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Card. Zuppi: messaggio per le esequie di fratel Biagio Conte

17 Gennaio 2023 -
Roma - Pubblichiamo di seguito il messaggio che il Presidente della CEI, Card. Matteo Zuppi, ha inviato all’Arcivescovo di Palermo, Mons. Corrado Lorefice, in occasione delle esequie di fratel Biagio Conte, missionario laico e fondatore della “Missione di Speranza e Carità”, scomparso il 12 gennaio.
Eccellenza Reverendissima, caro Corrado,
a nome della Chiesa in Italia, esprimo profondo cordoglio a Lei, alla grande famiglia della “Missione di Speranza e Carità”, alla comunità ecclesiale e alla città di Palermo per la morte del nostro fratello Biagio Conte, uomo appassionato di Cristo il cui messaggio resta una profezia per il mondo di oggi.
In una società in cui si cerca una felicità individuale, fratel Biagio ci ricorda che la vera felicità ce la dona il tempo speso per il prossimo, specialmente per chi è povero, scartato. Il suo amore per gli ultimi, la scelta di cercare delle risposte per non abituarsi mai allo scandalo della povertà e alla sofferenza dei poveri, l’accoglienza intelligente e generosa sono un’eredità preziosa, da raccogliere e continuare, non solo a Palermo ma in tutto il Paese. Fratelli tutti!
Per Biagio chi era nel bisogno era un fratello, a prescindere dalla lingua, dalla provenienza e dallo stato sociale, nessuno escluso. Seguendo le sue orme riusciremo a rompere le catene dell’egoismo tra guerre e violenze e voleremo sulle ali della dignità e della solidarietà, come fratel Biagio ha fatto e ci ha insegnato a fare. La commozione di tanti per la sua scomparsa ci attesta quanto ha saputo toccare il cuore con il suo esempio.
Grazie, terra e Chiesa di Sicilia, per questo dono prezioso!
Card. Matteo Zuppi
Presidente della Ce

Card. Zuppi: dolore per padre Achi, l’Africa ha bisogno di pace

16 Gennaio 2023 -
Roma - “Le notizie di violenza e morte che, ancora una volta, giungono dalla Nigeria confermano una situazione tragica, dove la vita umana sembra non avere valore”. È quanto dichiara il card. Matteo Zuppi, presidente della CEI, dopo l’attacco di ieri alla casa parrocchiale della chiesa cattolica di San Pietro e Paolo, a Kafin-Koro, con l’uccisione di padre Isaac Achi. Un altro religioso, padre Collins Chimuanya Omeh, è stato ferito mentre tentava di mettersi in salvo. L’accorrere delle forze dell’ordine ha messo in fuga gli aggressori che però, prima di andarsene, hanno dato fuoco all’abitazione: dalle prime ricostruzioni padre Achi sarebbe dunque morto nel rogo della casa.
“A nome della Chiesa in Italia – afferma il card. Zuppi – esprimo le condoglianze al popolo e alla Chiesa nigeriani, assicurando preghiere per padre Achi, il cui sacrificio è una ennesima testimonianza, fino al martirio, del prezioso servizio che uomini e donne guidati dal Vangelo rendono alla propria gente”.
Ieri si è registrato anche un gravissimo attentato a una comunità pentecostale di Kasindi, nel tribolato Nord Kivu (Repubblica Democratica del Congo), dove hanno perso la vita almeno 17 persone. “Siamo vicini con la preghiera – aggiunge il porporato – a queste popolazioni e a questa terra che a fine gennaio accoglierà la visita di Papa Francesco. L’Africa ha bisogno di pace, pace vera, quale condizione basilare per lo sviluppo democratico e socioeconomico. Ai popoli del Continente occorre assicurare, anche con il sostegno della Comunità internazionale, una convivenza pacifica, una vita dignitosa e un futuro nel pieno rispetto dei diritti umani e della libertà religiosa”.

Card. Zuppi: “ai migranti siano garantite sicurezza e dignità in mare”

21 Dicembre 2022 - Firenze - Durante l’incontro di presentazione del Consiglio dei giovani del Mediterraneo, ospitato sabato mattina all’Istituto degli Innocenti di Firenze, è stato affrontato anche il tema delle migrazioni. «I flussi dobbiamo regolarli, e vanno assicurate le condizioni di dignità e di sicurezza nell’attraversare il mare», ha detto il presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi. Zuppi ha esortato a mettere al centro dell’agenda il bacino che è lo specchio delle tensioni e degli scontri che dividono il mondo. «Siamo in un momento particolare – ha affermato –. In questi mesi si compiono scelte che segneranno il nostro immediato futuro. Che ci sia anche questa visione del Mediterraneo, e che queste scelte abbiano una tale consapevolezza è importante. Ciò può significare un investimento culturale». Il presidente della Cei ha ringraziato il cardinale Bassetti per aver concepito gli Incontri dei vescovi del Mediterraneo. Un’iniziativa che a Firenze si era allargata ai sindaci. «Unire la dimensione spirituale e quella civile è stato importante: del resto questo è l’umanesimo».

Card. Zuppi a Rapporto Asilo Migrantes: “uscire da logica sicurezza ed emergenza e dare stabilità”

13 Dicembre 2022 -
Roma - “In questo momento, in cui c’è un piano che guarda al futuro e si parla anche di flussi, bisogna dare stabilità a qualcosa che non è emergenza, non può essere solo un tema di sicurezza e va affrontato a livello europeo. In realtà tanti Paesi in Europa accolgono molto più dell’Italia. Non ci accorgiamo che non siamo gli unici e che molti fanno di più e non si lamentano come noi”. Lo ha affermato oggi a Roma, alla Pontificia Università Gregoriana, il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, aprendo la presentazione del Rapporto 2022 sul diritto d’asilo della Fondazione Migrantes. “La Chiesa fa politica? Sì. Difende le persone”, ha detto il presidente della Cei rispondendo alle sollecitazioni in sala: “La Chiesa ricorda le persone e si chiede come mai dopo tanti anni non siamo ancora usciti da una logica di sicurezza. Se vogliamo pensare al futuro abbiamo bisogno della presenza di stranieri in Europa. La Chiesa non fa le leggi. Suggerisce, cerca, insiste e ricorda in tanti modi, liberamente, con grande libertà dalle tante soluzioni cromatiche della politica, il grande colore della vita e del rispetto della persona”. E ancora, più avanti: “Per combattere le vie illegali bisogna garantire le vie legali. Non c’è futuro senza, il futuro è solo assieme”. Raccontando alcune storie, come quella di Nasrim, iraniana che vive e lavora in Italia ma si vede negato il permesso di soggiorno, il presidente della Cei ha evocato le “tante Nasrim che manifestano in questi giorni” – il riferimento è all’Iran -, “facendo attenzione ai diritti di cui godiamo e che per tanti sono invece negati”. A margine dell’incontro il cardinale ha invitato inoltre a fare “ogni sforzo per combattere illegalità e corruzione e garantire a tutti la fiducia nel sistema democratico – ha detto riferendosi allo scandalo delle presunte mazzette del Qatar ad esponenti del Parlamento europeo -, nella difesa dell’Europa dei meccanismi democratici”. nel suo interbento il presidente dei vescovi italiani ha detto che per avere anche noi diritto di "piena cittadinanza bisogna garantirlo a tutti”: “quando i diritti sono enunciati e non garantiti è ancora più amaro, ferisce ancora di più, soprattutto pensando all’Europa dei diritti, che devono essere sempre uguali per tutti”, ha sottolineato, facendo riferimento implicito alle diversità di accoglienza tra profughi ucraini (ai quali è concessa la protezione temporanea) e chi viene da altre rotte e Paesi, come denunciato nel report: “Forse c’è stata qualche applicazione non omogenea, se alcuni più contigui si accolgono in un modo e se vengono da un’altra parte no”. Il cardinale ha invitato a “non abituarsi mai” ai numeri, dietro i quali ci sono le sofferenze delle persone: “Quest’anno sono morte 1.800 persone nel Mediterraneo, 1.295 solo sulla rotta verso Italia e Malta. Purtroppo c’è una contabilità che nella sua tragica evoluzione può non ferire più, come nelle guerre che durano da venti e trent’anni e se ne perde la contabilità”. Poi, accennando ai respingimenti verso la Libia, ha aggiunto: “Dobbiamo ricordarci sempre che noi li mandiamo in luoghi disumani. Qui vale l’invito evangelico di non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te. Nessuno manderebbe se stesso o i propri familiari in quei luoghi infernali dove non esiste nessun diritto”.
  (fonte Sir)

Migrantes Padova: dialogo sui diritti umani

5 Dicembre 2022 - Padova - Liberi di partire, liberi di restare. Un diverso modo per dire il diritto di emigrare e di non emigrare. Diritto che è sempre stato rivendicato fin dal principio delle migrazioni in partenza dall’Italia e dalle nazioni europee fin dalla fine dell’800, ma che oggi sembra vacillare di fronte a tanti avvenimenti. L’applicabilità dei diritti è compito della giurisprudenza e per questo il Master di Diritto delle Migrazioni dell’Università di Bergamo ha organizzato, nei giorni scorsi, una Giornata di Studio con il titolo “Dialogo sui diritti umani. La tutela della libertà individuale e il contrasto alle nuove schiavitù”.  Paola Scevi, che da tredici anni dirige questo Master di eccellenza per chi si occupa dei temi migratori, ha condotto i lavori e svolto la relazione “La tratta di persone nel contesto dei conflitti armati. Strategie di contrasto”. Prima ancora a parlare è stato il Card. Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana: “Chi scappa dalla guerra, chi scappa da quella guerra che è la fame e la povertà, che è la negazione della propria dignità, avrebbe preferito restare e non partire. Dal momento che è partito, è necessario aiutarlo”. Sullo sfondo di queste parole appare evidente l’estensione della Convenzione di Ginevra del 1951 sui Rifugiati, oltre ai motivi di fuga al seguito dei conflitti armati. “Estendere la Convenzione di Ginevra sui rifugiati alla tratta degli esseri umani”, è stato uno snodo importante dell’articolata relazione della prof.ssa  Scevi, che è anche membro di un gruppo di esperti del Consiglio Italiano Rifugiati. Il Cardinale Zuppi ha ricordato che nella Bologna dell’anno Mille avvenne un’azione che unì umanesimo e utilitarismo, dando la cittadinanza a più di 5.000 persone altrimenti rimaste nel “limbo” della non-appartenenza e in balia degli sfruttatori. Con la cittadinanza si diede loro la possibilità di inserirsi nell’attività lavorativa: questo fece la fortuna di Bologna e siglò il “liber padadisus”. “ Si può rispondere con la giurisprudenza per dare diritti e fare uscire dal limbo tante persone, altrimenti soggiogate e violate. Dare loro diritti e anche doveri, per la loro e la nostra dignità. A tal proposito la Prof.ssa Scevi ha richiamato e approfondito la Convenzione di Palermo delle Nazioni Unite sul contrasto della tratta delle persone ed il contrasto delle organizzazioni criminali. La caratteristica transnazionale delle organizzazioni criminali che gestiscono il traffico delle persone e la tratta degli esseri umani, chiede la necessità di strumenti giuridici idonei a livello internazionale per poter agire con efficacia. “Alzare muri di qualche metro, allargare muri di qualche metro, assieme alla vergognosa inconsistenza della cooperazione economica a favore di alcuni Paese”, ha detto il Card. Zuppi, “vuol dire non guardare al futuro”. A questo futuro, costruito con la forza del diritto, si rivolge il Master di Diritto delle Migrazioni, che nel marzo del prossimo anno darà avvio ad una nuova edizione, di cui sono già aperte le iscrizioni. (Gianromano Gnesotto)

I cardinali Zuppi e Lojudice in visita a Mustafà, il piccolo siriano nato senza arti

5 Novembre 2022 -

Bologna -"Vedere Mustafà, vederlo così contento dopo averlo visto prima a Siena e poi qui a Budrio ci fa dire che la Chiesa è una cosa straordinaria. Gemellaggi come quello tra le diocesi di Siena e Bologna servono ad aiutare chi non ha fratelli a cui potersi appoggiare": così il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana che ieri, insieme al cardinale Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena, Colle di Val d'Elsa e Montalcino, ha fatto visita a Budrio (Bologna), al piccolo Mustafà, il bambino siriano nato senza arti a causa del gas nervino e la cui storia aveva commosso il mondo. Dopo essere stato accolto a Siena, adesso il piccolo con la sua famiglia è in un'abitazione a Budrio dove è in attesa di essere sottoposto a un intervento chirurgico. "Speriamo che potrà migliorare con le protesi - ha detto il cardinale Zuppi - e mi auguro che possano crescere gemellaggi in grado di dare vita a questi piccoli miracoli". "Credo sempre nell'amicizia, negli incontri tra persone, nelle esperienze che le persone hanno vissuto - ha aggiunto il cardinale Lojudice -. Quando c'è questo è tutto un po' più facile: aiutare le persone, darsi da fare sostenersi, darsi dei consigli. È un modo anche questo per essere insieme, per camminare insieme con il cammino sinodale. Noi continueremo a percorrere queste strade"

Card. Zuppi: “l’immigrazione non è un problema di sicurezza ma di visione e di umanità”

25 Ottobre 2022 - Roma - “Il Mediterraneo deve essere una cerniera, non un muro: occorre un cambio di prospettiva per affrontare la questione delle migrazioni in termini di umanità, non di sicurezza”. Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, è intervenuto a uno dei forum del convegno interreligioso “Il grido della pace”, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, ed è tornato a parlare di immigrazione. “Dal mar Mediterraneo si alza il grido 'salvami' - ha detto Zuppi - e rispondere non è una responsabilità solo dei paesi che si affacciano sul mare, ma di tutta l’Europa. Dobbiamo liberarci tutti dalla tentazione di reagire con le paure, perché quello dei migranti non è un problema solo di sicurezza, ma di visione: se continueremo ad accettare le diseguaglianze tra riva Nord e Sud si accumuleranno i risentimenti e il mare nostrum diventerà mare mostrum”. Alle parole di Zuppi hanno fatto eco quelle del cardinale Jean-Marc Aveline, arcivescovo di Marsiglia, che ha denunciato “l’Unione Europea che finanzia la mafia libica nel silenzio e nell’indifferenza del mondo” e ha richiamato i paesi mediterranei ad una responsabilità comune: “dobbiamo resistere alle sirene politiche che cercano di anestetizzarci con la paura e farci credere che l'immigrazione sia solo una minaccia”.

Card. Zuppi: “preoccupante il problema dei giovani”

17 Ottobre 2022 -

Roma - “Alcuni dati che mi hanno molto colpito sono quelli che riguardano il problema dei giovani, del sud, dell’educazione, cioè di come la povertà diventa ereditaria. Per spezzare l’anello, oppure per unire, perché il Rapporto si chiama ‘L’anello debole’ e l’anello debole lo devi rendere forte altrimenti si spezza tutta la catena. L’anello debole lo rendi forte ristabilendo l’educazione o investendo seriamente sull’educazione”. Lo ha affermato, oggi, il card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, in un video messaggio, con cui si è aperta la presentazione del Rapporto su povertà ed esclusione sociale dal titolo “L’anello debole”, curato da Caritas Italiana.

“I dati che ascolterete sui giovani e sulla povertà intergenerazionale sono davvero preoccupanti e richiedono a tutti quanti noi di fare qualche cosa perché l’educazione non è soltanto quella in termini tecnici, cioè di aiutare, quella di don Milani, quella di dare la parola, di aiutare a non essere esclusi dalla scuola – e l’abbandono sappiamo che è molto alto, incredibilmente alto – ma è anche l’investimento sulla persona, la rete di educazione che è quel famoso villaggio che almeno le nostre comunità devono rappresentare e rappresentano per chiunque”, ha spiegato il porporato, chiarendo: “Un villaggio educativo, anche in termine tecnico – insisto – nel dare la fiducia e la possibilità di continuare a studiare, i mezzi per continuare a studiare e per rafforzare quell’anello sempre debole mentre l’ascensore sociale è guasto, è rotto da tempo – e pochi sono interessati ad aggiustarlo, mi sembra. C’è poi l’educazione che non viene garantita e che perpetua, quella che è quasi come una povertà ereditaria”. Per questo “c’è una dimensione che viene sottolineata, la dimensione sociale, la territorialità, la rete che si deve ricreare”. “Io penso che questo sia un grande compito delle nostre comunità e quindi delle Caritas che – ripeto qualcosa di già detto – non sono l’agenzia a cui noi esternalizziamo il compito della carità, perché la carità non si esternalizza. Voi sapete che nelle aziende per risparmiare si esternalizza, ma noi non possiamo esternalizzare perché saremo e siamo interrogati su questo e la carità coinvolge tutti e le Caritas devono aiutare a coinvolgere tutti quanti”, ha precisato il presidente della Cei.

Card. Zuppi: gestione del fenomeno migratorio che ci fa uscire da un’idea solo di sicurezza

17 Ottobre 2022 - Roma – “Siamo un Paese pieno di risorse e di capacità: accoglienza, apertura dei flussi, integrazione, educazione, cooperazione e finalmente una gestione del fenomeno che ci fa uscire da un’idea solo di sicurezza, che in realtà senza il resto non è affatto garantita. Parlerei anche delle migliaia di ragazzi che vanno all’estero perché non trovano qui stabilità e futuro. La sfida è cercarlo assieme”. Lo dice il card. Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana in una lunga intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera. Il porporato, parlando poi delle attese dei prossimi mesi aggiunge che “ci aspettiamo che affronti i problemi in una cornice di interessi nazionali e sovranazionali”. Il presidente dei vescovi si riferisce all’Europa, “innanzitutto. Ma anche al mondo, a partire dall’Africa”. (R.Iaria)

Card. Zuppi, “in Europa varie forme d’odio e razzismo manipolate da imprenditori dell’allarme sociale”

13 Ottobre 2022 -
Roma - “In Europa vediamo crescere varie forme d’odio e di razzismo, manipolate da imprenditori dell’allarme sociale e del rancore, a puri fini politici”. A denunciarlo è il card. Matteo Zuppi, arcivescovo  di Bologna e presidente della Cei, nella “lectio magistralis” tenuta ieri sera  a Roma in occasione del conferimento del dottorato “honoris causa” in Studi politici, nell’Aula magna del Rettorato dell’Università “Sapienza” di Roma. “Ho parlato prima delle recenti elezioni di ‘piccolo interesse’ che talvolta anima i responsabili politici”, ha ricordato il cardinale, secondo il quale i temi della guerra e della pace “sono oggi rilanciati dal dramma del grande conflitto tra Russia e Ucraina che ci coinvolge tutti”. “Soprattutto ora che si parla di rischio nucleare, credo che sia urgente una riflessione sul valore della pace che unisca Africa ed Europa”, ha spiegato il porporato esortando a “dare il giusto valore alla ricerca permanente della pace sia come soluzione di un conflitto che come riconciliazione e convivenza”. “Esiste un diritto umano alla pace che Africa ed Europa possono costruire assieme”, ha affermato: “la guerra è stata troppo banalizzata come fatto naturale, triste compagna della storia umana e della politica. La guerra è ridiventata popolare mentre si spegneva l’eco del grande sogno di pace nato nei lager e nei gulag, cresciuto nel calderone della grande guerra mondiale e sopravvissuto anche alla guerra fredda e al muro. Dobbiamo riaffermare quel sogno che non può essere solo autoreferenziale per sé, ve lo posso testimoniare come mediatore per la pace in Mozambico e altrove: dimenticando di lavorare per la pace attorno a sé, l’Europa scopre con orrore di averla sprecata. Cosa c’è di più significativo di lavorare assieme, africani e europei, per riaffermare e ricostruire le basi umanistiche di quel sogno affinché divenga realtà? È quasi inutile parlare di democrazia e di sviluppo se prima non c’è la pace, sia come cessazione del conflitto che come riconciliazione e apprendimento del vivere assieme”.