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Di Maio: la promozione di un lavoro equo, tutelato e sostenibile deve essere anche oggi al centro della nostra risposta alle gravi conseguenze economiche e sociali della crisi sanitaria

8 Agosto 2020 - Roma – “La promozione di un lavoro equo, tutelato e sostenibile deve essere anche oggi al centro della nostra risposta alle gravi conseguenze economiche e sociali della crisi sanitaria. L’Italia – membro fondatore dell’UE e dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro – intende continuare a portare avanti questa istanza anche in ambito europeo e internazionale”. Lo ha scritto in un messaggio il ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Luigi Di Maio, in occasione del 64° anniversario della tragedia di Marcinelle, in Belgio. Quest’anno, a causa della pandemia da COVID-19, “onoriamo il ricordo della tragedia di Marcinelle in una condizione di distanza fisica, ma di grande vicinanza e solidarietà”. Anche “l’attuale emergenza sanitaria ha visto il sacrificio di quanti, in Italia e all’estero, hanno perso la vita – ha scritto Di Maio - mentre si dedicavano al loro lavoro, come anche ad attività di volontariato e di sostegno. Penso a medici, infermieri, al personale sanitario e a tutti coloro che hanno lavorato per mesi senza sosta, pagando con il prezzo della loro vita l’aiuto dato agli altri e alla nostra società tutta”. Nel 1956 – ricorda il responsabile della Farnesina - il sacrificio del Bois du Cazier “spinse i Governi dei Paesi partecipanti alla nascente integrazione europea a mettere la sicurezza e la salute dei lavoratori al centro dei progetti che poi avrebbero costituito le fondamenta della casa comune europea”. Solo le società che garantiscono il diritto al lavoro e la sicurezza del reddito “possono progredire. Perché ci sia vero progresso, il lavoro e i lavoratori devono ricevere le giuste tutele. E questo vale anche per tutti i connazionali che nel corso della nostra storia hanno lasciato l’Italia per emigrare all’estero in cerca di realizzazione. I loro diritti e la loro tutela acquistano ancora più valore, in considerazione delle tante difficoltà che hanno dovuto sostenere. L’emigrazione italiana nel mondo ha sempre mostrato il talento, la dedizione e la professionalità dei nostri connazionali”. Ai familiari delle vittime di Marcinelle, ai familiari di tutte le vittime italiane cadute sul lavoro, “di coloro che hanno perso la vita nell’esercizio della loro professione nel corso della pandemia, ai cari di quanti hanno reso onore all’immagine dell’Italia nel mondo con il loro sacrificio, va oggi il mio pensiero e la mia vicinanza”.

R.Iaria

 

Casellati: “Marcinelle monito attuale, di lavoro si deve vivere, non morire”

8 Agosto 2020 -
Roma - "La strage di Marcinelle dell'8 agosto 1956 è stata uno dei più gravi drammi sul lavoro della storia e rappresenta un monito ancora tristemente attuale. Di lavoro si deve vivere, non si può morire. È inaccettabile che ancora oggi in Italia, perdano la vita 3 lavoratori ogni giorno". Lo ha detto il Presidente del Senato Elisabetta Casellati ricordando l'incendio nelle miniere di carbone in Belgio in cui morirono 262 persone, tra cui 136 emigrati italiani e nella Giornata del Sacrificio del Lavoro Italiano nel Mondo. "Le vittime di Marcinelle - ha aggiunto il presidente del Senato -  sono il drammatico emblema delle morti bianche di ogni epoca. Ma ricordarle non basta. Le istituzioni e la politica hanno il dovere di far sì che non vi siano più lavoratori senza diritti e senza tutele".

R.I.

Marcinelle: una celebrazione ridotta ma intensa con i 262 rintocchi della campana e la lettura dei nomi delle vittime

8 Agosto 2020 -

Roma . Si è conclusa poco fa la celebrazione a Marcinelle nel ricordo della tragedia dell'8 agosto 1956 che ha causato 262 morti. Tra questi 136 italiani. Erano le 8,10 del mattino quando nella miniera scoppiò un incendio di vaste proporzione che non lasciò scampo. Pochi furono i supersiti.In quel momenti, infatti, erano di turno 274 uomini quando, a quasi un chilometro sotto terra, quota 975, si scatenò l’inferno. Oltre ai 136 italiani  morirono 95 belgi, 8 polacchi, 6 greci, 5 tedeschi, 3 algerini, 3 ungheresi, 2 francesi, 1 inglese, 1 olandese, 1 russo e 1 ucraino.

Per la prima volte da qual giorno la celebrazione, a causa della pandemia in corso, si è svolta in forma ridotta con la partecipazione di 50 persone  ammessi alla miniera di carbone di Bois du Cazier, in rappresentanza delle associazioni dei minatori e dei familiari delle vittime. La delegazione italiana è stata guidata dall'ambasciatrice d'Italia in Belgio, Elena Basile, che ha letto il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, subito dopo i 262 rintocchi della campana di Maria Mater Orphanorum intervallati dalla lettura dei nomi delle vittime.

“Anche quest’anno la cerimonia al Bois du Cazier è particolarmente commovente. Il ricordo del sacrificio dei minatori spinge a dedicare un pensiero anche alle vittime del Covid-19 e agli operatori sanitari che hanno perso la vita nell’esercizio del loro lavoro. Marcinelle incarna anche quest’anno la speranza di una società migliore dove il lavoro sia protetto e tutelato” – ha dichiarato l’Ambasciatrice Basile.

La cerimonia si è conclusa con la deposizione di corone di fiori a nome del Presidente della Repubblica Italiana, del Presidente della Camera dei deputati e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Raffaele Iaria

Mattarella: il sacrificio dei minatori a Marcinelle e di chi ha ha perso la vita sul luogo di lavoro “merita il rispetto dell’Italia intera”

8 Agosto 2020 - Roma - Il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, ha voluto rinnovare la “vicinanza” del popolo italiano “ai familiari di quanti hanno perso la vita sul luogo di lavoro”: "il loro sacrificio – ha scritto in un messaggio in occasione del sessantaquattresimo anniversario della tragedia a Marcinelle dove persero la vita 262 dei quali 136 erano italiani - merita il profondo rispetto dell’Italia intera”. La giornata di oggi è dedicata al Sacrificio del Lavoro Italiano nel Mondo. Quersta giornata – ha scritto il Capo dello Stato – “acquista un altissimo valore: innumerevoli cittadini italiani – in circostanze spesso eccezionalmente complesse e rischiose – hanno dato prova di abnegazione e di impegno nell’adempimento dei propri compiti professionali, in Patria e all’estero”. “Se avvertiamo con particolare intensità il ricordo di quanto accadde al Bois du Cazier è anche perché – ha aggiunto Mattarella - negli ultimi mesi l’emergenza sanitaria ci ha rafforzato la comprensione delle espressioni ‘sacrificio’ e ‘sicurezza sul lavoro’. La ricerca di un futuro migliore è il messaggio che la tragedia di Marcinelle incarna”. Una ricerca che – ha scritto ancora Mattarella – “non può prescindere dalla piena realizzazione del diritto al lavoro in ogni sua sfaccettatura: dalle possibilità di studio e di formazione alle pari opportunità; dalla salvaguardia della salute all’accesso ad ammortizzatori sociali sempre più efficaci, al livello nazionale ed europeo”. Il Capo dello Stato ha quindi rinnovato “la più sentita vicinanza della Repubblica ai familiari di quanti hanno perso la vita sul luogo di lavoro”. Accanto ai minatori scomparsi 64 anni fa Mattarella ha voluto anche dedicare “un pensiero particolare ai moltissimi operatori sanitari deceduti negli ultimi mesi mentre prestavano cure mediche e assistenza ai contagiati dal Covid-19. Oggi, come allora, il sacrificio di questi lavoratori merita il profondo rispetto dell’Italia intera”.

Raffaele Iaria

 

Furlan: la tragedia di Marcinelle rimane un “monito per tutti”

8 Agosto 2019 - Roma - “Sessantatré anni fa si consumava in Belgio la tragedia di Marcinelle dove morirono 262 lavoratori, di cui 136 italiani, sfruttati in maniera inumana ed in totale assenza di sicurezza in una miniera di carbone. La Cisl non dimentica quella pagina di storia terribile, sempre attuale, che rimane un monito per tutti”. Lo dichiara la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, nel giorno dell’anniversario della strage di Marcinelle. “Non dobbiamo mai dimenticare che l’Italia è stata e rimane ancora un paese di migranti come dimostrano i due milioni di giovani meridionali che hanno abbandonato la loro terra d’origine negli ultimi dieci anni. La ripresa dei flussi migratori rappresenta la vera emergenza meridionale, che negli ultimi anni si è via via allargata anche al resto del Paese. Sono più i meridionali che emigrano dal Sud per andare a lavorare o a studiare al Centro-Nord e all’estero che gli stranieri immigrati regolari che scelgono di vivere nelle regioni meridionali. Una accoglienza civile per chi è costretto ad emigrare e la sicurezza nei luoghi di lavoro sono questioni sempre più attuali”. La commemorazione della tragedia di Marcinelle – aggiunge la leader della Cisl – “ci deve far comprendere, in tutta la sua drammaticità, il sacrificio e la difficile scelta di chi è costretto ad emigrare, lasciare i propri cari ed il proprio paese per aspirare legittimamente ad una vita migliore e ad un lavoro per sé e la propria famiglia. Anche per questi motivi la storia è una fonte d’insegnamento ed un monito per comprendere e saper cogliere la sfida che l’immigrazione come fenomeno globale offre a tutti noi”.

Casellati: a Marcinelle “tragedia dell’emigrazione che l’Italia non potrà mai dimenticare”

8 Agosto 2019 - Roma – “Il disastro di Marcinelle è stata una delle più tremende sciagure sul lavoro della storia dei popoli. Una disgrazia che portò via la vita di 262 persone, tra cui 156 nostri connazionali emigrati in Belgio con la speranza di potersi costruire una vita migliore. Un dramma dell'emigrazione che il nostro Paese non potrà mai dimenticare”. Lo ha detto il Presidente del Senato Elisabetta Casellati ricordando la tragedia di Marcinelle dell'8 agosto 1956, causata da un incendio divampato nelle miniere di carbone Bois du Cazier. “Una memoria che va coltivata e tramandata a chi verrà dopo di noi, per non far cadere nell'oblio i sacrifici patiti da quelle generazioni che si sono sacrificate per costruire un mondo migliore” ha concluso.

Mattarella: la tragedia di Marcinelle è “parte della memoria collettiva dell’Italia e dei Paesi che ne furono colpiti”

8 Agosto 2019 - Roma – “Nel giorno in cui si commemora il sacrificio del lavoro italiano nel mondo desidero riaffermare la più partecipe vicinanza ai familiari delle vittime di Marcinelle e degli altri tragici eventi che hanno coinvolto i nostri connazionali all’estero, morti o feriti sul lavoro, prestato in condizioni difficili, per un futuro migliore per le proprie famiglie”. Lo scrive il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 63° anniversario della tragedia di Marcinelle evidenziando che la tragedia di Marcinelle, in particolare, “è parte della memoria collettiva dell’Italia e dei Paesi che ne furono colpiti. Il sacrificio di duecentosessantadue lavoratori, di cui centotrentasei connazionali, ci esorta a promuovere, oggi come in passato, migliori opportunità di lavoro e massime garanzie di sicurezza per tutti i lavoratori, in Italia, in Europa e nel mondo. La tutela di tutti i lavoratori e la incessante promozione dei loro diritti “costituiscono principi di civiltà irrinunciabili per ogni Paese e sono un obiettivo fondamentale nel processo di consolidamento della comune casa europea e dell’intera comunità internazionale”. (R.I.)

Moavero Milanesi: italiani nel mondo concreto ponte fra i vostri Stati di residenza e l’Italia

8 Agosto 2019 - Marcinelle - “Cari Amici italiani, ovunque siate nel mondo, dovete essere consapevoli del contributo prezioso che, con il vostro lavoro operoso, fornite al lusinghiero capitale di immagine e reputazione della Patria. Rappresentate un essenziale architrave, un’infrastruttura di collegamento, che è nostro dovere potenziare e valorizzare. Siete un concreto ponte fra i vostri Stati di residenza e l’Italia”. E’ quanto scrive in un messaggio il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi nel 63° anniversario della tragedia della miniera di Bois du Cazier, a Marcinelle, in Belgio, dove perirono 262 minatori, l’8 agosto del 1956. Giornata che in Italia è dedicata al Sacrificio del Lavoro italiano nel mondo. Il pensiero del titolare della Farnesina è andato in particolare, “con commozione, a tutti coloro che sono caduti mentre lavoravano, durante l’adempimento di un nobile dovere e l’esercizio di un diritto basilare di ogni persona”. Il disastro di 63 anni fa, che causò la morte a 136 minatori italiani, “resta impresso nella memoria collettiva di noi italiani. Un dramma terribile, con vittime di undici nazionalità diverse, di cui nove di paesi europei”. La ricorrenza di oggi “solenne e importante” rende omaggio ai tanti italiani, lavoratrici e lavoratori, che hanno onorato e onorano la nostra Patria, ovunque nel mondo, con il valore della loro opera e del loro ingegno, animati da dedizione e desiderio di affermarsi nei paesi in cui si trovano”. Poiché l’Unione Europea – scrive ancora Moavero Milanesi - si trova alla vigilia dell’apertura di un nuovo ciclo di legislatura, “penso sia davvero importante che le Istituzioni UE indichino, rapidamente, le iniziative che intendono portare avanti” sul tema della sicurezza sul lavoro. In particolare, bisogna: “procedere verso sistemi di assicurazione europei per gli infortuni e le morti sul lavoro e pervenire a una maggiore armonia nelle pronunce giurisdizionali nazionali in materia; garantire il reale livellamento delle ingiustificabili disuguaglianze di trattamento, salariale e previdenziale, fra chi lavora in paesi UE differenti, allineandosi alle migliori regole e prassi vigenti; offrire a tutti una protezione sociale adeguata e moderna; tutelare i più vulnerabili e affermare la parità sostanziale tra donne e uomini, anche nella retribuzione; strutturare un sistema europeo di incisivo supporto a chi non ha un lavoro o desidera una formazione in vista di una riconversione professionale, finanziato dal bilancio dell’Unione; continuare a promuovere un mercato del lavoro europeo equo, dinamico e inclusivo”. Temi rilevanti e su ognuno l’Italia “non può non dare il suo contributo propositivo alla riflessione e all’azione comune nelle sedi UE. Lo stiamo facendo da tempo, forti della nostra solida esperienza legislativa, operativa e culturale, corroborata dagli stimoli delle comunità italiane all’estero, una fonte preziosa di ispirazione e un esempio vincente di affermazione sociale ed economica. Trovo che questo sia un modo tangibile per guardare avanti e stringerci al simbolo di Marcinelle in maniera fattiva e forte. Lo dobbiamo a chi morì nella miniera 63 anni fa, al lacerante dolore dei famigliari, alle tante vittime sul lavoro. Lo dobbiamo alla Costituzione della Repubblica, che la battezza ‘fondata sul lavoro’”. Il minsotro degli Estri ricorda, quindi, gli italiani che, soprattutto fra il XIX° e il XX° secolo, lasciarono le terre natie per cercare lontano “un futuro degno, per offrire di meglio ai propri figli. Sovente sono partiti affrontando l’ignoto con vaghe promesse, avventurandosi in viaggi incerti e pericolosi, e trovando condizioni impervie una volta arrivati a destinazione. Come altri europei, siamo stati, fino ai primi anni sessanta del novecento – in fondo, appena ieri – una nazione di emigrazione strutturale nel mondo. Lo testimoniano innumerevoli racconti, libri, film e canzoni. Un flusso immane dall’Italia che, seppure con numeri ben più contenuti, prosegue tuttora, ma con tratti diversi. Da un lato, riguarda abbastanza spesso persone qualificate, al punto che si parla di ‘fuga dei cervelli’; per loro, non di rado, l’esperienza estera consente di integrare il bagaglio professionale e di studi: poi, alcuni rientrano, mentre altri si stabiliscono fuori con una scelta definitiva o quasi. Dall’altro lato, oggi, all’interno dell’Unione Europea, vige il diritto alla libera circolazione e la libertà di risiedere in qualsiasi Stato membro; la stessa cittadinanza UE, che si affianca a quella nazionale, ci fa sentire meno stranieri, laddove un tempo eravamo tali, e il diritto UE ci protegge da ogni tipo di discriminazione. Un’evoluzione indubbia, dei cui frutti non beneficiavano ancora i nostri compatrioti che lavoravano e morirono a Marcinelle”. (Raffaele Iaria)  

Marcinelle: il ricordo del Faim

7 Agosto 2019 - Roma - Il Forum delle Associazioni Italiane nel Mondo (Faim), al quale aderisce anche la Fondazione Migrantes, si unisce alla commemorazione del disastro di Marcinelle, avvenuta l'otto Agosto del 1956, dove perirono 262 lavoratori di cui 136 italiani  “A quel tempo – si legge in una nota - i nostri emigranti erano chiamati ‘musi neri’, vivevano nelle baracche dei prigionieri di guerra in condizioni disastrose e arrivavano in Belgio non per scelta, ma perché l'emigrazione era rimasta l'unica possibilità di sopravvivenza.  Oggi come allora si continua a morire di lavoro in Italia e nel  mondo, non per fatalità, ma perché spesso i profitti vengono prima della sicurezza dei lavoratori”. Il Forum auspica che, “oltre alle iniziative per ricordare questo pezzo di storia della nostra emigrazione, le istituzioni italiane a tutti i livelli si impegnino per il sostegno alla nostra comunità emigrata e per mettere in campo scelte di politica economica che portino sviluppo e riequilibrio tra il nord e il sud Italia, che producano lavoro stabile e sicuro, per fare sì che l'emigrazione interna ed esterna diventi una scelta tra le tante e non l'ultima occasione per sopravvivere e migliorare le proprie condizioni economiche”.

Marcinelle: ricordare per non dimenticare

7 Agosto 2019 - Roma - Nel mese di agosto, esattamente l’8, in Italia si celebra la Giornata nazionale del Sacrificio del Lavoro italiano nel mondo. Era infatti l’8 agosto del 1956 quando nella miniera di carbone Bois du Cazier di Marcinelle, in Belgio, scoppiò un incendio causato dalla combustione d’olio ad alta pressione innescata da una scintilla elettrica provocando la morte di 262 persone: di questi 136 erano lavoratori italiani emigrati. Una tragedia che restò e resta scolpita nella  memoria del nostro Paese: non possiamo non ricordare quello che è successo in un periodo storico, come più volte ricordato dalla Fondazione Migrantes, in cui si è aperta una nuova stagione di emigrazione italiana. Una occasione, questa giornata, che “non deve farci abbassare la guardia sulla tutela dei diritti dei lavoratori migranti in Europa per evitare che, come succede spesso, siano costretti a subire orari e trattamenti sui posti di lavoro che non tutelano la loro dignità”. Nello stesso tempo ricordare Marcinelle e le altre tragedie che hanno visto la morte di lavoratori italiani all’estero, vuol dire custodirne la memoria e ricordare le origini della nostra emigrazione. Il loro sacrificio ha scritto lo scorso anno il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, “è destinato a richiamare alla memoria di tutti noi il valore delle sofferenze e del coraggio dei migranti in terra straniera alla ricerca di un futuro migliore per le loro famiglie, da costruire con il loro lavoro…La promozione dell’occupazione e la tutela piena della salute dei lavoratori costituiscono, oggi come ieri, sfide fondamentali nell’attuale contesto economico europeo e nel quadro del processo di integrazione continentale, nel cui ambito lo sviluppo del ‘pilastro sociale’ appare irrinunciabile”. Oggi, quindi, il nostro sguardo e la nostra attenzione va a Marcinelle dove domani mattina, a ricordare quei morti, saranno 262 rintocchi di campana, uno per ogni minatore scomparso seguiti da altre 10 per i caduti in tutte le miniere del mondo. In rappresentanza del Governo italiano sarà presente la Vice-Ministra Emanuela Del Re. (Raffaele Iaria)