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Card. Zuppi: “si cresce solo insieme”

19 Marzo 2024 - Roma - È la pace la priorità per la Chiesa universale e quindi anche per la Chiesa in Italia. Lo ribadisce con forza il cardinale presidente della Cei Matteo Zuppi aprendo i lavori per la sessione primaverile del Consiglio permanente. Lo fa rimarcando che «in questo tempo di conflitti, di divisioni, di sentimenti nazionalisti, di odi, di contrapposizioni», il servizio della Chiesa per l'unità «brilla come una luce di speranza». E tale servizio, «che coinvolge i vescovi e tutte le comunità», si fa proprio «partendo dal ministero del Vescovo di Roma, il Papa». Non a caso "pace" è «sicuramente una delle parole chiave del suo pontificato». Per il cardinale Zuppi, ricevuto ieri in udienza da papa Francesco - in questo contesto «l'impegno personale e di tutte le nostre comunità resta quello di essere "artigiani di pace"». Di qui l'esortazione ad essere «operatori di pace», anzitutto nella «preghiera incessante e commossa», ma anche nella solidarietà. Così ad esempio, con l'Ucraina, «mediante la diffusa accoglienza per le vacanze estive ai bambini orfani o vittime». In questa stessa prospettiva Zuppi annuncia che a maggio, durante la prossima Assemblea Generale della Cei, ci sarà una giornata di preghiera, digiuno e solidarietà. Il presidente sottolinea che le parole del Papa sulla pace «sono tutt'altro che ingenuità». Oggi quindi «la storia esige di trovare un quadro nuovo, un paradigma differente, coinvolgendo la comunità internazionale per trovare insieme alle parti in causa una pace giusta e sicura». E proprio su questo versante gli Stati e i popoli europei, le stesse istituzioni dell'Unione europea, «devono riscoprire la loro vocazione originaria, improntando le relazioni internazionali alla cooperazione ». A questo proposito il cardinale Zuppi ricorda che l'Europa vivrà a giugno «una grande occasione di partecipazione popolare per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo». E rilancia l'appello dei vescovi europei che invitano a scegliere «responsabilmente i deputati che rappresenteranno i nostri valori e lavoreranno per il bene comune». Per il cardinale Zuppi «l'impegno degli artigiani di pace» significa non rassegnarsi «a un aumento incontrollato delle armi, né tanto meno alla guerra come via per la pace». E aggiunge, citando il dettato costituzionale: «L'Italia - l'Europa no? - "ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali"». Nel quadro del Cammino sinodale in corso il cardinale Zuppi invita la Chiesa italiana a non avere paura del dibattito interno, senza però cadere «in polemiche digitali, sterili, polarizzate, di convenienza». Ma con una avvertenza: superare «la tentazione della nostalgia di una presunta età dell'oro, quella prima del Concilio per taluni, dopo il Vaticano II per altri». Al termine del suo intervento il presidente della Cei indica alcuni segnali che «preoccupano e interrogano» la Chiesa. Per Zuppi - con un riferimento implicito alla cosiddetta autonomia differenziata - «suscita preoccupazione la tenuta del sistema Paese, in particolare di quelle aree che ormai da tempo fanno i conti con la crisi economica e sociale, con lo spopolamento e con la carenza di servizi». Il pensiero del cardinale Zuppi va poi anche ai giovani e agli anziani. Riguardo questi ultimi il cardinale rileva, che specialmente alla luce di quanto accaduto durante la pandemia, «serve un nuovo welfare» e in particolare serve «concretizzare la riforma delineata con la Legge Delega del marzo 2023 e a non tradire le attese di persone, famiglie e operatori». Il presidente infine spiega che la Cei guarda «con apprensione alla tematica del fine vita». Per la Chiesa «le cure palliative, disciplinate da una buona legge ma ancora disattesa, devono essere incrementate e rese nella disponibilità di tutti senza alcuna discrezionalità di approccio su base regionale». Inoltre «la piena applicazione della legge sulle disposizioni anticipate di trattamento» è «ulteriore garanzia di dignità e di alleanza per proteggere la persona nella sua sofferenza e fragilità». (G.C.)

Cei: da lunedì il Consiglio Permanente

19 Gennaio 2023 -
Roma - Si svolgerà da lunedì 23 a mercoledì 25 gennaio, a Roma, presso la sede della CEI  la sessione invernale del Consiglio Episcopale Permanente. Dopo l’Introduzione del card. Matteo Zuppi, presidente della Cei, in programma alle ore 16 del 23 gennaio, i lavori prevedono la scelta del tema principale dell’Assemblea Generale di maggio e alcuni aggiornamenti sul secondo anno del Cammino sinodale avviato nelle diocesi italiane e sulla Ratio Nationalis per la formazione nei seminari.
All’ordine del giorno, poi, la presentazione della prossima edizione della Settimana Sociale dei Cattolici Italiani e due comunicazioni: la prima sulla proposta di rilancio del Progetto Policoro e la seconda sulla partecipazione dei giovani italiani alla GMG di Lisbona, in programma dal 1° al 6 agosto. Mercoledì 25 gennaio nella Sala Marconi di Palazzo Pio il Segretario Generale, Mons. Giuseppe Baturi, illustrerà in conferenza stampa il Comunicato finale.

Osare la speranza: il messaggio del Consiglio Episcopale Permanente

21 Settembre 2022 -

Matera - Il Consiglio Episcopale permanente della Cei , riunita a Matera, ha approvato il messaggio di cui qui di seguito riportiamo il testo, alla vigilia delle elezioni politiche di domenica 25 settembre.

Osare la sepenza: appello alle donne e agli uomini del nostro Paese

Dipende da noi: impegniamoci. È questo il messaggio che sentiamo di rivolgere a noi stessi, alle nostre comunità, a tutte le donne e gli uomini d’Italia. Stiamo attraversando una fase particolarmente delicata e complicata della storia: le nostre parole non sono un incoraggiamento ad andare avanti nonostante tutto, ma un invito a osare con speranza. Non semplice ottimismo, ma speranza e realismo cristiano. La guerra, la pandemia, la crisi ambientale e quella delle imprese, l’aumento generalizzato dei costi, il caro bollette… sono tutte questioni che ci addolorano terribilmente e ci preoccupano. Non possiamo mai abituarci a vedere la vita calpestata. Il nostro appello è motivato prima di tutto dalla nostra fede e dalla certezza che il Vangelo di Gesù continua ad essere una Buona Notizia per tutti. Ci sta a cuore il futuro di ogni persona umana. “Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10). Siamo fratelli e sorelle. “Impegniamoci”, tutti insieme, per non cedere al pessimismo e alla rabbia. Vogliamo essere spettatori o protagonisti del futuro? L’Italia ha bisogno dell’impegno di ciascuno, di responsabilità e di partecipazione. Vicini e solidali con chi soffre ed è in cerca di risposte ai tanti problemi quotidiani, rivolgiamo un appello agli elettori, ai giovani, a chi ha perso fiducia nelle Istituzioni e agli stessi rappresentanti che saranno eletti al Parlamento.

Agli elettori

Il voto è un diritto e un dovere da esercitare con consapevolezza. Siamo chiamati a fare discernimento fra le diverse proposte politiche alla luce del bene comune, liberi da qualsiasi tornaconto personale e attenti solo alla costruzione di una società più giusta, che riparte dagli “ultimi” e, per questo, possibile per tutti, e ospitale. Solo così può entrare il futuro! C’è un bisogno diffuso di comunità, da costruire e ricostruire sui territori in Italia e in Europa, con lo sguardo aperto al mondo, senza lasciare indietro nessuno. C’è urgenza di visioni ampie; di uno slancio culturale che sappia aprire orizzonti nuovi e nutrire un’educazione al bello, al vero e al giusto. Il voto è una espressione qualificata della vita democratica di un Paese, ma è opportuno continuare a sentirsene partecipi attraverso tutti gli strumenti che la società civile ha a disposizione.

Ai giovani

Ai giovani, che per la prima volta si recano a un seggio elettorale, diciamo di avere fiducia! Con il vostro voto lanciate a tutta l’Italia un forte messaggio di partecipazione alla costruzione del bene comune, nel rispetto della persona, di tutte le persone in ogni fase della vita. Questo è il vero criterio per orientarsi nelle scelte. Il vostro impegno per la cura del Creato è un esempio per tutti. Vedere che i giovani si pongono dalla parte di chi vuole affrontare e risolvere i problemi è un segno che fa ben sperare. E impegna, allo stesso tempo, noi adulti a non tradire i vostri sogni.

Ai disillusi

A chi, dopo molti anni, è tentato di pensare che nulla cambierà anche stavolta, ricordiamo che il contributo di tutti è molto prezioso. Comprendiamo la vostra preoccupazione: sarà possibile mettere da parte le divisioni e guardare al bene del Paese? Vi invitiamo, però, a non far prevalere la delusione: impegniamoci! La partecipazione democratica è amore per il nostro Paese. Invitiamo chi si trova ad affrontare gravi problemi e si sente ai margini della società a non scoraggiarsi e a dare il proprio irrinunciabile contributo.

Agli eletti

Chiediamo ai futuri eletti di non dimenticare mai l’alta responsabilità di cui sono investiti. Il loro servizio è per tutti, in particolare per chi è più fragile e per chi non ha modo di far sentire la sua voce. L’agenda dei problemi del nostro Paese è fitta: le povertà in aumento costante e preoccupante, l’inverno demografico, la protezione degli anziani, i divari tra i territori, la transizione ecologica e la crisi energetica, la difesa dei posti di lavoro, soprattutto per i giovani, l’accoglienza, la tutela, la promozione e l’integrazione dei migranti, il superamento delle lungaggini burocratiche, le riforme dell’espressione democratica dello Stato e della legge elettorale… È il tempo di scelte coraggiose e organiche. Non opportunismi, ma visioni. Vi invitiamo a vivere la responsabilità politica come “la forma più alta di carità”.

Prospettive

Ripartiamo dai luoghi di vita: qui abbiamo ritrovato il senso della prossimità durante la pandemia. Il Cammino sinodale che le Chiese in Italia stanno vivendo può costituire davvero un’opportunità per far progredire processi di corresponsabilità. È sempre nei luoghi di vita che abbiamo appreso l’arte del dialogo e dell’ascolto, ingredienti indispensabili per ricostruire le condizioni della partecipazione e del confronto. Riscopriamo e riproponiamo i principi della dottrina sociale della Chiesa: dignità delle persone, bene comune, solidarietà e sussidiarietà. Amiamo il nostro Paese. La Chiesa ricorderà sempre questo a tutti e continuerà a indicare, con severità se occorre, il bene comune e non l’interesse personale, la difesa dei diritti inviolabili della persona e della comunità. (Il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana)

Consiglio d’Europa: Comitato anti-tortura annuncia visite in otto Paesi

22 Agosto 2022 -
Roma - Il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (Consiglio d’Europa) annuncia il suo programma di visite periodiche per il 2023. Il Comitato ha intenzione di esaminare il trattamento delle persone private della propria libertà nei seguenti Paesi: Albania, Armenia, Cipro, Ungheria, Lussemburgo, Macedonia del Nord, Malta, Slovacchia. “Le persone e le organizzazioni in possesso di informazioni riguardanti la situazione di persone private della libertà in uno di questi Paesi e che ritengano possano risultare utili al Cpt, sono invitate a sottoporle all’attenzione del Comitato”, spiega un comunicato. Nel 2023, il Cpt “organizzerà anche delle visite ad hoc in diversi Paesi e potrebbe decidere, in base alle circostanze, di rimandare una o più visite periodiche al 2024”.

Migrantes: mons. Glowczyk confermato coordinatore della pastorale dei cattolici polacchi in Italia

30 Settembre 2021 -

Roma – Mons. Jan Antoni Glowczyk è stato confermato coordinatore nazionale della pastorale dei cattolici polacchi in Italia. La conferma da parte del Consiglio Episcopale Permanente della CEI che si è svolto in questa settimana e che si è chiuso ieri. A mons.  Glowczyk gli auguri di un proficuo lavoro.

CEI: il tema della cittadinanza all’incontro del Mediterraneo

30 Settembre 2021 - Roma - Nel corso dei lavori del Consiglio Episcopale Permanente della CEI, che si è concluso ieri i Vescovi hanno ricevuto un aggiornamento sull’Incontro del Mediterraneo, che si terrà a Firenze, la città di Giorgio La Pira, dal 23 al 27 febbraio 2022. L’evento, che – come accaduto a Bari nel 2020 – coinvolgerà i Vescovi cattolici di Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum, si svilupperà attorno al tema della cittadinanza, nell’ottica della Laudato si’ e della Fratelli tutti. È questo infatti – si legge nel comunicato finale – “un nodo essenziale per affrontare le crisi che viviamo: se la città è il luogo dove la fraternità universale diventa concreta o dove, a causa dell’indifferenza e della diffidenza, si fanno largo la solitudine e la violenza, la cittadinanza non è solo un dato anagrafico, ma lo spazio in cui si costruiscono relazioni di giustizia, accoglienza, crescita comune”.  

Migrantes: i membri della Commissione Episcopale per le Migrazioni

30 Settembre 2021 - Roma – Il Consiglio Episcopale Permanente della CEI, che si è concluso ieri, ha provveduto alla nomina dei membri delle dodici Commissioni Episcopali. Per la Commissione Episcopale per le Migrazioni sono stati nominati, oltre al Presidente mons. Gian Carlo Perego– eletto dall’Assemblea generale della CEI lo scorso maggio – mons. Franco Agostinelli, Vescovo emerito di Prato; mons. Franco Maria Giuseppe Agnesi, Vescovo ausiliare di Milano; mons. Benoni Ambarus, Vescovo ausiliare di Roma; mons. Giovanni Checchinato, Vescovo di San Severo; il card. Paolo Augusto Lojudice, Arcivescovo di Siena - Colle di Val d’Elsa - Montalcino; mons. Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo e mons. Marco Prastaro, Vescovo di Asti. Ai membri della Commissione gli auguri di un proficuo lavoro.  

CEI: non spegnere i riflettori sulla drammatica situazione dell’Afghanistan

30 Settembre 2021 - Roma - “Non spegnere i riflettori sulla drammatica situazione dell’Afghanistan”. È l’appello che rivolgono i vescovi italiani al termine del Consiglio Permanente che si è concluso a Roma ieri.  Il Consiglio Permanente della CEI – si legge nel comunicato finale – “non ha mancato di volgere lo sguardo anche al di fuori dei confini nazionali”: la situazione in Afghanistan “rimane drammatica e incerta anche se i riflettori sul Paese si sono quasi spenti. Lo sforzo messo in campo dalle nostre comunità per l’accoglienza e la protezione internazionale degli afghani arrivati con i numerosi ponti aerei è stato esemplare, così come lodevole è stata la risposta da parte delle diverse forze politiche”. La Chiesa in Italia – si legge nel comunicato finale dei lavori - che si è resa subito disponibile a supportare tale impegno, si “augura che la stessa sollecitudine abbracci anche gli afgani che nei prossimi mesi si metteranno in cammino per raggiungere l’Europa attraverso la rotta balcanica e il Mediterraneo. Ogni respingimento infatti negherebbe un diritto fondamentale del popolo afgano, che scappa da guerra e violenza”. L’auspicio, hanno sottolineato i vescovi, è che “il diritto alla protezione internazionale sia tutelato non solo per gli afghani ma anche per gli uomini e le donne in fuga da 70 Paesi, che arrivano via terra e via mare sia in Italia che in Europa”. Come ha detto il Papa, dopo la preghiera dell’Angelus di domenica 26 settembre 2021, in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato: “Non chiudiamo le porte alla loro speranza”. (R. Iaria)