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GMMR: a Taranto celebrazione nella Chiesa di San Francesco di Paola

27 Settembre 2020 - Taranto - "A volte lo slancio di servire gli altri ci impedisce di vedere le loro ricchezze. Se vogliamo davvero promuovere le persone alle quali offriamo assistenza, dobbiamo coinvolgerle e renderle protagoniste del proprio riscatto". Così Marisa Metrangolo, direttrice dell'Ufficio Migrantes di Taranto nella Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. A Taranto la Giornata si celebrerà alle 11,30 nella Chiesa di San Francesco di Paola e sarà presieduta dal parroco, p. Alessandro Chiloiro dei Frati Minimi. Al termine è prevista una testimonianza di una donna colombiana fuggita dalle persecuzioni per il suo impegno contro le tossicodipendenze nel suo paese. La direttrice Migrantes sottolinea che nei volti dei migranti "rivediamo gli emigrati italiani: sono le due facce della stessa medaglia, in processi avvenuti in epoche diverse ma con le medesime sofferenze e le stesse  sempre attuali ingiustizie".

GMMR: Migrantes Milano, leggere in chiave cristiana il tema dell’accoglienza

27 Settembre 2020 - Milano - Papa Francesco "da sempre nel suo magistero si fa voce dei migranti, dei rifugiati, dei dimenticati; di coloro che dalle periferie geografiche ed esistenziali si mettono in cammino verso un’esistenza migliore, alla ricerca di vita". Lo dice don Alberto Vitali, responsabile diocesano Migrantes di Milano nel giorno in cui la Chiesa celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Quale il significato di questa giornata? "La sua specificità - spiega don Vitali a Milano Sette, l'inserto domenicale di Avvenire - è leggere in chiave propriamente cristiana il tema dell’accoglienza di migranti e rifugiati. Un argomento che comunque riguarda  tutti gli uomini di buona volontà, nel nome della solidarietà umana. Il cristiano, però, ci suggerisce il Papa, deve fare un passo in più, deve abbracciare una dimensione contemplativa. Esattamente quello che ci invitava a fare anche l’arcivescovo con il Sinodo Chiesa dalle genti". Nell’episodio della fuga in Egitto, citata da papa Francesco nel suo messaggio per questa giornata,  "tocchiamo con mano come Gesù si identifichi con gli ultimi e questo ci obbliga, come cristiani, a considerare il tema delle migrazioni non solo dal punto di vista sociale, politico ed economico, ma a contemplarlo alla luce della Parola", spiega don Vitali:  "noi cristiani non possiamo fermarci alla semplice filantropia. Possiamo anche arrivare a pensare che l’accoglienza sia insostenibile, dal punto di vista razionale, ma la fede ci obbliga comunque a scelte coraggiose. Ce lo suggerisce anche l’episodio evangelico dei cinque pani e due pesci: se anche avessimo così poco (e non è così), Gesù ci invita a fidarci e a condividere, contro ogni apparenza, quello che abbiamo, certi che Dio lo moltiplicherà. Questa è la sfida della fede, sulla quale ci giochiamo tutto". Nella diocesi ambrosiana non ci saranno iniziative specifiche ma l'Ufficio Migrantes ha inviato una lettera ai parroci per sensibilizzarli a ricordare la ricorrenza. Inoltre, la Giornata sarà l’occasione per commemorare don Roberto Malgesini, il sacerdote di Como ucciso recentemente. Un ricordo che" faremo anche in occasione del primo incontro tra tutti i responsabili delle Pastorali Migrantes delle diocesi lombarde che si terrà l’1 ottobre: "rifletteremo - spiega il sacerdote che è anche referente regionale Migrantes - su come sia stato autentica incarnazione, fino a pagare con la vita, di quella dimensione contemplativa a cui ci chiamano papa Francesco e il nostro arcivescovo".

R.I.

GMMR: a Cremona il pellegrinaggio al santuario di Caravaggio

27 Settembre 2020 - Cremona - La diocesi di Cremona celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato con il pellegrinaggio diocesano al Santuario di Caravaggio all’inizio dell’anno pastorale. Celebrarne la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato - scrive il direttore Migrantes Maurizio Ghirlandi - è un modo per "porre davanti ai nostri occhi situazioni che da un punto di vista legale e sociale vanno affrontate con equilibrio e con una sana verità". Nella diocesi uffici  Migrantes e Caritas, seppur con ruoli e competenze diversi, avviano in questi giorni il progetto "Apri" che ha proprio come obiettivo quello di "creare delle migliori condizioni di integrazione dei migranti sensibilizzando le comunità all’accoglienza", spiega il direttore Migrantes

GMMR: oggi messa internazionale promossa da Migrantes nella diocesi di Tivoli

27 Settembre 2020 - Tivoli - Oggi, alle 12.30, in occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2020, l’Ufficio per la pastorale Migrantes della diocesi di Tivoli, propone la celebrazione di una Messa, presso la chiesa parrocchiale di Santa Maria Goretti a Villalba di Guidonia (Via Napoli 14). Il tema per questa 106ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che la Chiesa celebra oggi, domenica 27 settembre, indicato da papa Francesco nel suo messaggio è “Come Gesù Cristo, costretti a fuggire. Accogliere, proteggere, promuovere e integrare gli sfollati interni”. Siamo tutti invitati a partecipare a questa celebrazione diocesana di preghiera e di riflessione sulla situazione che vivono attualmente i migranti e rifugiati nel mondo intero, seguendo le normative emanate dalle autorità a seguito dell’emergenza sanitaria Covid–19.

“Come Gesù Cristo costretti a fuggire”: la riflessione del direttore Migrantes di Torino

27 Settembre 2020 - Torino -Quest’anno la Fondazione Migrantes, l’organismo pastorale e della Conferenza Episcopale Italiana  ha scelto le diocesi del Piemonte e della Valle d’Aosta come sede principale per la 106ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che viene celebrata oggi. In Duomo, in diretta su Raiuno, alle ore 11, l’arcivescovo Cesare Nosiglia presiederà la celebrazione eucaristica della Giornata ricordando il messaggio di Papa Francesco dal titolo «Come Gesù Cristo costretti a fuggire», del 13 maggio scorso. Il coordinamento regionale Migrantes ha organizzato in preparazione alla Giornata un fitto calendario di eventi, in territori diversi, diventando così occasione di confronto, scambio, formazione su temi legati alla mobilità umana. Su quanto lo spostamento di milioni di persone ogni anno nel mondo provoca: sulla vita di coloro che devono o scelgono di partire e sulle società di approdo. Una convivenza che in alcuni contesti testimonia comunità attente e aperte, altrove registra maggiori difficoltà. Una realtà che nella nostra regione presenta ancora alcuni tratti emergenziali, come ad esempio il tempo della raccolta della frutta a Saluzzo o la diocesi di Susa in prima linea nell’accoglienza di coloro che rischiano la vita per varcare il confine francese o, ancora, il difficile periodo dell’emergenza Covid che ha visto le diocesi impegnate nel dare aiuto alle fasce più deboli della popolazione, tra cui gli immigrati. Il messaggio di Papa Francesco per la Giornata evidenzia un’attenzione verso tutti gli uomini e le donne che nel nostro paese e nel mondo si trovano costretti a partire o in generale, “spiazzati” spaesati” da eventi improvvisi. Richiama gli stranieri... Richiama i rifugiati che nell’immaginario sono coloro che sbarcano e invadono l’Italia. Eppure sappiamo che se i numeri di migranti nel mondo crescono ogni anno, in Italia sono diminuiti e non sono tali da compensare un’emorragia di italiani che ormai è risaputa, ma di cui non si parla per evitare di far emergere le cause che spingono giovani, famiglie, pensionati, professionisti, laureati, ricercatori ad andarsene altrove perché questo paese non offre le condizioni per starci. Nel 2019, l’afflusso di nuovi immigrati (misurato in base ai trasferimenti di residenza) è calato dell’8,6%. Intanto, ha continuato ad aumentare il deflusso di cittadini italiani (182mila, +8,1% rispetto al 2018). Ma è cresciuto ancora di più l’esodo di immigrati regolari: 56.000 cancellazioni per l’estero, pari a un +39,2%. Non dobbiamo inoltre dimenticarci dei 5 milioni di migranti cosiddetti “regolari” e “integrati”. Persone che fino a ieri si consideravano “arrivate” e invece oggi si trovano senza più alcuna certezza circa il proprio impiego, il proprio reddito e il proprio futuro e stanno valutando se rimanere o tornare indietro o provare a ripartire. Servono politiche serie per il lavoro, per la casa, per i giovani, per i quartieri periferici. Per tutti. Per gli immigrati di ieri, di oggi, per i giovani e non solo. Diminuiscono le forme di protezione sociale il welfare è sempre più esiguo e inegualitario. Anche la Chiesa fatica a immaginare una società sempre più interculturale dove la mobilità umana non è più un tema da addetti ai lavori, una pastorale da affidare a qualche prete straniero, ma una condizione strutturale delle nostre comunità. Una visione che superi l’emergenza, l’assistenza al migrante “povero” ma invece si accorga di presenze da conoscere, ascoltare, valorizzare. La fatica di parlare altre lingue, il pensare allo straniero come il povero da accogliere, e non come risorsa per le nostre città e le nostre chiese, fa sì che realmente si faccia fatica a trovare spazi condivisi di costruzione di una comunità nuova. Chissà se da Torino, la città dei santi sociali, la città laboratorio sociale, la città che ha saputo inserire migliaia di uomini e donne provenienti da altre regioni saprà disegnare un futuro che fa delle persone una risorsa, della comunità un processo e non si siede sui problemi. Torino, con il contributo di tutti, ce la può fare.  (Sergio Durando - Direttore Ufficio Migrantes Torino)

GMMR: coperte termiche sulle porte della Basilica di San Francesco ad Assisi

27 Settembre 2020 - Assisi - In occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, anche la comunità dei frati del Sacro Convento di Assisi fa sentire la sua voce sul tema delle migrazioni e dell'accoglienza istallando sulle porte della Basilica Superiore di San Francesco d'Assisi, oltre 20 metri di coperte termiche. Il progetto “Eldorado” ha preso il via nel giugno del 2018 dalle porte dell'Abbazia fiorentina di San Miniato al Monte; è stato realizzato sulle chiese di settanta chiese cattoliche, valdesi, metodiste e luterane e di alcuni luoghi comunitari simbolici come il Maschio Angioino e il Palazzo delle Aquile (sedi del Comune di Napoli e di quello di Palermo), il carcere di Venezia e l’Aula Magna dell’Università di Bologna. Si è unita al progetto anche l’unione delle comunità islamiche d'Italia (UCOII) e da settembre saranno realizzate le porte d'oro di 5 moschee. L’obiettivo dell’istallazione è quello di promuovere una riflessione profonda sull'accettazione del diverso da sé, sulle terre promesse e sull’aspirazione a un mondo diverso, costruito oltre l'idea di confine e capace di essere nuovamente umano.  “Quello di Eldorato è un messaggio importante - ha detto Padre Mauro Gambetti, superiore del Sacro Convento -  - che ci fa interrogare su cosa veramente dà ricchezza. L'oro abbellisce, ma la vera ricchezza sta nella gioia che noi possiamo portare o avere nel cuore, non è legata a un metallo. La gioia vera sta in quest'oro dei poveri, dove c'è la possibilità di stringere relazioni, stringersi insieme e sperimentare la gioia. Il messaggio è evocativo, simbolico, ma è anche reale. Indica il vero oro. È una tappa di avvicinamento al viaggio del Papa ad Assisi, si sposa molto bene con la prossima enciclica che Papa Francesco ci regala, firmandola ad Assisi. Il titolo è evocativo, Fratelli Tutti, ci dà un orizzonte di universalità entro il quale, senza distinzioni, siamo abbracciati”. Padre Enzo Fortunato, portavove della Sacro Convento, ricorda il messaggio del Papa in occasione della Giornata Mondiale del Migrante: “La pandemia non faccia dimenticare gli sfollati - esorta Papa Francesco - una tragica condizione, spesso invisibile, quella degli sfollati. Nei loro volti si riflette quello di Gesù profugo. Non dimentichiamo gli sfollati e coloro che vivono esperienze di precarietà, abbandono, emarginazione e rifiuto: come Gesù, sono costretti a fuggire. Gli sfollati interni nel mondo sono 40-50 milioni: sono provocati da guerre, conflitti, disastri ambientali e ora anche dalla pandemia. Un'installazione che ci pone una domanda che inquieta e orienta: vogliamo prenderci cura dell'altro o girarci dall'altra parte?”.

R.Iaria

GMMR: spunti per l’omelia

26 Settembre 2020 - La liturgia di questa domenica ci ha fatto ascoltare alcune delle parole più scandalose e taglienti di Gesù, che rivolge ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: “In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel Regno di Dio”. Queste parole esprimono una esperienza che Gesù ha fatto e che ritroviamo più volte nei Vangeli. Egli ha trovato più ascolto e più accoglienza fra coloro che erano additati come peccatori e messi ai margini, che fra la gente così detta per bene, che era solita sbandierare la propria religiosità. Dobbiamo essere consapevoli di questa distanza che c’è fra il nostro modo di pensare e il modo di pensare di Dio. Non solo al tempo del profeta Ezechiele, ma anche oggi, anche nella Chiesa, molti giudicano che “non è retto il modo di agire del Signore”, e questo in particolare in riferimento agli stranieri e ai rifugiati. Che non è retto il modo di agire di questo Papa, che ecceda nella misericordia. Ma il Signore risponde anche a noi: “Ascolta dunque, casa d’Israele: non è retta la mia condotta o piuttosto non è retta la vostra?” La parabola dei due figli che Gesù racconta, e che troviamo solo nel Vangelo di Matteo (non dimentichiamo che anche lui era stato un pubblicano), ci suggerisce almeno due considerazioni. Anzitutto che in questo mondo non possiamo giudicare nessuno e che spesso le apparenze ingannano. Saremo giudicati alla fine da Dio. Commenta San Giovanni Crisostomo: “Per questo vi ripeto: colui che recita in teatro non deve disperare, mentre colui che vive nella Chiesa non deve essere mai troppo sicuro della sua salvezza (…). Nessuno di coloro che sono nel peccato disperi, Dio non è come gli uomini. Se noi ci pentiamo, non dice: perché sei stato lontano tanto tempo? Ma ci ama quando ritorniamo. Tali sono i paradossi e i prodigi di Dio. Il pubblicano è diventato evangelista e il bestemmiatore discepolo”. In secondo luogo la parabola ci ricorda che saremo giudicati non dalle nostre parole ma dalle nostre azioni, dalla nostra vita e non dall’abito o dai simboli religiosi che mostriamo. Come scrive Sant’Ireneo: “È meglio non dirsi cristiani ed esserlo, che dirsi cristiani e non esserlo”. Come il Padre della parabola che invita i suoi figli a lavorare nella sua vigna, papa Francesco nel suo messaggio per questa giornata, che riguarda la condizione degli sfollati interni, ma anche dei tanti che vivono condizioni di precarietà o di abbandono in mezzo a noi, ci invita non a bei discorsi, ma a delle azioni molto concrete. A quelle che indicava nel suo messaggio per la GMMR del 2018 – accogliere, proteggere, promuovere e integrare – aggiunge altre sei coppie di verbi legati fra loro da una relazione di causa effetto: conoscere per comprendere, farsi prossimo per servire, ascoltare per riconciliarsi, condividere per crescere, coinvolgere per promuovere e collaborare per costruire. Vorremo limitarci a dire un sì con le labbra o, come il primo figlio, se pure dopo un iniziale rifiuto, cercheremo di realizzare almeno qualcuna di queste azioni? (Don Gianni De Robertis)

Migrantes Cosenza-Bisignano: rinviato Meeting Comunità accoglienti”

26 Settembre 2020 - Cosenza "A malincuore dobbiamo annunciare lo spostamento del 'Meeting Comunità Accoglienti: Liberi dalla Paura' previsto per Domenica 27 Settembre all’interno della Celebrazione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2020". LO si legge in un post pubblicato su facebook dalla Migrantes di Cosenza Bisignano.Le previsioni meteorologiche non sono positive e, dato che l’incontro si sarebbe dovuto svolgere all’aperto nel cortile della Parrocchia Sant’Antonio, a Cosenza, "avendo come priorità il rispetto delle misure anti-contagio, non vogliamo costringerci in spazi chiusi". La nuova data sarà quella del 4 ottobre dalle 16 alle 18.

Papa Francesco: una donazione per i migranti in Bosnia

26 Settembre 2020 - Roma - In occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che si celebra domani, 27 settembre, Papa Francesco ha deciso di inviare, attraverso la Nunziatura apostolica in Bosnia Erzegovina, un “segno concreto di sostegno e vicinanza ai migranti”, e ai loro accompagnatori, che attualmente vivono in diversi campi del Paese, riferisce l'agenzia Sir.  “Nel 2019 – si legge in un comunicato della Nunziatura apostolica di Sarajevo – circa 30.000 migranti sono transitati per la Bosnia, divenuta tappa fondamentale della cosiddetta rotta balcanica, sempre più frequentata dai migranti che dall’oriente tentato di entrare nell’Unione europea. Con questa donazione – si legge ancora nella nota – il Papa sosterrà l’istituzione di due servizi: accoglienza, animazione e supporto psicologico nei centri di transito di Ušivak (vicino a Sarajevo) e Sedra (vicino a Bihać), dove al momento sono ospitate numerose famiglie con bambini e minori non accompagnati”. Il secondo servizio prevede, invece, “la fornitura di indumenti, coperte, cibo e articoli sanitari, tra questi anche presidi anti-Covid”.Sulla situazione e sulla Giornata del migrante e del rifugiato, è intervenuto anche il nunzio apostolico in Bosnia, mons. Luigi Pezzuto: “Paure e numerosi pregiudizi ci tengono lontani dai migranti e spesso ci impediscono di essere loro vicini e di servirli con amore”. “Abbiamo accolto con grande felicità il gesto di Papa Francesco – dichiara al Sir Daniele Bombardi, coordinatore dei progetti Caritas Italiana nei Balcani – per noi è anche un grazie e un riconoscimento del lavoro che da tanti anni Caritas sta portando avanti in tutta la rotta balcanica. Un gesto che ci offre la possibilità di continuare sentendo ancora di più la vicinanza e il sostegno del Pontefice di tutta la Chiesa”. (D.R.)

GMMR: mons. Satriano, “in una rinnovata e profonda visione della vita ritroveremo uno sguardo umano e attento

26 Settembre 2020 - Rossano - Domenica 27 settembre la Chiesa celebra la 106a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Il titolo scelto da Papa Francesco è “Come Gesù Cristo, costretti a fuggire. Accogliere, proteggere, promuovere e integrare gli sfollati interni”. Il messaggio del Pontefice si concentra sulla pastorale degli sfollati interni, entro i confini del proprio Paese, che oggi nel mondo sono oltre 50 milioni. Sono fra le persone più vulnerabili al mondo, hanno abbandonato la propria casa per ragioni simili a quelle dei rifugiati, ma restano sotto la protezione del loro governo, anche quando proprio quel governo è la causa delle situazioni che li hanno costretti alla fuga. "L’aspetto più grave è che la maggior parte degli sfollati interni non riceve protezione internazionale", scdive in una nota la diocesi di Rossano-Cariati. “Chiediamoci perché tutta queste persone - sottolinea  Giovanni Fortino, direttore della Migrantes di Rossano-Cariati - si mette in cammino per migliaia di chilometri, senza sostegni, umiliati, maltrattati, ridotti in schiavitù e di questo sono vittime anche i bambini e le donne addirittura violentate. Siamo ancora nel numero di quanti credono di avere il diritto di proibire loro un futuro decente? Possiamo continuare a non fare nulla per loro? Il desiderio di una vita migliore è diritto di ogni persona”. L’arcivescovo, mons. Giuseppe Satriano, dal canto suo sottolinea che è "solo in una rinnovata e profonda visione della vita, capace di non lasciarci scivolare sulla superficie delle cose, che ritroveremo uno sguardo umano e attento, capace di rilanciare legami e relazioni che sappiano ridare il gusto di essere parte della comunità degli uomini”.