Tag: Giornata Mondiale del Rifugiato

Mattarella: la pandemia aggrava la situazione già critica dei rifugiati

20 Giugno 2020 - Roma – “L’impatto della pandemia aggrava ancor di più la critica condizione di quanti, a causa di conflitti o per la violazione di diritti fondamentali, sono costretti a fuggire dal proprio Paese”. Lo ha detto, questa mattina, il Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella Giornata Mondiale del Rifugiato. L’Italia mostra “continuamente e con senso di responsabilità la sua vicinanza a coloro che affrontano tali drammatiche vicende, offrendo accoglienza e protezione. La nostra attiva partecipazione al primo Forum Globale dei Rifugiati costituisce una concreta testimonianza”, ha aggiunto il Capo dello Stato sottolineando che “il fenomeno delle migrazioni conta su un approccio italiano basato su strumenti importanti quali il programma nazionale di reinsediamento e i corridoi umanitari per rifugiati particolarmente vulnerabili, privi della protezione statale del paese d’origine e colpiti in misura considerevole dalle restrizioni determinate dall’attuale emergenza sanitaria”. Per Mattarella la ostra azione di protezione e assistenza “non può deflettere” o “indebolirsi” ma deve “rafforzarsi, con l’elaborazione di un nuovo corso dell’Unione Europea in materia di migrazioni e asilo, nel segno di un più incisivo e condiviso impegno comune”. Il presidente della Repubblica Italiana ha quindi rivolto un “sentito” ringraziamento alle donne e agli uomini delle Forze dell’ordine e delle amministrazioni dello Stato e a tutti gli operatori che “forniscono i servizi necessari a garantire protezione internazionale a chi ne ha diritto. In questo sforzo – ha evidenziato - si contraddistinguono anche le Organizzazioni Internazionali – e specialmente l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati – cui l’Italia assicura il massimo sostegno in coerenza con la propria storica vocazione multilaterale”.

Raffaele Iaria

 

Ue: “migranti, sfollati e apolidi ancora più a rischio per la pandemia”

20 Giugno 2020 -

Bruxelles - “La lotta è ancora più dura per i rifugiati, gli sfollati interni, i migranti e gli apolidi: con un accesso limitato o senza accesso alle cure mediche e ai meccanismi di protezione, queste persone sono più vulnerabili agli effetti della pandemia globale”. Lo hanno scritto in una dichiarazione congiunta Commissione europea e Alto rappresentante Ue, in occasione della Giornata mondiale del rifugiato che si celebra oggi, per richiamare l’attenzione su questa realtà che nel mondo coinvolge una persona su 97: 80 milioni sono gli sfollati a causa di conflitti e persecuzioni. “Il coronavirus non discrimina tra le persone e non conosce confini” si legge nel testo ma “è essenziale” che anche durante la pandemia, “i bisognosi possano continuare ad accedere alle procedure di protezione internazionale e trovare rifugio, anche attraverso il reinsediamento” e che “i Paesi più esposti, compresi quelli che ospitano migliaia di rifugiati, siano aiutati ad affrontare le difficoltà che incontrano”. “L’integrazione è una priorità per questa Commissione”, si legge ancora, come testimoniano le “misure per garantire che le persone appena arrivate abbiano accesso a servizi essenziali quali istruzione, assistenza sociale, assistenza sanitaria e alloggio”.

Scalabriniane: numeri senza precedenti di sfollamenti forzati

19 Giugno 2020 - Roma - Oggi nel mondo ci sono 70,8 milioni di persone costrette a fuggire, vittime di conflitti, di persecuzioni, di violenza o per disastri naturali. Di questi 25,9 milioni sono rifugiati riconosciuti. Numeri la cui complessità testimonia che “gli sfollamenti forzati hanno raggiunto un livello senza precedenti e le risposte ancora non sono sufficienti ad offrire soluzioni alle persone affinché possano ricostruire la loro vita”. Così suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale delle Suore Missionarie Scalabriniane, in occasione della Giornata internazionale del rifugiato del 20 giugno, indetta dall’Onu. Papa Francesco, prosegue suor Neusa, ci ricorda che “in ogni persona rifugiata è presente Gesù, costretta a fuggire, come ai tempi di Erode, per salvarsi. Nei loro volti siamo chiamati a riconoscere il volto di Cristo”. “Tre quarti dei rifugiati nel mondo e molti migranti vivono in nazioni in sviluppo, dove gli organi deputati alla cura della salute sono sovraccarichi e, con la pandemia del Covid-19, sono collassati – prosegue - Molti rifugiati vivono in accampamenti sovraffollati, rifugi improvvisati o centri di accoglienza dove non possono accedere ai servizi sanitari, servizi igienici oppure usare acqua potabile. Molti di essi si trovano in centri di detenzione riconosciuti o informali in condizioni di isolamento e di igiene particolarmente preoccupante. Migranti e rifugiati sono in misura sproporzionata esposti alla vulnerabilità dell’esclusione, della stigmatizzazione e della discriminazione, soprattutto quando si trovano in situazione di irregolarità. Il pensiero della Chiesa colloca al centro l’esperienza di Gesù, sfollato e profugo insieme ai suoi genitori”. “Non sono numeri, ma persone, conoscendo le loro storie riusciremo a comprenderli”, aveva scritto il Pontefice in un suo messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. “Quando le persone rifugiate diventano numeri l’umanità diventa inumanità”, prosegue suor Neusa. Le suore scalabriniane chiedono alla politica, ai responsabili locali, nazionali e internazionali di “non assistere passivamente alla distruzione di tante vite minacciate. E’ urgente individuare soluzioni appropriate, mezzi umani e degni per garantire che le persone non mettano a repentaglio la loro vita e quella delle famiglie, ricorrendo a trafficanti senza scrupolo o usando barche fragili, tentando di raggiungere luoghi dove trovare sicurezza a vari livelli”.

Migrantes Messina: domani celebrazione per la Giornata Mondiale del Rifugiato

19 Giugno 2020 - Messina – Domani, sabato 20 giugno 2020 alle ore 18.30, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato indetta dall’ONU, nella Chiesa di Sant’Elia a Messina, su invito dell’Ufficio Migrantes della diocesi di Messina- Lipari-Santa Lucia del Mela per pregare e riflettere sul fenomeno delle migrazioni forzate e sul dramma di tante persone costrette a scappare in cerca di protezione. Con la celebrazione eucaristica, presieduta dal vescovo ausiliare, mons. Cesare Di Pietro, affideremo al Signore “la vita di questi nostri fratelli e pregheremo affinché la comunità internazionale prenda a cuore la loro condizione, individuando percorsi e fornendo mezzi per assicurare ad essi la protezione di cui hanno bisogno, una condizione dignitosa e un futuro di speranza”. Quest’anno la Giornata Mondiale del Rifugiato cade in “un momento critico per l’umanità, segnato dalla pandemia da COVID-19 e dal protrarsi dei conflitti in tutto il mondo che aggravano l’attuale crisi umanitaria. Un motivo in più – spiega la Migrantes diocesana - come chiedono le Nazioni Unite, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione di oltre 70 milioni di rifugiati, richiedenti asilo e sfollati nel mondo che, costretti a fuggire da guerre e persecuzioni, lasciano i propri affetti, la propria casa e tutto ciò che un tempo era la loro vita per cercare salvezza altrove. In questo contesto l’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati, ha deciso di promuovere la campagna #WithRefugees, che vuole diffondere un messaggio di solidarietà ed inclusione, ricordando che tutti possiamo fare la differenza per rendere il mondo un posto più sicuro e solidale”. L’Ufficio Migrantes invita le parrocchie della diocesi a ricordare, durante le celebrazioni, il dramma dei rifugiati e dedicare loro un’intenzione nella “preghiera dei fedeli”.

Mons. Russo: “fare emergere tanti ‘nuovi europei’ dalla condizione di invisibili”

18 Giugno 2020 - Roma - “Oggi siamo insieme a numerosi amici e amiche che hanno varcato il Mediterraneo o sono giunti in Europa attraverso vie di terra: molti fra voi hanno dolorosamente perso amici e parenti”. Lo ha detto questa sera il segretario generale della Cei, mons. Stefano Russo, nell’omelia della veglia di preghiera “Morire di Speranza” nella Basilica di Santa Maria in Trastevere promossa dalla Fondazione Migrantes, la Caritas Italiana, la Comunità di Sant’Egidio, il Centro Astalli, la Federazione Chiese Evangeliche in Italia, lo Scalabrini Migration International Network, le Acli, l’Associazione Papa Giovanni XXIII, l’Associazione Comboniana Migranti e Profughi. “Sigle – ha detto mons. Russo - che possono apparire distanti a chi non ha familiarità con queste realtà, ma in verità ad ognuna di queste sigle corrispondono persone che si spendono ogni giorno per vivere quella prossimità che diventa un obbligo del cuore quando come cristiani ci rendiamo conto che questa può diventare una risposta importante alla chiamata che il Signore fa agli uomini e alle donne del nostro tempo. Questa assemblea liturgica si allarga ai tanti che sono collegati e alle altre veglie che hanno luogo a Roma, in Italia e nel mondo”. Il presule ha invitato a riascoltare le parole di papa Francesco sul sagrato deserto di Piazza S. Pietro nel periodo pasquale: parole “rimaste impresse in modo indelebile nel nostro cuore ed hanno raggiunto i confini della terra caratterizzando particolarmente questo nostro tempo che oserei dire ‘fuori del tempo’. Riascoltiamo le sue parole, portando nel cuore non solo le attese personali, ma facendo nostre quelle dei profughi, dei rifugiati, dei migranti che, lungo quest’anno e ancor più nel tempo eccezionale della pandemia, muoiono e vivono nella disperata ricerca della salvezza”. “I venti contrari sono certo forti e chi più ne soffre sono i poveri: nel tempo della pandemia, come non pensare a chi è costretto nei campi profughi sovraffollati, a chi non vede alcuna via di uscita? In Africa, in Asia - pensiamo ai Rohingya -, nel campo di Moira a Lesbo, già Europa, o chi si accalca alle sue frontiere. Lontano da noi, a Tapachula, di fronte al confine con il Messico. O ai siriani, nei campi libanesi”, ha detto il segretario generale della Cei: “luoghi di dolore, dove, più di prima, mancano cibo, vestiti, tende, cure sanitarie. Il lockdown inasprisce condizioni già invivibili, con uomini, donne e bambini impossibilitati al distanziamento fisico e senza accesso all’acqua per lavarsi, con il terrore di essere sterminati dal coronavirus. Quante preghiere salgono dai 50 milioni di sfollati interni che popolano i diversi continenti? Quante dai profughi detenuti in Libia, sottoposti a ogni genere di abusi, e da quelli che fuggendo vengono nuovamente respinti?”. “Di questo tutti abbiamo responsabilità, nessuno può sentirsi dispensato”, ha ricordato papa Francesco, domenica scorsa parlando della situazione in Libia al termine della preghiera dell'Angelus. “Se siamo qui è perché non solo non ci sentiamo dispensati, ma perché sappiamo che Gesù non è mai indifferente, anzi: salì sulla barca dei suoi amici e la sua presenza calmò le acque”, ha quindi aggiunto mons. Russo: “è quindi la sua presenza a donarci nuovamente l’audacia e la forza: della preghiera e del gesto. E non dimentichiamo, in questo tempo dopo la Pentecoste, che, non il vento del Mar di Galilea, ma il vento dello Spirito spinse i discepoli frastornati incontro ai popoli allora conosciuti, parlando una lingua nuova che tutti potevano intendere. La lingua dell’amore, che particolarmente nel tempo della pandemia ha visto molti soccorrere i più soli e i più esposti. Fra essi abbiamo presenti i volti di tanti e tante badanti, delle colf, di immigrate e rifugiate che si sono prese cura degli anziani impedendo che fossero abbandonati alla solitudine e preda del contagio negli Istituti. Sono stati tanti quelli che hanno avuto compassione e hanno portato il loro contributo per sfamare chi era senza casa”. Prima della preghiera il saluto del vescovo ausiliare di Roma, mons. Daniele Libanori e poi il ricordo di alcuni fra i nomi di coloro che sono morti nel tentativo di raggiungere l’Europa. Sono, secondo alcuni dati, 40.900 persone morte, dal 1990 a oggi, nel mare Mediterraneo o nelle altre rotte dell’immigrazione verso l’Europa. Un conteggio drammatico, che si è ulteriormente aggravato nei primi mesi del 2020, quando, nonostante la situazione di emergenza causata dal Covid-19 sono state 528 - per metà donne e bambini - le persone che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere il nostro continente, soprattutto dalla Libia attraverso la rotta del Mediterraneo centrale. “È una tragedia dell’umanità di cui occorre fare memoria” sottolineano i promotori della veglia. “Ciascuno di loro è prezioso agli occhi di Dio, e lui, che non dimentica nessuno, aiuti noi, le nostre comunità di fede, il nostro Paese, la speranza di chi cerca un approdo di bene, di vita, di pace”, ha concluso mons. Russo che ha anche speso una parla sull’“occasione propizia che ci è data di fare emergere tanti stranieri, ‘nuovi europei’ dalla condizione di invisibili, valorizzando il loro lavoro e la loro presenza, preziosa per l’Italia e per loro stessi”. Alla veglia hanno partecipato anche il fondatore della Comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi, il direttore generale della Fondazione Migrantes don Gianni De Robertis e quello della Migrantes di Roma il direttore di Avvenire Marco Tarquinio e il presidente del Centro Astalli, p. Camillo Ripamonti  e per gli scalabriniani,  p.  Gabriele Beltrami.

Raffaele Iaria

Migrantes Vicenza: iniziative per la Giornata Mondiale del Rifugiato

18 Giugno 2020 - Vicenza - In occasione della Giornata mondiale del rifugiato 2020, a Vicenza due eventi specifici sul tema per ricordare coloro che hanno perso la vita cercando di raggiungere l’Europa e per continuare a “confrontarci e ad approfondire le situazioni legate ai flussi migratori” promossi da diverse associazioni e movimenti. Tra queste l’Ufficio Migrantes della diocesi. Nel pomeriggio di sabato 20 giugno video-presentazione del libro “Strade rotte. Settemila chilometri in ciabatte dall’Africa occidentale all’Italia”, edito da Infinito. A dialogare sul libro saranno l’autrice vicentina Cristiana Venturi e Igor Brunello. Il volume percorre, rielaborandole narrativamente, le tappe reali di viaggio di due ragazzi sedicenni partiti dal Gambia e giunti in Italia quasi due anni dopo. Gli incontri, i drammi, il valore della parola “abarakà - grazie”, le violenze subite e l’intensità di un sogno, la forza dell’ospitalità”. Mercoledì 24 giugno  la veglia ecumenica di preghiera "Morire di speranza”, in una formula nuova nel rispetto delle disposizioni sanitarie legate alla pandemia. Si intitola “Ricorda, accendi, prega”, e seguendo questi verbi ciascuno avrà la possibilità di vivere un momento di preghiera libero e personale, guidato dalla Parola di Dio e da un gesto simbolico. Ciascuno si recherà liberamente nella chiesa di Santa Bertilla (via Ozanam 1, Vicenza) all’orario che preferisce tra le 18.00 e le 20.00, sostando in preghiera per il tempo che desidera. Le iniziative siono promossedall’Ufficio Migranes di Vicenza, Centro Astalli Vicenza, Associazione Presenza Donna, Caritas diocesana vicentina, Chiesa evangelica metodista di Vicenza, ACLI Vicenza, Unità pastorale Porta Ovest in Vicenza, Cooperativa Pari Passo, Non Dalla Guerra, e con la partecipazione di Comunità di Sant'Egidio, La Voce dei Berici, Centro Culturale San Paolo.

Una verità da accogliere

18 Giugno 2020 - Milano - Di rifugiati si parla sempre meno, in tutto il mondo e anche da noi. Complice il Covid-19 e le politiche che hanno frenato la mobilità umana e ridotto anche gli arrivi in Europa dal mare ai minimi storici. Molti forse pensano che il 'problema' sia stato risolto una volta per tutte. Arriva però la scadenza della giornata mondiale dei rifugiati, il 20 giugno, e l’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr/Acnur) puntualmente presenta il suo Rapporto sui rifugiati nel mondo. Scopriamo così una serie di fatti che forse nei Paesi del Nord del mondo una cospicua fetta dell’opinione pubblica vorrebbe rimuovere. La prima scoperta riguarda i numeri complessivi: anche nel 2019 i rifugiati sono aumentati a livello globale, raggiungendo il nuovo record di quasi 80 milioni. Quasi il doppio rispetto a dieci anni fa, quasi nove milioni in più del 2018. Il fatto che la maggioranza di essi siano sfollati interni (quasi 46 milioni), ossia in qualche modo accolti in altre regioni del proprio Paese, non attenua la drammatica evidenza del dato. Anzi, gli sfollati interni sono molte volte meno protetti dei rifugiati internazionali, giacché rimangono in balia di governi che sono causa dello sradicamento di persone e famiglie anziché essere tutelati dalle convenzioni internazionali e dagli organismi preposti, Unhcr/Acnur in testa. La seconda triste scoperta riguarda la difficoltà dei ritorni: la soluzione maggiormente auspicata dai governi di tutto il mondo, ma spesso anche desiderata dagli stessi rifugiati che sperano di tornare a una vita normale. Anche i campi profughi erano sorti sulla base dell’idea di crisi umanitarie temporanee, destinate a risolversi con il ritorno degli sfollati alle proprie case. In effetti negli anni 90 del secolo scorso in media 1,5 milioni di rifugiati riuscivano a rientrare nei luoghi di origine. Negli ultimi dieci anni invece la media è scesa sotto quota 400mila. La maggior parte dei rifugiati vive ormai per molti anni in situazioni di precarietà, di dipendenza da aiuti esterni, di confinamento in spazi angusti e sorvegliati, di incertezza protratta e impossibilità di progettare un futuro. L’ombra lunga dello sradicamento si proietta sulle generazioni successive, condizionando la loro crescita e il loro avvenire. Almeno 30 milioni di rifugiati sono minorenni. Un terzo dato, che non è una scoperta, riporta invece l’attenzione su di noi e sul nostro rapporto con il mondo dolente dei rifugiati. L’85% dei rifugiati internazionali (circa 34 milioni, comprendendo i richiedenti asilo) è accolto in Paesi in via di sviluppo, perlopiù quelli confinanti con i Paesi di origine dei profughi stessi. In otto casi su dieci sono insediati in Paesi afflitti da malnutrizione e insicurezza alimentare. Colpisce il divario tra le rappresentazioni del fenomeno che circolano nel Nord del mondo e la cruda obiettività dei dati statistici. Troppi di noi credono di vivere in una cittadella di precario benessere sottoposta all’assedio di torme di diseredati. Pensano di essere costretti a sforzi di accoglienza insostenibili. Immaginano che il diritto di asilo sia un grimaldello per forzare i cancelli dei nostri piccoli o grandi privilegi. In realtà, invece, i rifugiati anche quando oltrepassano un confine di Stato si fermano quasi tutti subito dopo, a volte nella speranza di riuscire a rientrare in patria, altre volte (e sempre più) perché trattenuti sul posto dalle politiche di contenimento (ovvero di 'esternalizzazione delle frontiere') orchestrate dai governi dei Paesi sviluppati e imposte ai Paesi più deboli. Non solo nel Nord del mondo si lavora per 'confinare' i rifugiati nelle regioni del Sud, ma ci si lamenta di accoglierne troppi e si moltiplicano gli sforzi per riceverne sempre meno. La Giornata mondiale dei rifugiati arriva a ricordarci l’infondatezza di queste rappresentazioni. Possa essere il primo passo di una rinnovata e urgente assunzione di responsabilità. (Maurizio Ambrosini – Avvenire)  

Fcei il 20 giugno “ci inginocchieremo per dire che le vite dei neri e dei migranti contano”

15 Giugno 2020 -

Roma I protestanti italiani in ginocchio per ricordare la Giornata mondiale del rifugiato, il prossimo sabato 20 giugno. È l’iniziativa lanciata dalla Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, attraverso il suo programma migranti e rifugiati, Mediterranean Hope, in occasione della giornata istituita dalle Nazioni Unite nel 2000. In una nota diffusa oggi, la Fcei ricorda che secondo l’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati, i migranti forzati nel mondo sono oltre 70 milioni; di questi quasi 26 milioni sono “rifugiati” in senso proprio, mentre 3,5 milioni sono “richiedenti asilo”. In Italia, oggi sono circa 131mila. In Svezia, dove la popolazione è circa un sesto di quella italiana (10 milioni), i rifugiati sono 186mila, il 50% in più che nel nostro Paese. In Germania, con 82 milioni di abitanti, i rifugiati sono 478mila, quasi 4 volte quelli presenti in Italia. “Come Federazione delle chiese evangeliche sentiamo di dover dire la verità su questi numeri”, dichiara Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia. “La loro manipolazione, infatti, non è indolore: produce sospetto, paura, emarginazione ed infine vero e proprio razzismo, in Italia come altrove. Non possiamo restare in silenzio”. Per questo sabato 20 giugno, a mezzogiorno, nelle varie sedi dove la Fcei opera nel quadro del programma Mediterranean Hope (Lampedusa, Scicli, Libano, Rosarno, Roma), si svolgerà il “kneel in” (inginocchiarsi), esattamente come 55 anni fa fece il pastore battista Martin Luther King a Selma, inaugurando una forma di protesta che si sarebbe diffusa in tutto il Civil rights movement. “Ci inginocchieremo – dice il pastore Negro – per dire che le vite dei neri contano, che le vite dei migranti contano, che le vite di tutte e tutti contano. Con questo gesto vogliamo affermare che i neri, gli immigrati, ogni essere umano è una persona che deve essere protetta, tanto più quando è perseguitata, discriminata o giudicata”. L’iniziativa risponde all’invito che i cristiani sentono di “aprire le nostre porte e i nostri cuori a chi oggi cerca protezione e giustizia”. Il Pastore Luca Negro ricorda in questo senso i corridoi umanitari come anche le tante azioni diaconali di accoglienza e integrazione. “Non sono un nostro merito – conclude – ma la conseguenza di una vocazione”. (Sir)

Migrantes Reggio Emilia-Guastalla: GMMR e pellegrinaggio dei Popoli

24 Settembre 2019 - Reggio Emilia - La Chiesa celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato dal 1914. È  sempre un’occasione per “dimostrare la preoccupazione per le persone vulnerabili in movimento, per pregare per le sfide e aumentare la consapevolezza sulle opportunità offerte dalla migrazione”, si legge in una nota dell’Ufficio Migrantes di Reggio-Emilia-Guastalla. Nel 2019, la Giornata verrà celebrata domenica prossima  29 settembre. Papa Francesco ha scelto il tema “Non si tratta solo di migranti” per “mostrarci i nostri punti deboli e esortartci a che nessuno rimanga escluso dalla società, che sia un cittadino residente da molto tempo, o un nuovo arrivato”. Domenica 29 settembre alle 16,45 nella cripta della Cattedrale di Reggio Emilia si terrà una Meditazione musicale su testi di Papa Francesco. Insieme agli insegnanti dell'Istituto Diocesano di Musica e Liturgia, suoneranno e canteranno artisti originari della Cina e della Nigeria. Al mattino un gruppo partirà da Reggio Emilia per partecipare alla Messa con il Papa in piazza S. Pietro a Roma. Il prossimo appuntamento è il 13 Ottobre per il Pellegrinaggio dei Popoli al santuario della B. V. di Lourdes a Montericco.

Migrantes Gaeta: una riflessione in vita della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato

13 Settembre 2019 - Gaeta - Il prossimo 29 settembre si celebra la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato. L'Ufficio Migrantes della diocesi di Gaeta desidera offrire brevi spunti di riflessione in vista di questa giornata. Come suggerisce il titolo del messaggio di papa Francesco, riflettere sul tema riferito ai migranti e rifugiati non significa focalizzare l'attenzione su una categoria specifica ma, in una visione più ampia, riguarda l' atteggiamento verso l' altro e che “rappresenta un campanello d'allarme che avvisa il declino morale a cui si va incontro se si continua a concedere terreno alla cultura dello scarto”. Molti pensano che gli esclusi della società sono come un prezzo da pagare per garantire la sicurezza, un' idea che difficilmente si riesce a mettere in discussione. Già papa san Paolo VI nell' enciclica Populorum Progressio del 1967 riflettendo sul progresso dell'umanità, affermava che “i poveri restano ognora poveri, mentre i ricchi diventano sempre più ricchi. Che i ricchi sappiano almeno che i poveri sono alla loro porta e fanno la posta agli avanzi dei loro festini”. Sono passati oltre 50 anni da questo documento e purtroppo “la tendenza ad un accentuato individualismo, unito alla mentalità utilitaristica, e moltiplicato dalla rete mediatica, produce la 'globalizzazione dell' indifferenza'”. La giornata Migrantes è un aiuto per riflettere sulle nostre paure, sulla nostra incapacità di coltivare la cultura dell' incontro. Papa Francesco incoraggia a “recuperare alcune dimensioni essenziali della nostra esistenza cristiana e della nostra umanità, che rischiano di assopirsi in un tenore di vita ricco di comodità. Interessandoci a loro migranti e rifugiati” ci interessiamo anche di noi, di tutti. Il problema non è il fatto di avere dubbi e timori verso coloro che accogliamo, ma il fatto che questi dubbi e timori condizionano il nostro modo di pensare e di agire rendendoci intolleranti. La paura ci priva del desiderio e della capacità di incontrare l' altro, la persona diversa da me, privandoci di un' occasione di incontro col Signore. Lui che ha detto ai discepoli nel Vangelo: “Coraggio, sono io, non abbiate paura”. (Maria Giovanni Ruggieri - direttore diocesano Migrantes Gaeta)

Migrantes Catanzaro-Squillace: domenica la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato

12 Settembre 2019 - Catanzaro - Avrà luogo domenica, 15 Settembre, presso la Piazza San Nicola di Squillace Lido, la Giornata Mondiale del Migrante e Rifugiato 2019.  Diverse le attività organizzate dall’Ufficio  Migrantes della diocesi di Catanzaro-Squillace e dalla Fondazione Città Solidale Onlus. Ad introdurre la giornata la Solenne Celebrazione Eucaristica presieduta dall’arcivescovo Mons. Vincenzo Bertolone e a seguire musica e animazione a cura dei beneficiari dei SIPROIMI di Girifalco e Gasperina. Dice Padre Piero Puglisi, direttore dell’ufficio Migrantes della diocesi e Presidente di Città Solidale: “Il nostro lavoro in diocesi, e particolarmente nelle nostre strutture di accoglienza, è finalizzato ad offrire opportunità a centinaia di persone con disagio, anche persone straniere. In questo anno, questa manifestazione assume un’importanza particolare per noi che lavoriamo per i migranti perché, nel contesto socio-politico che stiamo vivendo, è importante ribadire e dimostrare che, attraverso percorsi di vera e sana integrazione sul territorio, la presenza e l’integrazione dei migranti può arricchire l’intera società e, dunque, ogni persona”. A conclusione della serata verranno rilasciate in cielo 4 lanterne che simboleggiano le quattro azioni individuate dal Santo Padre per la Giornata Mondiale del Migrante e Rifugiato dello scorso anno: accogliere, proteggere, promuovere e integrare.  

Migrantes: invito alla Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato con Papa Francesco

5 Settembre 2019 - Roma – Si fa sempre più vicina la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebrerà il 29 settembre. Ieri sera nella sede della Fondazione Migrantes un incontro preparatorio alla presenza di Mons. Gianpiero Palmieri, Vescovo Ausiliare di Roma e neo delegato Migrantes della Conferenza Episcopale del Lazio; padre Fabio Baggio, sottosegretario della Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale  della Santa Sede, don Gianni De Robertis, direttore della Fondazione Migrantes e del direttore Migrantes di Roma e Lazio, Mons. Pierpaolo Felicolo. A celebrare la liturgia eucaristica sarà papa Francesco in piazza San Pietro alla presenza di migliaia di fedeli provenienti da diverse diocesi italiane. In una lettera ai vescovi italiani il card. Gualtiero Bassetti, presidente della CEI sottolinea che la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato “riveste una valenza importante per tutti” invitando i vescovi a partecipare alla messa che Papa Francesco celebrerà in piazza San Pietro: “un’occasione per stringerci a lui ed esprimergli la nostra gratitudine per il suo coraggioso magistero. Concretamente, se ognuna delle nostre Chiese inviasse a Roma un gruppo, contribuiremmo a offrire un segno di comunione attorno al successore di Pietro”. Dall’incontro di ieri è arrivato l’invito a tutti gli uffici Migrantes, agli operatori pastorali e ai volontari di farsi promotori di iniziative di sensibilizzazione per essere “insieme con” Papa Francesco.  (R. Iaria)

Migrantes Palermo per la Giornata del Migrante e del rifugiato

3 Settembre 2019 - Palermo - Nel messaggio per la 105 Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2019, che si celebrerà il prossimo 29 settembre, Papa Francesco fa una foto realistica delle situazioni di ingiustizie e discriminazioni a livello globale che ricadono sempre sui più poveri. A livello planetario si verifica una crescita dell’individualismo e dell’indifferenza sempre più globalizzata. “La presenza dei migranti e dei rifugiati – come, in generale, delle persone vulnerabili – rappresenta oggi un invito a recuperare alcune dimensioni essenziali della nostra esistenza cristiana e della nostra umanità, che rischiano di assopirsi in un tenore di vita ricco di comodità. Ecco perché “non si tratta solo di migranti”, vale a dire: interessandoci di loro ci interessiamo anche di noi, di tutti; prendendoci cura di loro, cresciamo tutti; ascoltando loro, diamo voce anche a quella parte di noi che forse teniamo nascosta perché oggi non è ben vista”. Il richiamo alla presenza del Signore risorto, scaccia ogni timore. Non avere paura di fronte al migrante, al diverso per cultura, lingua, appartenenza etnica o religione è un richiamo concreto.  Anche la compassione da tirar fuori dinanzi ai tanti che sono nel bisogno. L’audacia di chi sa prendere l’iniziativa senza paura, andare incontro, cercare i lontani e arrivare agli incroci delle strade per invitare gli esclusi. Non si tratta di pensare ai migranti, contrapponendoli agli italiani. Si tratta di tutta la persona, di tutte le persone ed in particolare di più poveri, dei disagiati.  La missione della Chiesa verso tutti gli abitanti delle periferie esistenziali, che devono essere accolti, protetti, promossi e integrati. “Non è in gioco solo la causa dei migranti, non è solo di loro che si tratta, ma di tutti noi, del presente e del futuro della famiglia umana. I migranti, e specialmente quelli più vulnerabili, ci aiutano a leggere i “segni dei tempi”. Attraverso di loro il Signore ci chiama a una conversione, a liberarci dagli esclusivismi, dall’indifferenza e dalla cultura dello scarto. Attraverso di loro il Signore ci invita a riappropriarci della nostra vita cristiana nella sua interezza e a contribuire, ciascuno secondo la propria vocazione, alla costruzione di un mondo sempre più rispondente al progetto di Dio”. “Per sostenere le iniziative della C.E.I. - diacono Mario Affronti e p. Sergio Natoli della Migrantes di Palermo - domenica 29 settembre la raccolta imperata delle offerte dei fedeli vanno trasmesse alla Fondazione Migrantes tramite la cassa della Diocesi. Ci auguriamo che il numero della Parrocchie che esprimeranno solidarietà, oltre che con la preghiera anche con la carità, passi dalle unità alle decine: “il Signore premia la generosità dei suoi fedeli”.  

Migrantes: materiali e invito per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato

3 Settembre 2019 -

Roma – Si fa sempre più vicina la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebrerà il prossimo 29 settembre. Per l’occasione Papa Francesco presederà in piazza San Pietro una celebrazione eucaristica alla quale parteciperanno migliaia di fedeli provenienti da diverse diocesi italiane. In una lettera ai vescovi italiani il card. Gualtiero Bassetti, Presidente della CEI sottolinea che la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato “riveste una valenza importante per tutti” invitando i vescovi a partecipare alla messa che papa Francesco celebrerà in piazza San Pietro: “un’occasione per stringerci a lui ed esprimergli la nostra gratitudine per il suo coraggioso magistero. Concretamente, se ognuna delle nostre Chiese inviasse a Roma un gruppo, contribuiremmo a offrire un segno di comunione attorno al successore di Pietro”.

In vista della Giornata la Fondazione Migrantes ha predisposto diversi materiali utili per la celebrazione sul tema scelto da Papa Francesco: “Non si tratta solo di migranti”. Nel materiale, reperibile sul sito della Fondazione (www.migrantes.it) riflessioni, preghiere, spunti per omelie e incontri. Ogni file può essere scaricato, usato, stampato e condiviso liberamente insieme anche ad alcuni numeri della rivista mensile della Fondazione “Migranti-press”. In un numero il messaggio del Papa per questa Giornata, un commento del Presidente della Commissione CEI per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes Mons. Guerino Di Tora, che porta il titolo “L’attenzione verso gli ultimi diventa crescita globale”. Una riflessione di p. Camillo Ripamonti e diversi sussidi (una preghiera per la Giornata, spunti per l’omelia e la preghiera dei fedeli, una veglia di preghiera, un sussidio catechetico) per aiutare a rendere la Giornata un momento significativo nelle comunità parrocchiali. In fondo alla pubblicazione il resoconto delle offerte raccolte nelle Giornate del Migrante e del Rifugiato degli anni precedenti, il manifesto della Giornata, un volantino che presenta la Fondazione Migrantes, con allegato vaglia per sostenerla, ed un fascicolo con una favola di Silvia Rizzato dedicata alle “finestre dei vicini”. In un altro numero una serie di contributi dedicati alla Giornata che possono essere di aiuto per chi intende promuovere momenti di confronto e riflessioni nelle proprie realtà parrocchiali e diocesane. (R. Iaria)

GMMR: continua la campagna comunicativa

29 Agosto 2019 - Città del Vaticano - Manca poco alla Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato (GMMR) che si celebrerà domenica 29 settembre 2019. Per l’occasione, Papa Francesco celebrerà una Santa Messa in Vaticano, e “ci chiede di unirci alla celebrazione con il motto Non si tratta solo di migranti”. In vista di questo appuntamento, la campagna comunicativa della Sezione Migranti e Rifugiati continua. Il tema “Non si tratta solo di migranti” questo mese è sviluppato nel sottotema “Si tratta di tutta la persona, di tutte le persone". Nel video che la Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale propone questo mese, papa Francesco ricorda che attraverso il servizio, l’incontro e l’accoglienza, si offrono opportunità ai più deboli e vulnerabili. Finora i sottotemi trattati sono stati: “Si tratta anche delle nostre paure”, “Si tratta della carità”, "Si tratta della nostra umanità" e “Si tratta di non escludere nessuno”, “Si tratta di mettere gli ultimi al primo posto”. La celebrazione in Vaticano sarà la celebrazione ufficiale anche della Giornata per l'Italia. Sarà, infatti, presente, una folta rappresentanza della Chiesa Italiana.

Diocesi di Como: a Sagnino la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato

21 Agosto 2019 - Como - il prossimo 29 settembre si celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Si tratta di uno degli appuntamenti più longevi fra le giornate di sensibilizzazione promosse a livello mondiale dalla Chiesa cattolica, visto che si ripete da 105 anni e che venne istituita su impulso delle migrazioni degli italiani all’estero. Nella diocesi di Como, informa “Il Settimanale” la Giornata verrà vissuta nella parrocchia di Sagnino proprio domenica 29 settembre. Il programma è in via di definizione, ma si inizierà alle ore 10.30 con la Santa Messa.  

Centro Studenti La Pira aderisce alla campagna “io accolgo”

5 Luglio 2019 - Firenze - In vista della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato del 29 settembre 2019, il Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira di Firenze aderisce alla campagna nazionale #IoAccolgo, promossa da enti, movimenti ed organismi del mondo cattolico e non. Si tratta di campagna sociale e culturale, finalizzata a dare risposte concrete a tutti coloro che si trovano in difficoltà in ogni città, parrocchia e territorio del nostro Paese. L’oggetto simbolo della campagna è la coperta termica: esporla sui balconi o in altri luoghi pubblici, sarà la prima maniera per aderire, ricorda un nota del Centro Studenti Internazionali “Giorgio La Pira” spiegando che la campagna durerà almeno un anno e “proverà a fornire stimoli ed idee per agire in ambiti diversi”.

Papa Francesco: “non escludere nessuno”

3 Luglio 2019 - Città del Vaticano - “Si tratta di non escludere nessuno”: è il sotto tema scelto per il mese di luglio dalla sezione Migranti e rifugiati del dicastero per lo Sviluppo umano integrale, in preparazione alla Giornata mondiale del migrante e del rifugiato in programma il 29 settembre, sul tema “Non si tratta solo di migranti”. Ogni mese la campagna comunicativa della Sezione migranti e rifugiati offre riflessioni, approfondimenti e risorse per la promozione delle attività pastorali sui temi della Giornata, affrontando vari sotto temi con testi e immagini differenti. I primi tre sono stati: “Si tratta anche delle nostre paure”; “Si tratta della carità” e “Si tratta della nostra umanità”. Affidata a un videomessaggio la riflessione di Papa Francesco in preparazione all’appuntamento di settembre. “Il vero sviluppo – riflette il pontefice – è inclusivo e fecondo, proiettato verso il futuro» mentre oggi il mondo «è ogni giorno più elitista e ogni giorno è più crudele con gli esclusi». Purtroppo, sottolinea Francesco, «i Paesi in via di sviluppo continuano ad esaurire le loro migliori risorse naturali e umane a vantaggio di alcuni pochi mercati privilegiati”. Inoltre, mentre “le guerre colpiscono solo alcune regioni del mondo, la costruzione e la vendita delle armi avviene in altre regioni, che poi non vogliono prendersi cura dei rifugiati, non vogliono, non accettano questi rifugiati che tali conflitti generano”. Insomma, «molte volte si parla di pace, però si vendono armi», è il monito di Bergoglio. “Possiamo parlare di ipocrisia in questa lingua? Coloro che soffrono le conseguenze sono sempre i piccoli, i poveri, i più vulnerabili, ai quali si impedisce di sedersi a tavola e ai quali si lasciano solo le briciole del banchetto”. Ma «lo sviluppo esclusivista – è la tesi del Papa – rende i ricchi più ricchi e i poveri più poveri»; quello autentico, al contrario, ha lo scopo di promuovere la “crescita integrale» degli uomini e delle donne del mondo, «preoccupandosi delle generazioni future”.

Papa Francesco: con i rifugiati la Provvidenza ci offre l’occasione per costruire società più fraterna

20 Giugno 2019 - Città del Vaticano - “Con i rifugiati la Provvidenza ci offre un’occasione per costruire una società più solidale, più fraterna, e una comunità cristiana più aperta, secondo il Vangelo”. Lo scrive Papa Francesco, in un tweet, in occasione della Giornata mondiale del rifugiato, che si celebra oggi.

Migrantes Andria: le iniziative per la Giornata Mondiale del Rifugiato

18 Giugno 2019 - Andria - Il 20 giugno prossimo si celebrerà in tutto il mondo la Giornata Mondiale del Rifugiato, occasione chiesta dall’ONU, con l’obbiettivo di far conoscere la condizione di milioni di rifugiati e richiedenti asilo, costretti a fuggire dalle loro terre per fame, miseria, guerra, calamità naturali e tanti altri drammi e persecuzioni. La “Comunità Migrantesliberi” in collaborazione con l’Ufficio Migrantes della Diocesi di Andria nell’ambito del progetto SPRAR/SIPROIMI (Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati) come ogni anno organizzerà diversi momenti di condivisione. “In troppi in questo tempo – scrive don Geremia Acri - riconoscono nello straniero, giunto sui barconi, vestendo pezze e sfidando la tempesta del mare, come un possibile terrorista oppure delinquente. La Giornata Mondiale del Rifugiato è l’occasione propizia per ricordare a noi cittadini, l’impegno della civiltà. La civitas latina nei secoli si contraddistingueva dalla rusticitas. Difatti nell’uso comune il termine civiltà è spesso sinonimo di progresso, in opposizione a barbarie. Ed è in questo rapporto di resistenza, che la civiltà deve perseguire il suo obiettivo per la costruzione di una comunità umana e democratica, che difende le persone deboli e vulnerabili. Non c’è cosa più bella al mondo che il saper con-dividere, con-gioire, con-soffrire, chi non è capace di tutto questo è malato e non sa cosa significhi emozionarsi, vivere le emozioni e la compassione”. Per servire l’altro/a, il prossimo è necessario “farsi minuscoli, umili, fino a sapersi inginocchiare davanti all’altro, mettersi ai suoi piedi, farsi ministri”, si legge nella nota: “non è facile, perché il mio, il nostro io è duro a morire; ma in questo atto di sacrificio non c'è mestizia o infelicità”. La faccia di qualsiasi persona vivente, esprime “una verità unica, irripetibile e originale. La faccia di una persona è una piccola tessera, che compone il puzzle meraviglioso dell’umanità. La faccia disarma ogni tipo di distanza. La faccia è il luogo dove l’umanità si incontra per la costruzione di legami relazionali, fondando una interpretazione della realtà antropocentrica anziché indifferente, consumistica, anonima e sconosciuta”. Il 20 ngiugno ale ore 16.00 presso “Casa Santa Croce – Rosario Livatino”, sita in Via Lagnone S. Croce Andria, bene confiscato alla criminalità organizzata, con i beneficiari e i volontari dell’associazione Three Place si procederà alla pulizia degli spazi pubblici circostanti per sensibilizzare il rispetto dell’ambiente e la tutela del bene pubblico. Alle 17:30 presentazione dei lavori organizzati dalla Comunità “Migrantesliberi” in collaborazione con il progetto SPRAR/SIPROIMI mentre alle 18:00 Open House accoglienza da parte di don Geremia Acri e i saluti di mons. Luigi Mansi - Vescovo di Andria; Gaetano Tufariello - Commissario straordinario, Andria; Rachele Grandolfo – Sub Commissario straordinario, Andria e Ottavia Matera - Dirigente settore Socio Sanitario comune di Andria. Alle 20 momento di convivialità e scambio dove si consumeranno dolci e tè della tradizione africana seguito da concerto organizzato dall’associazione culturale Andriaground. Il giorno successivo presso Casa Accoglienza “S. Maria Goretti” presentazione del murales “San Matteo rivolto verso l'umanità” degli artisti Daniele Geniale e Roberta Fucci mentre alle 21cena multietnica e interculturale: progetto di ristorazione sociale curato dai volontari e ospiti della comunità “Migrantesliberi”, il cui obiettivo è quello di promuovere la conoscenza e l’integrazione socio-culturale di richiedenti asilo politico e presone che vivono situazioni di disagio e marginalità, in una cornice conviviale che unisce sapori e profumi provenienti da diversi parti del mondo.