22 Marzo 2022 - Roma - La prima regione per numero di imprenditori stranieri in Italia è la Lombardia, con poco meno di 160 mila unità (oltre un quinto del totale nazionale). In questo caso, la componente immigrata rappresenta l’11,7% dell’imprenditoria complessiva. La seconda regione è il Lazio, con oltre 85 mila imprenditori. Seguono poi tre regioni con oltre 60 mila imprenditori stranieri: Toscana, Emilia-Romagna e Veneto. L’incidenza maggiore si registra in Liguria (13,2%), Lazio e Toscana (entrambe a 12,9%) e generalmente è superiore alla media nelle regioni del Centro-Nord. Il dato è stato elaborato oggi dalla Fondazione Moressa che evidenzia come nell’ultimo anno gli imprenditori immigrati sono aumentati in quasi tutte le regioni ad eccezione del Lazio, e ben 9 regioni hanno registrato incrementi maggiori del 3%. La crescita maggiore si è registrata in Trentino – Alto Adige (+5,7%). A livello provinciale, in termini assoluti le concentrazioni più importanti di imprenditori immigrati sono nelle grandi città: Milano, Roma, Torino e Napoli. Se invece consideriamo l’incidenza sul totale imprenditori, il picco massimo si raggiunge a Prato, dove il 24,8% degli imprenditori è nato all’estero. Altre tre province segnano un valore al di sopra del 15%: Trieste, Imperia e Milano. Secondo i ricercatori della Fondazione Leone Moressa, “la crescita dell’imprenditoria immigrata non è più una sorpresa. Nonostante la pandemia, negli ultimi due anni prosegue il trend, tanto che gli imprenditori nati all’estero sono ormai un decimo del totale. Si tratta di un fenomeno con luci e ombre, ma anche di una sfida per il nostro Paese, da non sottovalutare nella prospettiva di ripresa economica".
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Fondazione Moressa: aumentano imprenditori immigrati in Italia
22 Marzo 2022 - Roma - Gli imprenditori nati all’estero crescono anche nel 2021, arrivando a toccare il 10% del totale. Lo sottolinea oggi la Fondazione Moressa. Nel 2021 gli imprenditori nati all’estero sono 753.064, pari al 10% del totale. Volgendo lo sguardo agli ultimi dieci anni, appare evidente la differenza tra nati in Italia (-8,6%) e nati all’estero (+31,6%). Anche nel 2021, nonostante il protrarsi dell’emergenza sanitaria, il numero è aumentato (+1,8%), mentre quello dei nati in Italia è rimasto invariato.
La Cina si conferma il primo paese (76.417 imprenditori), in lievissima crescita rispetto all’anno precedente (+0,7%). Anche la Romania conta più di 70 mila imprenditori. Nell’ultimo anno gli aumenti più significativi si sono registrati tra le comunità dell’Est Europa: Romania (+2,6%), Albania (+7,2%), Moldavia (+10,7%), Ucraina (+6,6%). In crescita anche Pakistan (+5,2%) e Nigeria (+3,7%). Rallenta invece il Bangladesh (-0,3%), che negli ultimi dieci anni aveva registrato un raddoppio dei propri imprenditori.
Il settore con più imprenditori nati all’estero è il Commercio, con oltre 240 mila imprenditori (32,1% del totale). Seguono Servizi e Costruzioni, rispettivamente col 23,6% e il 22,0% del totale. Per quanto riguarda l’incidenza dei nati all’estero per settore, i valori massimi si registrano nelle Costruzioni (16,5%), nel Commercio (13,5%) e nella Ristorazione (12,4%). Nell’ultimo anno sono aumentati tutti i settori ad eccezione del Commercio; l’incremento maggiore si è registrato in Agricoltura e Costruzioni, con oltre il 4%.
Ministero del lavoro e UNIONCAMERE: al via il progetto “Futurae” per l’imprenditoria migrante
30 Luglio 2020 - Roma - Formare, accompagnare nei primi passi e conoscere meglio l’imprenditoria migrante, volano di autonomia, occupazione, sviluppo dei territori e internazionalizzazione. Sono questi gli obiettivi di “Futurae”, il progetto nato dalla collaborazione tra il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e Unioncamere, finanziato dal Fondo nazionale per le politiche migratorie.
Come spiega una nota del ministero, con “Futurae” prende il via in questi giorni un programma di formazione e affiancamento presso una serie di Camere di Commercio attive in 18 province italiane: Biella-Vercelli, Torino, Como-Lecco, Milano Monza e Brianza, Pavia, Padova, Venezia-Rovigo, Verona, Modena, Reggio Emilia , Roma, Caserta, Bari e Cosenza.
“Rivolgendosi a un’ampia platea di aspiranti imprenditori composta da migranti, seconde generazioni e cittadini dell’Unione europea, le Camere di Commercio – viene spiegato – li inseriranno in percorsi di orientamento e di valutazione della propensione imprenditoriale, al termine dei quali una parte di loro accederà a iniziative di accrescimento delle competenze tecniche, organizzative, commerciali e normative rispetto al contesto economico-imprenditoriale italiano”. “Dopo essere stati così formati, gli aspiranti imprenditori – prosegue la nota – saranno affiancati nello sviluppo dei business plan, nell’individuazione di canali di finanziamento e nell’accesso al credito. Infine, verranno selezionati e accompagnati allo startup i progetti più sostenibili, per creare nuove aziende a titolarità migrante o mista”.
Secondo gli ultimi dati elaborati da Unioncamere-InfoCamere sulla base dei registri delle Camere di Commercio, le imprese migranti sono oltre 621mila, il 10% delle imprese registrate in Italia, concentrate prevalentemente nel commercio all’ingrosso e al dettaglio (oltre 210mila imprese), nelle costruzioni (quasi 142mila) e nei servizi di alloggio e ristorazione (circa 52mila).