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Istat: movimenti migratori in ripresa

20 Marzo 2023 -  Roma - In aumento i movimenti migratori, rispetto agli anni della pandemia, anche a causa degli effetti della crisi bellica in Ucraina. Lo evidenzia oggi l’Istat  nel Report  “Dinamica Demografica”. Nel 2022 in totale – spiega l’Istat -  si contano 1.887.463 iscrizioni in anagrafe e 1.745.978 cancellazioni dovute a trasferimenti di residenza. Nel 2021 si era già registrata una ripresa della mobilità, a seguito dell’attenuazione delle misure restrittive di contenimento della pandemia. Questa prosegue nel 2022, mostrando incrementi moderati dei flussi migratori interni e incrementi più marcati delle iscrizioni dall’estero, accompagnati da una forte riduzione dei flussi in uscita dal Paese. I movimenti tra comuni hanno coinvolto 1 milione e 484mila persone, +4,3% rispetto al 2021, ritornando ai livelli del 2019. Nel 2022 l’incremento della mobilità residenziale si è mantenuto abbastanza omogeneo nel corso dei mesi, con un picco a maggio (+11,3% sullo stesso mese del 2021). Solo nei mesi di aprile, luglio e dicembre si osservano lievi riduzioni dei trasferimenti interni, tra il -0,1% e il -2,0%. La Lombardia (+21.755) e l’Emilia-Romagna (+17.298) mostrano i livelli più alti del saldo migratorio interno mentre le regioni con i deficit maggiori sono la Campania (-24.008) e la Sicilia (-17.355). In rapporto alla popolazione residente l’Emilia Romagna e la provincia autonoma di Trento evidenziano i tassi migratori netti interni più elevati (rispettivamente del +3,9 per mille e +3,0 per mille), la Basilicata e la Calabria i più bassi (entrambe -5,5 per mille). La ripresa dei movimenti migratori internazionali è – scrive l’Istituto di Statistica -  stata consistente, in parte dovuta alle ripercussioni della crisi internazionale a seguito dello scoppio del conflitto in Ucraina. Nel 2022 le iscrizioni anagrafiche dall’estero ammontano a 360.685 mentre si contano 131.869 cancellazioni per l’estero, cifre che determinano un saldo migratorio estero pari a +228.816 (+3,9 per mille residenti). La dinamica positiva delle iscrizioni dall’estero, già osservata nel 2021 a seguito dell’allentamento dei vincoli agli spostamenti del periodo di pandemia, prosegue nel 2022 con un incremento del 13,3% rispetto al 2021, riportando le immigrazioni ai livelli pre-Covid (+8,4% sul 2019). Forte impulso all’aumento di iscrizioni dall’estero è dato dalle conseguenze dello scoppio del conflitto in Ucraina con la Russia alla fine di febbraio 2022. La presenza stabile della comunità Ucraina in Italia (225.307 censiti a fine 2021) spiega l’effetto di attrazione esercitato dall’Italia sui profughi in fuga dalla guerra. Al 31 dicembre 2022 si contano in Italia 146mila persone provenienti dall’Ucraina con un permesso per protezione temporanea, con un picco di emissioni tra aprile e giugno 2022 (il 56% del totale) e un consistente aumento di iscrizioni in anagrafe dall’estero di cittadini ucraini (da circa 9mila nel 2021 a 30mila nel 2022). Se negli anni 2012-2019 l’andamento delle cancellazioni anagrafiche per l’estero è stato crescente con un picco nel 2019 (180mila), il rallentamento dei flussi in uscita, osservato a partire dall’anno della pandemia, prosegue nel 2022 pur in assenza di vincoli agli spostamenti. In particolare, le cancellazioni per l’estero scendono del 16,7% rispetto all’anno precedente (-26,5% sul 2019).

Istat: più di un matrimonio su 10 con almeno uno sposo straniero

6 Marzo 2023 - Roma - Nel 2021 sono state celebrate 24.380 nozze con almeno uno sposo straniero, in aumento del 29,5% rispetto all’anno precedente. Lo sottolinea l’Istat nel Report Matrimoni, Unioni Civili, Separazioni e Divorzi. I matrimoni misti (in cui uno sposo è italiano e l’altro straniero) ammontano a oltre 18mila e continuano a rappresentare – sottolinea l’Istituto di Statistica - la parte più consistente dei matrimoni con almeno uno sposo straniero (75,1%). Quasi i tre quarti dei matrimoni misti riguardano coppie con sposo italiano e sposa straniera (13.703, pari al 7,6% delle celebrazioni a livello nazionale nel 2021). Le donne italiane che hanno scelto un partner straniero sono 4.595, il 2,5% del totale delle spose. Le combinazioni di cittadinanza dei matrimoni misti sono molto diverse a seconda del genere degli sposi. Nel 2021, gli uomini italiani hanno sposato una cittadina rumena nel 19,2% dei casi, ucraina nel 13,2% e russa nel 7,1%. Le donne italiane che hanno contratto matrimonio con un cittadino straniero hanno invece più frequentemente uno sposo di cittadinanza marocchina (12,1%) o albanese (9,7%). L’Istat evidenzia anche che tra i matrimoni misti, oltre uno su 10 coinvolge uno sposo italiano per acquisizione; se consideriamo i matrimoni misti tra sposa italiana e sposo straniero, in uno su quattro la sposa italiana è di origine straniera. Questa quota – evidenzia Istat – era molto più contenuta, circa il 6%, nel 2012. “Il consistente aumento della presenza di italiani per acquisizione al momento del matrimonio è dovuto a molteplici fattori. Innanzitutto – spiega la nota -  negli anni recenti l’acquisizione è diventata più consistente, in linea con un più avanzato processo di integrazione dei cittadini stranieri, ma, allo stesso tempo, si assiste a una progressiva diminuzione della quota di acquisizioni per matrimonio. La tipologia di matrimonio misto, quindi, sta cambiando nel tempo, includendo una quota crescente di neo-cittadini italiani che alla nascita avevano la stessa cittadinanza del partner straniero”. (R.I.)

Papa a Cipro e in Grecia: visita anche a Lesbo dove vivono circa 1.700 persone

2 Dicembre 2021 - Roma - "Ci piacerebbe che Papa Francesco facesse un gesto inaspettato come la volta scorsa, facendo salire sul suo aereo qualche profugo di Lesbo. Ma non sappiamo se questo succederà. Però ogni visita del Papa è sempre simbolica. Speriamo possa dare impulso alle relocation (i trasferimenti) dei richiedenti asilo in altri Paesi europei. Non si possono trascorrere tre anni di sofferenza nel campo, l'isola deve essere solo di passaggio". A parlare al Sir è Monica Attias, responsabile dei corridoi umanitari da Grecia e Afghanistan della Comunità di Sant'Egidio. Il Papa si recherà nell'isola di Lesbo domenica 5 dicembre - nell'ambito della visita apostolica a Cipro e in Grecia dal 2 al 6 dicembre - per incontrare 45/50 richiedenti asilo, in maggioranza africani e afghani cattolici, accolti nel campo profughi di Mavrovouni (meglio conosciuto come Kara Tepe), nato dopo gli incendi e lo smantellamento del famigerato campo di Mòria, definito "l'inferno dei profughi". Sarà un incontro breve, di circa un'ora, con le testimonianze dei migranti e la presenza dei rappresentanti della parrocchia di Mitilene (la cittadina vicina al campo), impegnati nelle attività di sostegno e solidarietà. In questi ultimi anni la maggior parte dei migranti sono stati trasferiti dalle autorità greche - con i finanziamenti dell'Unione europea - in campi sulla terraferma. "Lesbo non è più una emergenza ma è ancora terra di primo approdo e annegamenti - spiega Attias -. Il problema è che i profughi rimangono qui mesi e anni in attesa delle pratiche burocratiche per la richiesta di asilo". Ora nel nuovo campo di Mavrovouni (o Kara Tepe) ci sono circa 1.200 persone, ci sono container e tende esposte alle intemperie. L'elettricità è razionata, in questo periodo non viene distribuito il pocket money. Il cibo è poco e di scarso gradimento. La violenza nel campo e le tensioni causate dai gruppi di estrema destra sono diminuite perché il campo è recintato e controllato dall'esercito greco. Però il sabato e la domenica non si può uscire. E ogni tanto ci sono incendi e continui rischi per donne, bambini e persone vulnerabili, a causa della promiscuità e della precarietà. Un fatto grave è che "tante persone in carrozzina dormono ancora in tenda in una zona del campo" e "solo 40 bambini possono andare a scuola regolarmente". Inoltre ci sono intere famiglie che vivono fuori dal campo, in case abbandonate o appartamenti presi in affitto da Ong o Chiese. In totale circa 500 persone sparse tra Mitilene e altri villaggi.    

Contrasto al Caporalato e allo sfruttamento nella Piana del Sele: un progetto di filiera etica in agricoltura a Eboli

30 Novembre 2021 - Eboli - Il 2 dicembre 2021, alle ore 11.00 presso l’azienda O.P. La Maggiolina di Eboli (SA), si terrà la conferenza stampa di presentazione del progetto di filiera etica promosso dall’associazione NO CAP “Dal seme alla tavola”. Il progetto, avviato a settembre scorso, prevede l’inserimento di lavoratori migranti all’interno dell’azienda “O.P. La Maggiolina”, per la produzione di insalatine biologiche. I nuovi lavoratori, molti dei quali provengono da situazioni disagiate e di sfruttamento, sono stati assunti con contratti di lavoro regolare e beneficeranno di una paga conforme alla legge. L’azienda fornirà i prodotti a marchio NOCAP, che verranno commercializzati nei supermercati della rete NOCAP, presenti in tutta Italia. I nuovi assunti, oltre ad avere un contratto di lavoro regolare, avranno a disposizione un appartamento grazie al supporto della Arcidiocesi di Salerno Campagna Acerno, per tramite della Fondazione Caritas Salerno, e al lavoro di coordinamento di Antonio Bonifacio, responsabile diocesano e regionale Migrantes.  

Cattolici latino americani: Gruppo nutrito nella diocesi di Ferrara-Comacchio

3 Novembre 2021 - Ferrara - Almeno una cinquantina, sono studenti, operai, professori e casalinghe. Provengono da Repubblica Dominicana, Cuba, Colombia, Venezuela, Panamá, Perù Ecuador, Argentina e Cile. Il gruppo, fondato da don Zappaterra, attualmente è guidato da don German Diaz Guerra intergenerazionali e interclassisti, provenienti da diversi Paesi dell’America Latina, di passaggio o ormai integrati nella nostra città. Sono i “Católicos latinoamericanos de Ferrara” del gruppo San Martín de Porres (la cui festa si celebra oggi, ndr), i cattolici di lingua spagnola appartenenti alla diocesi di Ferrara-Comacchio. Il gruppo è attualmente formato da almeno una cinquantina di persone, oltre a molte altre che partecipano solo sporadicamente alle attività e ai momenti di incontro e preghiera. Responsabile del gruppo è don German Diaz Guerra, cubano d’origine (è nato a L’Avana nel 1966), ordinato sacerdote a Comacchio il 21 settembre 2019 e attualmente in servizio nella parrocchia di Sant’Agostino a Ferrara, dopo essere stato, nel periodo da seminarista, nella parrocchia di Masi San Giacomo e poi diacono e sacerdote nella parrocchia cittadina della Sacra Famiglia. La nutrità comunità ferrarese dei latinos comprende persone provenienti da Repubblica Dominicana, Cuba, Colombia, Venezuela, Panamá, Perù Ecuador, Argentina e Cile, oltre a una piccola minoranza di lingua portoghese, fra cui brasiliani e africani. Alcuni sono studenti universitari, molti di loro lavoratori impiegati in vari ambiti, dai più semplici, come operai, fino a docenti universitari, passando ad esempio per alcuni attivi nello sport. Il gruppo diocesano, fondato e guidato per anni da don Emanuele Zappaterra, ormai prossimo a iniziare la sua esperienza missionaria in Argentina, attualmente non ha una sede fissa, ma per diverso tempo è stato ospitato nella parrocchia di Malborghetto di Boara proprio quando don Emanuele ne era parroco. I latinos ferraresi si incontrano due volte al mese, una volta per la celebrazione della Santa Messa, un’altra per un momento di catechesi. L’ultimo incontro in ordine di tempo è stato domenica 31 ottobre al Santuario della Madonna del Poggetto da don Giuseppe Cervesi, in passato missionario in Messico. E a proposito di venerazione mariana, simbolo del gruppo non poteva che essere la Vergine di Guadalupe, Nuestra Señora de Guadalupe. Il gruppo, però, come detto, porta il nome di San Martín de Porres (1579-1639), peruviano mulatto di Lima, religioso dominicano figlio di un aristocratico spagnolo e di un’ex schiava nera, per una vita al servizio dei poveri, dei malati, dei bambini indigenti. Un esempio di integrazione importante per questi cattolici che, pur mantenendo la propria identità latinoamericana, vivono in modo attivo e con forte convinzione la propria appartenenza alla Chiesa di Ferrara-Comacchio e alla città dove hanno scelto di vivere.  (Andrea Musacci - La Voce)

Haiti: diecimila emigrati haitiani hanno potuto accedere ai servizi consolari in parrocchia

27 Ottobre 2021 - Providencia – Circa 10.000 emigrati haitiani residenti in Cile hanno potuto usufruire dei processi amministrativi e legali riguardanti passaporto, carta d'identità e verifica del casellario giudiziario, grazie al lavoro congiunto tra la parrocchia di Providencia e Consolato dell'Ambasciata di Haiti in Cile. L’iniziativa è iniziata il 23 agosto e culminerà il 29 ottobre, ma si prevede che possa riprendere dopo il periodo elettorale di novembre-dicembre, come informa a Fides che riporta una nota della Conferenza episcopale cilena. Padre Jean Gaby, Direttore del Dipartimento della Mobilità Umana dell'arcivescovado di Santiago, racconta: “Abbiamo iniziato con il passaporto, poi siamo passati alle procedure della regolarizzazione, come le impronte digitali, la verifica dei precedenti giudiziari e le carte d'identità. C'erano molte persone ogni giorno, la cosa più importante è che abbiamo offerto lo spazio e siamo stati in grado di lavorare con i volontari per alleggerire il lavoro del Consolato". Il sacerdote haitiano sottolinea che questa iniziativa costituisce un grande segno di accoglienza, "perché vogliamo dare un'opportunità a tutti i migranti, essere di aiuto, poiché abbiamo visto molte persone in attesa all’Ambasciata di Haiti, e quello spazio era diventato piccolo”. Molti di loro erano felici, a proprio agio, nel fare i documenti con maggiore comodità e tranquillità nei locali della parrocchia, mentre prima erano frequenti lamentele e insofferenze. Garly Joseph, Consigliere del Servizio Consolare dell'Ambasciata di Haiti in Cile, ha ringraziato per la collaborazione con la parrocchia latinoamericana, che ha permesso di decongestionare il consolato e aumentare il numero di procedure quotidiane. Gadiano Gabriel, haitiano da cinque anni in Cile, ha fatto parte del team della parrocchia per questa iniziativa. "È stata una collaborazione molto importante – sottolinea -. Tra tutte le difficoltà che abbiamo ogni giorno per l'attenzione agli haitiani, questo aiuto è una benedizione, perché siamo stati in grado di moltiplicare il numero di utenti che hanno bisogno di attenzione per il loro processo di regolarizzazione. È davvero molto importante e urgente per noi”.

Migrantes Cesena: una riflessione del direttore Migrantes Rossi

22 Settembre 2021 - Cesena - È dal lontano 1914 che viene proposta dalla chiesa la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Allora, Papa Pio X, aveva ben presente la situazione migratoria dei nostri connazionali in un territorio, quello italiano, a sostanziale presenza cattolica. Oggi, dopo alterne vicende migratorie, papa Francesco, trova un territorio, a prevalente tendenza immigratoria e minore tendenza emigratoria, non più totalmente cattolico ma con altre presenze. Un territorio che richiede oggi una visione globale dei problemi migratori e la pastorale migratoria è la cartina di tornasole per tutte le altre pastorali, tanto da suscitare una visione profetica della società: “il futuro delle nostre società è un futuro a colori, arricchito dalla diversità e dalle relazioni internazionali. Per questo dobbiamo imparare oggi a vivere insieme, in armonia e pace” (Papa Francesco). La famiglia, il lavoro, la scuola, ad esempio, sono ambiti che, come l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, debbono necessariamente tenere presente la questione migratoria. Ecco allora che, come già si constata in alcune parrocchie italiane, nasce forse la necessità di dotarsi di un referente come del resto avviene per le Caritas parrocchiali. La presenza nel territorio diocesano di stranieri ormai raggiunge il 12 per cento della popolazione con il 60 per cento di religione cristiana (ortodossi, cattolici e protestanti), il 35 per cento di musulmani e il rimanente 5 per cento di altre religioni ed atei e queste nuove realtà richiedono adeguate risposte tendenti a favorire la dimensione spirituale della persona soprattutto ispirate dalla Parola del Signore. E proprio prendendo a riferimento la Parola del Signore vorrei dedicare un pensiero a presentazione di questa giornata mondiale. La liturgia della XXVI domenica del T.O. (26 settembre 2021) nella prima lettura (Nr 11, 25-29) ci mostra come il Signore, per aiutare Mosè a portare il peso del suo popolo, toglierà dello spirito che era su di lui e lo porrà su settanta anziani... Eldad e Medad compresi. Questi ultimi profetizzeranno in luogo diverso dagli altri suscitando la reazione di Giosuè. Il vangelo di Marco (9, 38-43.45.47-48) ci riporta Gesù che, in risposta a Giovanni, non impedisce ad “uno”, che non era suo discepolo, di scacciare i demoni nel suo nome. Mosè con meno spirito, 68 anziani che profetizzano ed altri due in luogo diverso, Giosuè che non viene accontentato; Giovanni anch’esso non accontentato per uno che compie miracoli ma che, questi, non è contro Gesù: la diversità, con la disponibilità del Signore ha trionfato e l’ubbidienza di Giosuè e Giovanni ha mitigato la loro diffidenza verso quelle persone apparentemente esterne al disegno di Dio. Ecco allora che “siamo chiamati a sognare insieme. Non dobbiamo aver paura di sognare di farlo insieme come un’unica umanità, come compagni dello stesso viaggio, come figli e figlie di questa stessa terra che è la nostra Casa comune, tutti sorelle e fratelli” (Papa Francesco, Enciclica Fratelli tutti). Molto opportunamente nel manifesto predisposto per questa giornata mondiale è stata estrapolata un'immagine umana raffigurante Cristo contenente i volti dell’intera umanità. Il riferimento al canto XXXIII del Paradiso della Divina Commedia di Dante, “migrato” (esiliato) pure lui da Firenze e mai più ritornatovi, non vuole essere solo un ricordare il 700mo anniversario della sua morte, ….”Quella circulazion che sì concetta  pareva in te come lume reflesso, da li occhi miei alquanto circunspetta, dentro da sé, del suo colore stesso, mi parve pinta de la nostra effige: per che ‘l mio viso in lei tutto era messo”, ma un sottolineare un noi permeato dalla vera umanità del Figlio incarnato di Dio. Accogliamo dunque l’invito a riconoscere il presente per cercare insieme di costruire il futuro. Un fraterno invito a tutta la comunità a costruire insieme questo percorso, in un tempo caratterizzato dalla ben nota e straordinaria situazione sanitaria, incominciando questo nuovo anno pastorale col partecipare alla celebrazione eucaristica in programma domenica 26 settembre alle 15,30 in Cattedrale a Cesena presieduta dal vicario generale monsignor Pier Giulio Diaco. Il nostro impegno e la nostra presenza per “Portare a tutti la gioia del Signore risorto” (vescovo Douglas), migranti compresi, si concretizzi anche attraverso l’estensione dell’invito alla Santa Celebrazione ai migranti presenti nelle nostre parrocchie favorendone anche il trasporto. Per l’occasione abbiamo esteso l’invito ai sacerdoti stranieri, che concelebreranno, e ai religiosi e alle religiose straniere presenti in diocesi col desiderio di ringraziare il Signore per il loro prezioso servizio prestato in mezzo a noi. Le celebrazioni delle passate edizioni vedevano la partecipazione quasi totalitaria di persone migranti, ebbene questa 107esima ricorrenza sia caratterizzata da una significativa presenza delle nostre comunità riconoscenti ed accoglienti che concretamente sanno riconoscere il presente come grande dono del Signore per essere comunità cristiana oggi come il nostro Vescovo predica ed invita. (Ettore Rossi, direttore Migrantes Cesena-Sarsina)    

ISMU: in crescita le acquisizioni di cittadinanza italiana

15 Settembre 2021 - Milano - L’ultimo bilancio demografico Istat della popolazione straniera residente in Italia rileva che nel 2020 le acquisizioni di cittadinanza italiana sono state 132.736 (+4,5% rispetto al 2019, anno in cui se ne registravano 127.001. Il tasso annuo d’acquisizione di cittadinanza italiana sul totale degli stranieri residenti è passato dal 2,5% nel 2019 al 2,6% nel 2020. Prendendo in considerazione il periodo che va dal 1998 al 2020, l'ISMU calcola che i nuovi italiani abbiano raggiunto in totale quota 1.625.549. Ipotizzando che il numero dei nuovi italiani residenti in Italia al 1° gennaio 2021 sia pari al numero di quelli acquisiti durante questi ultimi 23 anni, è possibile ritenere che, delle 59.257.566 persone iscritte in anagrafe al 1° gennaio 2021, l’8,5% è costituito da stranieri residenti, il 2,7% da ex stranieri acquisiti alla cittadinanza italiana (per un totale dell’11,2% tra stranieri residenti e nuovi italiani), e l’88,8% da cittadini italiani fin dalla nascita. Nel 2019 (ultimi dati disponibili) il collettivo nazionale con il maggior numero di acquisizioni di cittadinanza italiana è quello albanese (26.033, pari al 20,5% del totale fra tutte le nazionalità), seguito da quelli marocchino (15.814, pari al 12,5% del totale), brasiliano (10.762, pari all’ 8,5%) e rumeno (10.201, pari all’8,0%).  

Migrantes: una celebrazione eucaristica apre il convegno sui 30 anni dell’arrivo della Nave Vlora con 20mila albanesi

23 Luglio 2021 - Bari - Una messa nella Basilica di San Nicola in ricordo del viaggio della Vlora da Durazzo a Bari l'8 agosto 199 aprirà questa sera le celebrazioni per il trentennale dell'arrivo nel porto pugliese della nave con circa 20mila albanesi a bordo. "L'approdo della Nave Vlora, all'indomani della caduta del muro di Berlino, aprì una breccia nelle nostre coscienze e dell'Italia intera", ha detto il sindaco di Bari, Antonio Decaro. L’arrivo della nave Vlora con i primi 20mila albanesi arrivati in Italia sarà ricordato oggi e domani – 23 e 24 luglio – con un convegno a Bari dalla Fondazione Migrantes in collaborazione con l’Istituto Pugliese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea e l’Associazione Le Aquile di Seta. Il programma prevede una celebrazione alle ore 19,00 presso la Basilica di San Nicola a Bari animata dalla Pastorale dei Cattolici Albanesi in Italia e presieduta da Don Elia Matija, Coordinatore nazionale Migrantes della Pastorale dei Cattolici Albanesi in Italia. Domani, 24 luglio 2021 alle ore 16.30 il Convegno al titolo “Le Speranze della dolce Nave- 30 anni dopo. La migrazione del popolo albanese tra passato, presente e sfide futuro”, presso il Il Fortino Sant’Antonio Abate, Bari. L’incontro sarà introdotto da don Giovanni De Robertis, Direttore generale della Fondazione Migrantes. Seguiranno gli interventi di Vito Antonio Leuzzi, Direttore dell’Istituto pugliese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea, Eva Meksi- testimone diretta in quanto arrivata in Italia con la nave “Vlora”, Klodiana Cuka, Presidente Integra Onlus. Livio Muci, il fondatore della casa editrice “Besa”, Rando Devole, sociologo, giornalista, esperto di immigrazioni e Sr. Roza, membro della Comunità albanese a Bari. Tra i saluti anche quello dell’arcivescovo di Bari-Bitonto, mons.  Giuseppe Satriano.  

Migrantes Andria: un progetto per vaccinazione di persone senza fissa dimora e migranti

22 Luglio 2021 - Andria - Saranno vaccinati nel pomeriggio di oggi i primi dieci minori non accompagnati ospiti della Comunità “Migrantesliberi” di Andria. La somministrazione dei vaccini anti covid avverrà nell’ambulatorio medico infermieristico di Casa Accoglienza “S. Maria Goretti” della Diocesi di Andria. Oltre ai minori saranno vaccinati, anche, i senza fissa dimora e i migranti. A coordinare le vaccinazioni è il dipartimento di Prevenzione della Asl Bat il cui Direttore è il Dott. Riccardo Matera. “Le vaccinazioni sono previste anche per i senza tetto che spesso dormono in strada e che non hanno assistenza medica. Negare loro il farmaco anti covid è una ingiustizia”, spiega don Geremia Acri, responsabile della Casa Accoglienza “S.M. Goretti” e dell’Ufficio Migrantes della Diocesi di Andria. A essere vaccinati per primi saranno adolescenti di 17 anni che saranno affiancati da tre mediatori culturali: uno arabo, uno pachistano e un altro rumeno. “È fondamentale garantire il vaccino a chi non ha un medico di riferimento”, aggiunge la Dott.ssa Stefania Menolascina del dipartimento di Prevenzione della Asl Bat di Andria. Nella somministrazione delle dosi sarà impegnato anche un pediatra il Dott. Vincenzo Fortunato, medico volontario della Casa Accoglienza e medico vaccinatore. “Adolescenti arrivati in Italia da soli, persone rimaste senza neppure una casa e migranti hanno il diritto di vaccinarsi contro il coronavirus perché fanno parte di una comunità e sentono l’impegno a bloccare la circolazione dell’infezione. Questo gesto, in collaborazione con l’Asl Bat, testimonia l’importanza della collaborazione a favore dei più deboli e il fatto che le sfide si possono e si devono affrontare non da soli ma insieme”. conclude don Geremia Acri.