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Mci Mosca: un concerto ha aperto l’anno pastorale

22 Ottobre 2021 - Mosca -  Nei giorni scorsi si è svolto il concerto di canzoni tradizionali napoletane e romanze russe che ha segnato l’inizio dell’Anno Pastorale 2021/2022 dei Cattolici Italiani a Mosca. Il tema che ha accompagnato e che accompagnerà gli incontri che saranno proposte durante quest’Anno Pastorale è: “Costruire luoghi in cui coltivare l’immagine vera dell’uomo”. Il concerto e gli altri eventi che saranno presentati nell’arco dell’anno, non hanno lo scopo di organizzare la vita della Comunità, ma quello di "sostenerci e aiutarci affichè la nostra amicizia possa essere già ora un luogo in cui camminare nella continua scoperta del nostro vero volto umano, luogo aperto a tutti coloro che desiderano abitarlo", dice don Giampiero Caruso, responsabile della Missione Cattolica Italiana di Mosca. Il concerto ha voluto essere un esempio chiaro che mostri come "il bel canto esprima aspetti dell’umano, identici in ogni uomo di ogni razza e di ogni cultura. Non a caso il repertorio del concerto, romanze russe e canti della tradizione napoletana, in un modo cosi’ bello, solare e drammatico, nel profondo esprimono un anima comune: la stessa passione e la stessa nostalgia che rappresenta e testimonia la nostra comune origine. E’ significativo notare come tra i due tipi di canzoni esista una incredibile similarità della melodia tanto da annullare le distanze geografiche; casuale non è stato neppure l’accompagnamento del violino e della chitarra in quanto si tratta di canzoni nate come serenate". Don Giampiero ha aperto il concerto con una introduzione di presentazione dell’Anno Pastorale ed al termine del concerto tenuto dal Gruppo Musicale russo 12 Note, intervallato con la partecipazione di Roberto Cardillo e Davide De Gregorio, un buffet ha salutato ed offerto un momento di comunione ai partecipanti. Il prossimo evento si terrà il pomeriggio del 4 dicembre 2021.

Mci Mosca: visita del Nunzio Apostolico alla Comunità italiana

29 Dicembre 2020 - Mosca - Domenica scorsa, 27 dicembre, mons. Giovanni D’Aniello, Nunzio Apostolico della Santa Sede nella Federazione Russa è giunto nella Chiesa di San Luigi dei Francesi a Mosca per una visita alla Comunità cattolica italiana riunita nella Cappellania per la celebrazione liturgica della Santa Messa. Il Nunzio Apostolico, origine di Aversa, in provincia di Caserta, è stato nominato Ambasciatore della Santa Sede nella Federazione Russa da Papa Francesco il primo giugno di quest’anno. A causa dell’emergenza sanitaria e la pandemia per il COVID-19, è arrivato a Mosca nel mese di ottobre. Mons. Giovanni D’Aniello è stato accolto dai fedeli e dal Cappellano don Giampiero Caruso che all’inizio della celebrazione liturgica ha rivolto il suo saluto di benvenuto e di ringraziamento al Vescovo per aver accettato l’invito rivoltogli per visitare la Comunità italiana nel tempo di Natale e presiedere la celebrazione della Santa Messa. “Io non mi chiamo Nunzio. Io mi chiamo Giovanni”. Con queste semplici parole il presule  ha iniziato la sua Omelia, manifestando così la sua vicinanza ai connazionali italiani presenti in chiesa evidenziando da subito di sé la figura di Pastore, desideroso di stare in mezzo al Popolo Santo dei fedeli piuttosto che indossare quella veste istituzionale di Rappresentante diplomatico della Santa Sede in Russia. Più volte ha sottolineato l’importanza dell’umiltà del servizio e ha richiamato il messaggio pastorale caro al Santo Padre Francesco, quello cioè di essere una Chiesa missionaria aperta, pronta ad uscire fuori per l’evangelizzazione e che intende promuovere l’incontro e le relazioni interpersonali. Mons. Giovanni D’Aniello ha ribadito la sua piena disponibilità e della Nunziatura Apostolica ad accogliere tutti i connazionali che desiderano non solo visitarla come sede istituzionale ma soprattutto di considerarla una casa aperta come una famiglia. L’istituzione che Egli presiede da poco più di sei mesi è pronta a venire incontro alle eventuali necessità e bisogni della comunità cattolica italiana di Mosca. Al termine della celebrazione liturgica, prima della benedizione finale, Don Giampiero Caruso ha comunicato quasi a sorpresa che la Cappellania italiana, unitamente all’intera comunità italiana di Mosca, hanno pensato di offrirgli un dono speciale per ringraziarlo della sua presenza e quale segno concreto di amicizia a memoria di questo giorno di incontro e di prima visita. Si tratta di una miniatura di icona bizantina, riproduzione dell’icona “Aristocratica” della Madre di Dio con Gesù Bambino del XIII secolo, conservata nel Monte Athos in Grecia. L’icona ricevuta in dono è stata molto gradita ed apprezzata da mons. D'Aniello  che l’ha mostrata ai presenti dal Presbiterio, sollevandola in alto contenuta nel cofanetto per farla osservare meglio a tutti i presenti alla celebrazione liturgica domenicale. Dopo la Santa Messa, il Nunzio Apostolico non è andato via subito ma si è fermato in chiesa e in Sacrestia per una decina di minuti per salutare ed incontrare diversi connazionali scambiando con loro brevi ed informali colloqui per approfondire la conoscenza reciproca. Non sono neppure mancati brevi ma gioiosi momenti di incontro e di ascolto di gruppi di famiglie presenti in chiesa con figli minori.  

MCI Mosca: testimonianze dalla comunità cattolica italiana in tempo di Covid 19

30 Novembre 2020 - Mosca - La comunità cattolica italiana presente a Mosca ha certamente risentito della situazione di fragilità, vulnerabilità, incertezza e precarietà provocata dalla pandemia da COVID-19. Quest’anno 2020 sarà certamente un anno storico da ricordare per la straordinarietà degli eventi che sono accaduti e che hanno portato tutti quanti a sperimentare cosa significhi l’autoisolamento e la rinuncia alle proprie libertà personali per salvaguardare un bene comune quale è la salute. Come le sanzioni economiche intervenute dal 2014 tra la Russia e l’Europa - innescate dalla crisi politica tra l’Ucraina e la Russia con i conflitti bellici localizzati nella Regione del Donbass lungo il confine orientale tra Ucraina e Russia -, l’emergenza sanitaria e la pandemia da Coronavirus di questo anno in corso ha ulteriormente influito negativamente sulle relazioni umane, gli scambi commerciali e turistico-culturali tra l’Italia e la Russia. La crisi economica già presente in entrambi i Paesi, si è maggiormente diffusa con ricadute sulle dinamiche di crescita o di diminuzione del numero di presenze di connazionali (singoli e per gruppi di famiglie) che sono emigrate in Russia per cercare nuove opportunità di lavoro o per espandere le proprie attività di impresa (anche con delocalizzazione delle produzioni ed il trasferimento del know-how) e la vendita di prodotti italiani nel vasto mercato russo. Il fenomeno è ancora tutto da studiare ma la tendenza, almeno nel breve periodo, è quella del ridimensionamento del loro numero assoluto sia per quanto riguarda il volume di affari e i fatturati, sia le presenze di imprese con significative unità lavorative, sul territorio della Federazione Russa. Il blocco delle frontiere, imposto da molti Paesi e adottato anche dalle Autorità russe per contrastare il diffondersi del virus sul proprio territorio ha impedito, di fatto, le libere migrazioni di gran parte della popolazione che si sposta in altri luoghi per varie ragioni e non soltanto perché è in cerca di lavoro all’estero. Queste restrizioni, prolungate nel tempo, hanno limitato gli ingressi sul territorio della Federazione Russa. Progressivamente, il numero di presenze di stranieri provenienti da paesi europei ed extraeuropei coinvolti maggiormente dall’infezione è rapidamente diminuito. Tale impedimento alla libera mobilità delle persone e le limitazioni nell’uso del mezzo di trasporto veloce (considerata la distanza geografica che separa l’Italia dalla Russia) ha colto tutti di sorpresa. L’arresto generalizzato del trasporto aereo ha messo in crisi non solo le maggiori compagnie aeree internazionali ed anche le stesse compagnie aeree di bandiera dei rispettivi Paesi, ma interi comparti economici e settori produttivi che vivono di turismo, di esportazione e importazione di merci, relazioni economiche interconnesse con vari settori economici e produttivi che si sviluppano, più rapidamente, grazie alla maggiore diffusione ed efficienza dei mezzi di trasporto, garantendo la possibilità degli scambi e la libera mobilità delle persone. Tale sistema complesso di relazioni ed interconnessioni economiche, con la pandemia, è entrato altrettanto rapidamente in crisi. La cancellazione dei voli aerei dall’Italia verso la Russia e viceversa ha avuto delle pesanti conseguenze sulla mobilità degli italiani emigrati in Russia. Si è passati così, in brevissimo tempo, da una mobilità diffusa con ampia scelta di voli diretti giornalieri e con prezzi dei biglietti molto contenuti, ad una situazione opposta, caratterizzata da assoluta incertezza sulla possibilità di trovare un collegamento aereo diretto tra l’Italia e la Russia. I prezzi dei biglietti sono divenuti elevati con il rischio (verificatosi) di cancellazione improvvisa dei voli da parte delle Compagnie aeree. Poi si è aggiunto l’annullamento del rilascio di nuovi permessi di soggiorno, fino a tempo indeterminato, per tutti coloro i quali, tornati temporaneamente in Italia intendano farvi rientro. Durante il lockdown e successivamente, i voli di rimpatrio verso l’Italia di connazionali presenti in Russia ed organizzati dall’Ambasciata italiana a Mosca, sono stati limitati nel numero ed insufficienti nelle disponibilità di posti per far fronte alle numerose richieste di imbarco sui voli aerei. Molti connazionali si sono dovuti organizzare autonomamente, cercando soluzioni di viaggio con le Compagnie aeree disponibili a volare su rotte aeree alternative e con alti costi, per poter raggiungere l’Italia e ricongiungersi con le proprie famiglie. A seguito della chiusura temporanea nella capitale di teatri, musei, parchi pubblici e di varie attività commerciali ubicate in grandi centri commerciali o la chiusura dei piccoli negozi od esercizi non sufficientemente ampi, non adeguati e attrezzati a far rispettare il distanziamento sociale, si è avvertita nella comunità italiana, come in Italia, la precarietà e il disorientamento. La chiusura forzata di bar e di ristoranti italiani, in cui molti connazionali lavorano o svolgono attività imprenditoriali, ha messo a dura prova la capacità di sopravvivenza degli stessi imprenditori in quel settore economico, mantenendo i lavoratori impiegati. Alcuni lavoratori sono stati licenziati e sono andati in cerca di altre opportunità di lavoro. Per molti connazionali la pandemia ha rappresentato un evento imprevisto di ripensamento della propria attività, con la necessità di ridimensionamento delle unità lavorative impiegate o addirittura ha indotto a cercare nuovi fornitori locali di materie prime, non più garantite dall’Italia, per non interrompere la produzione (prodotti tipici della gastronomia italiana). La drastica riduzione dei consumi e del numero di presenze di turisti nella città di Mosca non ha consentito ad altri di far fronte alle spese di gestione. Per non chiudere le attività di produzione e di vendita alcuni imprenditori si sono riorganizzati investendo su tecnologie di comunicazione e di commercio elettronico con creazione di piattaforme per offrire l’ordinazione e l’acquisto online dei prodotti garantendo la consegna presso il domicilio dei clienti. Molti connazionali hanno però deciso di fare rientro in Italia poco prima dell’arrivo dell’estate quando sono entrate in vigore alcune norme di allentamento graduale delle restrizioni sulla mobilità e sono stati ripristinati alcuni collegamenti aerei diretti tra la Russia e l’Italia, seppur con destinazioni finali limitate a poche città italiane. Per i connazionali presenti in Russia con la famiglia e con figli minori, la chiusura delle scuole per il periodo estivo ha spinto nuclei familiari al rientro in Italia. Stesso comportamento si è registrato per gruppi di studenti universitari iscritti nelle università di Mosca, i quali hanno preferito proseguire i corsi universitari e l’apprendimento con lo studio da remoto da casa dall’Italia piuttosto che continuare a pagare gli affitti senza poter frequentare di persona le lezioni negli atenei. Molti giovani studenti italiani, a malincuore, hanno fatto rientro in Italia. Allo stato attuale, non disponendo di dati quantitativi ed analisi statistiche di lungo periodo è impossibile conoscere l’impatto che questa situazione avrà sulla comunità italiana che prima dell’emergenza sanitaria poteva contare sulla presenza di molti connazionali pendolari. La sensazione che percepiamo - dal confronto tra coloro che hanno deciso di rimanere in Russia (avendo condizioni favorevoli per lo stato civile, iscrizione all’AIRE, i permessi di soggiorno e/o che rientrano tra quelle categorie di lavoratori altamente specializzati ammesse dalla legislazione russa ad entrare nel Paese) e coloro i quali che mantengono la condizione di pendolari (svolgendo contemporaneamente attività lavorativa sia in Italia e sia in Russia), è che ci siano stati numerosi rientri di connazionali. Se questi rientri siano definitivi o costituiscono solo una soluzione momentanea, al momento non si può capire. Mosca non è solo la capitale della Russia ma è il principale centro dello sviluppo del business del paese, dove sono presenti numerose aziende straniere, comprese quelle italiane. Molte attività espositive di livello internazionale in vari settori dell’industria e del commercio sono state annullate o differite ad altre date da individuare nell’anno prossimo 2021. Le grandi esposizioni ammesse con presenza di pubblico dopo il periodo di isolamento e blocco delle attività imposto - nella fase di allentamento delle misure restrittive per fare ripartire l’economia del Paese -, si sono svolte solo con la presenza di espositori russi o provenienti dai Paesi che fanno parte dell’accordo economico siglato tra la Russia e alcune nazioni del continente asiatico, senza la partecipazione di imprenditori o di aziende private appartenenti ai 27 Paesi della Comunità Europea o dei Paesi occidentali come gli Stati Uniti d’America, il Canada, la Gran Bretagna, l’Australia. Il lavoro e gli affari in Russia, in tempo di pandemia, si sono dunque dovuti adattare a nuove modalità e forme di svolgimento. Per i connazionali impiegati nell’amministrazione di Enti pubblici Governativi e nelle varie Istituzioni italiane presenti nella capitale e in grandi città come a San Pietroburgo, il personale diplomatico e amministrativo impiegato (Ambasciata, Consolati, Istituto per il Commercio Estero, Istituzioni culturali, ecc.) il lavoro è stato indirizzato ed organizzato per essere svolto da casa in modalità da remoto cioè in smart working. Il personale impiegato nell’Istituzione scolastica, come gli insegnanti italiani della Scuola italiana “Italo Calvino” di Mosca, hanno svolto spesso, per alcuni periodi, attività da remoto. Risultano varie testimonianze di connazionali che hanno dovuto interrompere forzatamente le loro attività imprenditoriali in quanto impediti nel fare rientro in Russia o perché impediti a potersi recare liberamente, dopo il primo accesso sul territorio della Russia, in altri Paesi limitrofi e confinanti per espandere il proprio mercato o soltanto per mantenere vivi i contatti con i parteners locali, avviati prima dell’emergenza sanitaria da COVID-19. Tanti sono pure i piccoli imprenditori rimasti bloccati in Italia per l’entrata in vigore di norme molto più restrittive rispetto al recente passato, che sospendono il rilascio dei visti d’ingresso d’affari nella Federazione Russa, emanate dalle Autorità governative russe. A causa del perdurare della pandemia l’ingresso in Russia agli stranieri è garantito solo a una ristretta fascia di soggetti in possesso di particolari requisiti.   La seconda ondata della pandemia Dalla fine del mese di ottobre, anche in Russia si è registrata la seconda ondata della pandemia - che vede attualmente una crescita dei contagi, delle ospedalizzazioni e dei decessi per Covid-19 con valori numerici importanti e continui. Per ora non sono previste drastiche chiusure o limitazioni particolari alla mobilità della popolazione. Metropolitana e trasporti pubblici e privati in generale sono in funzione; nelle scuole superiori e nelle aziende è certamente consigliato lo smart learning o lo smart working, ma non è osservato dappertutto. Nella popolazione moscovita si percepisce una maggiore tranquillità. Minore è il livello di stress con una manifestazione più attenuata della preoccupazione per la grave situazione economica innescata dalla pandemia, rispetto a quello che i giornali online ed i socialnetwork riportano scritto o con i media attraverso la rete internet su ciò che accade in Italia e nel resto dell’Europa. Certamente, è bene evidenziarlo, la società italiana e l’organizzazione del lavoro è molto diversa dalla società russa e dal mercato del lavoro esistente in Russia. Non è possibile fare uno stretto paragone. Ma non è molto lontano dalla realtà supporre che il diverso atteggiamento emotivo derivi dal fatto che negli ultimi trent’anni, dopo la caduta dell’ex Unione Sovietica, i russi hanno dovuto affrontare una tale molteplicità di cambiamenti, con il conseguente impatto in termini di crisi economiche e sociali, che probabilmente essi sono già in qualche modo predisposti ed abituati ad affrontare lunghi periodi di difficoltà e disagio, come accade in questo ultimo periodo. La situazione dell’emergenza sanitaria vissuta nelle istituzioni religiose cattoliche. Le chiese cattoliche presenti a Mosca, dopo la loro chiusura imposta dal regime di isolamento - entrato in vigore nella scorsa primavera -, sono state aperte al culto dal 21 giugno scorso. Ciò si è verificato in conseguenza dell’attuazione graduale di nuove misure di allentamento per far riprendere l’economia nella capitale moscovita. Esse sono tutt’ora accessibili, seppur nel rispetto delle regole sanitarie basilari dettate per contrastare il diffondersi delle infezioni, integrate da norme di comportamento suggerite dalla Conferenza  Episcopale Russa: indossare la mascherina ed i guanti quando si entra in chiesa, mantenere il distanziamento, ridurre l’affollamento nei luoghi al chiuso attraverso il non superamento di un certo parametro percentuale (riduttivo) stabilito sul numero di presenze contemporanee ammesse durante le celebrazioni liturgiche rispetto alla capacità massima di accoglienza pre-covid dello spazio disponibile all’interno del luogo di culto. I parrocchiani di età superiore ai 65 anni, così come quelli con gravi malattie croniche, sono stati invitati ad astenersi dal partecipare alla santa messa. Ai parroci è stato affidato il compito di accertare e garantire che questi parrocchiani più fragili abbiano l'opportunità di ricevere la comunione al di fuori della Santa Messa, così come ad altri sacramenti nel rispetto delle norme di sicurezza. Anche i sacerdoti anziani, di età superiore ai 65 anni o che siano affetti da gravi malattie croniche, si suggerisce che non vengano comunicati pubblicamente, se non in caso di assoluta necessità.   Durante il lockdown le celebrazioni liturgiche ed eucaristiche sono state svolte nelle cappelle o nelle chiese vuote, con la presenza solo del celebrante e di qualche ministrante, senza presenza di fedeli. La celebrazione della santa messa è stata ripresa in diretta con la telecamera e divulgata online con diversi canali multimediali disponibili sulla rete internet. È stata data ampia divulgazione di orari delle celebrazioni delle sante messe domenicali per singole città nelle quattro Diocesi cattoliche della Russia, trasmesse in diretta attraverso canali multimediali disponibili sulla rete internet. La vita liturgica e l’annuncio della Parola non è venuta meno in questa circostanza della pandemia che ha costretto molti sacerdoti ad esercitare il proprio ministero, ad annunciare la Parola di Dio a dare la propria testimonianza usando i moderni mezzi di comunicazione. Per molti ministri, questo modo di operare è diventato una prova convincente che la Chiesa è viva. Nella comunità dei presbiteri si sono verificati diversi casi di positività al coronavirus con sintomi lievi che li ha costretti a sospendere, momentaneamente, l’esercizio in pubblico delle celebrazioni liturgiche e gli incarichi affidati, osservando le misure sanitarie della quarantena e l’autoisolamento. Ringraziando Dio, non si sono verificati decessi o casi gravi di malattia. La comunità cattolica italiana, dopo il periodo di isolamento, ha ripreso timidamente, con le dovute attenzioni, a frequentare le celebrazioni domenicali nelle poche chiese cattoliche presenti a Mosca. Non sono mancate le iniziative di preghiera in piccoli gruppi, le adorazioni eucaristiche ed altre forme di partecipazione da remoto che hanno permesso alla comunità cattolica locale di vivere una comunione reale fondata sulla fede. Cosa può essere, infatti, la fede cristiana se non il semplice e quotidiano riconoscimento che Dio è presente nella nostra vita attraverso i sacramenti e la Chiesa? Tutto questo infonde coraggio nell’affrontare ed accettare le circostanze, anche quelle meno favorevoli, ed una speranza per il futuro che ora non sappiamo come sarà. Però, già da ora, possiamo vivere nella certezza che il Signore non ci abbandona mai. Dall’ascolto delle testimonianze, rese spontaneamente da alcuni fedeli, emerge l’importanza della preghiera personale e comunitaria quale strumento efficace per affrontare questo periodo di crisi e le incertezze che stiamo vivendo. Per qualcuno, oltre alla pratica dei sacramenti, aiuta molto sia la recita quotidiana del Santo Rosario sia mantenere viva l’amicizia con tante persone, sia russi, che italiani, cattolici ed anche ortodossi, con le quali poter condividere la propria fede cristiana nella vita di tutti i giorni. (Demetrio Francesco - Mci Mosca)      

Mci Mosca: oggi raccolta generi alimentari per i poveri

14 Novembre 2020 -

Mosca - Anche quest’anno, prima dell’inizio dell’Avvento 2020 che inizierà domenica 29 novembre, la Missione Cattolica Italiana di Mosca organizza  "un’opera concreta di misericordia in favore dei nostri fratelli più bisognosi". Oggi, Giornata Mondiale dei Poveri "come azione concreta promuoviamo una raccolta di generi alimentari a lunga conservazione", dice il responsabile della Mci don Giampiero Caruso. La raccolta si svolgerà anche domenica 22 novembre.

Mci Mosca: le celebrazioni on line con i fedeli sia in italiano che in russo

6 Aprile 2020 - Mosca – “Questa è già la terza settimana che siete privati della possibilità di partecipare ai sacramenti. Questo non impedisce però il rapporto personale con Cristo, che non ha smesso di essere presente nella quotidianità, così nuova, imprevista, della nostra esistenza”. E’ quanto scrive il responsabile della Missione Cattolica Italiana di Mosca, don Giampiero Caruso, in una lettera ai fedeli in vista della settimana Santa. “Io credo – aggiunge il sacerdote - che la condizione particolare che tutti noi stiamo vivendo ci stia offrendo un’occasione per ritrovare noi stessi, personalmente e in quanto parte delle società, di una comunità. È un’occasione per crescere, per desiderare, volere e far emergere nella nostra vita concreta ciò che siamo, e ciò di cui abbiamo veramente bisogno. In poco tempo siamo stati spogliati di molte cose che credevamo indispensabili. È un tempo di autocoscienza”. Durante il momento straordinario di preghiera, il 27 marzo scorso, Papa Francesco ha definito questo drammatico momento storico, come un tempo di scelta. Ha detto: “è il tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è”. Tempo dunque in cui “siamo liberi di scegliere, cioè di aderire a ciò che veramente giudichiamo importante. Tempo, quindi, in cui sperimentare che cosa ci libera veramente”. A partire dal prossimo venerdì 10 aprile, e i prossimi a venire, il missionario italiano invita tutti a partecipare dalle ore 19,00 alla recita del santo rosario in video conferenza usando l’applicazione Zoom. Inoltre attraverso il sito della missione cattolica italiana a Mosca sarà possibile seguire, con dirette TV dall’Italia, le diverse celebrazioni del Triduo Pasquale tramite due connessioni alla rete Internet trasmesse in streaming dal canale di YouTube di Vatican Media Live oppure dal sito web del canale televisivo TV2000 (www.tv2000.it/live). Gli orari delle dirette TV trasmesse dall’Italia saranno per la città di Mosca da spostare un’ora in avanti per via della differenza di fuso orario rispetto a Roma. Per Mosca la Settimana Santa con l’Arcidiocesi della Madre di Dio a Mosca (in russo) con l’arcivescovo mons. Paolo Pezzi dalla Cappella della Curia in diretta. Per offrire ai fedeli la possibilità di unirsi in preghiera, le celebrazioni liturgiche saranno trasmesse sul canale di YouTube della Parrocchia dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.

Mci Mosca: don Caruso scrive alla comunità italiana

19 Marzo 2020 - Mosca – Pubblichiamo la lettera che il responsabile della Missione Cattolica Italiana di Mosca, don Giampiero Caruso, ha inviato alla comunità italiana della capitale russa: Carissimi, la situazione che si è venuta a creare con la pandemia di coronavirus mi spinge a raggiungere ciascuno di voi con questa lettera. Credo che non possiamo non domandarci: “che cosa ci chiede questo momento drammatico rispetto alla nostra vita, e di battezzati?” A cosa ci chiama Dio in quanto cristiani attraverso questa prova universale? Che testimonianza siamo invitati a dare? Fin dall’inizio della Quaresima mi sono espresso dicendo che questo tempo, invitandoci alla conversione, ci propone di riprendere consapevolezza dell’evidenza d’essere delle creature, cioè fatti, creati in questo momento da un Altro, per cui dipendenti da Uno che Ama il nostro destino e fedele al suo patto d’Amore. Per poter riscoprire questa Verità elementare occorre però il silenzio. La realtà parla nel silenzio. Recita un inno che canto all’inizio della recita delle ore: “Nel silenzio canta il Mistero”. (Inno Lodi: “Prima che sorga l’alba”) Il mondo si sta fermando! Improvvisamente le nostre abitudini sono state stravolte da un nemico invisibile e terribilmente insidioso. È come se il Signore stesse gridando, come griderebbe un padre che vede il proprio figlio in pericolo: “Fermatevi e riconoscete che io sono Dio”. (Salmo 46,10) Fermatevi! Forse la nostra prima responsabilità è di vivere questa circostanza cercandone un senso. In fondo, il vero dramma che si vive attualmente in molte parti del nostro pianeta non è tanto la pandemia, ma le sue conseguenze nella nostra esistenza quotidiana. Il mondo si è fermato: sport, divertimenti, economia, progetti, vacanze. All’improvviso tutto non è più! In Italia e ora anche in altre Nazioni, si è fermata anche la vita religiosa pubblica, la celebrazione pubblica dell’Eucaristia. Qui a Mosca sono impediti tutti i raduni e gli incontri con più persone a questo momento). È come un grande digiuno, una grande astinenza universale, come per una Quaresima universale. Credo che questo arresto forzato ci voglia invitare a riscoprire la bellezza del presente, l’istante da vivere ora, la vera realtà del tempo, e quindi anche la vera realtà di noi stessi, della nostra vita. Ciascuno di noi vive solo nel presente, ma spesso siamo tentati di rimanere attaccati a ricordi del passato che non c’è più o in attesa di un futuro migliore che non c’è ancora e forse non ci sarà mai. Nel salmo 46, Dio ci invita a fermarci per riconoscere la sua presenza in mezzo a noi: “Fermatevi! Sappiate che io sono Dio, eccelso tra le genti, eccelso sulla terra. Il Signore degli eserciti è con noi, nostro baluardo è il Dio di Giacobbe.” (Sal 46,11-12) Il Signore ci sta chiedendo di fermarci; non ce lo impone, ce lo propone. Vuole che ci fermiamo per cercare Lui e restare con Lui liberamente, per scelta, cioè con amore. Non ci ferma con la forza. Vuole che ci fermiamo come ci si ferma davanti alla persona amata, o perché attratti dalla Bellezza. Solo così possiamo render conto che Lui, nell’esperienza, per pura grazia, che è la cosa più importante della vita, che nulla può superare. Fermarci di fronte a Dio significa riconoscere che della sua dolce presenza è gravido l’istante e quindi soddisfa pienamente il nostro cuore, in qualsiasi circostanza e condizione ci troviamo. Questo è lo scopo e il vertice della preghiera, guardare l’istante presente come guardare il volto di Cristo, Dio fatto uomo. Fin dall’inizio della Quaresima vi ho invitati durante le mie omelie a ciò cui sempre siamo invitati, cioè, a tenere fisso lo sguardo su Gesù. È la frase che san Paolo ripete per ben due volte nella Lettera agli Ebrei: «Tenete bene fisso lo sguardo su Gesù» (Eb 3,1). E ancora: «Fissate lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede» (Eb 12,2). Tenere fisso lo sguardo su Gesù è un guardare domandando. Mi sembra che il guardare domandando sia come il vertice dell’umano. Penso che anche i papà e le mamme si commuovano molto di più quando il loro bambino guarda domandando di essere voluto bene che non quando obbedisce a qualcosa che loro gli dicono. Questo guardare domandando è come l’espressione suprema di quello che il cuore dell’uomo può compiere. È per questo che vi invito, soprattutto in questo momento particolare della vita di ciascuno, di riscoprire la bellezza della preghiera personale e familiare. Ad esempio, la recita del Santo Rosario, a Gesù che è presente, che ci conforti, che ci guarisca e ci salvi. La Santa Messa della domenica alle ore 13.30 per il momento continuerò a celebrarla, salvo nuove indicazioni, e allo stesso modo la messa infrasettimanale delle ore 19.30 del mercoledì. A partire da mercoledì 25.03.2020 e tutti i mercoledì a venire, sarò a disposizione per le confessioni, dopo la Santa Messa nella chiesa di San Luigi dei Francesi dalle ore 20.00 alle ore 21.00. Maria, “vita, dolcezza e speranza nostra”, ci doni di vivere con umiltà e coraggio, offrendo sacrifici per la pace e la gioia di tutti i nostri fratelli uomini! (Don Giampiero)  

Mci Mosca: la testimonianza del missionario don Caruso

19 Marzo 2020 - Mosca - La situazione qui a Mosca legata al virus Covid-19 si aggrava giorno dopo giorno. E’ difficile riuscire a capire qual’è la reale situazione. É possibile che nei prossimi giorni a Mosca possa essere introdotto il regime di emergenza: interrotto il trasporto pubblico, compresa la metropolitana, la città sarà chiusa all'ingresso. Il regime di emergenza può essere introdotto entro due settimane, ma forse già prima della fine di questa settimana. Già da lunedì’ scorso tutte le scuole e le università sono state chiuse. Fino al momento in cui scriviamo è ancora possibile celebrare la santa messa solo se il numero dei fedeli non supera il numero di 50 partecipanti. L’arcivescovo Paolo Pezzi entro oggi renderà pubblico un comunicato in cui verrano date indicazioni per regolare il flusso dei fedeli, lì dove si renderà necessario. Ieri è stata pubblicata sul sito della cappellania https://www.cattoliciitalianiamosca.it/ la lettera, messaggio (la versione integrale nel prossimo articolo, ndr) con cui intendo raggiungere ciascun credente, comunicare il mio pensiero su quanto sta accadendo e indicare alcune riflessioni che possano accompagnare ciascuno di loro in questo tempo di Quaresima”. (don Giampiero Caruso – Mci Mosca)

MCI Mosca: domenica la Giornata Comunitaria

14 Febbraio 2020 - Mosca -“Icona e Preghiera”: questo il tema della Giornata Comunitaria della Missione Cattolica Italiana di Mosca che si svolgerà domenica 16 febbraio. A relazionare sarà Giovanna Parravicini,  Ricercatrice della Fondazione Russia Cristiana, Specialista di Storia della Chiesa in Russia nel XX secolo e di Storia dell’arte bizantina e russa e Consultore del Pontificio Consiglio per la Cultura. La giornata inizierà con una celebrazione eucaristica nella Chiesa di San Luigi dei Francesi e poi proseguirà nella Curia della Chiesa Cattolica a Mosca.  

Mci Mosca: iniziative nella Giornata mondiale dei Poveri

13 Novembre 2019 - Mosca - Le iniziative della Missione Cattolica Italiana di Mosca, guidata da don Giampiero Caruso,  nei prossimi 15 giorni nel mese di novembre sono collegate tra loro dalla celebrazione della Giornata Mondiale dei poveri che in tutto il mondo cattolico si celebrerà domenica prossima 17 novembre. Un primo appuntamento comunitario è fissato per Sabato 16 novembre dalle 11:00 alle 13:00, presso il centro diurno dei senzatetto Casa “Amici per la strada” gestito a Mosca dalla Comunità di Sant’Egidio. “Prepareremo e condivideremo una buona colazione con gli ospiti presenti nel centro diurno quel giorno”, dice il sacerdote. La seconda iniziativa riguarda una raccolta di viveri e di beni di prima necessità da donare alle suore di Madre Teresa di Calcutta presenti a Mosca come opera di misericordia nei confronti dei “nostri fratelli più bisognosi”. L’appuntamento per la consegna dei pacchi dono con i viveri è fissato per Domenica 1° dicembre 2019 portandoli direttamente nella cappellania nella chiesa di San Luigi dei Francesi di Mosca