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Mon. Perego: il viaggio del Papa a Cipro e in Grecia è anche un appello concreto all’Europa

9 Dicembre 2021 - Roma -  Il viaggio a Cipro e in Grecia è anche un appello concreto all’Europa, a tutti i Paesi che formano la “casa comune” europea, a "superare interessi nazionali e considerazioni politiche per rimettere al centro, nella politica migratoria, la dignità della persona migrante". Lo scrive oggi mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes, in un editoriale per il settimanale "Famiglia Cristiana" in uscita oggi.  Il viaggio diventa - scrive mons. Perego -  così "una critica aperta allo scandalo di 10 muri che si sono alzati ai confini dei Paesi europei e a un accordo continuamente rimandato per rivedere il regolamento di Dublino con l’impegno alla distribuzione dei richiedenti asilo e rifugiati in tutti i 27 Paesi europei. Da Lesbo, in comunione con le altre Chiese cristiane, può rinascere l’Europa della solidarietà". Il presidente della Migrantes evidenzia come il viaggio sia stato preceduto dall’incontro in Santa Marta con 12 rifugiati accompagnati dall’elemosiniere e dall’incontro con 15 profughi ospitati presso la parrocchia di Santa Maria degli Angeli di Fiumicino e come il papa, nell'Angelus  di domenica 28 novembre abbia ricordato con "sofferta partecipazione i migranti morti nel Canale della Manica e i migranti che continuano a morire nelle acque del Mediterraneo, come anche la situazione drammatica al confine tra Polonia e Bielorussia che si unisce al dramma dei migranti della Rotta balcanica". Il Papa "unisce sempre alle parole i fatti, i gesti ai discorsi, per rendere credibile il messaggio della Chiesa. Laddove ci sono sofferenza, un’umanità ferita per le privazioni, le violenze, la fuga da guerre e cambiamenti climatici, ha ricordato il Papa sempre all’Oim, non possono prevalere le considerazioni diplomatiche, non si possono semplicemente 'difendere le agende politiche'". (R.Iaria)

Afghanistan: “Comuni in prima linea su accoglienza ma necessario ampliamento del SAI”

7 Settembre 2021 - Roma - Le modalità di coinvolgimento dei Comuni nella gestione dell’accoglienza dei cittadini afgani giunti in Italia con l’evacuazione umanitaria. Questo è stato il focus al centro dei lavori della Commissione immigrazione dell’Anci che si è riunita questa mattina in seduta straordinaria in modalità videoconferenza. A prendere parte al dibattito il sindaco di Prato e delegato Anci all’immigrazione Matteo Biffoni, il presidente del Consiglio nazionale di Anci, Enzo Bianco, la presidente della Commissione parti opportunità Anci Simona Lembi, la presidente della Commissione welfare Anci Edi Cicchi, il sindaco di Reggio Emilia e delegato Anci al welfare, Luca Vecchi, il direttore di Anci Marche e coordinatore nazionale delle Anci regionali, Marcello Bedeschi e sindaci e amministratori locali di grandi e piccoli Comuni. “Immediatamente dopo il precipitare della situazione in Afghanistan abbiamo manifestato al Governo la piena disponibilità dei sindaci a collaborare per la protezione sui nostri territori dei cittadini e dei nuclei familiari afghani trasferiti in Italia”. Lo ha dichiarato il sindaco di Prato e delegato Anci alle politiche migratorie Matteo Biffoni che ha fatto il punto sull’impegno dei Comuni e dell’Anci anche sul tema dell’accoglienza delle donne e dei minori. “È stata una scelta politica ed umana condivisa e convinta – ha proseguito Biffoni -. Presupposto di tale collaborazione è sempre stato che l’accoglienza avvenga nell’ambito del Sistema SAI, per le ragioni ormai note e unanimemente condivise. E abbiamo infatti messo immediatamente a disposizione alcune centinaia di posti già disponibili della rete ma, come più volte ribadito, indicando come assolutamente necessario ed utile aumentare i posti del Sistema. L’attivazione di posti fuori dal Sai può essere una soluzione temporanea da ricondurre quanto prima a ordinarietà. Le accoglienze diverse dal Sai comportano costi che prima o poi ricadono sui Comuni e sulle comunità”. La Commissione immigrazione di oggi ha preso atto che, nonostante la disponibilità dimostrata da subito dal Ministero dell’interno, con cui le interlocuzioni sono state continue, “non abbiamo ancora ricevuto – ha chiarito Biffoni - alcuna puntuale indicazione, né certezza, circa l’avvio dei necessari percorsi per l’ampliamento della rete, che appare incomprensibilmente bloccato per mancanza di copertura finanziaria”. In Commissione i Comuni hanno espresso forte preoccupazione per il dilatarsi dei tempi. “In queste condizioni, gestire i tavoli territoriali con le Prefetture diventa esercizio non semplice, che Comuni e Anci regionali stanno gestendo con serietà e responsabilità. È necessario che lo strumento principale per operare, ovvero il decreto di ampliamento, sia approvato presto e munito delle procedure derogatorie, che Anci ha proposto, per consentire ai Comuni di attivare le strutture con tutta l’urgenza che l’attuale situazione rende necessario”. “Ci rivolgiamo dunque al Governo, e direttamente alla Presidenza del Consiglio, - ha concluso il delegato all’immigrazione - affinché questa impostazione che oramai tutti condividono, dallo stesso Ministero dell’Interno, alle Regioni, a tutti i Comuni che in questi giorni si sono generosamente esposti a favore dell’accoglienza, venga concretizzata. Diversamente, non solo non potremo garantire il nostro pieno contributo, ma, oltretutto e purtroppo, in mancanza dei necessari strumenti, neppure i doverosi percorsi di protezione e integrazione per i cittadini afghani”. Nei prossimi giorni Anci, Cittalia e il Servizio centrale del Sai attiveranno l’ “Osservatorio afghani”: un numero verde e un indirizzo email a cui tutti i Comuni, anche quelli che non fanno parte della rete SAI, potranno rivolgersi per avere chiarimenti e informazioni.  

Viminale: da inizio anno sbarcate 39.928 persone migranti sulle coste italiane

6 Settembre 2021 -
Roma - Sono  39.928 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno. Di questi 11.275 sono di nazionalità tunisina (28%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Bangladesh (5.278, 13%), Egitto (3.580, 9%), Costa d’Avorio (2.782, 7%), Iran (1.753, 4%), Guinea (1.646, 4%), Eritrea (1.557, 4%), Marocco (1.464, 4%), Sudan (1.459, 4%), Iraq (1.214, 3%) a cui si aggiungono 7.920 persone (20%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. I dati sono del Ministero degli Interni e sono aggiornati alle 8 di questa mattina. Sempre secondo questi dati 5.931 sono i minori stranieri non accompagnati ad aver raggiunto il nostro Paese via mare.

Rifugiati: il racconto in podcast

5 Novembre 2020 -

Roma - Per mettersi in ascolto delle storie dei rifugiati e di ciò che hanno da raccontare nascono “I podcast” del Centro Astalli. “Ogni momento è buono per regalarsi una storia, un’idea, un nuovo progetto. Sarà facile e a portata di tutti ascoltare le testimonianze di uomini e donne in fuga da guerre e persecuzioni”, spiega una nota. Accompagnati dalla voce di autori, artisti, scrittori, poeti, cantastorie e narratori “scopriremo che raccontare le migrazioni è un modo per condividere bellezza”. Nei panni dei rifugiati è il podcast dedicato alle storie dei rifugiati: il modo più efficace per parlare di loro è dare spazio ai loro pensieri, ai loro sogni, ai loro progetti. E poi Ti racconto una storia è il podcast in cui “accogliamo la voce di chi racconta le migrazioni, la società plurale, la ricchezza del vivere insieme, di chi vuole condividere esperienze, ricordi, storie attraverso registri e stili narrativi diversi. Dalla poesia alla letteratura, dal teatro al giornalismo, ogni parola si fa passo, ogni racconto sentiero da esplorare”. E ancora Le parole dell'accoglienza è il podcast che contiene commenti e riflessioni, proposte e contenuti sul tema dei rifugiati, delle migrazioni e del dialogo interreligioso che nascono al Centro Astalli dal confronto quotidiano e dall’ascolto delle persone.

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