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A Taranto il primo Meeting Internazionale sul “Turismo delle Radici Italiane nel Mondo” e presentazione del “Rapporto Italiani nel Mondo”

11 Aprile 2024 - Taranto - In occasione dell' "Anno delle Radici Italiane nel Mondo", designato per il 2024 dal Ministero degli Affari Esteri, il 17 aprile dalle 9:00 alle 20:00 si svolgerà a Taranto il primo Meeting internazionale sul Turismo delle Radici presso il Dipartimento Jonico dell'Università degli Studi di Bari Aldo Moro.  Nel pomeriggio Alle 15:00 sarà presentato il Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes, con la curatrice Delfina Licata. A ideare e curare il Meeting, la giornalista Tiziana Grassi presidente dell'Associazione "Turismo delle Radici a Taranto e provincia”. La giornata di studio, di testimonianze e progetti ha l’obiettivo di creare o implementare stabili connessioni culturali e socio-economiche tra le “due Italie”, ovvero tra le comunità italiane dentro e fuori i confini, riconoscendo e valorizzando l'incommensurabile patrimonio affettivo e identitario costituito dalla diffusa presenza dei connazionali nel mondo, giunti oggi sino alla quinta generazione, che hanno coltivato legami profondi con i luoghi di partenza dei loro antenati. Il Meeting sarà aperto dai saluti del Prof. Paolo Pardolesi, Direttore del Dipartimento Universitario Jonico, Loredana Capone Presidente del Consiglio Regionale della Puglia e dai rappresentanti del Comune di Taranto e della Provincia di Taranto, rispettivamente Assessore alla Pubblica Istruzione e Università Desirée Petrosillo e Consigliere Provinciale Goffredo Lo Muzio. Seguiranno gli interventi - tra i partecipanti ai quattro panel tematici che si articoleranno durante la giornata - di Giovanni Maria De Vita, Responsabile Progetto ITALEA del Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale; Gianfranco Lopane, Assessore al Turismo della Regione Puglia; Aldo Patruno, Direttore Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio della Regione Puglia; Stella Falzone, Direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Taranto; Stefano Vinci, Coordinatore Corsi Giuridici del Dipartimento Jonico; i Consiglieri Regionali Vincenzo Di Gregorio, Presidente Commissione Affari generali Regione Puglia e Michele Mazzarano, Presidente Commissione Ecologia Regione Puglia; Giovanni Battafarano, già Sindaco di Taranto e Parlamentare; Sergio Prete Presidente Autorità di Sistema Portuale del Mar Jonio - Porto di Taranto; Leonardo Giangrande, Presidente Confcommercio Taranto; Marcello De Paola, Presidente provinciale Federalberghi; Fabio Tagarelli Presidente Fondazione Taranto25; Carmelo Fanizza, Fondatore Jonian Dolphin Conservation; Pierpaolo De Padova, Direttore generale Taranto Opera Festival; Nunzia Nigro, già Project Manager Progetto “Europa InCanto”; Enza Tomaselli “ambasciatrice” di Taranto nel mondo, e numerosi rappresentanti dei comparti economico e turistico-culturale del territorio jonico. Con il patrocinio di RAI Puglia e RAI TGR Puglia Media Partner, i panel del Meeting saranno moderati dai giornalisti Salvatore Catapano, Giovanna Chiarilli, Monica Golino, Angelo Di Leo, Michele Tursi.      

Migrantes: il cordoglio per la morte del segretario Cgie, Michele Schiavone

3 Aprile 2024 - Roma - Al termine di una lunga malattia, si è spento, nei giorni scorsi, all’età di 63 anni, nella sua casa di Tägerwilen in Svizzera, Michele Schiavone, Segretario Generale del CGIE, il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero. “Abbiamo appreso la triste notizia della scomparsa del dott. Michele Schiavone, infaticabile Segretario Generale, uomo attento e sensibile con il quale è stato un piacere collaborare in questi lunghi anni in cui la mobilità degli italiani ha ripreso vigore necessitando di sempre maggiori attenzioni e risposte”, si legge in una lettera al Ministro degli Esteri Antonio Tajani firmata dal presidente e dal Direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Gian Carlo Perego e mons. Pierpaolo Felicolo. Michele Schiavone – si legge nella missiva – “da sempre amico della Fondazione Migrantes e vicino al Rapporto Italiani nel Mondo, è stato punto di riferimento per tante comunità all’estero, per le quali si è speso con dedizione e tenacia”. La Fondazione Migrantes esprime il “cordoglio più sincero ed affettuoso a Lei Presidente, ai Consiglieri tutti unitamente al Comitato di Presidenza, alla Segreteria esecutiva e alla Segreteria del CGIE, nonché ai famigliari”: “ci mancherà la sua passione per il mondo della mobilità umana e italiana in particolare, la sua esperienza profonda e lungimirante oltre che la sua amicizia cordiale e fedele”.

Migrantes Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela: oggi la presentazione Rapporto sul Diritto d’Asilo

3 Aprile 2024 - Messina - La rete “Trame migranti”, composta dal Dipartimento Cospecs-UniMe e da associazioni che sul territorio lavorano con le persone coinvolte nella mobilità umana, promuove oggi 3 aprile, alle ore 16.30, presso l'Aula A203 del Dipartimento Cospecs  un Seminario in cui verrà affrontato il tema delle migrazioni forzate a partire dal Report sul diritto d'Asilo della Fondazione Migrantes. Sarà presente Mariacristina Molfetta della Fondazione Migrantes  che illustrerà i dati salienti consegnati dalla settima edizione del volume. Dopo la presentazione del Report interverranno Teresa Consoli, Università di Catania, e Anna Elia, Università della Calabria, che hanno curato per la rivista “Mondi migranti” un lavoro di ricerca dal titolo: “Incursioni. Famiglie con forced migration background: politiche, pratiche e appartenenze”. A seguire, prenderà la parola Valentina Fedele, Università degli Studi Link, sul tema “La paternità nelle migrazioni forzate: riflessioni da una ricerca”. I lavori proseguiranno con la relazione di Roberta Ricucci, Università di Torino, dal titolo “Da volontari a tutori. Opportunità e limiti di una figura in cerca di riconoscimento”. Chiuderanno gli interventi Elena Girasella e Tiziana Tarsia, Università di Messina, che presenteranno i risultati della ricerca sulle “famiglie tutor”. La conduzione dell'incontro sarà affidata a Domenico Pellegrino, referente dell'Area formazione dell'Ufficio diocesano Migrantes.

I porti lontani: docufilm e dibattito a Firenze

3 Aprile 2024 - Firenze - Domani mattina allo Spazio Alfieri di Firenze, in occasione della proiezione del documentario "Un mare di porti lontani" del regista Marco Daffra, si terrà il dibattito dal titolo "Porre fine alla 'politica dei porti lontani'". Ne parleranno Marco Tarquinio, già direttore di Avvenire, mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Fondazione Migrantes e Valentina Brinis, portavoce Open Arms. Sarà presente anche Daffra che nel suo docufilm presenta le immagini dei soccorsi e della vita a bordo, insieme a tante testimonianze degli equipaggi.

Berlino: martedì la presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo

22 Marzo 2024 - Roma - L’edizione 2023 del Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes è dedicata ai temi della mobilità e del ritorno. Attraverso venti diversi saggi sulle altrettante realtà regionali italiane, diversi autori e autrici sono stati chiamati a descrivere quanto e come il tema del ritorno fa parte e si manifesta oggi nella storia e nell’identità delle singole esperienze territoriali. Nel volume si descrive anche il ritorno che si manifesta non come presenza fisica, ma come segni depositati nella quotidianità: innesti linguistici, nuove tradizioni, usi e costumi.  Il volume sarà presentato marted' prossimo a Berlino dalla curatrice Delfina Licata che dialogherà con Edith Pichler. La serata sarà moderata da Anna Bertoglio dell’Ufficio Affari Sociali e Coordinamento Consolare dell’Ambasciata d’Italia in Germania.

Migrantes: ieri a Londra la presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo alla presenza di mons. Felicolo

21 Marzo 2024 - Londra - "Londra continua ad essere una città centrale per gli italiani. Oggi abbiamo un numero di iscritti AIRE in crescita costante: siamo passati nell’arco di un anno da 365 mila a 383 mila iscritti, solo nella nostra circoscrizione”. Lo ha detto il console generale d’ Italia a Londra Domenico Bellantone, nel corso della presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo 2023 nella sede del Consolato.  Il RIM è tornato nella capitale britannica ieri, 20 marzo, per la prima volta dopo dieci anni, alla presenza del nunzio apostolico in Gran Bretagna Mons. Miguel Maury Buendía e del direttore generale della Fondazione Migrantes mons. Pierpaolo Felicolo: “La nostra missione - ha sottolineato Mons. Felicolo - è farci prossimi, esserci accanto, tessere relazioni. Specie quando, grazie ai dati scientifici, l’Italia scopre che la realtà dell’emigrazione è maggiore di quella dell’immigrazione”. Londra, è emerso nel corso dell’incontro, continua ad essere la prima città italiana fuori dall’Italia, con un ritmo di iscrizioni AIRE di circa 200 al giorno. “Questa città’ e’ un laboratorio essenziale per lo studio dell’Italia di oggi - ha spiegato la coordinatrice del RIM Delfina Licata, che si occupa del Rapporto da diciotto anni: “Se prima della pandemia il termine chiave era meritocrazia, grazie alle possibilità di lavoro e sviluppo personale offerte dal Regno Unito, adesso la parola magica è genitorialità: gli italiani che lasciano la propria casa verso Londra vogliono diventare genitori”. Anche se parte del loro progetto di vita è tornare in Italia. Ecco perché il tema del RIM 2023 è stato quello del Ritorno (i rientri in patria sono stati 6.500). Riuscirà l’Italia a rendersi accogliente per coloro che ritornano?  Al “Turismo delle Radici”, il piano rivolto alle seconde e terze generazioni di Italiani all’estero che visitano il Belpaese, si è incentrato l’intervento del senatore Raffaele Fantetti, coordinatore dell’incontro londinese. D’accordo anche il presidente del Comites Alessandro Gaglione, che ha testimoniato a Londra la presenza  crescente di italiani con doppia cittadinanza, provenienti da Bangladesh, Pakistan, Brasile. Il nostro tricolore sventola anche per studenti (11.320: il numero più alto in assoluto insieme ai francesi), per i lavoratori del Servizio Sanitario Nazionale NHS e per gli Accademici. (Francesca Marchese)   Le foto sono di Salvatore Mancuso Mons. Pierpaolo Felicolo Il Console Generale d’Italia a Londra Domenico Bellantone, il nunzio apostolico in Gran Bretagna Mons. Miguel Maury Buendía, il senatore Raffaele Fantetti, la curatrice del Rapporto Italiani nel Mondo Delfina Licata, il presidente Comites di Londra Alessandro Gaglione e il Direttore Generale della Fondazione Migrantes Mons. Pierpaolo Felicolo. Il Console Generale d’ Italia a Londra Domenico Bellantone, il Direttore Generale della Fondazione Migrantes Mons Pierpaolo Felicolo, il senatore Raffaele Fantetti, la curatrice del Rapporto Italiani nel Mondo Delfina Licata.    

Mons. Felicolo sull’ennesimo naufragio: morti che “generano vergogna”

15 Marzo 2024 -
Roma - "È drammatico sapere che delle persone sono morte di fame e di sete perché rimaste in mare senza essere soccorse". Lo ha detto il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo dopo l'ennesimo naufragio che ha causato la morte di 60 persone migranti: "lo scenario delle migrazioni verso l’Italia e l’Europa - ha detto in una intervista a "Famiglia Cristiana" - crescerà sempre di più, perché molti Paesi sono alle prese con gli effetti della crisi climatica, con l’instabilità politica in Asia, in Medioriente e in Africa, soprattutto nell'area subsahariana. Questo non farà altro che creare ulteriori movimenti di persone disperate che partono sapendo che il dramma del viaggio, per mare, ma anche via terra come sulla cosiddetta rotta balcanica, sono rischiosissimi". L'episodio "indebolisce la tutela dei diritti umani di cui i Paesi devono essere garanti: dal diritto alla vita al diritto di migrare, al diritto di protezione internazionale. Mentre queste morti non possono che generare vergogna, e chiedono a gran voce - spiega mons. Felicolo - un reale impegno europeo per un’operazione Mare nostrum, che metta strettamente in collaborazione le istituzioni europee, i 27 Paesi, con la società civile e le organizzazioni non governative che vanno in mare o sono presenti sulle rotte migratorie per salvare le vite. Questo è il primo passo, il secondo è lavorare sull’accoglienza diffusa nel territori italiani ed europei". Per il direttore generale della Fondazione Migrantes la collaborazione delle istituzioni europee con i Paesi del Nord Africa non può "limitarsi a interessi energetici, sempre e comunque a nostro favore, o al sostegno alla guardia costiera locale per impedire i viaggi della speranza, ma deve portare a un canale umanitario permanente e controllato nel Mediterraneo verso l’Europa per garantire viaggi sicuri ed evitare tragedie. I migranti meritano un’accoglienza degna e non rimbalzati con palline da ping-pong. Le risorse ci sono sia in Europa, che in Italia – ha concluso il direttore di Fondazione Migrantes – e vanno investite nella tutela della vita, nell’accompagnamento delle persone non in muri o campi disumani. La vita e il futuro dell’Europa dipende da come si accolgono, tutelano e integrano le persone in cammino, anche attraverso il lavoro".

Ala: dal Sudan in Italia dove ha trovato una famiglia e una scuola

13 Marzo 2024 - Milano - Ala Adine ha 18 anni e come tanti ragazzi della sua età pensa al futuro. A Torino frequenta un corso di formazione in meccanica industriale che gli darà un lavoro garantito. Il passato lo vuole lasciare alle spalle. Il dolore preferisce non raccontarlo. «La sua strada è ben segnata», si augura Davide Dentico, 57enne, impiegato nel commerciale. Insieme alla moglie Beatrice Zampieri, grafica di 54 anni, e alle figlie Chiara di 28 e Francesca di 23, ha accolto in casa Ala Adine quando di certezze sul futuro non ne aveva affatto. A 17 anni il giovane è andato in affido in questa famiglia grazie a “Pagella in tasca”, un progetto dell'associazione Intersos, realizzato con il sostegno della Conferenza episcopale italiana (nell'ambito della campagna “Liberi di partire - Liberi di restare”), della Fondazione Migrantes, di Acri e della Fondazione Compagnia di San Paolo. Adesso il percorso è a carico del Comune di Torino. Ala Adine e altri 34 minori non accompagnati, scappati dalle persecuzioni in Sudan e rifugiati in un campo in Niger gestito da Unhcr, sono arrivati in Italia attraverso un canale di ingresso regolare con un visto per studio. È il progetto virtuoso dei corridoi umanitari. «L'avvicinamento ad Ala Adine è stato graduale. All'inizio era molto teso, si sentiva un ospite. Più avanti, un ospite gradito. Adesso è parte della famiglia, anche se rimane un ragazzo timido e sulla nostra storia preferisce lasciar parlare noi», spiega Davide Dentico. Quella di Ala Adine e della sua famiglia affidataria è una parabola che mostra un'integrazione possibile , ma non ancora abbastanza praticata. In fuga da quando aveva 14 anni, Ala Adine ha attraversato il deserto fino alla Libia, dove ha lavorato come bracciante. Intercettato dai membri dell'Unhcr, è entrato nel campo per rifugiati di Agadez, in Niger. Grazie alla sua forte motivazione allo studio, qui è stato selezionato per il progetto “Pagella in tasca”. In Italia, in un anno, Ala Adine non ha appreso solo la lingua e il mestiere di meccanico, ma aspetti di sé che prima non avrebbe potuto neppure esprimere . «A casa ho sempre tele, pennelli e colori. Era curioso, così gli ho spiegato un po' di tecniche e l'ho portato a vedere musei e mostre. Si è innamorato di Mirò — ricorda orgogliosa la madre affidataria —. Lo scorso Natale, ha voluto riprodurre i quadri dell'artista per donarli ai nostri amici e parenti. Ha un grande talento artistico». Ora che sono maggiorenni, «i ragazzi possono prolungare l'affido e studiare con un sostegno economico di 550 euro al mese fino ai 21 anni», precisa Elena Rozzi, responsabile del progetto per Intersos. Hanno ottenuto lo status di rifugiati e dopo cinque anni (anziché 10 come per gli altri immigrati residenti) potranno chiedere la cittadinanza. In quanto rifugiati, non dovranno presentare il certificato di nascita né quello penale, difficili da recuperare nel loro Paese. «Per parlare con loro di cittadinanza è ancora presto — aggiunge Rozzi —. Non so cosa decideranno, ma la cittadinanza dà diritti in più che in realtà tutti vogliono». Le ragioni della fuga dal Sudan si capiscono dalle loro storie. C'è per esempio Said (nome di fantasia), nato nel Darfur e cresciuto in un campo per sfollati interni. Da bambino aiutava già un medico in ospedale. Quando aveva 13 anni, le milizie janjaweed (i miliziani filogovernativi impegnati nella guerra civile del Darfur, ndr ) hanno ucciso e torturato alcuni membri della sua famiglia. Said è scappato in Libia, dove è stato detenuto per cinque mesi. Nel 2020, è riuscito a fuggire in Niger. Quando Intersos lo ha intercettato ad Agadez, Said non aveva mai avuto la possibilità di frequentare regolarmente la scuola. In Italia, spera di poter diventare un medico. All'arrivo dei miliziani, Abdoul (un altro nome di fantasia) aveva invece 14 anni. Al villaggio, in cui abitava con la sua famiglia, reclutavano forzatamente i ragazzi. Così è andato in Libia. Ha lavorato per otto mesi in un ristorante, ma se chiedeva una paga veniva picchiato. Prima di avere asilo in Niger, aveva potuto frequentare solo la scuola coranica. Oggi sogna di diventare un informatico. Sono desideri comuni, che adesso possono diventare realtà. Sullo sfondo, un percorso di integrazione che sarebbe auspicabile per tutti quei minori ancora in viaggio, alla ricerca di un posto da chiamare casa. (Elena Campisi - Avvenire)      

Migrantes: oggi a Trieste la presentazione del Rapporto sul Diritto d’Asilo

12 Marzo 2024 -  Roma – Il Rapporto sul Diritto d’Asilo2023 della Fondazione Migrantes sarà presentato oggi a Trieste. Interverranno il vescovo di Trieste, mons. Enrico Trevisi, il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo, Mariacristina Molfetta, curatrice del report per la Fondazione Migrantes, Gianfranco Schiavon autore di un capitolo del volume moderati da p. Luciano Lavriera, direttore del Centro Culturale “Veritas”. Il Report della Migrantes è stato presentato anche ieri a Zugliano.

Mci Annecy: ieri la celebrazione per il primo secolo di storia

11 Marzo 2024 - Annecy - Con una solenne liturgia eucaristica la Missione Cattolica Italiana di Annecy ha celebrato il suo primi secolo di storia. A presiedere, ieri mattina, la liturgia nella parrocchia italiana di San Francesco di Sales il vescovo della diocesi di Annecy, mons. Yves Le Saux  insieme al presidente della Fondazione Migrantes, l'arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Gian Carlo Perego e il missionario italiano don Pasquale Avena. Il presule francese ha incoraggiato la Mci di Annecy a continuare questa missione in spirito di vera missionarietà e prossimità in un tempo in cui c’è molto bisogno di dare risposte concrete alle sfide di oggi. Ricordando poi i i cento anni mons. Yves Le Saux ha sottolineato il ruolo che la Missione Cattolica Italiana di Annecy ha avuto aiutando i tanti emigranti italiani arrivati sul territorio dell’Alta-Savoia, spesso spaesati e soli. La comunità cattolica italiana, attraverso i missionari che si sono succeduti, hanno risposto a queste necessità, aprendo loro la porta della Missione. Il vescovo commentando le letture del giorno, ha parlato della gioia e della luce, quella "gioia" e quella "luce" che i migranti hanno ricevuto bussando alla porta della Missione e di questa chiesa dedicata a un Santo, San Francesco di Sales, che qui in Francia si è fatto prossimo annunciando "il Vangelo dell’amore di Dio". La comunità italiana, di fronte alle difficoltà dell'emigrazione, ha sempre trovato conforto, aiuto e sostegno nella Missione Cattolica Italiana e nei Missionari che si sono succeduti in Alta Savoia, ha detto il parroco, don Avena che ha ringraziato la chiesa locale che "con il Vescovo e tutti i suoi preti, mi ha accolto come uno dei suoi preti e mi ha dato la fiducia per aprire me stesso e i miei amici italiani ai problemi dell'emigrazione globale, per eliminare insieme, se possibile, le cause e le realtà dell'emarginazione dell'uomo, creatura amata dell'unico Dio". "Siamo felici e festeggiamo - ha detto il sacerdote italiano - perché "questa chiesa è il nostro Memoriale. Ci ricorda quello che hanno passato i nostri compatrioti prima di noi: hanno chiesto aiuto, hanno pianto, hanno pregato, si sono incontrati, si sono sposati, hanno battezzato i loro figli e nipoti. Non dimentichiamolo! I tempi sono cambiati, ma non dobbiamo dimenticare!". Sabato sera, a presiedere la liturgia con la comunità italiana, è stato mons. Perego che nella sua omelia ha sottolineato che sono stati cento anni di "vita, di gioie e sofferenze, di tristezze e angosce di un popolo, quello italiano, che, dopo il biennio rosso, viveva l’inizio di una dittatura fascista che l’avrebbe portato alla distruzione e anche a una nuova stagione di migrazione soprattutto per motivi politici, che si aggiungeva alla migrazione economica che al cavallo dei due secoli, Ottocento e Novecento, e, in particolare, nel ‘900 porterà migliaia di italiani a cercare e trovare lavoro in questa terra". "Evangelizzazione e promozione umana - ha aggiunto mons. Perego -  hanno sempre camminato insieme nella pastorale dei migranti in questa terra". In cento anni di storia la missione cattolica di Annecy ha visto "passare molte persone, ha vissute ore drammatiche dopo una guerra e durante una guerra europea fratricida, ha visto la ricostruzione, fatta anche dalle mani degli emigranti, le contestazioni, l’abbandono della fede, ma Dio è sempre stato realmente presente, il Signore ha accompagnato nel bene e nel male questi cento anni di storia. Una storia di fede popolare di persone lontane da casa, ma che si sono sentite a casa nella casa del Signore".  (Raffaele Iaria)