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Benedetto XVI, Mci Canton Zugo; grazie per la testimonianza di fede e la chiarezza con cui ci ha parlato di Gesù

31 Dicembre 2022 - Zurigo - Il decesso di Papa Benedetto XVI ha provocato anche in me atteggiamenti di sofferenza anche se come cristiano non posso che lodare e ringraziare il Buon Pastore delle nostre anime per aver donato alla Chiesa universale un “semplice operaio nella vigna del Signore” . Questa stessa definizione con cui Papa Benedetto XVI si è presentato al mondo intero mi ha tanto colpito: egli che è stato un grande teologo, egli che ora era il Vicario di Cristo sulla terra e che si autopresentava come un “semplice operaio”, doveva avere in sé una grande umiltà e non nascondo che ha ribadito e indicato ancora una volta anche a me quale doveva essere il mio primo atteggiamento come come ministro del Vangelo. Non posso poi ripercorrere la sua grande opera che Papa Benedetto ci ha fatto dono con il libro su Gesù di Nazareth con le sue diversi parti che non sto qui a presentare; di una bellezza e di un approfondimento degno di un uomo innamorato di Gesù. Si, leggendo questi volumi su Gesù di Nazareth che mi hanno dato molto in termine di riflessione teologica, ne ho tratto questa conclusione: soltanto una persona innamorata di Gesù poteva farci dono di quelle belle riflessioni e cito solamente la conclusione della seconda parte del libro dove Papa Benedetto XVI si esprime con la ricchezza, la profondità e la certezza di queste illuminanti parole: “ Nell’andarsene Egli viene per sollevarci al di sopra di noi stessi ed aprire il mondo a Dio. Per questo i discepoli poterono gioire, quando da Betania tornarono a casa . Nella fede sappiamo che Gesù, benedicendo, tiene le sue mani stese su di noi. E’ questa la ragione permanente della gioia cristiana”. Concludo con quest’altra riflessione che Papa Benedetto ci la lasciato nell'enciclica "Deus caritas est" e che costitusce per tutta la Chiesa universale un altro dono importantissimo. Ricordo che quando ho approfondito questa enciclica con i miei fedeli, in particolare le giovani generazioni ne erano entusiaste e si stupivano del linguaggio “moderno” che Papa Benedetto XVI usava. Nell’introduzione Papa Benedetto cita 1Gv 4,16  che dice "Dio è amore; chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui"; poi continua dicendo che “queste parole esprimono con singolare chiarezza il centro della fede cristiana: l’immagine cristiana di Dio e anche la conseguenza immagine dell’uomo e del suo cammino”.   Grazie caro Papa Benedetto; grazie per averci richiamato ancora una volta che tutto deve partire da Gesù e dal suo Amore e tutto deve essere riportato a Lui e al suo Amore che ci ha lasciato. Grazie per la tua testimonianza di fede e grazie per la chiarezza con cui ci hai parlato di Gesù. Il Buon Pastore delle nostre anime ti possa accogliere nel suo Regno  “Vieni servo buono e fedele, entra nella gioia del tuo Signore”. (don Mimmo Basile, Missione Cattolica di Lingua Italiana nel Canton Zugo,  Svizzera)