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Migrantes Torino: dal 21 aprile un corso per famiglie che desiderano accogliere

9 Aprile 2021 - Torino - Un corso per famiglie che desiderano accogliere. Lo propone, dal prossimo 21 aprile, l'Ufficio Migrantes di Torino ed è rivolto a chi è interessato all'accoglienza dei rifugiati che necessitano ancora di un supporto per poi poter proseguire in autonomia il loro percorso di integrazione nel nostro paese. Si tratta di un percorso di formazione, con il confronto con chi ha già vissuto questa esperienza, rivolto a singoli e famiglie che vogliono sperimentare l’accoglienza di un rifugiato nella propria casa. Il corso è articolato in quattro incontri di approfondimento dedicati ai temi delle aspettative, dei diritti e dell’esperienza di accoglienza. Il corso, promosso dalla Migrantes di Torino, si avvale della collaborazione dell’Associazione Famiglie Accoglienti, nell’ambito del progetto Rifugio Diffuso promosso dall’Ufficio Stranieri di Torino.

Gesuiti: “la pandemia ha aggravato le disuguaglianze nel sistema di accoglienza”

9 Aprile 2021 - Roma - “Di male in peggio. Il Covid-19 aggrava le disuguaglianze nell’accoglienza dei richiedenti asilo”. E’ questo il titolo del rapporto realizzato dal Jesuit Refugee Service comparando i vari Paesi europei. “Tra la fine di febbraio e l'inizio di marzo 2020 – si legge nel rapporto - è diventato chiaro che l'epidemia di Covid-19 aveva raggiunto l'Europa. A metà marzo quasi tutti gli Stati membri dell'Ue hanno adottato una serie di misure per limitare il contagio, comprese misure come quella di limitare i viaggi sia nazionali che internazionali. Inoltre, in molti paesi, i governi hanno ordinato alle loro popolazioni di rimanere a casa e prendere le distanze in presenza di altre persone”. “In molti paesi europei – continua il rapporto - il Jrs è attivo nel fornire accoglienza ai richiedenti asilo, sia all'interno dei sistemi di accoglienza nazionali o colmando alcune lacune di tali sistemi. Jrs ha quindi assistito in prima persona alle difficoltà incontrate dai richiedenti asilo nell'adesione alle misure di prevenzione del Covid-19 dovendo spesso condividere i loro spazi di vita con molte altre persone. Il Jrs ha anche rilevato come la già carente fornitura di accoglienza e assistenza sia stata aggravata dalla pandemia”. “Insieme a partner in nove Stati membri dell'Ue (Belgio, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Malta, Portogallo, Romania e Spagna) abbiamo deciso di mappare e analizzare la possibilità di accedere e rimanere nel sistema di accoglienza durante la pandemia. Abbiamo anche studiato l’impatto delle misure di prevenzione del Covid-19 sulle condizioni materiali di accoglienza. Infine, abbiamo esaminato la resilienza dei sistemi di accoglienza in tempi di pandemia esplorando fattori come la capacità di risposta delle autorità responsabili nel fornire orientamenti alle strutture di accoglienza e l'adattabilità dei diversi modelli di accoglienza ai requisiti del Covid-19. Abbiamo raccolto e confrontato le informazioni relative alla situazione in questi campi in precedenza, durante e dopo il blocco iniziale, tenendo traccia degli sviluppi rilevanti fino a fine novembre 2020. In questo rapporto, "lockdown" si riferisce al periodo in cui il più alto numero di restrizioni (cioè limitazioni di movimento, limitazione massima della vita sociale e pubblica e raduni, chiusura di negozi, bar e ristoranti) erano in atto nella maggior parte dei paesi. Il periodo di lockdown iniziale è iniziato approssimativamente a metà marzo ed è durato fino a maggio/giugno 2020, per la maggior parte dei paesi. Questo è stato seguito da un periodo in cui le restrizioni per il Covid-19 sono state allentate, sebbene mai completamente rimosse. Nell'estate del 2020, alcuni paesi hanno reintrodotto misure più rigorose e all'inizio di novembre 2020 erano entrate in vigore nuove forme di lockdown di nuovo nella maggior parte dei paesi presi in esame”. “Questa ricerca si basa sulle informazioni raccolte dall'esperienza diretta dei partner del Jrs che prestano servizi nelle strutture di accoglienza e organizzano direttamente l'accoglienza per i richiedenti asilo, all'interno dei sistemi nazionali formali o indipendentemente. Le informazioni sono state verificate in modo incrociato e integrate da una ricerca documentale per confermare i nostri risultati. Nei casi di Belgio e Spagna, dove i partner del Jrs Europa non sono direttamente coinvolti nell'accoglienza dei richiedenti asilo, le informazioni sono state raccolte principalmente attraverso ricerche documentali e contatti con altre organizzazioni nazionali pertinenti”. “Il nostro lavoro è stato limitato da diversi fattori al di fuori del nostro controllo: l'intrinsecamente volatile situazione correlata alla pandemia si traduce in misure che sono in continua evoluzione e difficili da seguire e valutare, soprattutto visto il breve lasso di tempo durante il quale abbiamo la mappatura. Inoltre, l'esperienza diretta dei nostri partner non è sempre in grado di riflettere un'immagine completa delle problematiche legate all'accoglienza in un dato paese. Questo è in particolare il caso dei paesi in cui l'accoglienza è organizzata da una grande moltitudine di attori o dove la responsabilità è decentralizzata. Tuttavia, siamo fiduciosi che i risultati che presentiamo sono sufficientemente rappresentativi per consentirci di trarre lezioni pertinenti e raccomandazioni per il futuro, sia nel contesto di una pandemia, sia più in generale per una politica di accoglienza umana, accogliente e inclusiva”.  

Papa Francesco: “invito le Chiese locali alla dovuta accoglienza e sollecitudine nei confronti dei migranti”

10 Giugno 2019 - Città del Vaticano - “Non posso qui non menzionare i migranti e i profughi che raggiungono i maggiori aeroporti con la speranza di poter chiedere asilo o trovare un rifugio, o che sono bloccati in transito. Invito sempre le Chiese locali alla dovuta accoglienza e sollecitudine nei loro confronti, pur se si tratta di una responsabilità diretta delle Autorità civili”. Lo ha detto questa mattina Papa Francesco ricevendo, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, i partecipanti all’Incontro mondiale dei Cappellani dell’Aviazione civile in occasione dell’inizio del XVII Seminario Mondiale, promosso dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, sul tema: “I Cappellani cattolici e gli operatori di pastorale dell’Aviazione Civile al servizio dello sviluppo umano integrale”. Per il Papa “fa parte anche della vostra cura pastorale vigilare che sia sempre tutelata la loro dignità umana e siano salvaguardati i loro diritti, nel rispetto della dignità e delle credenze di ciascuno. Le opere di carità nei loro confronti costituiscono una testimonianza della vicinanza di Dio a tutti i suoi figli”. “Lo sviluppo tecnologico, la frenesia del lavoro, il continuo transito di gente favoriscono – ha detto il Papa - nelle aerostazioni un’atmosfera di anonimato e di indifferenza, rendendole grandi periferie umane”. Milioni di persone di diverse nazionalità, culture, religioni e lingue “vi si incrociano ogni giorno; ognuna è una storia, che solo Dio conosce: gioie, dolori, attese, preoccupazioni… In questi luoghi voi siete chiamati a portare la parola e la presenza di Cristo, il Solo che conosce quello che c’è nel cuore di ogni uomo; a portare a tutti, fedeli e ‘gentili’, il Vangelo della tenerezza, della speranza e della pace. Si può seminare tanta pace con un gesto, con una parola, con uno sguardo”.