Tag: Giornata Mondiale del Rifugiato

Unhcr: oggi tavola rotonda su integrazione rifugiati

20 Giugno 2022 - Roma - In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, l'Unhcr celebra il coraggio, la forza e la resilienza dei milioni di persone costrette a fuggire da conflitti, violenze, violazioni dei diritti umani e persecuzioni, e ribadisce il loro diritto di essere protette e di ricostruire la propria vita in dignità, chiunque siano e da qualsiasi luogo provengano, sempre. "Non esiste protezione reale senza l'accesso effettivo ai diritti, l'integrazione e l'inclusione sociale, ed essi sono compito e responsabilità di tutta la società nel suo complesso", spiega Chiara Cardoletti, Rappresentante Unhcr per l'Italia, la Santa Sede e San Marino: "solo lavorando insieme - governo, società civile e settore privato - possiamo fare la differenza". E questa mattuna si parlerà di protezione e integrazione durante una tavola rotonda sul tema ""Rifugiati, dall'asilo all'integrazione: partnership e soluzioni innovative per una crisi senza precedenti"che si tiene Centro Congressi Palazzo Rospigliosi, a Roma con rappresentanti delle istituzioni, del terzo settore, del mondo accademico, rifugiati e del settore privato. Alla tavola rotonda interverranno Abdullahi Ahmed (Comune di Torino), Yasmien Abdul Azeem (Le Gelsomine Siriane), Simone Bemporad (Generali), Chiara Cardoletti (UNHCR), Carlo Giovanni Cereti (Sapienza Università di Roma), Fabrizio Curcio (Dipartimento Protezione Civile), Daniela Di Capua (Soka Gakkai), Marco Impagliazzo (Comunità di Sant'Egidio), Alessandro Ramazza (Assolavoro), Filippo Rodriguez (Enel Cuore Onlus), Marina Sereni (Ministero degli Esteri), Alidad Shiri (UNIRE), Marinella Soldi (RAI). Durante la mattinata, inoltre, avverrà la consegna ufficiale della Maglia Rosa del Giro Donne 2022 dedicata a UNHCR.

Mattarella: accogliere rifugiati rispecchia i valori della Costituzione Italiana

20 Giugno 2022 -
Roma - "La cronaca internazionale ci presenta costantemente la drammatica attualità della condizione dei rifugiati. Il diritto internazionale e la nostra Costituzione prevedono forme specifiche di protezione per quei milioni di donne, uomini e bambini costretti da conflitti armati, discriminazioni, violazioni e abusi dei loro diritti e libertà fondamentali, a fuggire dal proprio paese alla ricerca di un presente e di un futuro migliori". Lo crive oggi il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, in una dichiarazione in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato che si celebra oggi. Per Mattarella l’Italia "contribuisce con responsabilità al dovere morale e giuridico di solidarietà, assistenza e accoglienza dei rifugiati, assicurando pieno sostegno all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite e promuovendo nelle sedi europee un impegno incisivo e solidale in materia di migrazioni e asilo. L’azione a favore dei rifugiati va rafforzata ora, nei momenti di accentuata crisi, secondo quell’approccio multilaterale, del quale l’Italia è storica e convinta sostenitrice". Il Capo dello Stato manifesta la "riconoscenza della Repubblica" a quanti – personale delle Pubbliche Amministrazioni e operatori della protezione internazionale e dell’accoglienza – si "adoperano per alleviare le sofferenze e garantire l’accesso dei profughi ai servizi di base" aggiungendo che un "attestato di riconoscenza che va anche ai moltissimi concittadini che con grande umanità e dedizione hanno fornito, soprattutto nelle settimane successive all’aggressione russa all’Ucraina, un contributo fondamentale nell’assistenza e accoglienza dei rifugiati. Nel loro operato si rispecchiano i valori della nostra Costituzione". (Raffaele Iaria)
 

Migrantes, Giornata Mondiale del Rifugiato, “dalla politica alcuni passi avanti e molti indietro”

19 Giugno 2022 - Roma - Quest’anno, probabilmente, il numero dei rifugiati stimato sarà il più alto degli ultimi 50 anni: ormai 100 milioni nel mondo. Le guerre, anche l’ultima in Ucraina con sei milioni e mezzo di rifugiati e altrettanti profughi interni, i 34 conflitti in corso nel mondo, i disastri ambientali, la fame, la tratta e lo sfruttamento stanno costringendo sempre più persone e famiglie a lasciare la propria terra per chiedere protezione e asilo altrove. Di fronte a questo fenomeno epocale, la politica continua a fare passi avanti, ma anche molti passi indietro. Se da un lato è apprezzabile la proposta europea che finalmente impegna ogni Paese, seppur in forma diversa, diretta o volontaria, alla solidarietà nei confronti di richiedenti asilo e rifugiati, dall’altra non si può non denunciare il ritorno alle deportazioni di ucraini in Russia e di migranti, per lo più asiatici, dall’Inghilterra in Rwanda, nonostante le condanne della Corte europea dei Diritti umani; l’aumento del numero dei morti nel Mediterraneo, sebbene siano diminuiti gli arrivi; la diversa attenzione prestata a richiedenti asilo e rifugiati di diversi Paesi; i respingimenti in mare e in terra senza identificazione e tutela; la crescita di violenze nei campi profughi di Libia, Sud Sudan, Ciad. L’auspicio è che la Giornata mondiale del rifugiato, che si celebra domani, 20 giugno, accenda i riflettori sulla imprescindibile esigibilità dei diritti dei richiedenti asilo e dei rifugiati, senza i quali non si può immaginare un futuro e un mondo fraterno. (Mons. Gian Carlo Perego - Presidente Cemi e Fondazione Migrantes)

Il mondo al crocevia si lasci guidare dai rifugiati

16 Giugno 2022 - Roma - Si avvicina il 20 giugno, l’anniversario dell’approvazione nel 1951 della Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati e, proprio per questo, la giornata che la comunità internazionale ha scelto di dedicare a chi è costretto a migrare dal timore di subire persecuzioni nel proprio Paese d’origine. Le iniziative per celebrarla sono già cominciate ovunque. A Roma, il Centro Astalli ha avviato una riflessione sugli interrogativi e sulle opportunità che queste persone mettono di fronte all’Europa, e l’ha coronata con il dialogo che si è tenuto martedì 14 giugno presso la Pontificia Università Gregoriana. Il messaggio era già nel titolo: “con i rifugiati” – accanto a loro, lì dove il papa, scegliendo il tema per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato celebrata dalla Chiesa il prossimo 25 settembre, ha significativamente collocato il futuro – “ai crocevia della Storia”. In un momento in cui ci sentiamo tutti in bilico su un confine, sull’orlo di crisi – quella climatica, energetica, alimentare e naturalmente quella bellica – che paiono ad un passo dal diventare irrecuperabili. I confini sono i luoghi in cui queste sfide si materializzano: ciò avviene in modo teatrale alla frontiera ucraina, scenario di già oltre cento giorni di una sanguinosissima guerra territoriale, ma avviene a ben vedere lungo ogni confine che divide le nazioni tra di loro e al loro interno. È sui confini che si fanno visibili le profondissime disuguaglianze di risorse, di opportunità, di prospettive di futuro. Per questo, quest’anno in modo speciale, è importante volgere lo sguardo a chi sull’attraversamento del confine ha costruito la propria intera esperienza di vita, a chi ha reso questi crocevia della Storia dei crocevia di esistenza individuale. Ai rifugiati, nell’anno in cui i dieci milioni di ucraini si sono aggiunti ai profughi di altre origini, segnando il massimo storico di cento milioni. Il Centro Astalli restituisce loro voce e la fa risuonare nell’Aula Magna della Gregoriana: voci da Mali, Bielorussia, Congo, Iraq, che raccontano di vite interrotte dall’irruzione della violenza o dalla vendetta di un potere autoritario, sradicate e costrette altrove, alla povertà, allo sfruttamento. Il loro personale crocevia, dicono, è stato l’arrivo in Italia, l’incontro con persone disposte ad aiutarle, l’abbraccio di un sistema che, per quanto imperfetto, le ha fatte sentire per la prima volta rispettate e al sicuro. Le democrazie, ha spiegato la politologa Nadia Urbinati, risolvono la propria contraddizione intrinseca, tra la necessaria limitazione territoriale e l’aspirazione universalistica alla tutela della dignità di ciascuno, proprio aprendo i confini e mettendosi in contatto tra loro: a questo l’Europa ha educato i propri cittadini, ad una concezione del confine che non è barriera ma luogo di incontro. Ma allora perché di recente ha praticato l’opposto? Perché ha prima inaugurato politiche escludenti e poi, pur di non vedere i propri confini trasformarsi in muri, ha cercato di allontanarli da sé, esternalizzando la gestione della migrazione in Turchia e in Libia? Il corso di formazione organizzato dal Centro Astalli in preparazione alla Giornata del rifugiato è stato dedicato all’“Europa ferita”: anch’essa oggi ad un crocevia, tra il volto nuovo mostrato alle famiglie in fuga dall’Ucraina e il pronto riemergere di tendenze che devono tristemente chiamarsi razziste, in quei criteri  per l’applicazione della protezione temporanea che distinguono, come ha ricordato il Direttore di Avvenire Marco Tarquinio, i cittadini ucraini dai profughi della stessa guerra ma di origine straniera. Questa ambiguità non è più accettabile. Al crocevia in cui ci troviamo occorre fare una scelta e aprire gli occhi sulle ingiustizie e sulle odiose disparità. Andare a vedere le regioni della povertà: le periferie delle città e del mondo, come ha proposto mons. Paul Gallagher, Segretario vaticano per i rapporti con gli Stati, o i fronti di guerra. Come ha fatto lui in Ucraina, messaggero della solidarietà della Santa Sede, ma anche promotore del dialogo e garante di un contatto da mantenere vivo, per evitare di distrarsi e di stancarsi. Ne ha riportato la sensazione che l’inverno che ci aspetta non lo dimenticheremo mai. Come prepararci, come rimediare? È ancora possibile evitarlo? Una bella proposta sta nel messaggio lanciato dal Centro Astalli: facciamoci guidare da chi ha già svoltato il crocevia della propria vita, da chi ha vissuto la guerra – generale o personale – e ha maturato un profondissimo, radicale desiderio di pace. “Costruiamo il nostro futuro con i rifugiati”: insieme a loro, seguendoli, varchiamo il confine dal lato giusto, entriamo nel mondo che loro sognavano quando sono partiti, nella dimensione di libertà, diritti e dignità per tutti che chiede anche il Papa, che è l’aspirazione di ogni democrazia e la condizione indefettibile per la pace. (Livia Cefaloni)  

Giornata Mondiale del Rifugiato: le iniziative a Trento e Rovereto

16 Giugno 2022 - Trento - L' emergenza ucraina ha riaperto il dibattito sull' accoglienza delle persone in fuga dalla guerra. Secondo l' ultimo aggiornamento di Unhcr Italia, sono 7.363.623 i rifugiati che, dall'Ucraina, hanno attraversato i Paesi vicini in cerca di sicurezza dal 24 febbraio, giorno in cui è scoppiata la guerra, mentre 8 milioni sarebbero gli sfollati interni. Il titolo della Giornata Mondiale del Rifugiato 2022, che siu celebra lunedì 20 giugno, recita "Chiunque, ovunque, sempre". L' Unhcr con questo tema sottolinea la necessità di trattare con dignità le persone costrette a fuggire dai loro luoghi d' origine, chiunque esse siano; che le persone costrette a migrare devono essere accolte da qualsiasi luogo provengano; e, infine, che chiunque scappi dalla guerra deve essere accolto sempre. In Trentino saranno due le giornate di riflessione, approfondimento e dibattito - ma anche teatro, musica e gioco - dedicate alla Giornata Mondiale del Rifugiato 2022, come riferisce "Vita Trentina". Venerdì 17 giugno alle 20.45, al Vigilianum di Trento, un dibattito sul tema della Giornata, "Chiunque, ovunque, sempre". Partecipano Ester Gallo, docente del master Dirpom (Diritto e Politiche delle Migrazioni) dell' Università di Trento e responsabile del progetto Scholars at Risk (Sar), Angelica Villa, project manager e community organiser di Refugees Welcome Italia, e Sara Zanatta della Fondazione Museo Storico del Trentino. Sabato 18 giugno, dalle 16.30, al Parco Color io/Amico, nel quartiere Brione di Rovereto, un pomeriggio di gioco, musica e teatro dedicato al tema delle migrazioni. Si parte con giochi di ruolo, laboratori creativi e manuali, letture animate, pitture e origami a cura delle associazioni. Alle 18.45 ci sarà il saluto delle autorità, mentre alle 19.30 spazio alla performance teatrale "Persona singolare. Chi racconta la mia storia?" di Maura Pettorruso con Stefano Pietro Detassis, Sherif Diallo e Andrea Visibelli. Alle 20 cena conviviale; i partecipanti sono invitati a portare le proprie stoviglie da casa, del cibo e delle bevande da condividere con gli altri. Seguiranno, in conclusione, il concerto di Fela Beat alle 20.45 e il concerto di Nana Motobi & the Abe Pe Show crew alle 21.30. L'iniziativa è promossa, fra gli altri,  dall'Ufficio Migrantes della diocesi di Trento, dal Centro Astalli Trento, dal Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani, Atas Onlus, dalla Fondazione Comunità Solidale, Master Dirpom, dal Comune di Rovereto.

Rifugiati: una marea umana in fuga. In 100 milioni chiedono protezione

16 Giugno 2022 - Roma - Più di una volta e mezzo la popolazione dell' Italia. Dodici volte quella della città di New York e quasi cinque volte di Pechino. Secondo i dati di maggio 2022, sarebbero oltre 100 milioni gli esseri umani in fuga nel mondo «a causa di persecuzioni, guerre e violazioni dei diritti umani». A mettere nero su bianco l' allarme, per un fenomeno in crescita esponenziale nell' ultimo decennio, è il secondo report annuale dell' Acnur (Unhcr), 'Global Trends', relativo in particolare al 2021, che Avvenire ha letto in anteprima. Numeri che non riescono a raccontare le storie, le valigie di chi fugge, piene di drammi e speranze. Alla fine dello scorso anno, la marea umana costretta a scappare dal proprio Paese si attestava attorno agli 89,3 milioni. Di questi, 27 milioni sono rifugiati, 53 milioni sfollati interni, 4,6 milioni richiedenti asilo e 4,4 milioni i venezuelani fuggiti all' estero. Dal Paese governato da Nicolàs Maduro sono fuggite in totale 6 milioni di persone, circa un quinto della nazione. Per quanto riguarda le richieste di asilo, aumentate dell' 11%, invece, gli Stati Uniti sono il Paese che ha ricevuto il numero più alto di domande (188.900). In un anno, scrive l' Agenzia Onu per i rifugiati, c' è stato «un aumento dell' 8%», che ha visto più che raddoppiare, rispetto al 2011, i numeri di chi è fuggito. A imporre un' accelerazione forzata al trend, paragonabile solo agli esodi causati dal secondo conflitto mondiale, l' invasione russa in Ucraina dello scorso febbraio e, prima ancora, il riacutizzarsi di altri conflitti ed emergenze globali. Basti pensare che, secondo la Banca mondiale, nel 2021, 23 Paesi sono stati teatro di guerra. Oltre ai conflitti armati, tra le cause di emigrazione forzata ci sono «carenze alimentari, inflazione ed emergenza climatica». Ogni tre persone che hanno lasciato la propria casa nel 2021, perché in pericolo di vita, almeno due scappavano dalla guerra in Siria (6,8 milioni), dalla povertà del Venezuela (4,6 milioni), dalla violenza dei taleban in Afghanistan (2,4), o dai conflitti e dalle persecuzioni in Sud Sudan (2,4) e Myanmar (1,2). Se i minori costituiscono il 30% della popolazione mondiale, il 42% della popolazione globale che fugge è composta da bambini e ragazzi fino ai 17 anni. Tra i rifugiati su scala globale, 3,8 milioni sono accolti nella Turchia di Recep Tayyip Erdogan, che più di una volta ne ha fatto arma politica contro l' Europa. Mentre il Libano risulta essere il Paese che ha accolto il numero più elevato di rifugiati pro capite, 1 ogni 8 cittadini libanesi. Il 72% del totale, invece, compresi i rifugiati, venezuelani, è accolto in Paesi confinanti con scarse risorse. Dunque, l' incremento costante delle fughe supera le soluzioni a disposizione dei migranti. Dai dati del report, però, in uno scenario estremamente cupo, anche qualche barlume di speranza. «Mentre registriamo sgomenti il succedersi di nuovi esodi forzati - ha dichiarato l' Alto commissario dell' Onu per i rifugiati, Filippo Grandi - dobbiamo riconoscere gli esempi di quei Paesi che lavorano insieme per individuare opportunità a favore di chi fugge». Il numero di rifugiati e di sfollati interni che hanno fatto ritorno a casa nel 2021, infatti, è aumentato, tornando ai livelli pre-pandemia, «con un incremento del 71% dei casi di rimpatrio volontario». Quasi sei milioni di persone «hanno fatto ritorno ai propri Paesi di origine nel 2021», e 57.500 rifugiati sono stati reinsediati, due terzi in più rispetto al 2020. (Agnese Palmucci - Avvenire)  

Nei crocevia della storia: ieri il Colloquio sulle Migrazioni del Centro Astalli

15 Giugno 2022 -  Roma – “Credo che i rifugiati siano storicamente uno dei fenomeni più comuni e costanti delle vicende umane. Basta scorrere le prime pagine della Bibbia per rendersene conto. Quindi non è qualcosa di straordinario. Straordinarie sono invece le cause che lo provocano e le risposte che si danno per gestirlo”. Lo ha detto ieri pomeriggio il Segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, monsignor Paul Richard Gallagher, intervenuto al Colloquio sulle Migrazioni promosso dal Centro Astalli sul tema “Con i rifugiati ai crocevia della storia” in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato che si celebra il prossimo 20 giugno. All’incontro, moderato dal direttore di Avvenire. Marco Tarquinio, è intervenuta anche la politologa Nadia Urbinati. Ad introdurre i lavori il presidente del Centro Astalli, p. Camillo Ripamonti, che ha sottolineato “come milioni di persone in fuga, a cavallo di confini, ci dicono che proprio lì siamo di fronte a snodi centrali per il futuro”.  Per mons. Gallegher “abbiamo un bisogno urgente di trovare vie legali per evitare abusi e sfruttamento ma anche di porre le basi per politiche che non costringano più le popolazioni a lasciare la loro terra e anzi favoriscano la permanenza e la possibilità, non imposta, di restare.

Centro Astalli: domani Colloquio sulle Migrazioni

13 Giugno 2022 - Roma - “Con i rifugiati ai crocevia della Storia”: questo il tema del Colloquio sulle migrazioni, promosso dal Centro Astalli, che si svolgerà domani, martedì 14 giugno, all’Università Gregoriana a Roma, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato che si celebra il 20 giugno. All’incontro interverranno la politologa Nadia Urbinati e mons. Richard Paul Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato della Santa Sede moderati da Marco Tarquinio, Direttore del quotidiano “Avvenire”. P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, sottolinea la particolare rilevanza che ha in questo momento celebrare la Giornata Mondiale del Rifugiato per tenere alta l’attenzione sul tema dei migranti e sulle loro storie sempre più trascurate da politiche e narrazioni emergenziali. “I rifugiati, vengono ridotti sempre più a flussi migratori, statistiche, numeri senza nome e senza volto, al fine di allontanarli dalla sensibilità e dall’incontro con i cittadini europei. Siamo convinti che l’unico futuro possibile è un futuro comune. Oggi accompagnare i rifugiati ed essere con loro ai crocevia della Storia è il modo più pieno di vivere la nostra cittadinanza”.

Vescovi cattolici e anglicani di Francia e Regno Unito per migranti di Calais: “sono nostri fratelli e meritano di essere aiutati”

21 Giugno 2021 - Roma - Dal nord e dal sud della Manica, sei vescovi cattolici e anglicani di Francia e Regno Unito, da Dover a Calais, hanno unito le voci pubblicando una dichiarazione comune in occasione della Giornata mondiale del rifugiato delle Nazioni Unite, che si è celebrata ieri. I migranti, scrivono nel testo pubblicato sul sito della diocesi di Lille e ripreso dal Sir, “sono nostri fratelli e sorelle in umanità e meritano di essere aiutati a trovare luoghi dove possano vivere con dignità e contribuire alla società civile”. Questo nuovo appello a favore dei rifugiati arriva a pochi giorni dal salvataggio di 80 migranti da parte dei servizi francesi mentre tentavano di attraversare la Manica. Secondo l’Afp, nel 2020 si sono verificati più di 9.500 tentativi di questo tipo per raggiungere il Regno Unito, quattro volte di più rispetto al 2019. A marzo, il vescovo di Arras (Calais), mons. Olivier Leborgne, si era unito, a Véronique Fayet, presidente del Secours Catholique, per denunciare la gravissima situazione dei migranti a Calais in attesa di attraversare il canale. Lanciando un appello a “porre fine alla negazione della realtà” e creare una vera base umanitaria. Appello al quale poi hanno aderito i vescovi inglesi e francesi per la Giornata mondiale del rifugiato. “Con tristezza osserviamo la mancanza di speranza che spinge le persone in difficoltà a essere sfruttate dai trafficanti e ad aumentare così i profitti del loro commercio illegale. Siamo incoraggiati da tutti coloro che, indipendentemente dal loro credo religioso, offrono generosamente sostegno finanziario e materiale, tempo e capacità, riparo e alloggio. Queste persone ignorano la retorica del pregiudizio e della paura che impedisce la creazione di nuove politiche costruttive e alternative alla chiusura delle frontiere e al rafforzamento della sicurezza. Le storie di tutti dovrebbero essere ascoltate prima di prendere decisioni sul loro futuro. Esortiamo tutti coloro che si riuniscono nei luoghi di culto lungo i confini degli Stati europei a pregare e a offrire un migliore trattamento a tutte le donne, gli uomini e i bambini vulnerabili. Noi, incoraggiamo gli abitanti delle nostre regioni a creare un clima di accoglienza e comprensione per questi esuli che condividono speranze e bisogni di tutta l’umanità”. A firmare l’appello sono i vescovi cattolici mons. Lode Aerts (Bruges), mons. Olivier Leborgne (Arras),  mons. Laurent Ulrich (Lille), mons. John Wilson (Southwark) e i vescovi anglicani Rose Hudson Wilkin (Dover), Robert Innes (Gibilterra in Europa).  

Scalabriniane: anche l’esperienza di Dante Alighieri insegna l’importanza delle “porte aperte”

21 Giugno 2021 -
Roma - “Settecento anni. Tanti sono passati dalla morte di Dante Alighieri, il poeta della Divina Commedia. Dante era un rifugiato, e questo suo essere esule ricorda tutti quei rifugiati che ancora oggi sono costretti a muoversi da una parte all’altra del mondo. Per l’edizione 2021 della Giornata mondiale del rifugiato - che si è celebrata ieri - ricordiamo anche attraverso lui, padre della lingua italiana, quelle tantissime persone che chiedono aiuto e vengono accolte”. E’ quanto afferma in una nota suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale delle Suore Scalabriniane: “davanti a un particolare contesto dell’epoca, Dante trovò ospitalità all’estero, fuggendo praticamente per larga parte della sua vita". Dall’esilio iniziò a scrivere i canti di Inferno, Purgatorio e Paradiso, producendo "un’arte senza tempo. Se non ci fosse stata l’accoglienza forse non avremmo mai avuto una delle opere letterarie più belle e straordinarie. La vita di Dante ci conferma che aprire le porte ai rifugiati e coloro i quali migrano è un gesto, che un giorno potrebbe renderci testimoni di storie integrate, potremmo incontrare uno scrittore che ha abitato l'esilio".

Vescovi Argentina: dall’esperienza della pandemia nasca un nuovo modo di prendersi cura di migranti e rifugiati

21 Giugno 2021 - Buenos Aires - “E’ passato più di un anno dall'inizio della crisi globale causata dalla pandemia di Covid-19 che ha colpito tutta l'umanità. È passato più di un anno da quando le persone più colpite sono state quelle che si trovano in situazioni vulnerabili, come rifugiati e migranti, in particolare donne, bambini e adolescenti” ricorda la Commissione episcopale per i migranti e gli itineranti della Conferenza Episcopale Argentina che, in occasione della Giornata mondiale dei rifugiati che si è celebrata iewri  “vuole rendere visibile la situazione di milioni di rifugiati che sono costretti a lasciare le loro case e i loro affetti, a causa dei conflitti armati, della violenza e delle persecuzioni a cui sono sottoposti nei loro paesi d'origine”. Nel messaggio, riferisce l’Agenzia Fides, si ricorda che almeno 79,5 milioni di persone in tutto il mondo sono state costrette a fuggire dalle loro case. Tra questi ci sono quasi 26 milioni di persone come rifugiati, più della metà delle quali ha meno di 18 anni. “La pandemia, che ha messo a nudo la nostra vulnerabilità globale, è un'opportunità per reinventare una nuova modalità di prendersi cura di loro” prosegue il testo. “Ciò significa che la nostra collaborazione/servizio ai rifugiati si deve collegare sempre più ai loro sogni e progetti come persone. E’ necessario che le nostre mani, le nostre comunità ecclesiali, le nostre società diventino l'espressione sensibile e concreta dell'accoglienza, dell'ospitalità, della fraternità”. Infine il messaggio invita a chiedere a Dio, con la preghiera di Papa Francesco, che migranti e rifugiati abbiano ampio accesso ai diritti della salute, dell'alloggio, dell'istruzione e del lavoro.

Mattarella: la protezione della vita umana e il salvataggio dei profughi sono impegni cui la Repubblica Italiana non si è mai sottratta

20 Giugno 2021 -
Roma  - "Il diritto internazionale prevede protezione per coloro che sono costretti ad abbandonare la propria casa e il proprio Paese in ragione di conflitti, persecuzioni, condizioni climatiche, calamità naturali e carestie". Lo ha ricordato questa mattina il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una dichiarazione in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato. Il Capo dello Stato ha ricordato gli oltre 80 milioni di persone in fuga, secondo l’Alto Commissario delle Nazioni Unite che, ad oggi, si trova a proteggere quasi 100 milioni di individui. La Giornata  - ha detto Mattarella - impone una riflessione per rendere effettivo l’esercizio di questa responsabilità internazionale. Storie individuali e di popoli, anche geograficamente vicini, fanno appello al nostro senso di solidarietà, ancorato ad alti doveri morali e giuridici". Per il presidente della Repubblica Italiana "la protezione della vita umana, il salvataggio dei profughi, il sostegno ai sofferenti nelle crisi umanitarie, l’accoglienza dei più vulnerabili, sono impegni cui la Repubblica Italiana, in collaborazione con l’Unione Europea e le organizzazioni internazionali, non si è mai sottratta, anche nei tempi recenti segnati dalla pandemia". Da qui il ringraziamento "sentito" alle donne e agli uomini delle "varie amministrazioni che, con dedizione e spirito di servizio, assicurano quotidianamente l’operatività della protezione internazionale". E poi il ricordo della "generosità con cui privati cittadini, organizzazioni della società civile e istituzioni religiose si prodigano nel nostro Paese per assistere i rifugiati, anche promuovendo esperienze innovative quali i corridoi umanitari, significativo esempio in materia di accoglienza a livello europeo". (Raffaele Iaria)
 

Papa Francesco: aprire “il nostro cuore ai rifugiati” facendo “nostre le loro tristezze e le loro gioie”

20 Giugno 2021 - Città del Vaticano - Oggi si celebra la Giornata Mondiale del Rifugiato, promossa dalle Nazioni Unite, sul tema “Insieme possiamo fare la differenza”. Lo ha ricordato, questa mattina, al termine della preghiera dell'Angelus, papa Francesco che ha invitato ad aprire "il nostro cuore ai rifugiati; facciamo - ha detto - nostre le loro tristezze e le loro gioie; impariamo dalla loro coraggiosa resilienza! E così, tutti insieme, faremo crescere una comunità più umana, una sola grande famiglia". Il papa ha anche parlato del Myanmar unendosi ai vescovi di quel Paese  che la scorsa settimana hanno lanciato un appello "richiamando all’attenzione del mondo intero l’esperienza straziante di migliaia di persone che in quel Paese sono sfollate e stanno morendo di fame", ha detto il papa citando anche parole "'Noi supplichiamo con tutta la gentilezza di permettere corridoi umanitari' e che 'chiese, pagode, monasteri, moschee, templi, come pure scuole e ospedali' siano rispettati come luoghi neutrali di rifugio". "Che il Cuore di Cristo tocchi i cuori di tutti portando pace nel Myanmar!", è stata la preghiera del Pontefice. (R.Iaria)

Migrantes Modena-Nonantola: garantire i diritti di tutti

20 Giugno 2021 -

Modena - Oltre alle parole, sono i numeri ad essere stanchi. Nel 2018, sulla Preda ringadora, abbiamo letto i nomi di oltre 34.000 persone morte in mare per sfuggire alle torture, alle guerre e alle violenze. Nel 2019 abbiamo coperto la piazza di scarpe. Ma è almeno dal 2013, dalla “più grande tragedia in mare” accaduta a Lampedusa, che la nostra città è percorsa da testimonianze, da giovani che vanno sul posto (a Lampedusa), da veglie funebri in memoria, mostre fotografiche… Ma alla “più grande” ne succede un’altra ancora “più grande”, senza che si possa intravedere quale sarà l’ultima. Non sappiamo più come dirlo che un mondo con 80 milioni di persone costrette a fuggire dalla propria casa, separati dai famigliari, dagli amici, dalla comunità, non è più sostenibile, 80.000.000 di volti con un nome e un cognome. La maggior parte dei quali sfollati interni, situazioni incancrenite come in Palestina o andate fuori controllo come in Colombia. Una realtà, quella dei rifugiati, talmente vasta che non rientra nelle categorie tradizionali del bene e del male. Non è proprio sostenibile, schiaccia il minimo di senso di umanità che alberga in ogni essere umano. L’unica cosa che rimane è la non rassegnazione, il non abituarsi alla violenza sui rifugiati ed alla morte dei rifugiati, per mare, per terra, attraverso i confini. Con mentetestarda (testardamente), in direzione ostinata e contraria, anche quest’anno saremo alle 18 di oggi nella piazza principale della città, «Garantire diritti e accoglienza» piazza Grande, per la Giornata mondiale del rifugiato. Lo facciamo in buona compagnia. Tanti dicono che deve intervenire l’Europa: bene! Raccogliamo anche a Modena l’appello del comitato nazionale di #ioaccolgo: «Per un nuovo Patto europeo per i diritti e l’accoglienza». Lo facciamo con le parole del cardinale Pietro Parolin che ancora echeggiano nella preghiera in memoria dei migranti che perdono la vita nelle rotte verso l’Europa, promossa il 15 giugno: «Morire di Speranza». Lo facciamo insieme alle tante iniziative promosse nel nostro Paese dall’Unhcr, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Lo facciamo insieme alle persone e alle famiglie che qui a Modena, nonostante tutto, sono rimaste aperte all’accoglienza dei migranti ed in particolare col progetto «WelcHome» e i «Corridoi umanitari». Lo facciamo con i nostri fratelli e sorelle immigrati a Modena che trepidano di preoccupazione per quello che succede ai famigliari e agli amici nei loro Paesi di origine. Lo facciamo con la testimonianza di Ebrima Kuyateh, che insieme a Giulia Bassoli ha fissato in un libro dal titolo "Io e i miei piedi nudi" (edito nella collana "Testimonianze e esperienze delle Migrazioni" curata dalla Fondazione Migrantes, ndr) la sua esperienza di migrante accolto a Modena, pubblicazione presentata venerdì sera in Vescovado a Carpi alla presenza del vescovo, mons. Erio Castellucci. Era il gennaio del 2019 quando, esaminando i resti di uno degli ennesimi naufragi, in un sacco contenente i resti di un ragazzo africano venne trovato un plico con la sua pagella, cucito agli indumenti. Qualcuno ha detto che portava quel documento per dimostrare la sua serietà. Carissimo migrante-ignoto, senza nemmeno la consolazione di un monumento a piedi del quale venirti a piangere, non devi dimostrare proprio niente. Siamo noi che dobbiamo verificare se siamo ancora umani. Fino a quando? (Giorgio Bonini - direttore Migrantes Modena-Nonantola)

La Giornata Mondiale del Rifugiato

18 Giugno 2021 -
Roma - La Giornata Mondiale del Rifugiato che si celebra il 20 giugno, è stata istituita dall’ONU nel 2000 per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione di migliaia di uomini, donne e bambini costretti a lasciare il proprio paese e i propri affetti per colpa di guerre, catastrofi, fame e persecuzioni. L’Agenzia ONU per i rifugiati, l’UNHCR, riporta che nella prima metà del 2020 i profughi e i richiedenti asilo nel mondo hanno raggiunto la cifra record di quasi 80 milioni, quasi l’1% della popolazione. Ma cosa si intende per rifugiato? Si tratta di una particolare categoria di migranti a cui viene riconosciuta una speciale protezione internazionale secondo quanto riportato dall’articolo 1 della Convenzione di Ginevra. Non tutti quelli che arrivano sulle nostre coste sono quindi considerati rifugiati. Per ricevere questo speciale status infatti è necessario fare richiesta d’asilo che deve essere accettata da un’apposita commissione territoriale. Attraverso un colloquio preliminare con il candidato la commissione deve capire se è meritevole di una qualche forma di protezione: internazionale (status di rifugiato), sussidiaria o per casi speciali. Dei circa 18.000 migranti che sono sbarcati sulle nostre coste nei giorni scorsi, come riportano i dati del Viminale, solo ad una piccola parte verrà riconosciuto lo status di rifugiato.
I dati Eurostat riportano che nel 2020 l'Italia ha registrato un incremento del numero dei dinieghi che sono circa il 70% delle decisioni totali: 10 punti sopra la media europea. La difficoltà nell'assegnare questa speciale protezione a chi arriva nel nostro paese risiede nel fatto che non viene riconosciuta a chi proviene da paesi in “pace” o stabili economicamente e socialmente. E’ la difficile situazione che Sophia Impresa Sociale - nata a Roma nel 2013 per opera di tre giovani italiani e un rifugiato politico - ha potuto conoscere ascoltando le testimonianze dei giovani migranti sostenuti in questi anni. “Lasciati a loro stessi i giovani che arrivano in Italia non riescono ad integrarsi”, spiega Marco presidente di Sophia. “Ottenere lo status di rifugiato è difficile e molti finiscono vittime di spirali negative che li portano ai margini della società. Proprio per questo noi offriamo sostegno ai giovani migranti indipendemente dal loro status di partenza, creando progetti che abbracciano ogni aspetto di una reale integrazione: formazione professionale, corsi di lingua e sostegno sanitario, legale e psicologico”. (Alessio Mirtini)

Consiglio d’Europa e Ue per proteggere i diritti alle frontiere

18 Giugno 2021 - Roma - Consiglio d’Europa e Agenzia dell’Ue per i diritti fondamentali (Fra) insieme stanno preparando una pubblicazione su “Standard europei sui ricorsi legali, meccanismi di denuncia e indagini efficaci alle frontiere”. Il documento servirà per “definire gli standard dei diritti umani, derivanti sia dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo che dal diritto dell’Ue”, spiega una nota del Consiglio nella Giornata mondiale del rifugiato. Il testo indicherà anche le strade da percorrere efficacemente in caso di violazioni, oltre che i meccanismi di denuncia e gli obblighi di indagini su presunte violazioni. “Ci auguriamo che questo strumento consenta agli Stati membri di accedere a una panoramica completa degli standard europei” nel momento critico in cui migranti, rifugiati e richiedenti asilo attraversano le frontiere, ha auspicato lo speciale rappresentante del segretario generale per la migrazione e i rifugiati, Drahoslav Štefánek. Per il direttore della Agenzia Ue Michael O’Flaherty, “ognuno ha diritto a un ricorso effettivo e a un processo equo” e i Paesi devono “garantire l’accesso alla giustizia per le persone i cui diritti sono stati violati”. Le due istituzioni hanno già pubblicato un precedente documento su “Diritti fondamentali dei rifugiati, dei richiedenti asilo e dei migranti alle frontiere europee”.    

Migrantes Messina: senza protezione dalla parte di chi fugge

18 Giugno 2021 - Messina – Domani, 19 giugno, nella diocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela celebreremo la Giornata Mondiale del Rifugiato indetta dall’ONU; ci ritroveremo nella Chiesa di Sant’Elia (Via S. Elia, 45 - Messina), centro diocesano per la pastorale delle migrazioni, per pregare e riflettere sul fenomeno delle migrazioni forzate e sul dramma di tante persone costrette a scappare in cerca di protezione. Con la celebrazione eucaristica, presieduta dal Vescovo ausiliare mons. Cesare Di Pietro, affideremo al Signore la vita di questi nostri fratelli e pregheremo affinché la comunità internazionale prenda a cuore la loro condizione, individuando percorsi e fornendo mezzi per assicurare loro la protezione di cui hanno bisogno, una condizione dignitosa e un futuro di speranza. Invece, purtroppo, le politiche e le misure attuate sono orientate a bloccare il loro movimento, delegando spesso ad altri Stati, situati nelle regioni più vicine alle aree in guerra, la responsabilità dell’accoglienza delle persone bisognose di protezione. L’accordo EU-Turchia ha intrappolato migliaia di rifugiati in condizioni disumane sulle isole greche. I governi europei sono complici della violenza e dell’abuso di rifugiati al confine con la Croazia. L’Italia e altri governi europei hanno alzato un muro esternalizzando il controllo delle frontiere e permettendo la detenzione, la tortura e lo sfruttamento dei migranti rimandati in Libia. Le Ong che cercano di salvare la vita delle persone che attraversano il Mar Mediterraneo e il Mar Egeo si trovano a fronteggiare intimidazioni e azioni legali. Una situazione inaccettabile e vergognosa che mette a rischio la vita di tante persone e non rende possibile il diritto alla richiesta di protezione. La Giornata sarà anche l’occasione per presentare il progetto dei Corridoi Universitari per Rifugiati, che accoglierà, presso l’Università degli Studi di Messina, due studenti provenienti dai campi profughi dell’Etiopia. L’Arcidiocesi, assieme ad altri partner locali, accompagnerà gli studenti e li sosterrà attivamente durante il processo di integrazione nella comunità locale, in collaborazione con l’Università. La partecipazione alla celebrazione nella chiesa di Sant’Elia, a causa delle restrizioni sanitarie, è consentita solo a 52 fedeli, già individuati tra migranti, organismi ecclesiali e aggregazioni laicali. Alle parrocchie raccomandiamo di ricordare, durante le celebrazioni, il dramma dei rifugiati e dedicare loro un’intenzione nella “preghiera dei fedeli”. (Migrantes Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela)      

Le Chiese europee per i migranti

18 Giugno 2021 - Ginevra - Informazioni, materiali liturgici consistenti in preghiere, canti e meditazioni, proposte di azione e riferimenti bibliografici, con l’aggiunta anche di alcune fotografie che ritraggono alcuni luoghi simbolo come un cimitero improvvisato al confine greco-turco e quello di Lampedusa. È quanto contenuto in un documento congiunto inviato da Conferenza delle Chiese europee (Kek) e Commissione delle Chiese per i migranti in Europa (Ccme) per esortare le Chiese membro a celebrare la Giornata mondiale del rifugiato, in programma il 20 giugno, commemorando in particolare le migliaia di persone morte nel tentativo di trovare un futuro nel vecchio continente. Nel ricordo dell’iniziati - va di una «Giornata di intercessione in memoria di coloro che hanno perso le loro vite ai confini dell’Europa» istituita nel 2009 dalla Kek riunita a Lione: un impegno poi ripreso anche dalle successive assemblee di Budapest (2013) e Novi Sad (2018) dove si è sottolineata la necessità per il continente europeo di fare sempre di più per chi ha sacrificato l’esistenza in cerca di un mondo migliore, un continente invitato nel documento “a essere più umano”. Come Chiese e cristiani, è scritto nel documento, «la nostra chiamata divina è quella di essere testimoni e servitori della risurrezione e di una nuova vita in giustizia e pace per tutti, indipendentemente dall’etnia, dalla nazionalità o dalla religione. Ricordiamo insieme coloro che sono morti vicino ai nostri confini, cercando salvezza dalla violenza, dalla guerra o dalla disperazione economica. Condividiamo il nostro dolore nella preghiera». Nel testo sono presenti specifiche riflessioni tra cui un’analisi dell’importanza del ricordo, del “fare memoria” in una prospettiva biblica, che è «molto più di un esercizio mentale. È un riconoscimento che può sia portare che derivare da un’azione appropriata». La commemorazione, si legge in un altro passaggio, è la risposta attuata per risvegliare le coscienze e accrescere la consapevolezza delle persone, per suscitare una reazione positiva, attiva, che in nome della giustizia, del rispetto della dignità delle persone, prevenga future perdite umane. A tal proposito vengono citate le iniziative realizzate in vari Paesi dalle diverse Chiese, come quella evangelica in Germania (Ekd), le comunità di fede finlandesi, il Consiglio delle Chiese cristiane svedesi e la Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei), di cui vengono ricordati gli appelli alla comunità internazionale e ai governi e le varie collaborazioni di solidarietà con le organizzazioni umanitarie impegnate nelle attività di soccorso e salvataggio in mare. Commentando i dati sui morti degli ultimi tre decenni, il documento rimarca come la migrazione non sia «un peccato, ma molti continuano a descriverla come una minaccia per le comunità europee» con i rischi connessi alla propaganda di alcuni movimenti populisti contro i profughi. Alcuni leader, viene osservato, usano apertamente discorsi d’odio, contribuendo a diffondere «un’immagine negativa del fenomeno, dando nomi disumanizzanti a migranti e rifugiati, ricordando che “l’Europa è piena”», e spingendo l’acceleratore su campagne contro i cosiddetti migranti illegali presenti sul loro territorio. «Tali dichiarazioni — lamentano gli estensori del testo — creano stereotipi che si diffondono in modo crescente tra i cittadini europei, e possono portare ad abusi e atti violenti contro rifugiati e migranti». (Osservatore Romano)  

Viminale: quasi 11mila le richieste di asilo in Italia nel 2020

20 Giugno 2020 -   Roma - Sono quasi 11mila (10.972) le richieste di asilo presentate all'Italia dal 1° gennaio al 12 giugno 2020. Le principali aree geografiche di provenienza dei richiedenti sono l'Asia (40%), l'Africa (37%, l'America (17% e l'Europa (6%). Lo rende noto oggi il Ministero degli Interni in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato. La classifica dei Paesi d'origine vede in testa il Pakistan con il 18% delle domande e la Nigeria con il 10%. Il 76% dei richiedenti nel periodo considerato sono uomini, il 24% donne. La maggior parte di loro (62%) ha un'età compresa tra i 18 e i 34 anni, il 13% sono bambini da 0 a 13 anni, il 3% ragazzi minorenni dai 14 ai 17. Dal 1° gennaio 2020, tenuto conto delle limitazioni imposte nella fase acuta dell'emergenza Covid-19, la Commissione nazionale per il diritto di asilo ha adottato 21.144 decisionim si legge nella nota del Viminale. I numeri della Commissione “rispecchiano quanto ad aree e Paesi di provenienza quelli dell'anno precedente, nel quale le domande sono state in tutto 43.783, confermando Pakistan (20%) e Nigeria (8%) in cima alla lista dei Paesi d'origine”. A livello globale il fenomeno dei rifugiati risulta in aumento, secondo i numeri del rapporto annuale Global Trends pubblicato dall'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unchr). Alla fine del 2019 risultavano 79,5 milioni le persone in fuga nel mondo: il dato più alto registrato finora dall'Agenzia, che ha lanciato la campagna di sensibilizzazione #WithRefugees. L'Italia – spiega il Ministero degli Interni - si conferma tra i Paesi più attivi nei programmi di reinsediamento, portato avanti con l'Unhcr. Dal 2015 a oggi, secondo i dati del dipartimento per le Libertà civili e l'Immigrazione, sono stati reinsediati in Italia 2.510 rifugiati e per le annualità 2020-2021 è previsto un contributo aggiuntivo pari a 700 persone. Per molti rifugiati questo continua a rappresentare uno "strumento salvavita", spiegano Unhcr e OIM, sottolineando il divario tra il numero di rifugiati che hanno bisogno di accedere al reinsediamento e i posti messi a disposizione dai governi, con l'appello affinché anche altri Paesi partecipino ai programmi.  

Migrantes Cerignola – Ascoli Satriano: parte il progetto “co-happiness felici e sicuri nella comunità”

20 Giugno 2020 - Cerignola – In occasione della Giornata mondiale del rifugiato gli uffici Migrantes e pastorale familiare della diocesi di Cerignola-Ascoli-Satriano raccolgono l’appello del segretario generale della Cei, mons. Stefano Russo: “Nessun cristiano dimentichi i luoghi del dolore” e propongono un percorso formativo sul tema dell’abuso e dei maltrattamenti sui minori attraverso un progetto educativo “co-happiness felici e sicuri nella comunità” pensato e realizzato assieme all’Associazione di Volontariato “S. Giuseppe Onlus” che si avvale della partnership di alcune associazioni europee. Uno di questi luoghi è la “nazione dei profughi” con tutto il carico di sofferenza dei bambini: 79,5 milioni di persone, più di quanti la storia delle Nazioni Unite ne abbia mai conosciuti. Il doppio di quanti se ne contavano nel 2010. Soprattutto è una nazione errante fatta di bambini, fino a 34 milioni, più degli abitanti di Australia, Danimarca e Mongolia messe insieme. A volerli mettere in fila indiana si coprirebbe per due volte la circonferenza del nostro pianeta.