Tag: Comunità di Sant’Egidio

Corridoi Umanitari: arrivati oggi 51 persone dal Libano

22 Marzo 2024 - Roma - Tredici anni di guerra in Siria. E di origine siriana sono quasi tutte le 51 persone arrivate questa mattina, venerdì 22 marzo, all’aeroporto di Roma Fiumicino e accolte in Italia grazie ai corridoi umanitari realizzati dalla Comunità di Sant’Egidio insieme alla Chiese protestanti. 51 persone, di cui 19 minori, provenienti da vari campi profughi del Libano e da diversi centri - Beirut, Homs e altri territori del Paese da dove sono giunti, negli scorsi mesi ed anni, per fuggire dal conflitto in Siria - saranno accolte da Chiese, famiglie, Comunità di Sant’Egidio, Operazione Colomba e dalla Diaconia valdese in varie regioni e città d’Italia, tra le quali Firenze, Torino, Torre Pellice (TO), Campobasso, Padova, Roma. I corridoi umanitari sono un’iniziativa della società civile che coniuga la salvezza dai viaggi in mare con accoglienza e integrazione. UComplessivamente in Europa con i corridoi umanitari sono arrivati oltre 6.800 rifugiati.

Senza fissa dimora: a S. Maria Trastevere tanti per ricordare Modesta Valenti

6 Febbraio 2023 - Roma - In tanti, tra volontari e senza fissa dimora - molti anche straneiri -  hanno partecipatoi, ieri mattina, , nella basilica di Santa Maria in Trastevere, ad una celebrazione in ricordo di Modesta Valenti, la donna che morì 40 anni fa alla stazione Termini perché, essendo sporca, l’ambulanza si rifiutò di portarla in ospedale. Insieme a lei, durante la celebrazione, promossa come ogni anno dalla Comunità di Sant’Egidio, sono stati ricordati i nomi di alcune tra le tante persone che sono morte in strada a Roma negli ultimi anni. Per ognuna di loro è stata accesa una candela davanti all’icona dipinta in onore di Modesta. Nell’omelia, in un clima di grande commozione, mons. Vincenzo Paglia ha ricordato la storia di Modesta e quella del movimento di solidarietà cresciuto in questi anni attorno a chi vive per strada: “La sua memoria - ha detto - è diventata una benedizione perché ha messo in moto uomini e donne, credenti e non credenti che hanno scelto di fermarsi ai bordi delle strade, delle piazze, dei binari delle stazioni, offrendo un’amicizia calda e fedele che non lascia mai più soli, creando una singolare e bella amicizia tra chi serve e chi è servito”. Al termine tutti sono usciti dalla basilica con un fiore, benedetto per divenire segno di protezione per la vita di ognuno, in particolare di chi è più povero e fragile.

GMMR, Comunità S.Egidio: costruire il futuro con chi è costretto ad abbandonare la propria terra

24 Settembre 2022 -

Roma - La Comunità di Sant’Egidio celebrerà domani, 25 settembre, la 108esima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato unendosi alle parole di Papa Francesco che invita a costruire il futuro “con” chi è costretto ad abbandonare la propria terra. "Ci sembra, infatti - si legge in una nota -  non solo opportuno ma decisivo mettere da parte la tentazione di un avvenire delle nostre società, nel Nord del mondo, 'senza' o addirittura 'contro' chi rappresenta ormai da tempo una parte cospicua della nostra popolazione e del mondo del lavoro. Occorre affrontare l’immigrazione, sgombrando il campo da ogni impressione o ragionamento superficiale, da ogni facile strumentalizzazione. È necessario invece, prima di tutto - continua la nota - soccorrere chi rischia la propria vita in viaggi della disperazione nel mare Mediterraneo, sempre più lunghi e dolorosi, come dimostra la recente, tragica, morte di 81 profughi partiti dal Libano con i barconi e naufragati al largo della Siria. Ma poi occorre avere la capacità di accogliere e integrare. I corridoi umanitari – che sono riusciti a portare in Europa oltre 7mila profughi - sono in questo senso un modello da seguire perché permettono di conoscere persone e famiglie testimoni di guerre e di violenze, aiutandole ad inserirsi come parte integrante della nostra società". Per “costruire il futuro” occorrono alcuni interventi che "facilitino l’ingresso di migranti per motivi di lavoro, di cui l’Italia, in piena crisi demografica, ha estremo bisogno: ampliamento delle quote annuali, introduzione della sponsorship (persona o associazione che può fare da garante per l’inserimento nel mondo del lavoro), facilitazione dei ricongiungimenti familiari e un più generoso ricollocamento dei profughi da parte dei paesi europei". Per la Giornata Mondiale domani, 25 settembre, con tanti migranti e rifugiati alla mensa dei poveri di via Dandolo 10, a partire da mezzogiorno, per uno speciale “pranzo dell’amicizia” e alla Scuola di Lingua e Cultura italiana di piazza di Santa Maria in Trastevere 23, dove nel corso della mattina sono aperte le iscrizioni per il nuovo anno scolastico.

Villa Literno: oggi la memoria di Jerry Masslo e di tutte le vittime dell’intolleranza e del razzismo

24 Agosto 2022 -

Roma - Oggi, a 33 anni dalla sua morte, la Comunità di Sant’Egidio invita tutti a ricordare Jerry Essan Masslo, il profugo sudafricano, amico e ospite della Comunità alla fine degli anni Ottanta, che fu ucciso per rapina nella povera baracca dove viveva insieme ai suoi compagni per la raccolta dei pomodori. Il suo omicidio commosse l’Italia provocando la prima grande manifestazione antirazzista dell’ottobre 1989 e suggerendo i primi provvedimenti legislativi nei confronti degli immigrati.

In un tempo difficile, che ha visto registrare nuovi atti di razzismo e il gravissimo omicidio di Alika, nigeriano, a Civitanova Marche - dice oggi una nota di Sant'Egidio - "non vogliamo dimenticare il dramma dei braccianti stranieri sfruttati nelle campagne e costretti a vivere in alloggi più che precari. Di fronte a sentimenti di intolleranza e alla predicazione dell’odio, che corre troppo spesso sui social, occorre invece costruire, per tutti, un futuro di pace, di giustizia e di integrazione". L'appuntamento è per oggi alle 17.30 al cimitero di Villa Literno, per la memoria di Jerry Essan Masslo e dei tanti migranti morti, in diverse circostanze, mentre erano in Italia al lavoro nei campi.

Rom e sinti: è morta sr. Mercedes Amostegui

25 Luglio 2022 - Roma - Si è spenta ieri suor Mercedes Amostegui delle Suore Francescane Missionarie di Maria. E’ morta a Pamplona, in Spagna, dove era nata. Intenso nella sua vita l’impegno pastorale a fianco dei rom e sinti e molto vicina all’attività della Fondazione Migrantes insieme all’impegno delle sue consorelle. “Noi della Comunità di Sant’Egidio abbiamo conosciuto a Roma le suore Francescane Missionarie di Maria, quando erano accampate nel quartiere di Tor Bella Monaca, all’inizio degli anni Ottanta. Le Suore si fermavano spesso con i Sinti e con alcuni Rom Xoraxane, condividendo in modo semplice e concreto la loro vita quotidiana, vivendo con loro nell’ascolto e nella condivisione”, ricorda oggi Susanna Placidi della Comunità di Sant’Egidio. Stare con gli zingari -  diceva sr. Mercede durante sun convegno, nel 1990 promosso dal Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti – “è una risposta al Vangelo che viviamo come Missionarie, pronte ad andare ovunque e a tutti per annunciare la salvezza, siamo inviate come priorità a coloro ai quali Cristo non è rivelato e a coloro tra i quali la Chiesa è meno presente… Desideriamo porci sulla linea dell’’Ultimo’ tentando di concretizzare la Parola: ‘Ultimo tra gli ultimi’, vivendo in carovana con la presenza di Cristo Eucarestia. Per noi l’evangelizzazione è fuori del tempo, fuori da schemi, fuori da programmi, essere Chiesa in mezzo ai Rom, cogliendo le occasioni offerte dalla vita quotidiana perché possano conoscere Dio e la sua Provvidenza che salva. Stabilire soprattutto un’amicizia nell’ascolto. Giorno per giorno in una dimensione di Fede che è Luce, Faro, forza alla nostra vita insignificante, ma cristianamente vera”. “Ricordiamo – ci dice Susanna Placidi -  con affetto tanti momenti vissuti insieme di preghiera e di amicizia con i Rom come quando Giovanni Paolo II venne a visitare i Rom accampati a Tor Bella Monaca, ma anche nei momenti bui degli sgomberi romani e nelle messe di Natale con i Sinti nei quartieri della periferia romana”, insieme a don Matteo Zuppi, oggi arcivescovo di Bologna, cardinale e presidente della Cei: “una presenza sempre vicina, silenziosa e attenta ai piccoli, fedele al Vangelo e pronta all’amicizia e all’ascolto. La accompagniamo con la nostra preghiera, che il Signore la accolga come donna di fede, appassionata al popolo Rom e Sinto, riposi in pace”. La Fondazione Migrantes ricorda questo impegno di sr. Mercedes e la affida al Padre ringraziando il Signore “per avercela donata” e come esempio di vicinanza a chi è più povero ed indifeso.

Comunità Sant’Egidio: oggi conferenza stampa con alcune proposte concrete per l’integrazione dei migranti

21 Giugno 2022 -
Roma – Questa mattina  la Comunità di Sant’Egidio illustrerà, con alcuni dati e storie, la rete burocratica che sta ostacolando di fatto l’inserimento lavorativo di migliaia di immigrati, di cui il nostro mondo produttivo e dei servizi alla persona ha estremamente bisogno. Si farà il punto sulla regolarizzazione avviata nel 2020 e, a distanza di due anni, non ancora ultimata, sui decreti flussi, che avrebbero bisogno di un maggiore impulso, e sui mille ostacoli che rendono difficile la vita a molti stranieri già residenti, alcuni da anni, nel nostro paese, e persino ai rifugiati. Verranno quindi lanciate alcune proposte concrete. Alla conferenza stampa interverrà il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo.

Ucraina: Comunità S.Egidio, il 21 maggio concerto per la pace a Roma

4 Maggio 2022 -
Roma - Sabato 21 maggio, in Piazza del Popolo a Roma, si terrà il concerto per la pace, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio e dai Giovani per la pace, per dire no alla guerra: “Play music stop violence”. Un evento a ingresso gratuito per diffondere, con la musica, un forte messaggio di pace e sostenere il lavoro della Comunità di Sant’Egidio nell’accoglienza ai profughi dall’Ucraina. La serata si aprirà con artisti e band emergenti da tutta Italia, finalisti del contest per la pace, e proseguirà con una maratona musicale che vedrà avvicendarsi sul palco artisti che uniranno la loro voce “per chiedere la fine della guerra in Ucraina e di ogni guerra, nella convinzione che l’unico futuro possibile ponga le sue fondamenta sulla pace. La musica ha una grande forza ed è stata decisiva, insieme alla solidarietà, in momenti difficili della storia. Oggi lo può essere ancora”. L’accesso all’area del concerto sarà possibile dalle 17:30. L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Roma, dalla Regione Lazio, dal Ministero della Cultura, dall’Agenzia nazionale giovani e dalla Siae, ha come radio ufficiale Rai Radio2 che racconterà l’evento attraverso collegamenti in diretta e con contenuti extra sui social del canale e curiosità dal backstage. Il concerto sarà presentato da Carolina Di Domenico e Pier Ferrantini, mentre la “Social band” accompagnerà nelle loro performance gli artisti sul palco. Un evento non solo dedicato alla musica, ma anche alla solidarietà: saranno raccolti infatti fondi per sostenere gli aiuti che la Comunità di Sant’Egidio da Leopoli sta facendo pervenire in tutte le zone colpite dal conflitto in Ucraina e l’accoglienza ai profughi nei Paesi limitrofi e in Italia.

Roma: riapre in presenza la mensa di via Dandolo

14 Settembre 2021 - Roma - Da domani, mercoledì 15 settembre, la mensa dei poveri della Comunità di Sant’Egidio a Roma, in via Dandolo 10, a partire dalle 16.30, permetterà nuovamente ai senza fissa dimora e a tutti gli ospiti, molti stranieri, che normalmente la frequentano di sedersi a tavola. Negli ultimi mesi infatti, in questo centro – che non ha mai chiuso neanche durante il lockdown – i pasti venivano soltanto distribuiti e consumati altrove, per il rispetto delle misure dettate dalla pandemia. La svolta è stata permessa grazie all’apertura – il martedì e il giovedì pomeriggio - dell’hub vaccinale di Sant’Egidio che, dall’inizio di luglio, ha già realizzato la vaccinazione di alcune migliaia di persone che, per motivi ambientali e burocratici, sarebbero rimaste “invisibili” al sistema sanitario. Da domani, a questi ultimi, “oltre al vantaggio dell'importante protezione per la loro salute e per quella di tutta la popolazione, sarà restituita anche la dignità di poter sedere a tavola, grazie ai certificati vaccinali mentre chi non ha ancora non li possiede sarà comunque accolto, come sempre, e avrà la possibilità di ricevere un pasto da asporto, come è accaduto nei mesi passati”, spiega la comunità.  

Lesbo: giovani per la Pace di Padova e Bologna con i giovani migranti

6 Agosto 2021 - Roma - È iniziata da pochi giorni la prima delle quattro missioni estive dei Giovani per la Pace in Bosnia, con la partenza di un gruppo di dodici ragazzi e ragazze delle Comunità di Sant’Egidio di Padova e Bologna. A Bihaç una parte del lavoro si svolge in sinergia con il JRS (Jesuit Refugee Service), con cui è attiva da alcuni mesi una proficua collaborazione. La situazione a Bihaç è in rapido mutamento. Nella stagione estiva i giovani migranti si trattengono solo pochi giorni, pronti a ripartire per proseguire il viaggio. Sono in aumento gli arrivi delle persone dal corno d’Africa – si legge sul sit di Sant’Egidio - come Yusuf (nome di fantasia), ragazzo somalo di 17 anni arrivato in Bosnia col padre e la sorella di 16 anni, ed accampato come tanti altri in mezzo al bosco che circonda Bihaç. Racconta delle violenze e delle umiliazioni subite al confine con la Slovenia: “Ho perso tutto, l’unica cosa che mi è rimasta è la mia anima, che mi consente di rimanere felice…”. Le condizioni igieniche dei migranti continuano ad essere estremamente critiche, con numerosi casi di scabbia sia dentro che fuori dai campi, senza contare i problemi legati alla scarsità di cibo e all’acqua, che oltre ad essere insufficiente spesso non è potabile. Il rapporto con gli abitanti del luogo è sempre più teso e non mancano esplicite manifestazioni di intolleranza nei loro confronti, come quella di chi dice: “se volete vedere uno zoo andate a Lipa”. Stanchi, affamati, maltrattati, i migranti continuano a nascondersi in rifugi di fortuna e a non arrendersi di fronte al sogno di arrivare in Italia e in Europa, al punto di voler riprovare il “game” più volte in una settimana. Molti hanno voluto partecipare in maniera inaspettata, ma grata, ad una scuola di italiano improvvisata dai Giovani per la Pace davanti al campo di Lipa. Resiste la speranza e la voglia di amicizia: pur vivendo in condizioni misere, non mancano da parte loro gentilezza e gesti di generosità, come il desiderio di condividere il poco cibo che hanno. È commovente come, anche in situazioni critiche, il loro spirito ottimista e fiducioso trasmetta un senso di conforto; come ci ha confidato un giovane pakistano in uno dei jungle camp: “Tutti abbiamo dei sogni”.  

Budapest. una preghiera ecumenica in ricordo del Porrajmos

5 Agosto 2021 - Budapest - Il 2 agosto a Budapest si è svolta la preghiera ecumenica in memoria del Porrajmos, lo sterminio nazista di rom e sinti, e dell’attentato di Kisléta il quale fu l’ultimo di una serie di uccisioni di persone rom tra il 2008 e il 2009 con sei vittime e parecchi feriti in Ungheria. La preghiera è stata presieduta da mons. János Székely, vescovo  di Szombathely, con le rappresentanze delle chiese riformata e luterana, e la comunità ebraica. Erano presenti alcuni membri delle famiglie delle vittime e Éva Fahidi, superstite dell’olocausto, prigioniera del campo Auschwitz-Birkenau anche nella notte tra il 2 e il 3 agosto 1944 quando gli ultimi rom furono uccisi dagli SS. Péter Szőke della Comunità di Sant’Egidio a Budapest ha introdotto la preghiera: “vogliamo gridare al Signore con le vittime e per le vittime, ma vogliamo anche dire quale sogno abbiamo sul mondo e sull’Ungheria”. Citando Jonathan Sacks, ha detto: “un paese è forte quando si prende cura dei deboli, diventa ricco quando si occupa dei poveri, diventa invulnerabile quando presta attenzione ai vulnerabili”. Nella sua omelia il vescovo emerito luterano Péter Gáncs ha offerto una meditazione sull’incontro di Gesù con la samaritana.  Gesù non rispetta i confini e “provoca”, nel senso originario del verbo: chiama fuori quel che è nascosto. I giudei e i samaritani allora non avevano nessuna comunione, non potevano usare gli stessi piatti, bicchieri. Gesù trova quell’unica cosa che lui e la donna hanno in comune: la sete nell’ora più calda del giorno. Chiede acqua alla samaritana, suscitando scandalo persino nei discepoli che non capiscono. Il rapporto tra giudei e samaritani è paragonabile a quello tra ungheresi rom e non rom di oggi. Gesù ci offre l’acqua della vita perché essa diventi in noi fonte per gli altri. I nostri sforzi non servono a nulla se non facciamo noi il primo passo nel ristabilire la comunione in modo personale, mangiando e bevendo dagli stessi piatti con loro. Éva Fahidi, che aveva perso sua madre e la sua sorellina subito dopo il loro arrivo ad Auschwitz, ha dato la sua personale e toccante testimonianza della notte in cui le famiglie rom, più di 3000 persone furono assassinate nel campo di Birkenau. “I rom e sinti sono il popolo più vicino al mio cuore. Sono i miei fratelli e sorelle di sangue. Avevo 79 anni quando per la prima volta tornai ad Auschwitz. Finora non avevo capito perché ero sopravvissuta proprio io ma allora e lì capì: per raccontare fino alla fine della mia vita perché non succeda più. Purtroppo, le idee nazionalsocialiste si diffondono anche dove prima erano sconosciute. Il ruolo delle chiese è essenziale per contrastarle. I sopravvissuti non vogliono sporcarsi le proprie anime di odio contro nessuno”. Rivolgendosi ai bambini e giovani rom presenti ha detto: “I bambini rom sono bellissimi. Studiate, trovate buoni lavori per non essere umiliati, abbiate belle famiglie con tanti figli, Dio vi benedica”. Nelle preghiere dei fedeli sono stati letti i nomi delle vittime degli attentati compiuti dodici anni fa in Ungheria, tra cui un bambino di appena 5 anni, Robi Csorba. Nella preghiera dei fedeli, Eszter Dani, pastora riformata ha chiesto la guarigione al Signore per coloro sono paralizzati dalla paura, dal lutto, e anche per coloro che sono pieni di odio. Il capo rabbino Zoltán Radnóti ha pregato con le parole dell’Avinu Malkenu, Nostro Padre, Nostro Re, le suppliche per la misericordia dell’Eterno. Il vescovo János Székely ha reso grazie al Signore per i “nostri fratelli zingari” e i “tesori che portano in loro”. “Noi pecchiamo contro il nostro fratello – ha aggiunto – non solo quando lo distruggiamo ma anche quando gli neghiamo una vita degna dell’uomo”. “Vogliamo raggiungere la misura del tuo amore infinito”, ha concluso la sua preghiera.