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Card. de Donatis: “La Chiesa di Roma si sente particolarmente legata alla Chiesa Greco Cattolica Ucraina”

5 Settembre 2019 - Roma - La Chiesa di Roma è particolarmente legata alla Chiesa Greco-Cattolica Ucraina, sempre presente nelle preghiere della comunità diocesana, in particolare guardando alla situazione di guerra che si vive nel Paese: così il Card. Angelo De Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma, saluta il Sinodo Greco-Cattolico Ucraino, in corso a Roma fino al 10 settembre. Il porporato è stato recentemente nominato da Papa Francesco Amministratore Apostolico sede vacante dell’Esarcato Apostolico per i fedeli cattolici ucraini di rito bizantino. L’esarcato risponde alle esigenze pastorali dei fedeli ucraini, che sono suddivisi in 145 comunità, di cui si prendono cura 62 sacerdoti. Il card. De Donatis ha sottolineato che “la Chiesa italiana ha accolto con amore fraterno e disponibilità alla condivisione queste comunità e i loro pastori”, e che la loro presenza “testimonia la tradizione spirituale e liturgica della vostra Chiesa, arricchisce la vita ecclesiale delle diocesi italiane e fa apprezzare la cattolicità della Chiesa”. Nel suo saluto, il porporato ha fatto riferimento alle “sofferenze e alla testimonianza cristiana” vissute dalla comunità greco-cattolica “durante il periodo della persecuzione comunista negli anni del dominio sovietico” a causa della sua “fedeltà alla comunione con il successore di Pietro”. Il cardinale ha ricordato come, da giovane seminarista e poi sacerdote negli Anni Settanta-Ottanta, partecipava alla sofferenza della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina, che era “costretta ad una esistenza catacombale” e viveva “una testimonianza silenziosa”, secondo le parole del metropolita Josyf Slipyi. Tra i tanti martiri della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina, il card.  De Donatis ha voluto ricordare Omelian Kovch, che fu prigioniero nel lager di Majdanek e diede testimonianza di aiuto per i perseguitati, soprattutto per gli Ebrei. La cui memoria del beato Kovch – ha ricordato il cardinale De Donatis -   è custodita nella Basilica di San Bartolomeo all’Isola, a Roma, lì dove si è conclusa una marcia promossa dal vicario del Papa per la diocesi di Roma la scorsa Quaresima in onore dei martiri del nostro tempo. Parlando della comunità ucraina in Italia, il cardinale De Donatis ha fatto riferimento alla “presenza nelle famiglie italiane di tante donne ucraine, le quali si prendono cura delle necessità dei più deboli, di anziani e di bambini, o lavorano a sostegno della vita quotidiana dei nuclei familiari”. Questa esperienza, ha aggiunto il cardinale, ha reso “il popolo ucraino particolarmente vicino a quello italiano”, e si è potuta conoscere “la sofferenza della storia passata e del presente difficile di un intero popolo”. In particolare, il cardinale De Donatis ha fatto risalire la “particolare relazione di simpatia reciproca” tra ucraini e italiani al fatto che gli italiani sono stati “un popolo di migranti” e sono in grado di comprendere “le sofferenze dell’emigrazione”, sapendo che “l’accoglienza è l’espressione umana dell’essere cristiani”.