anniversario della sua morte, ….”Quella circulazion che sì concetta  pareva in te come lume reflesso, da li occhi miei alquanto circunspetta, dentro da sé, del suo colore stesso, mi parve pinta de la nostra effige: per che ‘l mio viso in lei tutto era messo”, ma un sottolineare un noi permeato dalla vera umanità del Figlio incarnato di Dio. Accogliamo dunque l’invito a riconoscere il presente per cercare insieme di costruire il futuro. Un fraterno invito a tutta la comunità a costruire insieme questo percorso, in un tempo caratterizzato dalla ben nota e straordinaria situazione sanitaria, incominciando questo nuovo anno pastorale col partecipare alla celebrazione eucaristica in programma domenica 26 settembre alle 15,30 in Cattedrale a Cesena presieduta dal vicario generale monsignor Pier Giulio Diaco. Il nostro impegno e la nostra presenza per “Portare a tutti la gioia del Signore risorto” (vescovo Douglas), migranti compresi, si concretizzi anche attraverso l’estensione dell’invito alla Santa Celebrazione ai migranti presenti nelle nostre parrocchie favorendone anche il trasporto. Per l’occasione abbiamo esteso l’invito ai sacerdoti stranieri, che concelebreranno, e ai religiosi e alle religiose straniere presenti in diocesi col desiderio di ringraziare il Signore per il loro prezioso servizio prestato in mezzo a noi. Le celebrazioni delle passate edizioni vedevano la partecipazione quasi totalitaria di persone migranti, ebbene questa 107esima ricorrenza sia caratterizzata da una significativa presenza delle nostre comunità riconoscenti ed accoglienti che concretamente sanno riconoscere il presente come grande dono del Signore per essere comunità cristiana oggi come il nostro Vescovo predica ed invita. (Ettore Rossi, direttore Migrantes Cesena-Sarsina)