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Diocesi di Roma: nella Veglia di Pasqua il battesimo di sei nuovi catecumeni

29 Marzo 2021 - Roma -  Nella Veglia Pasquale, nella cattedrale di Roma, il cardinale  Vicario Angelo De Donatis, battezzerà sei catecumeni (tre donne e tre uomini): un momento significativo, anche perché dopo due anni si celebreranno di nuovo i Sacramenti dell’iniziazione cristiana degli adulti nella notte di Pasqua, mentre lo scorso anno furono celebrati nella solennità dei Santi Pietro e Paolo, il 29 giugno. I nomi dei catecumeni, diffusi dalla Diocesi, che riceveranno il battesimo sono: Wendy Pamela e Jean Carlos, appartenenti alla Missione Cattolica Latino Americana a Roma; Panajot Giuseppe, un ragazzo di origini albanese, formatosi nel Centro Vocazioni della diocesi con don Fabio Rosini; Marie Rose e Aminata Agnes, due sorelle provenienti dalla Guinea e formatesi presso i padri salesiani nella parrocchia del Sacro Cuore a Castro Pretorio e  Marco Marcello, un ragazzo romano. «Questi catecumeni, come anche gli altri che saranno battezzati nelle parrocchie di provenienza – sottolineano don Andrea Cavallini, direttore dell’Ufficio catechistico della diocesi di Roma, e suor Pina Ester De Prisco, responsabile diocesana per il Servizio del catecumenato –, hanno avuto un percorso articolato: sono all’inizio della vita cristiana e non è stato semplice vivere il periodo della pandemia con tutte le restrizioni, eppure nonostante tutto hanno cercato di andare avanti e rimodularsi in base a ciò che gli veniva chiesto. Per tanti il tempo della preparazione ai Sacramenti è stato molto difficile perché alcuni hanno perso il lavoro; altri hanno vissuto profondamente la solitudine, non avendo una famiglia qui in Italia; altri hanno avuto momenti di scoraggiamento rispetto alla scelta intrapresa, ma nonostante la criticità della situazione sono andati avanti e ci hanno spesso comunicato di aver sentito fortemente la vicinanza del Signore Gesù, che li guidava attraverso le vicende della vita e che li ha condotti fin qui. È da sottolineare come in questo tempo il lavoro e la creatività dei parroci e dei catechisti sono stati ammirevoli: sono riusciti a trovare modi e tempi per continuare le catechesi».  

Mons. Palmieri: sgombero campo rom senza progetto di ricollocazione

13 Agosto 2020 - Roma - «Li hanno sgomberati come rifiuti. E senza nessun progetto di ricollocazione. Si è intervenuti solo per un’emergenza costruita mediaticamente. Ma non va bene». È l’amara denuncia di mons. Gianpiero Palmieri, vescovo ausiliare di Roma, delegato per la Carità, la Pastorale Migrantes e Rom della diocesi capitolina. Il presule ha seguito - informa il quotidiano "Avvenire"  lo sgombero del campo Rom tra via del Foro Italico e il fiume Aniene. «Siamo andati a vedere perché lo riteniamo un intervento anomalo». E ci tiene in primo luogo a raccontare la realtà di questo insediamento. «Non si tratta di un campo abusivo ma 'tollerato'. Il Comune aveva installato i bagni chimici, mandava il pulmino per portare i bambini a scuola e aveva dato il permesso di avere lì la residenza». Inizialmente erano serbi, arrivati qui nel 1995 dopo uno sgombero a Tor Bella Monaca. Poi si sono aggiunte altre famiglie. Attualmente c’erano circa 250 persone, ma quando l'altro ieri alle 7 è scattato il blitz del Comune, con 80 uomini della Polizia municipale e alcune ruspe, erano rimasti solo in 12. «Non sappiamo dove sono finite. Probabilmente in zona. E ora andranno a ingrossare gli insediamenti informali» accusa il vescovo, molto preoccupato. Il Comune giustifica l’intervento con la necessità di eliminare l’enorme discarica sorta accanto al campo. «Potrebbe essere pericoloso innanzitutto per chi ci abita» ha spiegato Marco Cardilli, delegato alla sicurezza del Campidoglio. «Tutto è nato da un servizio delle Iene che hanno fatto vedere la discarica – rivela don Gianpiero –. Ma il Comune conosceva da anni la situazione. Per questo non è stato fatto bene questo intervento. Si poteva programmare per tempo, senza provocare questa fuga». Durante lo sgombero - aggiunge mons. Palmieri - "c’erano solo due operatori dei servizi sociali e molte più persone che si sono preoccupate di mettere in salvo gli animali".