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Diocesi Avezzano: disponibilità all’accoglienza dei rifugiati afghani

30 Agosto 2021 -
Avezzano - Anche la diocesi di Avezzano in campo per dare ospitalità e supporto ai rifugiati afghani ospitati presso l’hub di prima accoglienza, il più grande d’Italia (capienza per circa duemila persone), allestito nell’interporto della città abruzzese dalla Croce Rossa (Cri), Esercito e Protezione civile (Dpc). Attualmente nella tendopoli sono ospitate circa 1.300 persone, si tratta di intere famiglie e numerosi bambini. La procedura prevede che all’arrivo a Fiumicino gli afghani vengano “tamponati” e dopo aver ricevuto una prima assistenza trasferiti ad Avezzano dove cominciano il periodo di quarantena (sette giorni). Nell’hub abruzzese vengono visitati, assistiti, accuditi e messi in lista per il vaccino, con l’ausilio di medici e mediatori oltre che del Dpc, della Cri e del personale del commissario per la emergenza. Secondo il programma, l’hub chiuderà entro il 2 settembre prossimo: la permanenza nel centro è di 48 ore, cinque giorni negli alberghi a completamento dei sette giorni di quarantena. Poi lo smistamento nelle varie regioni italiane secondo il piano coordinato dal Governo nazionale. Per il direttore dell’agenzia regionale di Protezione civile regionale abruzzese, Mauro Casinghini, che sta coordinando assieme alla Croce Rossa italiana le operazioni, a lasciare per primi il campo base saranno una settantina di persone che verranno sistemate negli alberghi della provincia dell’Aquila, a partire dalla Marsica. In Abruzzo, secondo quanto si è appreso, dovrebbero rimanere circa 170 persone. “Abbiamo dato subito la nostra disponibilità ad accogliere alcuni di questi rifugiati – conferma al Sir mons. Pietro Santoro, amministratore apostolico della diocesi di Avezzano –. Per questo motivo stiamo cercando, in accordo con la Prefettura, di reperire degli appartamenti dove accoglierli e provvedere poi ad un cammino di integrazione. Ci siamo attivati con la Caritas diocesana e vedremo il da farsi in base ai bisogni e alle necessità. La diocesi è presente, come sempre”.

Avezzano:il dialogo interreligioso e interculturale con mondo migrante

28 Maggio 2020 - Avezzano – “In questo momento di universale difficoltà occorre non disperdere i vincoli della fraternità e della condivisione”. Con questa frase comincia il messaggio del Vescovo di Avezzano, mons. Pietro Santoro, alle Comunità musulmane, riunite in tre associazioni che reggono altrettante moschee, presenti nel territorio della Diocesi dei Marsi. Il messaggio ha accompagnato il dono di datteri, olio e riso che il Vescovo  ha voluto rendere alle famiglie più bisognose della comunità, segno di partecipazione - non solo spirituale - all’inizio del Ramadan. La Chiesa dei Marsi nella quotidianità, così come pure nell’eccezionalità del lockdown, coltiva il dialogo interreligioso e interculturale con le sorelle e i fratelli musulmani che nel territorio rappresentano il 44% dei cittadini stranieri. La nazionalità primariamente rappresentata è quella marocchina, che costituisce da sola il 50% dei cittadini di paesi terzi regolarmente soggiornanti (dati Istat, 2019). Una presenza tradizionalmente legata alla richiesta di manodopera in agricoltura per la Piana del Fucino, che occupa la posizione baricentrica della Diocesi. Come nel trend nazionale, dall’inizio della crisi sanitaria e dunque economica, un numero crescente di famiglie è stato colpito dalla perdita del lavoro, da cui si teme lo sviluppo di ulteriori fenomeni e situazioni di fragilità sociale. La particolare vulnerabilità delle famiglie straniere è confermata dai dati del Centro d’Ascolto della Caritas Diocesana e delle diverse Caritas parrocchiali. Per questo motivo quest’anno, oltre al consolidato messaggio di amicizia per l’inizio del Ramadan, sono stati offerti alimenti tipici che potessero consolare le famiglie più colpite dalla crisi. Ovviamente continuando l’accompagnamento economico a situazioni di particolare fragilità. Ma l’inizio del Ramadan ha portato anche un ulteriore rafforzamento della relazione di rispetto, amicizia. La Mensa non ha mai chiuso durante questa emergenza. Ha piuttosto adeguato il servizio con doppi turni che potessero e garantire la consumazione dei tre pasti principali all’interno della struttura e il rispetto delle adeguate distanze di sicurezza imposte dal distanziamento sociale. Tradizionalmente nella Moschea della città di Avezzano, durante il Ramadan, all’ora di rottura del digiuno, ogni giorno, una famiglia diversa garantiva l’allestimento della tavola per i senza dimora di fede islamica. Quest’anno, a causa della chiusura dei luoghi di culto, questo servizio per i senza dimora musulmani non è stato possibile. Da qui la facile comunione in un cammino di solidarietà e di condivisione. Ogni giorno, un rappresentante della Comunità islamica si unisce ai volontari della Mensa e prepara, con loro, la cena della rottura del digiuno, consegnandola, per l’asporto, a coloro che lo richiedono e che non possono consumarla in Mensa per incompatibilità dell’orario. L’esperienza, seppur appena iniziata, è solo positiva e ci educa vicendevolmente al sogno profetico di Papa Francesco: essere credenti assetati di pace, fratelli in cerca di pace con i fratelli. Promotori di pace, strumenti di pace. Lidia Di Pietro