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GMMR, Lamorgese: occorrono “politiche mirate a promuovere l’inclusione dei migranti e dei rifugiati”

25 Settembre 2022 - Roma - “Come ricordato da papa Francesco, siamo chiamati alla costruzione di un nuovo progetto di comunità globale da cui nessuno deve essere escluso, perché tutti possono contribuire alla crescita dell’Umanità. In tale prospettiva occorre definire adeguate strategie di governo del complesso fenomeno della migrazione di popoli in fuga da guerre, persecuzioni, calamità naturali e da condizioni di vita di estrema povertà”. Lo scrive il Ministro  dell’Interno Luciana Lamorgese in un messaggio inviato alla Fondazione Migrantes in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Per affrontare questa “sfida epocale – ha aggiunto Lamorgese – è necessario orientare l’azione politica in un’ottica di collaborazione con altri Stati, operando nella cornice delle politiche comunitarie e promuovendo partenariati con i paesi di origine e di transito dei migranti, al fine di sviluppare meccanismi virtuosi in grado di incidere sulle cause delle migrazioni”.  Per Lamorgese occorrono “politiche mirate a promuovere l’inclusione dei migranti e dei rifugiati, favorendone la piena partecipazione alla vita sociale, economica e culturale del Paese. Tale approccio – conclude – riconoscendo la ricchezza della diversità e l’apporto che i migranti e i rifugiati possono assicurare alla crescita del paese, valorizza la migrazione come opportunità e potrà porre le basi per costruire una società coesa e sicura in cui tutti possono vivere in pace e dignità”.

GMMR: una rete di inclusione nelle diocesi italiane attraverso gli uffici Migrantes

25 Settembre 2022 - Roma - Nata nel 1914 come Giornata Nazionale dell’Emigrante in segno di vicinanza e attenzione agli emigranti italiani che cercavano fortuna all’estero oggi questa giornata – che ha preso il nome di Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato - si celebra a livello mondiale e rappresenta una occasione per mettere al centro il tema di coloro che, per varie ragioni, lasciano il loro Paese per un luogo e per una vita più dignitosa fuggendo da guerre che imperversano nel mondo. Si tratta di 280 milioni di persone che si sono messe in cammino. Oggi in Italia sono oltre cinque milioni i migranti presenti. Altrettanti sono gli italiani residenti all’estero. Con loro – ha detto il presidente della Fondazione Migrantes, l’arcivescovo Gian Carlo Perego, «siamo chiamati a rigenerare le città, l’Italia, l’Europa, sempre più stanche, abitate da anziani, spopolate, coniugando i quattro verbi che caratterizzano le tappe del cammino delle persone e le soste: accogliere, tutelare, promuovere, integrare». Alessane ha 16 anni quando decide di lasciare la Libia per partire verso l’Italia. Prima cinque giorni nel deserto del Sahara, poi un mese di prigione. 20 compagni uccisi senza una ragione. Evasi dal carcere, due giorni di cammino per raggiungere Tripoli, ci racconta il direttore Migrantes di Andria, don Geremia Acri. «Non augurerei mai a nessuno quel viaggio, si può solo morire o soffrire. Ho visto uomini sparare nel fianco di altri uomini che volevano solo tenere con sé una borsa, bambini trucidati senza pietà», racconta Alessene, che insieme a Muhammad, originario del Pakistan e Gabriel originario del Niger partito con la sorella morta durante il viaggio, sono oggi ospiti della casa d’accoglienza “S. Maria Goretti” della Migrantes pugliese. «Ho pensato di morire anche io, di dolore e di tormento, mentre mia sorella si spegneva tra le mie braccia. È stata lei a dirmi: Vai e continua il nostro viaggio, il mio finisce qui». «Oltre all’accoglienza la vera integrazione è l’inserimento lavorativo e l’autonomia abitativa» evidenzia don Geremia. Da circa cinque anni grazie anche al contributo dell’8xmille della Chiesa Cattolica attraverso la Fondazione Migrantes è stato possibile avviare i laboratori della “Tèranga”: un ristorante, un orto e una sartoria sociale che supportano il fabbisogno delle case famiglie gestite dalla Migrantes e che accolgono questi giovani. In sartoria sono state realizzate manufatti cuciti a mano, che sono arrivati nelle case di centinaia di persone in tutta Italia da nord a sud. Prodotti apprezzati per regali e occasioni festive. E durante la pandemia la produzione di mascherine commissionate dalla Fondazione Migrantes e distribuite in varie località d’Italia soprattutto ai tanti costretti a vivere per strada. «Il creare opportunità lavorative da parte della comunità ecclesiale diventa uno strumento per ridare dignità e rendere libero l’individuo», spiega il sacerdote evidenziando che il lavorare insieme, all’interno dei laboratori, ha permesso a diversi migranti di ritrovare quella forza e quel coraggio per «riunire quei frammenti di Sé, ripensando e orientando il proprio progetto di autonomia sociale e lavorativa. Il  Covid-19 prima e la guerra in atto ora ci hanno tolto tanto, ma altresì ci hanno messo sotto gli occhi l’essenziale, finora invisibile». A livello nazionale la Giornata si celebrerà, quest’anno, in Sardegna: nella cattedrale di Iglesias questa mattina alle ore 11, la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo mons. Giovanni Paolo Zedda, delegato Migrantes della Conferenza Episcopale Sarda e concelebrata dal direttore regionale Migrantes p. Stefano Messina che accompagnerà una rappresentanza di migranti che animeranno la liturgia.

Mons. Ambarus: il processo di integrazione richiede il “con”

25 Settembre 2022 - Roma - Celebriamo oggi la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Un appuntamento al centro della nostra preghiera e della nostra fraternità di cristiani, in favore di un' umanità tra le più fragili dei nostri tempi. Va evitato un pericolo latente nel celebrare questa Giornata. Non si tratta solo di "categoria" di persone che ha un' esistenza che si caratterizza per una "mano vuota e tesa", per elemosinare. Essi sono molto di più. I migranti e i rifugiati si sono dovuti svuotare della maggior parte del loro bagaglio umano: relazionale, affettivo e materiale. Hanno dovuto lasciare dietro di sé tutti i legami familiari del Paese di origine, strapparsi da amici, spose o sposi, genitori o figli; hanno lasciato quel poco di ricchezza materiale che avevano nel proprio Paese, casa, oggetti ricordo, terre che sono impresse nel loro animo, abitudini culturali. Hanno vissuto un abbandono: la loro valigia, il loro zaino è diventato la loro casa. A noi, dopo un po' di giorni fuori casa, lontano dal nostro habitat, dalla nostra città, ci può capitare di dire: mi mancano le mie cose, la mia stanza, le comodità. Ecco, ai migranti e rifugiati manca tutto, sono vuoti e svuotati da tutto ciò che significa quotidianità. Però i migranti e i rifugiati non sono semplicemente questo. Non sono coloro che noi possiamo definire "i mancanti"; essi sono anche i "sanamente affamati di vita", di relazioni, di affetti. Hanno una grinta e un' energia di vita molto alta che si può intuire meglio quando si fa esperienza di vicinanza con loro. Nella nostra città abita un numero significativo di stranieri, migranti o rifugiati. Sono qui in mezzo a noi e chiedono a tutti noi di non relegarli in "uno stato di minorità", culturale o religiosa. Desiderano e ci chiedono di condividere la vita, prendendo da loro tutta la ricchezza umana, spirituale e culturale di cui sono portatori. Mi raccontava un rifugiato che un giorno è entrato in una chiesa per pregare; alcune persone presenti lo hanno visto e, pensando di fare un atto di gentilezza e accoglienza nei suoi confronti, gli hanno detto: «La Caritas parrocchiale è aperta domani mattina!». E lui, con stupore e una certa tristezza, ha risposto: «Ero venuto solo per pregare un po'». Il messaggio del Papa per la giornata di quest' anno ha come titolo: "Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati". Costruire insieme con loro e non soltanto "per" loro; costruire il futuro di tutti noi. Le vulnerabilità delle persone non sono totalizzanti; nessuno di noi accetta di essere definito solo per una parte, un settore della propria vita. I migranti vanno inclusi come protagonisti attivi nelle nostre parrocchie e comunità. Sogno il giorno in cui i gruppi di carità, catechesi, oratorio avranno tra i loro membri persone di varie nazionalità e varie lingue; in cui gli stranieri, i migranti diventeranno soggetti attivi, operando per far cogliere al meglio le differenze culturali, agenti di mediazione linguistica, sentendo come casa le nostre parrocchie e i nostri spazi ecclesiali. Vogliamo accelerare il processo di integrazione? Vogliamo dare gambe di quotidianità alla verità liturgica celebrata che ci dice che l' unico popolo di Dio è formato dai popoli del mondo? Attingiamo dalla ricchezza della loro esperienza, perché abbiamo tanto da imparare per la nostra vita. Superiamo insieme la logica che pensa solo a fare qualcosa per loro. Ecco la grande sfida: abbandonare sempre di più il "per" e passare al "con" loro. Questa prassi, se diventa una prassi di tutti i membri della Chiesa, è l' azione profetica di cui ha bisogno il nostro tempo: tutti i popoli formano il popolo di Dio e tutti insieme siamo i costruttori del Regno di Dio in mezzo a noi! ( mons. Benoni Ambarus, vescovo ausiliare di Roma e vescovo delegato Migrantes della Conferenza Episcopale Laziale).

GMMR, Migrantes Savona-Noli: domani messa nelle lingue straniere

24 Settembre 2022 - Savona - Domani, 25 settembre,  la 108esima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che ha per tema "Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati". Nell'occasione in tutte le parrocchie italiane si terrà una colletta per aiutare le persone che vivono in questa difficile situazione.  A Savona la Giornata sarà celebrata nella Chiesa Sacro Cuore di Gesù e nei locali sottostanti, in corso Cristoforo Colombo. Alle ore 10:30 le comunità ecuadoriana, indiana, paraguaiana e ucraina, insieme a quella del Sacro Cuore, animeranno la messa con letture e canti nelle rispettive lingue. Si proseguirà nelle sale attigue con musica, balli, sfide sportive, giochi per bambini e bambine e il rinfresco offerto dall'Ufficio diocesano Migrantes e dagli stessi stranieri cattolici. Sarà dunque un vero e proprio momento di fratellanza nella fede. L'iniziativa è promossa dall'ufficio diocesano su invito del vescovo, mons. Calogero Marino.  

GMMR, Migrantes Crema: costruiamo il futuro insieme

23 Settembre 2022 - Crema - Vola alto quest’anno papa Francesco nel suo Messaggio per la 108a Giornata Mondiale del Migranyte e del Rifugiato Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati, questo è il titolo, non è soltanto un richiamo ad essere attenti agli altri, a provare misericordia per chi soffre, a chiedere un mondo più inclusivo. Qui papa Francesco osa sognare e chiama tutti noi ad osare questo sogno. E lo fa parafrasando le parole del profeta Isaia che nel capitolo 60 immagina la città del futuro, quella Nuova Gerusalemme che, come viene ricordato nell’Apocalisse, sarà «dimora di Dio con gli uomini». Certo la storia, con tutti i drammi quotidiani che ci offre, ci ricorda come la realizzazione si questa meta, che è in fondo il punto di arrivo della nostra vita, sia ancora lontana. Durante il suo viaggio in Kazakistan, il Papa aveva avuto modo di evidenziare come uno dei grandi problemi che ci sfidano è quello dell’accoglienza fraterna. «Mai come ora – ha affermato il Pontefice – assistiamo a grandi spostamenti di popolazioni, causati da guerre, povertà, cambiamenti climatici, dalla ricerca di un benessere che il mondo globalizzato permette di conoscere, ma a cui è spesso difficile accedere. Non è un dato di cronaca, è un fatto storico che richiede soluzioni condivise e lungimiranti. Riscopriamo l’arte dell’ospitalità, dell’accoglienza, della compassione...» Situazioni difficili dicevamo, ma non per questo dobbiamo perderci d’animo. Anzi proprio facendo tesoro di quanto appreso dai più recenti drammi, dobbiamo impegnarci per costruire un mondo dove tutti possano vivere in pace e dignità. Già, ma quali caratteristiche dovrà avere questo Mondo nuovo? Giustizia Sarà il primo elemento costitutivo del Regno di Dio. Sarà la realizzazione di quell’ordine divino, dove tutto il creato tornerà ad essere “cosa buona” e l’umanità “cosa molto buona”. Ma perché regni questa meravigliosa armonia, bisogna che siano eliminate le disuguaglianze e le discriminazioni del mondo presente. Inclusione Nessuno dev’essere escluso. Il progetto di Dio è essenzialmente inclusivo e mette al centro gli abitanti delle periferie esistenziali. Tra questi ci sono molti migranti e rifugiati, sfollati e vittime della tratta. La costruzione del Regno di Dio è con loro, perché senza di loro non sarebbe il Regno che Dio vuole. L’inclusione delle persone più vulnerabili è condizione necessaria per ottenervi piena cittadinanza. Lavoro Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati significa anche riconoscere e valorizzare quanto ciascuno di loro può apportare al processo di costruzione. Nella visione profetica di Isaia, gli stranieri non figurano come invasori e distruttori, ma come lavoratori volenterosi che ricostruiscono le mura della nuova Gerusalemme, la Gerusalemme aperta a tutte le genti. Ricchezza Nella medesima profezia l’arrivo degli stranieri è presentato come fonte di arricchimento: «Le ricchezze del mare si riverseranno su di te, verranno a te i beni dei popoli». In effetti, la storia ci insegna che il contributo dei migranti e dei rifugiati è stato fondamentale per la crescita sociale ed economica delle nostre società. E lo è anche oggi. Il loro lavoro, la loro capacità di sacrificio, la loro giovinezza e il loro entusiasmo arricchiscono le comunità che li accolgono. Tuttavia questo contributo potrebbe essere molto maggiore se valorizzato e sostenuto attraverso programmi mirati. Porte aperte Gli abitanti della nuova Gerusalemme – profetizza ancora Isaia – mantengono sempre spalancate le porte della città, perché possano entrare i forestieri con i loro doni. La presenza di migranti e rifugiati rappresenta una grande sfida, ma anche un’opportunità di crescita culturale e spirituale per tutti. Possiamo maturare in umanità e costruire insieme un “noi” più grande, si confrontano visioni e tradizioni diverse, si scoprono le ricchezze contenute in religioni e spiritualità a noi sconosciute, e questo ci stimola ad approfondire le nostre proprie convinzioni. Il tempio del Signore più bello Nella Gerusalemme delle genti il tempio del Signore è reso più bello dalle offerte che giungono da terre straniere. In questa prospettiva, l’arrivo di migranti e rifugiati cattolici offre energia nuova alla vita ecclesiale delle comunità che li accolgono. Essi sono spesso portatori di dinamiche rivitalizzanti e animatori di celebrazioni vibranti. La condivisione di espressioni di fede e devozioni diverse rappresenta un’occasione privilegiata per vivere più pienamente la cattolicità del Popolo di Dio.  Il futuro comincia oggi e comincia da ciascuno di noi. Con queste parole si conclude l’esortazione del Papa, nella convinzione che non possiamo lasciare alle prossime generazioni decisioni che dobbiamo prendere adesso. (a cura dell’Ufficio Migrantes di Crema)  
A livello diocesano abbiamo raccolto l’esortazione del Papa mettendo in programma due iniziative:   La prima è una CELEBRAZIONE EUCARISTICA presieduta dal vescovo mons. Daniele Gianotti – domenica 25 alle 18.30 in Cattedrale – a cui sono invitate le comunità etniche. Sarà una Messa “internazionale” in cui letture, canti, intenzioni… verranno pronunciate in più lingue. Un’attenzione particolare, anche nella preghiera, sarà per i fedeli Ucraini e per il difficile momento che sta vivendo il loro Paese.   La seconda sarà un CONVEGNO organizzato dagli Uffici Migrantes della Lombardia che si svolgerà il 15 ottobre presso l'Auditorium Manenti (chiesa di San Bernardino dentro le mura) dal titolo DI GENERAZIONE IN GENERAZIONE: CONFERME O RIVOLUZIONI? La sfida aperta delle cosiddette "seconde generazioni".
     

GMMR, Migrantes Ravenna-Cervia: domenica messa con il vescovo

23 Settembre 2022 - Ravvenna - "Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati", è il tema della 108esima Giornata per il migrante in programma il prossimo 25 settembre. L' appuntamento si celebra anche a Ravenna con una Messa a San Pier Damiano alle 10, animata dalle comunità di migranti cattolici che professano sul territorio. A presiedere la celebrazione sarà l' arcivescovo di Ravenna-Cervia, monsignor Lorenzo Ghizzoni e a concelebrare il direttore dell' Ufficio  Migrantes padre Vincenzo Tomaiuoli. L' invito del direttore è che «questa giornata diventi un' occasione per aumentare nei nostri fedeli la consapevolezza che il nostro futuro lo costruiamo nella misura in cui sappiamo coinvolgere anche i migranti e i rifugiati».

GMMR, Migrantes Vicenza: costruire il futuro “con” i migranti e i rifugiati

23 Settembre 2022 -

Vicenza - La Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato viene celebrata questo fine settimana in tutta la Chiesa. Papa Francesco nel messaggio per la giornata ha dato un titolo: costruire il futuro con i migranti: una preposizione che dà il senso e la motivazione.

La condizione dei migranti, i rifugiati, i richiedenti asilo continua ad attirare l’attenzione. La cronaca parla di una diminuzione del numero di attraversamenti ma anche, il bilancio delle vittime in forte aumento. L’anno scorso sono stati registrati circa 3.231 morti o dispersi in mare nel Mediterraneo e nell’Atlantico nord-occidentale. Nel 2020 il numero registrato corrispondeva a 1.881, 1.510 nel 2019 e oltre 2.277 nel 2018. Questo numero potrebbe essere ancora più elevato con morti e dispersi lungo le rotte terrestri attraverso il deserto del Sahara e zone di confine remote.

Le agenzie, le organizzazioni umanitarie che si occupano delle vittime esprimono la preoccupazione e l’urgenza di interventi mirati, soprattutto il soccorso e l’aiuto. Denunciano infatti anche l’aumento degli abusi diffusi nei Paesi di origine e di transito. Coloro che sopravvivono e tentano la traversata vengono abbandonati dai trafficanti, altri vengono intercettati e riportati nel Paese di partenza, dove vengono successivamente detenuti. Ogni anno, migliaia di persone muoiono o scompaiono in mare senza lasciare traccia.

L’Unhcr ha costantemente richiamato l’attenzione sulle terribili esperienze e sui pericoli affrontati dai rifugiati e dai migranti che intraprendono le rotte per giungere a un altro Paese. Molti di loro sono individui in fuga da conflitti, violenze e persecuzioni. La rappresentazione grafica dei dati si concentra in particolare sulla rotta che va dall’Est e dal Corno d’Africa al Mediterraneo centrale.

I migranti delle caravanas de migrantes centroamericanos, delle rotte dei Balcani o dei deserti africani si devono affidare ai trafficanti (“di carne umana”, come affermava Scalabrini), esponendosi a un rischio molto alto di abusi e di sfruttamento, consegne alle forze dell’ordine e rimpatri forzati.

Papa Francesco insiste: «il futuro comincia oggi e comincia da ciascuno di noi. Non possiamo lasciare alle prossime generazioni la responsabilità di decisioni che è necessario prendere adesso, perché il progetto di Dio sul mondo possa realizzarsi e venga il suo Regno di giustizia, di fraternità e di pace». Mario Draghi a Firenze nel febbraio scorso, ricordava che «la stabilità e la pace si organizzano nelle istituzioni, ma si costruiscono nelle città perché è lì il contrasto quotidiano alle diseguaglianze, all’odio e all’ignoranza ». Anche la nostra realtà di Chiesa locale può costruire un mondo con i migranti coniugando il locale con il globale, superando una egemonia mono-culturale per arrivare alla condivisione di una fede multiculturale e interculturale. Ogni realtà può contribuire, in questo senso, affinchè i migranti possano ‘custodire le proprie radici senza restarne prigionieri’, ad ‘aprirsi al nuovo e accoglierne tutte le ricchezze’.

I migranti, infine, possono, se noi glielo ‘permettiamo’, essere “soggetti” attivi nelle nostre comunità ogni qualvolta sono chiamati ad essere parte specifica e attiva dei progetti nei vari ambiti portando una nota inter-culturale, non “per loro” ma, finalmente, ‘con loro’. (Sergio Durigon - Direttore Migrantes Vicenza)

GMMR, Migrantes Verona: un futuro da costruire insieme

23 Settembre 2022 -  Verona - Il 25 settembre si celebra la 108ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato.  Comunque la si guardi, la storia di questi decenni si intreccia in maniera forte con la realtà dell' immigrazione. E se vogliamo accogliere anche i segnali che ci arrivano dal mondo intero, questa realtà segnerà pure la storia futura. L' abbiamo affermato più volte in altri interventi: le migrazioni ci possono trovare aperti, interessati e curiosi perché ci permettono di incontrare nel nostro piccolo pezzetti di mondo, pezzetti della ricchezza di culture e religioni diverse; oppure ci possono trovare impauriti perche sentiamo il nostro mondo crollare con l' arrivo di persone con caratteristiche così diverse da quelle "tradizionali". Al di là di queste reazioni che direi naturali e comprensibili, dobbiamo però chiederci cosa desideriamo realizzare "assieme" perché questo è il nodo che riguarda tutti noi, compresi i cittadini immigrati. Purtroppo su questo punto dobbiamo riconoscere che non riusciamo ad avviare una riflessione e un dialogo significativo. Rimaniamo sempre presi da un dibattito di corto respiro legato a visioni emergenziali, caritative e securitarie. Un confronto tra cittadini che riguardi l' incontro di culture e religioni diverse non sembra appartenere al dibattere culturale e politico del nostro Paese. Il dibattitto pubblico facilmente si accende quando ci sono delle emergenze e poco più, senza mettere sul tavolo un dialogo costruttivo circa il futuro del nostro vivere assieme. Poco diciamo di come la scuola dovrebbe operare per costruire accoglienza e integrazione, pur riconoscendo che di fatto è la realtà che più lavora per questo in collaborazione con tante realtà del Terzo settore. E il mondo dell' imprenditoria e del lavoro cosa dice circa la costruzione di una società inclusiva, anche se è evidente che sarà lì che andrà a pescare i suoi lavoratori? Non possiamo tacere poi della cultura che non sembra vedere che serve riflessione, tanta, e dialogo, tanto, che coinvolga i cittadini autoctoni come quelli immigrati per far leggere le diversità e le consonanze e soprattutto far emergere le possibili vie di comprensione reciproca. Questo è vero anche a livello ecclesiale: dentro le nostre comunità cristiane guai a parlare di immigrazione perché è tema troppo divisivo, al massimo possiamo parlare del come rendere più efficace il Centro di ascolto (cosa comunque lodevole). Eppure c' è in gioco il come vogliamo accogliere nella comunità cristiana quanti condividono la fede con noi e che non possiamo liquidare semplicemente con il "si adattino alla nostra realtà". Atteggiamento superficiale e irrispettoso. Basti andare a vedere come si rapportano le comunità di italiani all' estero su questo aspetto che non accettano facili proposte di assimilazione! E il fatto che Gesù è il salvatore, la Luce delle genti non sembra dirci niente sulla strada dell' incontro con chi ha altre prospettive religiose! Non tanto per spirito di proselitismo ma per un dialogo rispettoso che riconosce le diversità e le ricchezze di ognuno. Accogliamo allora questa giornata per approfondire questa realtà e per chiedere lo Spirito del Signore per viverla in maniera evangelica per il bene della nostra comunità e della società tutta. (don Giuseppe Mirandola - Direttore Migrantes Verona)

GMMR, Migrantes Brescia: inaugurata ieri la mostra “Corpi Migranti” e le iniziative di domenica

23 Settembre 2022 - Brescia - Ieri pomeriggio presso il MoCa di via Moretto, a Bresia, l’inaugurazione della mostra fotografica di Max Hirzel “Corpi migranti”. L’esposizione, promossa dall’Ufficio Migrantes della diocesi, dal Centro Migranti e dalla cooperativa Kemay, è in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Territoriale e con il Comune di Brescia e si inserisce alla vigilia della 108ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che viene celebrata domenica 25 settembre.
La
mostra sarà aperta da oggi al 15 ottobre. L’accesso è libero e gratuito dal martedì alla domenica dalle 9 alle 19. I gruppi e le classi scolastiche possono prenotare la visita
guidata,
scrivendo a migranti@diocesi.brescia.it . Il Reportage fotografico di lunga durata, Corpi migranti documenta un lato del fenomeno migratorio poco raccontato, permettendo di guardare al fenomeno da una prospettiva inusuale. Un lavoro nato da queste parole che un giovane camerunese in transito a Bamako disse a Max Hirzel,
l’autore:
“Nel deserto vidi una tomba, era di una ragazza di Douala, e mi chiesi se suo papà e sua mamma, i suoi fratelli e sorelle sapessero che la loro bimba è là”.
Era
il 2015 quando lautore cominciò a documentare la gestione dei corpi dei migranti deceduti nel tentativo di raggiungere lItalia. Il mio lavoro racconta Hirzel è testimoniare, documentare la realtà. Ma come contribuire a una narrazione collettiva di senso? Me lo chiedo costantemente, soprattutto su un soggetto così politicizzato. Così è nato questo lavoro, cercando quella zona d'ombra che sta oltre il racconto mediatico abituale a cui siamo un po' assuefatti. Ho pensato potesse essere dopo l'annuncio dell'ennesimo naufragio, per questo ho iniziato dai cimiteri, volevo sapere dove fossero sepolti questi corpi, e come. Poi ho solo seguito le tracce”.
La
solitudine di un corpo, il lavoro di identificazione, la relazione con le famiglie di origine, un lutto collettivo spesso impossibile; il lungo percorso di indagine sarebbe terminato, alcuni anni dopo, in un villaggio del Saloum, in Senegal. “Incontrando una sepoltura dopo laltra, è stata unesigenza naturale e professionale continua
cercare
di sapere tutto il possibile di quelle salme, senza nome anche solo i dati autoptici riportano dai numeri alla dimensione individuale, quindi il tema dell'identità e del lavoro di identificazione si è imposto come centrale. Ho intuito che tutto questo contesto, il destino dei corpi e ciò che vi ruota attorno, fosse in qualche modo emblematico di tutto il fenomeno, rappresentava perfettamente la realtà che definisco anomalia”.
Per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato a livello diocesano sono state curate tre celebrazioni eucaristice: domenica 25 settembre alle 10 con la presenza della comunità filippina e latinoamericana nella chiesa dei Santi Faustino e Giovita; alle 10.30 nella parrocchia di Sant’Alessandro la S. Messa è presieduta dal Vicario Generale, mons. Gaetano Fontana ed è animata dalle comunità srylankese, ucraina e africana di lingua francese; alle 11 nella parrocchia della Stocchetta con le comunità africane di lingua inglese e con la comunità polacca.

Imola: la comunità greco-cattolica, un storico legame

23 Settembre 2022 - Imola - Domenica 25 settembre la Chiesa celebra la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Papa Francesco ci invita a riflettere attraverso una profonda analisi del tempo odierno di una società cristiana che vive nell' oggi indirizzata verso la città futura. «L' arrivo dei migranti e rifugiati cattolici offre energia nuova alla vita ecclesiale delle comunità che li accolgono. Essi sono portatori di dinamiche rivitalizzanti e animatori di celebrazioni vibranti. La condivisione di espressione di fede e devozioni diverse rappresenta un' occasione privilegiata per vivere più pienamente la cattolicità del popolo di Dio». E mentre a Imola diamo il benvenuto alla comunità greco-cattolica ucraina con la celebrazione nella chiesa di San Lorenzo in città, domenica 11 settembre è stata la comunità rumena grecocattolica ad avere la visita pastorale del proprio vescovo, monsignor Cristian Crisan, ausiliare di Blaj, che ha sostituito il vescovo Virgilio Bercea nel lavoro di coordinamento pastorale tra le comunità greco-cattoliche romene in diaspora. La Diocesi di Imola, prima in Italia ad avere presente dopo gli anni '90 la comunità greco-cattolica rumena grazie alle fatiche dell' indimenticabile don Carlo Dalpane e alle attenzioni "giuridiche" del vescovo Giuseppe Fabiani, continua a vivere questa apertura verso questo nostro mondo in continuo divenire. L' invito, per tutti, in questa giornata particolare a condividere con il nostro vescovo monsignor Giovanni Mosciatti, la santa messa in cattedrale domenica 25 settembre alle 18 accompagnando nella preghiera tutti coloro che per motivi di lavoro, di guerra, di povertà vivono l' esperienza dell' emigrazione. (Don Maurizio Ardini, direttore Ufficio Migrantes Imola)