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Mci Germania-Scandinavia: la comunità di Bad Homburg sostiene le richieste di aiuto di una parrocchia lombarda

24 Aprile 2020 - Bad Homburg – Il responsabile della Missione Cattolica italiana di Bad Homburg , in Germania, don Danilo Dorini ha raccolto la richiesta di aiuto da parte di un sacerdote lombardo, don Luca Piazzolla, parroco della parrocchia di San Giuseppe di Sesto San Giovanni, molto colpita dal coronavirus. Don Luca porta un aiuto alimentare a tutte quelle famiglie che in qualche modo sono state colpite dal Coronavirus, perché hanno perso un famigliare, perché sono rimaste senza lavoro o a causa di una separazione, dice don Dorini aggiungendo, a www.migrantesonline.it, che “per farci un quadro della gravità del momento don Luca ci ha descritto la situazione di almeno dieci casi: ad essere in difficoltà sono famiglie intere, coppie ma anche singole persone”. Questi dieci casi, che sono “solo una minima parte di chi ha bisogno, descrivono però quanto sia drammatica la situazione e quanto sia immenso il lavoro di aiuto richiesto alle varie istituzioni”. La Missione Cattolica Italiana di Bad Homburg ha quindi deciso di sostenere il grido della comunità la parrocchia di Sesto San Giovanni con una donazione direttamente alla parrocchia. Inoltre anche la chiesa locale tramite la diocesi di Limburg, ha dato un proprio contributo. La Mci di Bad Homburg assise pastoralmente oltre 4000 italiani residenti nel territorio. Per inviare direttamente il proprio contributo alla parrocchia S. Giuseppe utilizzare IBAN IT 72J0845320703000000120240 con causale: aiuto covid 19.

Raffaele Iaria

 

Mci Germania e Scandinavia: morto p. Angelo Negrini

23 Aprile 2020 - Francoforte – Un altro lutto nelle Missioni Cattoliche Italiane in Germania e Scandinavia Il Rettore della Missione Cattolica Italiana di Monaco di Baviera, p. Gabriele Parolin, ha comunicato alla delegazione delle Mci di Germania e Scandinavia la morte, martedì 21 aprile, nell’ospedale di Arco (TN) di p. Angelo Negrini, all’età di   82 anni. P. Angelo ha lavorato per anni a Monaco di Baviera, poi a   Essen, a Francoforte nella Delegazione delle Mci, poi a Stoccarda e presso la  Fondazione Migrantes. “Porgiamo le nostre le più vive condoglianze alle due Comunità   Scalabriniane in Germania (Stoccarda e Monaco) ed alla Congregazione  dei Missionari di San Carlo – dice p. Tobia Bassanelli, delegato nazionale delle Mci in Germania e Scandinavia - il cui carisma è appunto l’impegno nel   mondo dell’emigrazione, mondo a cui anche p. Angelo ha dedicato tutta  la sua vita, con ben quasi 30 anni trascorsi tra gli italiani in  Germania”. Negrini era nato a Rezzato (Brescia) il primo aprile del 1938 ed era   stato ordinato sacerdote il 19 marzo 1963, a Piacenza. Il suo primo impegno pastorale nella Congregazione degli Scalabriniani è stato al Centro Studi di Roma. Sono   seguiti tre anni come vice-parroco in Svizzera, presso la Missione Cattolica Italiana di  Basilea. In Germania arriva nel 1968, alla Mci di Colonia,   passando poi per 5 anni (1971-1978) a quella di Monaco di Baviera, in   qualità di cappellano e responsabile del Cedom (Centro di   documentazione). Dopo altri tre anni a Basilea, come direttore del   Centro studi Cserpe (1978-1981), ritorna in Germania, per assumere la   direzione della Mci di Essen, che lascia nel 1985, perchè   nominato responsabile dell’UDEP, a Francoforte. Dirige l’Ufficio   Documentazione e Pastorale delle MCI in Germania e Scandinavia (UDEP)   fino al 1993, quando passa alla Mci di Stoccarda, dove assume la  responsabilità dell’ASTEA di Fellbach, l’Ufficio per la Formazione   degli adulti della diocesi di Rottenburg-Stuttgart. Lo dirigerà fino   al primo di settembre del 1999, l’anno del rientro in Italia perchè   chiamato presso il Pontificio Consiglio per i Migranti. Lo studio dei fenomeni migratori, la ricerca di una pastorale adeguata alle Comunità dei migranti, i numerosi sussidi prodotti per le   Missioni Cattoliche Italiane, le tante conferenze per giovani e per adulti, hanno segnato   e qualificato la sua vita di pastore nel mondo della mobilità umana, sottolinea ancora p. Bassanelli. Alla famiglia e alla Congregazione degli Scalabriniani la vicinanza nella preghiera della Fondazione Migrantes.

Flagellati dal Coronavirus anche 21 mila gastronomi italiani

22 Aprile 2020 - Francoforte - Fra le attività economico-commerciali duramente colpite dalla pandemia Coranavirus vi è anche la gastronomia. Un settore questo che fattura ogni anno oltre 60 miliardi di euro e che in Germania dà lavoro ad oltre 2,5 milioni di persone, tutte a riposo coatto fino al 3 maggio. Proprio in questo settore si registra una consistente presenza italiana. Secondo la DEHOGA (l’associazione tedesca degli albergatori e gastronomi) i ristoratori di matrice italiana sono poco più di 21 mila cui si aggiungono altri 5 mila esercizi fra gelaterie, bar e pasticcerie. Il personale impiegato è stimato intorno alle 150mila unità. In questo periodo sono tutti senza lavoro tranne le pizzerie, specializzate nell’asporto. Questa pesante situazione si traduce quotidianamente in licenziamenti, richieste di cassa integrazione, disdette degli ordini ai grossisti. Molti gastronomi stanno facendo richiesta di fondi straordinari a fondo perduto con la speranza di salvare l’attività dall’insolvenza e/o dal fallimento. Se qualcuno avesse presagito questo tsunami all’Assemblea della Delegazione dei cuochi italiani in Germania, tenutasi all’inizio di marzo a Donzdorf, a 60 km a sud-est di Stoccarda, sarebbe stato preso per pazzo o per portatore di jella. E invece 15 giorni dopo, l’epidemia si è propagata anche qui in Germania. Come primo atto il governo federale, di concerto con i 16 Länder, ha decretato l’immediata sospensione dell’attività didattica ad ogni livello, dagli asili all’università. Ed era poi evidente che sull’esempio dell’Italia per contenere il propagarsi del contagio si sarebbe fatto ricorso anche alla sospensione di tutte le attività d’interesse collettivo/sociale: sport, teatro, concerti, ricorrenze religiose ecc. Per cui tutte le premure dei cuochi locali nostrani di consigliare ricette per il pranzo e il dolce pasquale sono finite nel nulla. E le paure di un crollo della propria esistenza, costruita a suon di sacrifici, aumentano giorno per giorno. Purtroppo per molti di loro le aspirazioni di crescita e di benessere si stanno traducendo in disperazione esistenziali. Date le incertezze della durata della pandemia nessuno osa fare un pronostico. Fortunatamente vi sono anche ottimisti che in cuore proprio credono in una ripresa, anche se lenta e diversa per le nuove norme sulla distanza sociale e sulla cautela. Nino Russo, in Germania dal 1993, rieletto presidente dei cuochi italiani in terra tedesca, è convinto che ci si rialzerà. Alla pandemia si troverà un rimedio farmacologico. Le popolazioni saranno più attente appena sarà possibile, ci si dovrà vaccinare. Ci vorrà del tempo, ma certamente si recupererà la voglia di vivere e di tornare alla socialità. Non è pensabile azzerare le nostre fatiche e i nostri progetti di vita – aggiunge Mario Mollo – neoeletto Vicepresidente della Delegazione cuochi, cugino dell’illustre Rino Gattuso, attuale allenatore del Napoli. A differenza del suo presidente Nino Russo già cuoco nella sua Bagheria (PA), Mollo ha imparato sulla propria pelle il mestiere di cuoco. Si può dire che di necessità ne ha fatto virtù. Quando nel 1978 giunse in Germania con la famiglia aveva appena 13 anni. E, mentre il papà e la mamma andavano a lavorare in fabbrica, a lui spettava il compito della gestione della casa e di provvedere a cucinare per la sorella e per i due fratelli minori. Terminata la formazione professionale Mario Mollo ha aperto il suo primo ristorante nel 1996. Fin da subito ha condiviso il progetto di riunire i gastronomi italiani in una associazione. Da una quindicina d’anni ha anche la rappresentanza per l’area di lingua tedesca dei vini di Al Bano, che, come noto, è viticoltore per passione. L’ufficio di presidenza è affiancata anche da un Cassiere. L’assemblea ha riconfermato all’unanimità Pino Leonardi, originario di Scordia (CT), giunto a Coblenza nel 1974 all’età di 8 anni dove ha completato la scuola dell’obbligo e l’apprendistato. Da 20 anni gestisce con orgoglio il suo ristorante “Pino Italia”. Ad Antonio Schilirò, originario di Giarre (CT) è andata invece la carica di Segretario di Delegazione. A differenza di molti suoi colleghi Schilirò, giunto a Neukirchen/Saar nel 1993, aveva sulle spalle già una buona esperienza professionale avendo lavorato in cucina in uno dei migliori alberghi della Riviera dei Ciclopi di Aci Trezza, Comune di 5mila abitanti della città metropolitana di Catania. Ben presto si è fatto un nome anche nella Saar. Le sue specialità, prevalentemente siciliane, sono ormai arcinote. E in questo periodo di forzato riposo suggerisce ai lettori del Corriere d’Italia di mettersi ai fornelli per provare a preparare un Primo di fettucce o tagliatelle alla Pirandello. Fettucce alla pirandello La ricetta per 4 persone propone:
  • 320 grammi di pasta,
  • 4 cucchiai d’olio d’oliva extravergine
  • 1 spicchio d’aglio
  • 450 grammi di pomodori
  • 200 grammi di melanzane
  • 3 filetti di acciughe
  • 20 grammi di capperi
  • 100 grammi di olive nere,
  • un peperoncino
Sbucciate i pomodori, svuotateli dei semi e tritate la polpa. Sbucciate le melanzane e tagliatele a dadini. Fate riscaldare 4 cucchiai d’olio con lo spicchio d’aglio intero leggermente schiacciato. Unite il trito di pomodoro e aggiungete una punta di peperoncino e infine le melanzane. Portate a cottura. Uniti i capperi, le acciughe e le olive tagliate a pezzetti. Fate cuocere per 1 minuto a fiamma forte, ritirate dal fuoco. Portate a quasi cottura la pasta in una casseruola con abbondante acqua salata a bollire. Quando mancano 7 minuti al termine della cottura, scolatela. Fatela saltare nella casseruola del sugo portandola a cottura e unite il basilico per servirla. Considerato che in questi giorni si mangia più del solito, è preferibile passare direttamente al Dolce, saltando il Secondo: Francesco Gelsomino, nato 30 anni fa a Niscemi (CL) è a Stoccarda da 23 anni. È il più giovane della nota omonima famiglia di pasticceri da 4 generazioni. Nel capoluogo svevo-badense ha conseguito il diploma di Konditor. Da un mese ha assunto l’incarico di responsabile della Delegazione di cuochi e pasticceri italiani del Baden-Württemberg che nel frattempo annovera oltre 100 iscritti. L’estroso giovane pasticcere vuol contribuire ad addolcire la vita alle famiglie recluse. Siccome sa che i dolci piacciono tanto ai bambini, lui propone di coinvolgerli nella preparazione dei cannoli siciliani, farciti con crema di ricotta di pecora e gocce di cioccolato, decorati con zucchero a velo e granelli di frutta secca. Esistono ovviamente svariate ricette con tante varianti. Ma Francesco Gelsomino ne propone una sua: Cannoli siciliani Cannoli Siciliani
  • Ingredienti
  • 1 kg di farina 00,
  • 100 gr di sugna (Schweineschmalz)
  • 80 gr di zucchero semolato,
  • 1 uovo
  • mezzo succo di limone,
  • vaniglia Baccello,
  • 200 ml di aceto bianco
Esecuzione Impasto di consistenza non molle, farlo riposare avvolto in un panno umido per un’oretta; stendere la pasta in forma sottile su farina con un tagliapasta di 12cm fare una forma ovalizzata e introdurre in posizione centrale una canna di bambù di 15×3 cm (alternativa un tubo di alluminio).Unire le due parti con una pennellata di uovo. Friggere in olio di arachidi a 180° finché la cialda non prenderà un colore dorato. Riporre il fritto su carta assorbente. Farcitura 1 kg di ricotta di pecora e 350 gr di saccarosio. Passare al setaccio vaniglia e cannella oppure farcire con gocce di cioccolato e canditi. Spolverare con zucchero a velo ed un filo di cannella nelle punte. Decorare con filetti di canditi (arancia e ciliegie) e arricchire le punte con pistacchio macinato Buon lavoro e buona degustazione (Tony Mazzaro – Corriere d’Italia)

Mci Germania-Scandinavia: morti don Candiolo e don Coldebella

22 Aprile 2020 -

Francoforte – In questi giorno sono scomparsi due ex missionari al servizio delle comunità in Germania, Si tratta di don Luciano Candiollo e don Silvano Coldebella. “Al tramonto del 14 aprile, martedì dell’Ottava di Pasqua, arricchito  “Al tramonto del 14 aprile, martedì dell’Ottava di Pasqua, arricchito dalla lunga sofferenza affrontata con animo forte e sereno, è entrato nella luce del Signore risorto don Luciano Candiollo, di anni 84, Canonico onorario della Concattedrale, già Rettore della Missione Cattolica Italiana di Bielefeld (Paderborn, Germania)”, si legge sul sito della diocesi di Adria-Rovigo. L’annuncio è arrivato dal vescovo, mons. Pierantonio Pavanello unitamente ai familiari del sacerdote e del presbiterio Adria-Rovigo e Paderborn, chiedendo “per il generoso sacerdote preghiera di suffragio perché il Signore della vita lo ricompensi per l’infaticabile dono di sé nei 59 anni di ministero spesi a servizio di tanti giovani e famiglie in Italia a Lendinara-S. Biagio, in Cattedrale e a Trecenta, e nello straordinario impegno di oltre 30 anni in Germania come Vicario nella Missione Italiana”. Le Esequie sono state celebrate in forma privata presso il Cimitero di Rovigo, ove la salma è stata tumulata. Terminata l’emergenza sanitaria, il presule celebrerà pubblicamente la Liturgia di suffragio. Don Luciano era nato a Rovigo il 25 luglio del 1936 ed era stato ordinato nel   giugno 1961. Dopo alcuni impegni pastorali in diocesi, era “venuto in   Germania nel settembre del 1970”, ricorda il delegato nazionale delle Missioni cattoliche Italiane in Germania e Scandinavia, p, Tobia Bassanelli. Per un anno ha fatto il cooperatore   alla Mci di Mannheim, per due anni il cappellano a Ludwigshafen, e dal   primo ottobre del 1973 ha assunto per 21 anni la Missione Cattolica Italiana di   Bielefeld. Nel 1994 è passato alla Mci di Bensheim (diocesi di   Mainz), che ha guidato fino al suo rientro in Italia, nel settembre   del 2011. “Grati per i suoi 41 anni di generoso e sempre lieto servizio   pastorale tra i connazionali in Germania, vicini spiritualmente ai   familiari, lo ricordiamo nella preghiera”, dice p. Bassanelli.

Ieri mattina è morto, invece, don Silvano Coldebella, 92 anni di età, 68 anni di professione religiosa nei salesiani e 63 anni di sacerdozio. “Abbiamo perso un prete fervente, amico di tutti, attento ai malati, ai poveri, alle famiglie. Ma abbiamo un fratello che da LASSU' continua a pregare per noi” dice il responsabile della Missione Cattolica Italiana di Mainz, don Marek Chmielewski. Don Silvano Coldebella, dell’Ispettoria salesiana di Verona, era nato  il 30 maggio 1927 a Castello di Godego (Treviso) e ordinato sacerdote a   Monteortone (Padova) il 29 giugno del 1956. Ha fatto per parecchi anni   l’insegnante, in diverse case dell’Istituto. Dopo due esperienze in   parrocchia a Belluno e a Verona (1977-1991), è “venuto in Germania nel   1991, raggiungendo la comunità salesiana della Missione di Mainz”, spiega p. Bassanelli. Come   collaboratore parrocchiale, si è dedicato in particolare alle visite   dei malati negli ospedali, agli anziani nelle famiglie, alle messe   nelle zone di periferia della Missione cattolica Italiana. Ha fatto rientro in Italia nel   2016.

Coronavirus: il Comites di Hannover offre consulenza telefonica

20 Aprile 2020 - Hannover – “Tramite le tante richieste  delle ultime settimane che mi sono giunte a tutte le ore, ho notato che esistono, a causa della crisi del Coronavirus, tantissime insicurezze di come proseguire dopo il lock-down e quale diritti hanno anche i nostri connazionali residenti in Germania”. Così il presidente del Comites di Hannover, Giuseppe Scigliano annuncia che a partire dal 24 aprile ogni venerdì dalle 11.00 alle 13.00 i cittadini italiani residenti in Germania hanno la possibilità di porgere telefonicamente domande riguardanti i temi del diritto di lavoro, indennità per lavoro o orario ridotto, indennità di disoccupazione, prestazioni di Hartz IV, pagamento dell'affitto come anche domande riguardanti il diritto di famiglia.  A rispondere saranno l’avv. Elena Sanfilippo (membro del Com.IT.Es) e lo stesso Scigliano.

Corsano: una mostra permanente sulle Migrazioni

24 Settembre 2019 - Corsano - L’Associazione “Emigranti nel Mondo” di Corsano dal prossimo mese di ottobre inaugurerà, presso la propria sede, un Museo delle migrazioni con oggetti, foto e reperti di vario genere che documentano varie fasi della civiltà salentina del secolo scorso. I visitatori si troveranno davanti diversi ambienti che riproducono la vita dei nostri antenati: ci sarà una stanza dedicata alla civiltà contadina, cui seguiranno stanze intitolate alle migrazioni nei diversi Paesi (Belgio, Svizzera; Francia e Germania) con documentazioni relative a tragedie che hanno colpito i connazionali all’estero (Marcinelle e Mattmark) per arrivare alle attuali immigrazioni dall’Africa e dall’Asia. L’associazione propone anche agli alunni delle scuole salentine un percorso di studio e attività pratiche da svolgere in orario scolastico con la finalità di “far conoscere ai nostri ragazzi i sacrifici e le condizioni di vita e di lavoro di tantissimi salentini che, per poter dare un futuro alla propria famiglia hanno dovuto emigrare”.

Brasilia: conclusa la terza edizione “Ambasciata Porte Aperte”

7 Agosto 2019 - Brasilia - Si è conclusa la terza edizione dell'iniziativa “Ambasciata Porte Aperte”, promossa dall'Ambasciata d'Italia a Brasilia e che ha consentito al pubblico di ammirare la bellezza architettonica e artistica dell'edificio che accoglie la sede diplomatica, progettato dal celebre ingegnere civile italiano Pier Luigi Nervi. L'edificio, dalla struttura imponente e di notevole pregio architettonico e valore artistico, è meta abituale dei turisti che visitano la capitale brasiliana oltre che di architetti e ingegneri e, più in generale, di un pubblico appassionato di arte e cultura italiana. A visitarla, in occasione della manifestazione “Ambasciata Porte Aperte”, sono stati, tra gli altri, studenti di architettura, ingegneria e design, membri di associazioni locali, funzionari e diplomatici in servizio presso Ambasciate e Organizzazioni Internazionali nonche' famiglie con bambini, provenienti anche da altre città brasiliane. Il pubblico, oltre all'opera architettonica di Nervi, ha potuto ammirare i saloni della Residenza ristrutturati dai due famosi designer brasiliani di origine italiana, i fratelli Humberto e Fernando Campana insieme a Federlegno Arredo, nonché le opere di arte moderna e contemporanea che fanno parte della collezione dell'Ambasciata, tra cui "Natura Tropicale" di Candido Portinari. Contemporaneamente all'iniziativa “Ambasciata Porte Aperte” nei saloni della sede diplomatica è stata allestita  la mostra fotografica “Cenas Venezianas” di Francisco Andrade, un vero e proprio viaggio nel Carnevale di Venezia attraverso le maschere, le strade e i canali della Serenissima. Data l'alta affluenza di pubblico e le richieste di prenotazioni inevase l'Ambasciata ha in progetto di  replicare l'iniziativa nel prossimo mese di ottobre in occasione della Settimana della Lingua Italiana nel mondo e della Giornata del Contemporaneo.