Tag: Immigrati e rifugiati

Tv: la storia di Tamina, afghana in fuga

22 Febbraio 2023 - La paura «può bloccarti, come un paletto di legno può bloccare una porta. Bisogna liberarsi di quel paletto». E’ una delle convinzioni di Tamina (Ludovica Porreca), 13enne afghana, talento del calcio, arrivata in Italia con la sua famiglia in fuga dai talebani, protagonista di Crush - La storia di Tamina, nuova serie live action in otto episodi prodotta da Stand By Me con Rai Kids, in anteprima dal 24 febbraio su Rai Play e dal 1 marzo su Rai Gulp. Un racconto sull’accoglienza e l’integrazione dei rifugiati a misura di ragazzi, che rende anche omaggio alle atlete afghane costrette a lasciare il proprio Paese. Fra di loro ci sono la 18 enne Nazira Khair Zad, portiere della nazionale di calcio afghana, ora nella primavera femminile del Milan, e Mahdia Sharifi, atleta della nazionale afghana di Taekwondo che in Italia si allena con la nostra nazionale, ospiti ieri all’anteprima romana insieme a tanti ragazzi delle scuole.

Viminale: da inizio anno sbarcate 12.372 migranti sulle coste italiane

21 Febbraio 2023 -
Roma - Sono 12.372 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane dall' inizio dell'anno. Di questi 1.515 - secondo il dato diffuso oggi dal ministero degli Interni - sono di nazionalità guineana (12%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Costa d’Avorio (1.367, 11%), Pakistan (967, 8%), Tunisia (608, 5%), Egitto (430, 3%), Siria (338, 3%), Afghanistan (336, 3%), Camerun (325, 3%), Mali (323, 3%), Burkina Faso (293, 2%) a cui si aggiungono 5.870 persone (47%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione.

Viminale: da inizio anno sbarcate 12.096 migranti sulle coste italiane

20 Febbraio 2023 -
Roma - Sono 12.096 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno. Di queste 1.043 sono di nazionalità ivoriana (9%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Pakistan (967, 8%), Guinea (925, 8%), Tunisia (549, 4%), Egitto (430, 3%), Siria (338, 3%), Afghanistan (336, 3%), Bangladesh (253, 2%), Eritrea (236, 2%), Camerun (225, 2%) a cui si aggiungono 6.796 persone (56%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. 861 soni i minori stranieri non accompagnati che hanno raggiunto il nostro Paese via mare. I dati sono aggiornati a oggi e sono stati diffusi dal Ministero dell'Interno.

Anci: più posti per i minori non accompagnati

20 Febbraio 2023 -

Roma - L’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati rimane il tema che più preoccupa i sindaci. Secondo Matteo Biffoni, delegato Anci alle Politiche migratorie e sindaco di Prato, "i Comuni fanno la loro parte ma è fondamentale incrementare strumenti appropriati e ordinari, così da non mettere in difficoltà sindaci e comunità coinvolte. C’è piena collaborazione tra Comuni e prefetti – prosegue Biffoni – ma è necessario allargare l’accoglienza dei minori soli". E per "rispondere alle effettive esigenze, consentendo ai Comuni di poter offrire una concreta e qualificata presa in carico – conclude il delegato Anci – occorre aumentare i posti Sai a loro dedicati di almeno 4.000 unità".

Onu: “L’Italia ritiri il decreto Ong”

17 Febbraio 2023 - Milano - Si muove anche l'Onu contro il decreto sulle Ong. Dalle Nazioni Unite arriva una dura nota e l'invito all'Italia a ritirare quella che già da settimana prossima potrebbe diventare legge. È proprio il capo per i diritti umani Volker Türk a esprimere «serie preoccupazioni - riporta una nota dell'Alto commissariato di Ginevra - per una proposta di legge in Italia che potrebbe ostacolare la fornitura di assistenza salvavita da parte delle organizzazioni umanitarie di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale, con conseguenti più morti in mare». «È semplicemente il modo sbagliato per affrontare questa crisi umanitaria», afferma Türk, esortando il governo italiano a ritirare la proposta di legge e a consultare i gruppi della società civile, in particolare le stesse organizzazioni non governative che si occupano di ricerca e soccorso, «per garantire che qualsiasi proposta di legge sia pienamente conforme al diritto internazionale dei diritti umani, al diritto internazionale sui rifugiati e ad altri quadri giuridici applicabili, comprese la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare e la Convenzione internazionale sulla ricerca e il salvataggio in mare».

Terremoto Turchia e Siria: il dramma della famiglia Hassan partita da Varese

14 Febbraio 2023 - Varese - Erano volate in Turchia per celebrare la vita, e purtroppo hanno trovato la morte uccise dal devastante terremoto di una settimana fa. Shouha Ibrahim, 44 anni, e le sue due figlie, Sabrin e Uafa, sono rimaste sepolte sotto le macerie a Antiochia. Residenti a Busto Arsizio (Varese), ma di origine siriana, Shouha e Uafa avevano raggiunto la figlia e sorella maggiore, Sabrin, che aveva appena dato alla luce la sua bambina in Turchia. A casa era rimasto il papà, Khalid Hasan, dipendente di un'officina di Vanzaghello (Milano), insieme ad altri 4 figli. Sabato mattina il ministro degli Esteri Antonio Tajani aveva dato la notizia del decesso delle donne, da anni residenti in Lombardia e con passaporto italiano. «Una famiglia felice, serena, che in Italia aveva messo radici, con i figli impegnati nelle scuole di Busto e con ottimi risultati, perfettamente integrati, gli Hasan stavano vivendo la gioia di abbracciare la prima nipotina»: così li descrive chi conosce la famiglia a Busto Arsizio.

Più irregolari in mare e su terra

14 Febbraio 2023 - Milano - I flussi migratori non si fermano. Neppure per decreto. I dati dei primi quaranta giorni del 2023 fotografano ingressi in crescita nel nostro Paese, via mare e via terra. Su tutti, è il dato del cruscotto del Viminale, che viene quotidianamente aggiornato dal ministero, a dare il polso della situazione: dal 1° gennaio 2023 al 13 febbraio 2023, sono stati 6.460 i migranti sbarcati. Erano 4.024 nell’analogo periodo del 2022 e 2.341 nel 2021. Una crescita netta, dunque, confermata anche dai dati macro a livello europeo. Ieri è toccato a Frontex certificare l’aumento degli arrivi sulla rotta del Mediterraneo centrale. Con 4.500 attraversamenti, è stata proprio questa la rotta che ha registrato il maggior incremento di profughi irregolari rilevati, nel solo mese di gennaio questa volta, rispetto allo stesso mese del 2022 (+49%). La rotta dei Balcani occidentali, invece, è quella che ha fatto segnare, in percentuale, il maggior numero di attraversamenti (43% a gennaio), anche se la situazione rispetto allo scorso anno rimane sostanzialmente invariata, con un -5% su base annua. Le rotte che a gennaio hanno registrato il maggior calo nei flussi migratori sono state invece quelle dell’Africa occidentale e del Mediterraneo Occidentale, rispettivamente dell’82% e del 49%, principalmente a causa delle condizioni meteorologiche avverse che hanno influenzato le partenze. Un altro motivo di questa diminuzione, osserva Frontex, è l’aumento delle attività di pattugliamento e prevenzione messe in atto dai Paesi extra Ue, Marocco in primis. Complessivamente, infatti, a gennaio, sono stati rilevati più di 13.200 attraversamenti irregolari alle frontiere esterne dell'Ue, in calo del 12% rispetto a un anno fa. Resta il fatto che la situazione degli irregolari preoccupa non soltanto per i controlli alle frontiere, nazionali e d europee, ma anche per la presenza crescente nelle grandi città. Oltre 800 cittadini stranieri si sono radunati due notti fa a Milano, nel corso della notte, fuori dalla caserma Annarumma della Polizia di Stato dove si trova la sede distaccata dell’ufficio Immigrazione. Il Reparto mobile è dovuto intervenire per bloccare quasi 400 cittadini egiziani che si erano mossi insieme per tentare di forzare il blocco: l’obiettivo era guadagnare le prime file della coda, strategiche visti i tempi lunghi di attesa per l’esame delle domande di protezione da parte della Questura. Proprio il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, intanto, ha voluto ribadire ieri l’importanza di politiche rigorose sul tema immigrazione. Fondamentali, da questo punto di vista, sono gli interventi per favorire i rientri in patria pr gli stranieri che non possono restare in Italia. «I Cpr, i centri di permanenza per il rimpatrio, per questo governo sono strutture importanti per l’implementazione e miglioramento delle politiche di rimpatrio degli stranieri irregolari» ha spiegato il titolare del Viminale, rilevando che tra le persone che vengono trattenute presso i Cpr la capacità di eseguire rimpatri va dal 50 al 55% mentre tra coloro che non passano attraverso i Cpr è del 2%. Quanto all'adeguamento delle strutture, Piantedosi ha precisato che «noi speriamo che si verifichino sempre meno le cause per cui i Cpr talvolta vengono messi in condizioni di non funzionare bene, che sono tutte cause autoindotte». Secondo l’esponente di governo, «noi, ovviamente, staremo sempre dietro al mantenimento di condizioni adeguate perché è giusto sia così ma confidiamo che non siano altri a mettere i Cpr in condizioni di non presentarsi in maniera adeguata alle esigenze di trattenimento delle persone». (Giulio Isola - Avvenire)  

Viminale: da inizio anno sbarcate 6.460 persone migranti sulle coste italiane

13 Febbraio 2023 -
Roma - Sono 6.460 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno. Di questi 1.032 sono di nazionalità ivoriana (16%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Pakistan (967, 15%), Guinea (912, 14%), Egitto (430, 7%), Tunisia (373, 6%), Siria (338, 5%), Afghanistan (336, 5%), Bangladesh (253, 4%), Eritrea (236, 4%), Camerun (225, 3%) a cui si aggiungono 1.358 persone (21%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Il dato è stato diffuso dal ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina. Fino ad oggi sono stati 838 i minori stranieri non accompagnati ad aver raggiunto il nostro Paese via mare.

Ultimatum e barriere: il summit sui migranti inizia in salita

9 Febbraio 2023 -

Milano - Nuovi muri e barriere “fisiche” finanziate con i fondi dell’Unione europea: lo continuano a ripetere come un mantra alcuni Paesi (in particolare gli otto che hanno scritto una lettera informale alla Commissione e al Consiglio Ue in vista del vertice che si terrà oggi a Bruxelles). Rischia così di cadere nel vuoto l’appello lanciato alla vigilia del summit dei 27 da Dunja Mijatovic, commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, che chiede ai leader che partecipano al Consiglio europeo straordinario «di usare questa opportunità per esprimere un chiaro impegno a porre fine alle violazioni dei diritti umani». Intanto, fonti da Bruxelles confermano che «è probabile che il dossier del finanziamento dei muri sia sul tavolo del summit europeo». Dal Consiglio infatti è stato già chiarito che è possibile usare finanziamenti europei per le barriere se è previsto un punto di ingresso. «La questione va chiarita dal punto di vista politico». E il punto di vista politico lo chiarisce subito, senza perdere tempo, oltre all’ungherese Viktor Orbán, anche il cancelliere austriaco.

Karl Nehammer si dice pronto a bloccare le conclusioni del Consiglio Europeo, se non verranno raggiunti accordi concreti per contrastare le migrazioni irregolari. Le parole non bastano, dice in un’intervista pubblicata ieri al quotidiano tedesco Die Welt , chiedendo un impegno «chiaro e inequivoco» per rafforzare la protezione dei confini esterni dell’Ue e l’uso di fondi comunitari allo scopo. In gennaio Nehammer aveva chiesto di usare 2 miliardi di euro del bilancio Ue per ampliare la barriera esistente al confine tra Bulgaria e Turchia. Nell’ottobre 2021, 12 Paesi Ue, tra cui Austria, Polonia e Ungheria, hanno chiesto alla Commissione Europea di finanziare la costruzione di barriere fisiche usando risorse tratte dal bilancio Ue. La Commissione e alcuni altri Paesi membri, tra cui la Germania, sono contrari. In vista del vertice che inizierà oggi, l’Austria e altri sette Paesi (Danimarca, Estonia, Lituania, Lettonia, Malta, Grecia e Slovacchia) hanno inviato una lettera ai presidenti della Commissione e del Consiglio Europeo per esercitare pressioni per aumentare il contrasto all’immigrazione illegale. Nella lettera si afferma che l’attuale sistema di asilo è fallito e avvantaggia principalmente i trafficanti. È molto probabile quindi che nelle conclusioni del vertice straordinario sia inserita una “formulazione specifica” da adottare. Intanto anche dalla Germania (primo Paese europeo per numero di richiedenti accolti in rapporto alla popolazione) ieri ha messo le mani avanti: «Chi non riceve il diritto di restare, deve lasciare di nuovo la Germania» ha detto in parlamento il cancelliere Olaf Scholz, parlando di immigrazione. Scholz ha citato l’idea di collegare l’immigrazione legale alla disponibilità dei Paesi a riprendere i richiedenti asilo invece respinti, sottolineando quanto sia importante un’immigrazione professionale in Germania.

I leader europei discuteranno della protezione dei confini con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione con i Paesi terzi di origine e transito in materia di rimpatri e riammissione dei migranti, attraverso un sistema di incentivi che faccia leva ad esempio sui visti come un mezzo per imporre ai Paesi d’origine di accettare più rimpatri. Rimpatri che, secondo la commissaria Mi-jatovic, rischiano di essere dei veri e propri «respingimenti su larga scala e spesso violenti». Come ad esempio , al negato accesso alle procedure di asilo o «all’intercettazione di persone in mare e del loro ritorno in condizioni di orribile abuso». La commissaria chiede quindi l’impegno a mettere fine al sostegno alle pratiche di controllo della migrazione degli Stati membri o dei paesi terzi che violano i diritti umani e a rafforzare i meccanismi di trasparenza e responsabilità. L’ Alto commissario Onu per i rifugiati, Filippo Grandi, invita i leader europei a «riaffermare la solidarietà e il sostegno a tutti i rifugiati», attuando il Nuovo Patto. ((D. Fas. - Avvenire)

Senza fissa dimora: a S. Maria Trastevere tanti per ricordare Modesta Valenti

6 Febbraio 2023 - Roma - In tanti, tra volontari e senza fissa dimora - molti anche straneiri -  hanno partecipatoi, ieri mattina, , nella basilica di Santa Maria in Trastevere, ad una celebrazione in ricordo di Modesta Valenti, la donna che morì 40 anni fa alla stazione Termini perché, essendo sporca, l’ambulanza si rifiutò di portarla in ospedale. Insieme a lei, durante la celebrazione, promossa come ogni anno dalla Comunità di Sant’Egidio, sono stati ricordati i nomi di alcune tra le tante persone che sono morte in strada a Roma negli ultimi anni. Per ognuna di loro è stata accesa una candela davanti all’icona dipinta in onore di Modesta. Nell’omelia, in un clima di grande commozione, mons. Vincenzo Paglia ha ricordato la storia di Modesta e quella del movimento di solidarietà cresciuto in questi anni attorno a chi vive per strada: “La sua memoria - ha detto - è diventata una benedizione perché ha messo in moto uomini e donne, credenti e non credenti che hanno scelto di fermarsi ai bordi delle strade, delle piazze, dei binari delle stazioni, offrendo un’amicizia calda e fedele che non lascia mai più soli, creando una singolare e bella amicizia tra chi serve e chi è servito”. Al termine tutti sono usciti dalla basilica con un fiore, benedetto per divenire segno di protezione per la vita di ognuno, in particolare di chi è più povero e fragile.