Tag: Dialogo interreligioso

Dialogo Interreligioso: messaggio por il Deepavali

6 Novembre 2020 - Roma - “In mezzo alle difficoltà della pandemia da Covid-19, questa festa significativa possa spazzare via le nubi della paura, dell’ansia e di ogni timore e colmare menti e cuori con la luce dell’amicizia, della generosità e della solidarietà”. È l’augurio del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, contenuto nel messaggio inviato per la festività di Deepavali, che molti induisti festeggiano il 14 novembre. “Quest’anno, sulla scia della pandemia da Covid-19, vogliamo condividere con voi alcuni pensieri sulla necessità d’incoraggiare uno spirito positivo e speranza per il futuro anche di fronte a ostacoli apparentemente insormontabili, sfide socio-economiche, politiche e spirituali, e ansia, incertezza e paura diffuse”, si legge nel messaggio, in cui si citano le “tragiche situazioni causate dall’attuale pandemia e dalle sue gravi conseguenze sulla vita quotidiana, l’economia, l’assistenza sanitaria, l’educazione e le pratiche religiose”. Eppure, “le esperienze di sofferenza e un senso di responsabilità reciproca hanno unito le nostre comunità nella solidarietà e nella preoccupazione, in atti di gentilezza e compassione verso i sofferenti e i bisognosi”. Come sostiene il Papa, “la solidarietà oggi è la strada da percorrere verso un mondo post-pandemia, verso la guarigione dalle nostre malattie interpersonali e sociali” è “una strada per uscire migliorati dalla crisi”: di qui la necessità di promuovere “il contagio della speranza” con “gesti di cura, affetto, gentilezza e compassione, che sono più contagiosi dello stesso coronavirus”.

Domani giornata di preghiera e digiuno per invocare la fine della pandemia

13 Maggio 2020 -
Roma - L’Alto Comitato per la Fratellanza Umana propone di celebrare domani, giovedì 14 maggio, una Giornata mondiale di preghiera, digiuno e opere di carità “per rispondere insieme a questa chiamata, invocando Dio Onnipotente per salvare il mondo, aiutandoci a superare la pandemia, per restituire sicurezza, stabilità, salute e prosperità cosicché, cessata questa crisi pandemica, la nostra Terra possa essere meglio di prima un posto accogliente per l’umanità e la fratellanza umana”. “Il nostro mondo si trova di fronte a un grande pericolo che minaccia le vite di milioni di persone a causa della diffusione della pandemia del coronavirus (COVID-19)”, ricorda l’Alto Comitato per la Fratellanza Umana che nel riaffermare “il ruolo della medicina e della ricerca scientifica nel combattere la pandemia”, chiede di non “dimenticare di cercare rifugio in Dio di fronte a questa grave crisi”. Di qui l’invito rivolto a “tutti i popoli del mondo a pregare ciascuno secondo le proprie convinzioni religiose, osservare il digiuno e compiere opere buone, per far cessare la pandemia”. “Ciascuno di noi, dovunque si trovi, e secondo gli insegnamenti delle rispettive tradizioni di fede e filosofie – è l’esortazione – cerchi l’aiuto divino per il soccorso nostro e del mondo intero da questa catastrofe, per ispirare gli scienziati nel trovare una cura per il virus e salvare il mondo intero dalle ripercussioni di questa grave pandemia nei campi della salute, dell’economia e sull’umanità”. Anche il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso “invita i credenti di tutte le religioni e le persone di buona volontà” ad unirsi spiritualmente a questa Giornata di preghiera e digiuno e opere di carità. L’appuntamento, ricorda il dicastero vaticano, “non prevede alcuna manifestazione comune pubblica, com’è comprensibile per prevenire i rischi di contagio, ma sarà vissuta da ciascuno nella propria interiorità, ponendosi dinanzi a Dio e alla propria coscienza”.

Brescia: preghiera corale per l’epidemia

5 Maggio 2020 - Brescia - Riuniti in cerchio con al centro un braciere, simbolo delle rispettive comunità vive che non potevano essere fisicamente presenti. Nei giorni scorsi nel giardino della Curia di Brescia è stata celebrata una preghiera ecumenica e interreligiosa: hanno partecipato alcuni ministri del culto residenti nei confini del Comune di Brescia; idealmente erano presenti anche i monaci buddisti e i rappresentanti Sikh che non potevano raggiungere Brescia in quanto residenti fuori città. Erano presenti: il vescovo Pierantonio Tremolada; Sheik Amen Al-Hazmi, Imam del Centro Culturale Islamico di Brescia; la pastora Anne Zell, della Chiesa Valdese di Brescia; padre Porubin, padre Timis e padre Cirlan delle Chiese Ortodosse presenti in città; don Roberto Ferranti della Migrantes diocesana e don Claudio Zanardini. I ministri, nelle rispettive tradizioni, hanno elevato una preghiera di suffragio per i defunti di questo tempo di emergenza e di protezione per le nostre comunità, condividendo le fatiche vissute per la nostra gente e per il nostro pregare senza comunità che ha caratterizzato tutto questo tempo. Al termine di ogni preghiera, hanno posto sul braciere dei grani di incenso simbolo della preghiera che sale al cielo in nome delle rispettive comunità. Gli ortodossi hanno fatto una preghiera e un canto; la Pastora Valdese ha portato la sua riflessione, l’Imam ha recitato una preghiera così come il Vescovo di Brescia, mons. Tremolada, che ha letto il Salmo 22 (Il Signore è il mio pastore) e una preghiera di suffragio per i defunti. Il Vescovo ha mandato anche un messaggio per l’inizio del Ramadan (23 aprile), il mese di digiuno e preghiera: “Sono sicuro che saprete anche voi imparare da questo ‘digiuno forzato’ della vita comunitaria a riscoprire i valori più grandi dell’ascolto di Dio, Clemente e Misericordioso, nella forma della preghiera personale”. “Mi viene spontaneo – ha commentato don Roberto Ferranti, direttore dell’Ufficio per il dialogo interreligioso e della Migrantes diocesana – ripensare ancora alle parole di Papa Francesco la sera del 27 marzo, parole pronunciate per la città di Roma e per il mondo intero: ‘Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca… ci siamo tutti’. Mi tornano in mente queste parole per descrivere il momento di preghiera che il vescovo Pierantonio ha condiviso con i ministri delle altre chiese cristiane e con i rappresentanti delle altre religioni”. La fede sostiene tutte le religioni nel momento della prova che stiamo vivendo. “Questo esserci trovati tutti sulla stessa barca ci ha fatto sperimentare come la preghiera è stato il denominatore comune che ci ha sostenuto nella fatica che abbiamo affrontato. Noi per la quaresima e la Pasqua, la stessa cosa per i fratelli ortodossi e per la comunità islamica che inizia il mese sacro di Ramadan… Tutti abbiamo dovuto ritrovare un modo per pregare insieme, stando a distanza. Ognuno ha trovato un modo per accompagnare i propri defunti….e per sostenere la fiducia della propria comunità. Per un momento abbiamo sentito l’esigenza di farlo insieme, perché insieme abitiamo questa città e insieme abbiamo guardato verso lo stesso cielo per ritrovare la forza del cammino”. Incontrarsi per dialogare, incontrarsi per conoscersi. “La fraternità che da tempo viviamo nei rapporti reciproci tra chiese cristiane, comunità islamica e altre religioni, si rafforza anche nelle situazioni difficili. Non risolveremo noi i dibattiti teologici delle divisioni, ma sperimenteremo come l’abitare la stessa città ci educa a capire la fraternità concreta dell’essere prima di tutto uomini e donne credenti.

Cristianesimo e Islam per una Città plurale: incontri a Messina

20 Gennaio 2020 - Messina - La Comunità Islamica di Messina e la diocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, rappresentata da Consulta delle Aggregazioni laicali, Caritas, Ufficio Migrantes e Ufficio per il Dialogo interreligioso, ripropongono, dopo la “positiva” esperienza delle precedenti edizioni, nuovi incontri sul “Cristianesimo e Islam per una Città plurale” con lo scopo di continuare e “progredire nella conoscenza, nel riconoscimento reciproco e nella convivenza pacifica, consapevoli che la comprensione di affinità e differenze aiuti a stabilire un clima di maggiore dialogo e serenità per la realizzazione di una Città plurale”. Il primo appuntamento è previsto per domani, martedì 21 gennaio, presso il “Salone delle bandiere” di Palazzo Zanca. Il tema di questo primo incontro sarà: “La fraternità originaria dei popoli”. L’incontro propone di “riscoprire – si legge in una nota - insieme l’orizzonte della fraternità universale, in questo nostro tempo di disincanto e disinteresse, in cui anche il credente rischia di essere irrilevante. Per l’uomo che crede, smentire la fraternità tra i popoli equivale a smentire l’originario progetto del Creatore, del Dio dell’Alleanza, del Signore dei mondi. L’umanesimo fraterno e universale – prosegue la nota -  è un cantiere, un incessante ritorno alle relazioni umane, una carovana in pellegrinaggio per cui è vitale il riconoscimento e la custodia reciproca, insieme al servizio nei confronti dell’Altissimo”. A relazionare saranno Joseph Levi, , Rabbino capo della Comunità ebraica di Firenze e della Toscana centro-orientale dal 1996 al 2017; Mons. Giuseppe Costa, professore ordinario di Sacra Scrittura presso l’Istituto Teologico “S. Tommaso” di Messina e Abdelhafid Keith, presidente della Comunità islamica siciliana e Imam della Moschea di Catania.