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Milano: ragazzi di seconda generazione in prima linea contro il razzismo

23 Marzo 2021 - Milano - Prevenire e combattere il razzismo e la discriminazione attraverso il coinvolgimento attivo di giovani e adolescenti di seconda generazione. E' questo l'obiettivo di “AL.FA.PER L’Altra Faccia della Periferia, oltre le fake news, contro il razzismo e le discriminazioni”, il progetto realizzato da Fondazione ISMU grazie al contributo dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR) per sensibilizzare, anche attraverso il coinvolgimento delle associazioni di quartiere, i residenti della zona Molise/Calvairate di Milano nella lotta ai comportamenti discriminatori. Grazie a specifici workshop creativi, un gruppo formato da 12 ragazzi tra i 13 e i 24 anni ha prodotto due video-tutorial su come riconoscere e decostruire le fake news e su come non essere razzista. I prodotti video realizzati dai ragazzi sono diffusi durante e dopo la XVII settimana d’azione contro il razzismo-Keep Racism Out, in programma fino a sabato 27 marzo 2021, tramite i canali di comunicazione web e social della rete dei soggetti coinvolti nel progetto. e saranno presto disponibili sul sito della Fondazione ISMU.  

Fondazione ISMU: in Italia gli stranieri sono circa 6 milioni

24 Febbraio 2021 - Milano - La Fondazione ISMU stima che al 1° gennaio 2020 gli stranieri presenti in Italia siano 5.923.000 su una popolazione di 59.641.488 residenti (poco meno di uno straniero ogni 10 abitanti). Tra i presenti, i residenti sono circa 5 milioni (l’85%), i regolari non iscritti in anagrafe sono 366mila, mentre gli irregolari sono poco più di mezzo milione (517mila, -8,0%, rispetto alla stessa data del 2019). Rispetto alla stessa data del 2019, il numero di stranieri presenti è sostanzialmente invariato con un calo pari a -0,7%. Nel 2020, l'anno segnato dallo scoppio della pandemia Covid-19, si registra un aumento degli sbarchi (34mila), dopo due anni di diminuzione (23mila nel 2018 e 11mila nel 2019). Calano invece le richieste d’asilo che nel 2020 sono state 28mila (contro le 43.783 del 2019). Nonostante la ripresa degli sbarchi, il fenomeno migratorio nel nostro paese «mostra - spiegano i ricercatori dell'Ismu - i segnali di una fase di relativa stagnazione. Tale tendenza potrà verosimilmente accentuarsi anche a seguito della crisi economica che il post-pandemia porterà con sé, rallentando gli arrivi e incentivando la mobilità degli stranieri e naturalizzati verso altri paesi». In prospettiva - si legge nel rapporto - «una riduzione della consistenza numerica è attesa anche per quanto riguarda la componente irregolare, su cui agiranno sia gli effetti della sanatoria intervenuta nel corso di quest'anno, sia l'eventuale riduzione della forza trainante di un mercato del lavoro che quasi certamente faticherà a recuperare le posizioni, già non brillanti, dell'epoca pre-Covid». Sono questi alcuni dei principali dati del XXVI Rapporto sulle migrazioni 2020, elaborato da Ismu presentato ieri in modalità online. Alla presentazione sono intervenuti Mariella Enoc, Presidente Ismu, Giovanni Fosti, Presidente di Fondazione Cariplo; Patrick Doelle, Rappresentanza in Italia della Commissione europea; Vincenzo Cesareo, Segretario Generale Fondazione Ismu, ; Livia Ortensi, Responsabile Settore Statistica di Fondazione Ismu,  Laura Zanfrini, Responsabile Settore Economia e Lavoro di Fondazione Ismu, Paola Barretta ricercatrice dell'Osservatorio di Pavia; Giovanni Giulio Valtolina, Responsabile Settore Famiglia e Minori e Religioni di Ismu e Venanzio Postiglione, Vicedirettore del "Corriere della Sera".

Ismu: un quinto degli stranieri in Italia sono minori

1 Dicembre 2020 - Milano - Al 1° gennaio 2020 sono un milione e 78mila i minorenni stranieri iscritti nelle anagrafi comunali in Italia, cioè un quinto della popolazione straniera complessivamente residente. In particolare, è significativa la fascia dei giovanissimi fino ai 7 anni, che costituiscono il 50% dei minori stranieri. Lo afferma la Fondazione Ismu, Iniziative e studi sulla multietnicità. Guardando ai cittadini non comunitari, i recenti dati pubblicati da ISTAT – aggiunge Ismu – consentono di evidenziare le diverse incidenze tra le nazionalità presenti: un terzo dei cittadini egiziani presenti al 1° gennaio 2020 ha meno di 18 anni, in termini assoluti 48mila minorenni; sono molto basse, invece, le incidenze tra i cittadini maliani e gambiani, dove i minori di 17 anni rappresentano rispettivamente il 4% e il 3% dei presenti. In valori assoluti, i cittadini non comunitari di età tra 0 e 17 anni maggiormente presenti al 1° gennaio 2020 sono di nazionalità marocchina (121mila) e albanese (105mila); terzi in graduatoria i giovani cinesi, con 79mila presenze.

Ismu: un rapporto sugli alunni con background migratorio in Italia

30 Settembre 2020 - Milano - A pochi giorni dall’avvio dell’anno scolastico l’Ismu vuole riportare l'attenzione sul tema del diritto all’istruzione e dell’accesso alla scuola, in particolare per gli alunni più vulnerabili, tra cui i minori stranieri e i minori stranieri non accompagnati (MSNA), attraverso la pubblicazione del nuovo rapporto nazionale  “Alunni con background migratorio in Italia. Le opportunità oltre gli ostacoli” che sarà presentato oggi pomeriggio. Interverranno Mariagrazia Santagati, Responsabile scientifico Settore Educazione Fondazione ISMU; Antimo Ponticiello, Direttore Generale per lo studente, l’inclusione e l’orientamento scolastico Ministero dell’Istruzione; Erica Colussi,  Coordinatrice Settore Educazione Fondazione ISMU; Stefania Congia,  Divisione Politiche di integrazione sociale e lavorativa dei migranti e tutela dei minori stranieri, DG Immigrazione, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali; Maria D’Agostino, Università di Palermo, Osservatorio  per l’integrazione degli alunni stranieri e per l’intercultura e Raffaele Ciambrone, Direzione Generale per lo studente, l’inclusione e l’orientamento scolastico Ministero dell’Istruzione.  

Immigrati e religioni in Italia: ISMU, in crescita gli stranieri di fede cristiana

16 Settembre 2020 - Milano - Secondo le più recenti elaborazioni di Fondazione ISMU su dati Istat e Osservatorio Regionale per l'integrazione e la multietnicità (Orim), al 1° gennaio 2020 la maggioranza assoluta degli stranieri residenti in Italia è di religione cristiana: essi rappresentano il 54,1% (pari a oltre 2,9 milioni) del totale dei residenti stranieri, percentuale in leggero aumento rispetto al 1° gennaio 2019 quando l’incidenza era del 53,6%. Nel loro complesso gli stranieri residenti che professano la religione cristiana sono aumentati durante il 2019 di 97mila unità (+3,4%), registrando un'inversione di tendenza rispetto all'anno precedente in cui erano diminuiti di 145mila unità. Tra gli stranieri di fede cristiana i più numerosi sono i cristiani ortodossi (29,3%), seguiti dai cattolici (20,1%) e cristiani evangelici (3,1%). Dall’analisi delle stime emerge invece che i musulmani rappresentano il 29,2% (sono circa 1 milione e 574mila1 ) del totale dei residenti stranieri al 1° gennaio 2020. La loro presenza numerica risulta nel 2019 in leggero calo (-0,4%), invertendo così il trend registrato nel 2018, anno in cui gli stranieri di fede musulmana erano aumentati di 127mila unità (+8,7%). Per quanto riguarda le provenienze si stima che la maggior parte dei musulmani stranieri residenti in Italia al 1° gennaio 2020 abbia cittadinanza marocchina (449.900), seguiti da quella albanese (205.300), bangladesha (138.800), pachistana (119.700), senegalese (108.500). Passando ai cattolici stranieri, si stima che la maggior parte abbia cittadinanza rumena (217.500), seguita da quella filippina (153.400). Tra i cristiani ortodossi stranieri al primo posto ritroviamo i cittadini rumeni (963mila), seguiti dagli ucraini (217.600). In questi conteggi non sono compresi né gli stranieri irregolari nel soggiorno o non iscritti in anagrafe, né coloro i quali hanno acquisito la cittadinanza italiana, spiega l’Ismu. Sono inclusi invece “i minorenni di qualsiasi età, neonati compresi, ipotizzando per loro la medesima appartenenza religiosa dei connazionali come appurate dalle più recenti indagini regionali lombarde”.  

Ismu: in Lombardia sanatoria per 37mila immigrati

12 Giugno 2020 -

Milano - Sarebbero poco più di 37 mila le persone di nazionalità straniera senza permesso di soggiorno che potrebbero accedere alla sanatoria 2020 e che lavorano in agricoltura e negli altri settori o nel «badantato» inLombardia: circa 28 mila tra domestici, baby sitter e assistenti domiciliari (per l’85% donne); e circa 9 mila impiegati nei campi agricoli (per l’85% uomini). Questa la stima dell’Ismu su dati delle ultime due annualità di ricerca dell’Osservatorio Regionale per l’integrazione e la multietnicità (Orim). Nel complesso, dunque,potrebbero sanare la propria posizione di irregolarità un terzo dei 112 mila irregolari stimati in Lombardia dall’Orim al 1 luglio 2019. In particolare, va evidenziato che il gruppo interessato alla regolarizzazione presenta un’elevata differenza di genere: due donne irregolari nel soggiorno su tre potrebbero teoricamente presentare domanda (perchè nel settore del «badantato» e dell’aiuto domestico si concentra quasi tutto il lavoro irregolare femminile), contro meno di un uomo irregolare ogni sette (perchè il settore agricolo impegna solo una piccola parte degli stranieri in Lombardia). Si prefigura pertanto, conclude Ismu, una regolarizzazione sempre in linea teorica altamente selettiva a favore della componente femminile.

Ismu: nel 2019 calano le richieste di asilo e aumentano i dinieghi

4 Marzo 2020 - Milano - Dopo la riduzione del numero di richiedenti asilo rilevata nel 2018, l’ Ismu segnala che nel 2019 si è registrata un’ulteriore contrazione delle domande di protezione.  Nel 2019 sono stati infatti 39mila i migranti che hanno fatto domanda di asilo, il 27% in meno rispetto al 2018, anno in cui le domande pervenute erano state 54mila. Andando indietro nel tempo, il trend delle richieste di asilo ha registrato in Italia – così come in altri paesi UE - un significativo aumento negli anni della “crisi dei rifugiati”, quando si verificarono consistenti arrivi via mare di persone in fuga dalle guerre in Medio Oriente e in Africa. Il primo consistente picco di richieste si registrò nel 2014, quando 63mila migranti presentarono domanda di protezione in Italia (contro i circa 26mila del 2013). Nel 2015 i richiedenti arrivarono a 84mila. Il 2016 fu poi l’anno del raddoppio: le domande presentate furono 124mila. Ma il record si è toccato nel 2017, con oltre 130mila richiedenti asilo: il numero più alto registrato nel nostro paese in venti anni. Tra i richiedenti asilo aumentano le donne e la fascia dei 35-64enni. A fronte di una riduzione del numero assoluto di richiedenti asilo rispetto a quattro anni fa, si registrano – secondo l’Ismu - alcuni cambiamenti nelle caratteristiche demografiche. Primo fra tutti l’aumento della proporzione di donne tra i richiedenti asilo: mentre nel 2016 costituivano il 15%, nel 2019 rappresentano quasi un quarto del totale (23,8%). Passando all’età, si nota che chi cerca protezione nel nostro paese è per la maggior parte giovane: ma se i 18-34enni costituivano l’80% nel 2016, nel 2019 rappresentano il 71%, e sta crescendo la quota dei 35-64enni, che nel 2019 rappresentano il 27% del totale (erano il 10% nel 2016). Diminuiscono i richiedenti provenienti dall’Africa. Se nel 2016 e nel 2017 i richiedenti asilo di nazionalità africane erano largamente maggioritari - costituivano il 70% del totale, in numero assoluto rispettivamente 88mila e 92mila -, nel 2018 e ancor più nel 2019 la componente africana tra i richiedenti asilo è drasticamente diminuita, scendendo rispettivamente a 25mila e 12mila persone (-86% in tre anni). In particolare la Nigeria, che dal 2014 al 2017 è stato il principale Paese di nazionalità dei richiedenti asilo, ha registrato un fortissimo calo, passando da 27mila richieste nel 2016 a 2.950 nel 2019 (-90%). In termini relativi – spiegano ancora i ricercatori dell’Ismu -  nel 2019 la componente africana è dunque scesa a un terzo del totale, mentre sono stati in particolare i cittadini di paesi dell’Asia a registrare l’incidenza più significativa: il 41% del totale, pari a oltre 16mila richiedenti asilo con nazionalità asiatica. Il 2019 registra inoltre un’importante crescita delle provenienze dal continente Americano: oltre 6.700 richiedenti asilo - il 17% del totale - proviene da paesi del Centro e Sud America. Da tale continente le richieste di asilo sono quadruplicate in tre anni. Crescono i dinieghi: nel 2019 il 65% delle domande ha avuto esito negativo. È aumentato il numero di domande di protezione che ha avuto esito negativo: nel 2019 esse rappresentano il 65% (contro il 58,6% del 2018), quindi più di due terzi delle persone che hanno chiesto asilo nel nostro paese l’anno scorso non ha ottenuto nessuna forma di protezione (pari a 62mila persone). Relativamente alle nazionalità, nel 2019, gli esiti negativi alle domande di asilo presentate riguardano soprattutto cittadini provenienti da: Gambia (81% di dinieghi), Bangladesh (79%), Senegal (78%) e Ucraina (74%). Tra i paesi con il più alto tasso di riconoscimento di una forma di protezione – e quindi con la più bassa percentuale di dinieghi – vi sono il Venezuela (solo il 2,5% di domande respinte), l’Iraq (16%) e El Salvador (40%). I dati del Ministero dell’Interno rilevano che lo status di rifugiato è stato concesso a 4.800 persone nel 2016 e a oltre 10mila nel 2019, per un totale di quasi 30mila migranti a cui è stato riconosciuto questo status in quattro anni. In termini relativi, lo status di rifugiato ha costituito il 5% degli esiti nel 2016 e l’11% del 2019.  A ottenere lo status di rifugiato nel 2019 sono state soprattutto le donne: tra le richiedenti il 26% ha ottenuto questa forma di protezione, contro il 7,5% tra i richiedenti uomini.  

Ismu: presentato il Rapporto 2019

3 Dicembre 2019 - Milano - La Fondazione Ismu stima al 1° gennaio 2019 una presenza in Italia di 6 milioni e 222mila stranieri su una popolazione di 60 milioni e 360mila residenti (oltre uno straniero ogni 10 abitanti). Rispetto alla stessa data del 2018, l'incremento degli stranieri presenti è stato dell’1,9%­ (mentre tra il 2017 e il 2018 la variazione era stata del 2,5%), dovuto in gran parte alla crescita della componente irregolare (+5,4%), pari a 562mila unità, che però appare ridimensionata rispetto al 2017 (+8,6%) e al 2016 (+12,9%). Tra i presenti l’84% è regolarmente iscritto in anagrafe, il 6,5% è regolare ma non iscritto in anagrafe, mentre il 9% è privo di un valido titolo di soggiorno. Le persone provenienti da Paesi Terzi sono 4 milioni e 443mila unità (inclusi i non iscritti in anagrafe e gli irregolari). Nel 2018 sono stati rilasciati 242mila nuovi permessi di soggiorno, con una riduzione (dovuta al calo dei permessi rilasciati per motivi di asilo o umanitari) dell’8% rispetto al 2017. Aumentano invece i permessi di soggiorno rilasciati per lavoro, studio, e famiglia. Cresce anche il peso della componente femminile che nel 2018 rappresenta oltre il 45% dei nuovi ingressi, contro il 39% del 2017. Nel 2019 poi abbiamo assistito a un importante rallentamento degli sbarchi che sono stati 10.707 al 28 novembre.  Sono alcuni dati diffusi questa mattina a Milano in occasione del XXV Rapporto sulle migrazioni dell’ Ismu che ripercorre l’andamento dei flussi migratori che negli ultimi 25 anni. Nell'ultimo quarto di secolo – si legge - la presenza dei migranti si è consolidata, stabilizzandosi. Basti pensare che le acquisizioni di cittadinanza dal 1998 al 2018 (incluso) hanno raggiunto un totale di 1.365.812. Il radicamento della popolazione immigrata ha “inciso su diversi aspetti del nostro Paese, dalla scuola al mercato del lavoro”. Il trend degli alunni con cittadinanza non italiana nell'ultimo quarto di secolo ha attraversato tre fasi (di avvio, accelerazione, stasi): dalle 50mila presenze dell'anno scolastico 1995/96 si è arrivati alle 842mila – ormai stabili - del 2017/18. I lavoratori stranieri da presenza invisibile e silenziosa sono passati ad essere una “componente strutturale” del sistema produttivo. Il quadro che emerge da questi ultimi 25 anni porta ad affermare che per la stragrande maggioranza dei migranti residenti in Italia, “l'integrazione procede silenziosamente e in modo sostanzialmente positivo, anche se non si può negare che esistono ostacoli e zone d'ombra”. Sul fronte lavorativo, si segnala che la popolazione straniera in età da lavoro (tra i 15 e i 64 anni) nel 2018 in Italia è giunta a sfiorare i 4 milioni e che gli occupati sono circa 2 milioni 455mila, oltre 32mila in più rispetto all’anno precedente. Gli stranieri rappresentano il 10,2% della popolazione in età attiva, il 10,6% degli occupati, il 14,5% dei disoccupati e l'8,6% degli attivi. Il tasso di disoccupazione – nonostante la lieve contrazione dell'ultimo anno – è più alto tra gli stranieri (14%) che tra gli italiani (10,2%). Si segnala che la concentrazione nei lavori meno qualificati rende gli stranieri particolarmente numerosi tra i working poor: nel 2018 i lavoratori extracomunitari hanno percepito una retribuzione media annua pari a 13.992 euro, inferiore del 35% a quella del complesso dei lavoratori. Gli alunni stranieri nelle scuole italine, secondo l’Ismu, sono 842mila, pari al 9,7% del totale degli iscritti, dall'infanzia alle secondarie di secondo grado. ISMU stima che al 1° gennaio 2019 la presenza complessiva delle seconde generazioni in Italia di età compresa tra gli 0 e i 35 anni (nate in Italia da almeno un genitore straniero o giunte minorenni) è di 2.825.182. Nel corso del convegno di oggi è stato assegnato il riconoscimento Fondazione Cariplo-Fondazione Ismu 2019 alle undici autrici dell’antologia Future, il domani narrato dalle voci di oggi (Effequ, pagg. 224), e alla sua curatrice, Igiaba Scego, scrittrice italosomala di seconda generazione. Nel libro le narratrici afroitaliane raccontano di futuro, generazioni e radici. Hanno ritirato il premio Marie Moïse, Djarah Kan e Addes Tesfamariam, tra le autrici dell'antologia.