20 Luglio 2020 - Roma - Sessanta progetti, per un totale di € 11.890.149 così suddivisi: € 6.090.221 per 30 progetti in Africa, € 1.808.346 per 12 progetti in America Latina; € 3.248.102 per 14 progetti in Asia; € 212.598 per 2 progetti in Medio Oriente; € 530.882 per 2 progetti in Est Europa. Sono i dati emersi dalla riunione del Comitato per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo della Cei tenutasi nei giorni scorsi, in video-collegamento con la sede di Roma.
Due tra i progetti più significativi sono in Africa. Uno in Nigeria, nella diocesi di Maiduguri e negli stati del Borno e Adamawa. Il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati collaborerà con le autorità locali per fornire corsi personalizzati di formazione degli insegnanti agli educatori, che a loro volta utilizzeranno le competenze acquisite in aula per migliorare la qualità dell'istruzione del sistema scolastico pubblico. Questi insegnanti saranno poi impiegati per realizzare un programma di apprendimento accelerato dopo la scuola che si rivolge sia ai bambini che frequentano le scuole sia a quelli che le hanno lasciate. In Angola, nella diocesi di Benguela, le Piccole Suore della Divina Provvidenza costruiranno ed equipaggeranno un centro sociale e allestiranno un posto medico con laboratorio di analisi. Il centro sociale, di circa 300 mq, comprenderà un area per recupero disabili fisici e mentali, fisioterapia e laboratori; uno spazio per la formazione inclusiva (alfabetizzazione, formazione professionale, socializzazione). Il presidio medico, già esistente, necessita di ristrutturazione e si arricchirà di un day-hospital per vaccinazioni e per la somministrazione di terapie, che potrà accogliere 120 pazienti.
In Medio Oriente, e specialmente in Egitto, le Suore Francescane Missionarie del Cuore Immacolato di Maria hanno una scuola a Beni Suef, che accoglie bambini dalla materna fino alle medie. La scuola è aperta a tutti, cristiani e musulmani e nel 2013, nel corso della primavera araba, è stata distrutta e incendiata dai terroristi. La ricostruzione, prontamente avviata, si era interrotta per mancanza di fondi ma ora potrà finalmente essere portata a termine.
Tra i progetti latino-americani ne menzioniamo due. In Argentina, a Buenos Aires, verrà finanziata la ristrutturazione di una scuola di cucina, con annesso ristorante, destinata alle donne più povere. L'iniziativa, voluta dalle Figlie del Divin Salvatore, ha sede in un edificio storico del centro di Buenos Aires che necessita di una serie di restauri e adattamenti per tornare operativo. In Perù, invece, si interverrà a beneficio della comunità agricola di Palermo e Rio Salado, dove circa 1200 persone vivono su un altopiano tra i quattro e i cinquemila metri di altitudine: impossibile quindi rete elettrica, fognaria e acqua potabile, nessun mezzo di trasporto pubblico, denutrizione e gravi infermità, elevata mortalità materno-infantile, inadeguata alimentazione. Verranno realizzate latrine, cucine, sistemi di aereazione e illuminazione delle abitazioni, e verranno insegnate pratiche lavorative agricole e di allevamento, ed effettuata la costruzione di moduli per allevamento di porcellini d'india e orti biologici familiari.
Segnaliamo infine ancora due progetti che saranno realizzati in Asia. In Sri Lanka l'arcidiocesi di Colombo creerà una scuola di musica e arti per la riabilitazione dei ragazzini di Negombo, traumatizzati a seguito degli attentati che la comunità ha subito nella primavera del 2019. A Timor Est, infine, le suore Canossiane costruiranno un centro di formazione professionale e dormitorio all'Isola di Atauro, per dare una risposta concreta alla difficoltà di inserirsi nel mondo del lavoro per i giovani, a causa dell'assenza delle necessarie competenze e professionalità.
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8X1000: la geografia della condivisione
4 Giugno 2020 - Roma - Quante sono le opere firmate da tutti nel territorio dove abitiamo? La rendicontazione geolocalizzata corre sul web grazie alla Mappa 8xmille (www.8xmille.it). Una scelta di trasparenza che punta a colmare, con le tecniche di un viaggio alla scoperta delle opere realizzate e di un inatteso paesaggio solidale, il gap informativo su quanto conta ogni anno la firma per il nostro Paese e per le comunità italiane. La geografia della condivisione nelle 226 diocesi, con oltre 20 mila interventi sottoscritti dai fedeli italiani, è sempre consultabile online. Dà conto in modo ravvicinato dell’uso dei fondi. E là dove è più difficile che i numeri rendano il senso delle speranze e della dignità restituite, segnala storie, foto, video, schede e articoli di stampa. Le voci già geolocalizzate sono ben lontane ancora dal rappresentare la totalità dei contributi ricevuti, ma la Mappa è in continuo aggiornamento. Il dettaglio è per regione, provincia e comune, in modo da scoprire dov’è arrivato l’aiuto della Chiesa italiana. Sullo sfondo, l’impegno della Cei per una trasparenza che superi gli obblighi di legge sulla pubblicazione del rendiconto annuale (come previsto dall’articolo 44 della legge 222 del 1985), affiancandogli appunto questa cartina degli effetti dell’8xmille. Tre le direttrici d’impiego: 436 milioni di euro – indica la ripartizione 2019, l’ultima disponibile – per il culto e la pastorale; per il sostentamento dei circa 35 mila sacerdoti diocesani, compresi circa 400 missionari nei Paesi in via di sviluppo, 384 milioni di euro. E infine per i progetti caritativi 285 milioni di euro.
La prima voce comprende anche i fondi per le nuove chiese e gli spazi parrocchiali, per la tutela dei beni artistici e per la pastorale giovanile. Così sono diventati realtà rispettivamente ad esempio – lo indica la Mappa – oratorio e nuovi spazi comunitari della parrocchia Madonna del Suffragio ad Alessandria, sostenuta con 100 mila euro; e fondi per 90 mila euro destinati al restauro di 'tesori nascosti' che tramandano fede e cultura, come la chiesa della Madonna degli Angeli, a Veroli (Frosinone), risalente al VI secolo. Quindi i fondi per il sostentamento dei sacerdoti, ministri dei sacramenti e annunciatori del Vangelo in Parola e opere, affidati ai fedeli per una remunerazione decorosa.
Tra gli interventi caritativi, che sono la terza voce di impiego, vanno ricordati anche piani occupazionali nazionali per i giovani come il 'Progetto Policoro', incubatore di cooperative che ha dato vita ad oltre 3 mila posti di lavoro. Nella Mappa anche i fondi per la Caritas, per il microcredito o per la ricostruzione post terremoto in Abruzzo (anche con 4 scuole pubbliche, edificate dalla Chiesa con le firme). Non manca infine un link per un’istantanea degli aiuti al Terzo Mondo: ospedali, scuole, formazione di medici e insegnanti, promozione della donna e di progetti agricoli. Oltre alle emergenze: dal sostegno alle vittime di guerra in Siria con 2 milioni di euro fino ai corridoi umanitari in Etiopia e Giordania (440 mila euro).
Laura Delsere
“C’è un Paese”: da oggi la nuova campagna informativa 8xmille della CEI
31 Maggio 2020 - Roma - C’è un Paese è il cuore del messaggio della campagna CEI 8xmille 2020 che mostra, nei fatti, un Paese che accoglie, sostiene, abbraccia e soprattutto consola. È l’Italia dell’8xmille alla Chiesa cattolica. Ogni anno, grazie alle firme dei contribuenti, si realizzano, in Italia e nei Paesi più poveri del mondo, oltre 8.000 progetti che vedono impegnati sacerdoti, suore e tantissimi operatori e volontari che quotidianamente rendono migliore un Paese reale, fatto di belle azioni, di belle notizie. Un Paese che non si è mai fermato, che ha combattuto, che ha costruito e che merita di essere narrato.
La nuova campagna di comunicazione C’è un Paese racconta la Chiesa cattolica che, anche nell’emergenza, non ha smesso di prendersi cura dei più deboli: dal parroco di una piccola città di provincia, che durante l’epidemia ha continuato a sostenere la propria comunità grazie alla tecnologia in modo nuovo e creativo, alle mense Caritas, che hanno trovato modalità diverse per aiutare le famiglie in difficoltà trasformandosi in luoghi dove ci si sente accolti e si trovano persone pronte ad aiutare, dai tanti progetti per l’avviamento al lavoro per cercare di far ripartire i molti disoccupati alle case per le donne vittime di violenza e così via, fino ad arrivare a migliaia di progetti annui.
“L’obiettivo della comunicazione 2020 è dare ancora una volta voce a questa Chiesa. Una Chiesa che c’era prima della pandemia, che è stata al fianco del suo popolo durante l’emergenza con i fondi 8xmille e la sua rete di solidarietà, e che sta continuando a progettare, a sognare per ricostruire il nostro futuro insieme”, afferma il nuovo responsabile del Servizio Promozione della CEI Massimo Monzio Compagnoni. “Una Chiesa, e un Paese, motivati da valori che sono quelli del Vangelo: amore, conforto, speranza, accoglienza, annuncio, fede”.
La campagna sarà on air sui principali media, tv, stampa e radio, a partire dal 31 maggio e per alcune settimane.
Sui canali social, inoltre, partiranno due campagne ad hoc:
L’amore non si è fermato composta da brevi filmati girati dagli stessi operatori dei progetti, per spiegare come hanno affrontato questa emergenza e mostrare che l’amore non si è mai fermato;
Sotto la mascherina, che racconta come “dietro la mascherina” rimangono comunque i nostri valori, i valori del Vangelo, nonostante il distanziamento sociale imposto dal Covid-19.
Sul sito www.8xmille.it sono disponibili i dati relativi all’emergenza Covid-19 (227,9 milioni di euro fino al 26 maggio), video di approfondimento, il rendiconto storico della ripartizione 8xmille a livello nazionale e diocesano. È presente anche una nuova sezione “Firmo perché” con le testimonianze dei contribuenti sul perché di una scelta consapevole. Non manca la “Mappa 8xmille” – una risorsa in continuo aggiornamento – che geolocalizza e documenta con trasparenza quasi 20mila interventi già realizzati.
Presidenza CEI: vicini alle persone in difficoltà
29 Maggio 2020 -
Roma - La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha deliberato di conferire un ulteriore contributo straordinario a quelle Diocesi il cui territorio è stato definito dalle Autorità pubbliche “zona arancione o zona rossa”. Si tratta di oltre 10 milioni di euro, provenienti dai fondi dell’otto per mille che i cittadini destinano alla Chiesa Cattolica e recuperati dalla finalità a cui erano stati destinati, essenzialmente l’edilizia di culto.
L’ammontare del contributo è stato calcolato secondo il criterio dell’entità della popolazione, incrociato col rispettivo numero di contagiati alla data del 25 aprile 2020. Anche questo stanziamento è finalizzato per sostenere persone e famiglie in situazioni di povertà o di necessità, enti e associazioni che operano per il superamento dell’emergenza provocata dalla pandemia, enti ecclesiastici in situazioni di difficoltà. La Chiesa italiana, ricorda la Presidenza della CEI, è «Chiesa di popolo» e cerca d’incontrare i bisogni della popolazione, da qualsiasi parte provengano. Anche questa forma di partecipazione alla sofferenza del momento esprime la «comunione» tra le diocesi, tutte - da Nord a Sud - «sulla stessa barca», come ha ricordato Papa Francesco Padre il 27 marzo in piazza San Pietro.
L’erogazione avverrà il 3 giugno e impegna a un utilizzo di tali risorse entro il 31 dicembre 2020; la rendicontazione - che dovrà essere inviata alla Segreteria Generale della CEI entro il 28 febbraio 2021 - si atterrà al dettato concordatario (Legge 222/85) e ai criteri di trasparenza, rafforzati dall’Assemblea Generale del maggio 2016.
Cei: 541 progetti in 65 Paesi in aiuto all’Africa e agli altri Paesi poveri nell’emergenza coronavirus
27 Maggio 2020 - Roma - Sono 541 i progetti finanziati in 65 Paesi del mondo per un totale di circa 9 milioni di euro grazie allo stanziamento di 6 milioni di euro disposto dalla Presidenza della CEI il 3 aprile scorso, al quale sono stati aggiunti altri 3 milioni di euro il 13 maggio, per l’emergenza coronavirus in Africa e in altri Paesi poveri. Nel dettaglio, sono 381 le iniziative in ambito sanitario per una somma di 7.486.900 euro e 160 quelle nel settore formativo per 1.502.328 euro.
Il contributo, proveniente dai fondi dell’otto per mille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, ha rappresentato un segno di solidarietà, un tentativo di dare risposta alle numerose richieste di aiuto che sono giunte nel corso degli ultimi mesi dai Paesi africani e da molti altri contesti di povertà sparsi in varie parti del mondo, aggravati dagli effetti della pandemia. A guidare l’azione sono state le parole pronunciate da Papa Francesco, il 27 marzo scorso in Piazza San Pietro: “Anche noi ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme… Davanti alla sofferenza, dove si misura il vero sviluppo dei nostri popoli, scopriamo e sperimentiamo la preghiera sacerdotale di Gesù: ‘che tutti siano una cosa sola’.
Il Servizio per gli interventi caritativi a favore dei Paesi del Terzo Mondo e la Caritas Italiana hanno individuato una strategia d’azione secondo due linee guida prioritarie. Innanzitutto, dotare le strutture sanitarie dei Paesi più poveri di dispositivi di protezione per il personale, indispensabili per la gestione dell’emergenza, e di strumenti terapeutici basilari per affrontare la pandemia. In seconda battuta, sostenere le realtà locali nelle iniziative di sensibilizzazione della popolazione su comportamenti atti a non favorire il contagio, oltre a formare e preparare dal punto di vista tecnico il personale sanitario così da prevenire il diffondersi della pandemia.
Dopo le manifestazioni d’interesse giunte tra il 14 e il 30 aprile, si è proceduto a selezionare le numerose richieste secondo criteri specifici per i progetti in ambito sanitario e formativo. Per i primi si è data priorità a quelli con il maggior numero di persone servite, di posti letto disponibili, dotati di personale adeguato, già operativi e con ricoveri per Covid in corso. Nella scelta, si è tenuto conto dell’incidenza del contagio a livello nazionale, della maggiore capacità tecnica delle realtà richiedenti, sempre però con un’attenzione ai Paesi più poveri. Si è data inoltre priorità alle aree più remote e agli slum urbani, dove la situazione risulta particolarmente critica. Sono state privilegiate soprattutto le strutture più prossime alla popolazione, già facenti parte della rete delle realtà note e sostenute nel passato, dimostratesi efficaci ed efficienti.
Per quanto riguarda i progetti formativi, si sono privilegiati quelli con un più ampio numero di beneficiari, un più largo raggio d’azione, promossi su scala nazionale, con un impatto su tutta la popolazione, più completi e chiari nei fini e nelle azioni, con un’attenzione specifica per i più vulnerabili, incluse le persone disabili, capaci di raggiungere anche le minoranze (con barriere linguistiche o culturali), mantenendo sempre una priorità per le periferie dei Paesi più poveri. Si sono finanziate iniziative basate su un creativo utilizzo dei social media e della telefonia mobile per veicolare messaggi educativi realizzati ad hoc (SMS educativi, video, gruppi di discussione virtuale, campagne di sensibilizzazione, ecc.); stampa di poster, volantini illustrati, manifesti, banner da esporre in luoghi pubblici, negli ospedali o nei Centri di salute; corsi formativi rivolti al personale sanitario per prepararlo tecnicamente ad affrontare l’emergenza; trasmissioni radio per sensibilizzare la popolazione sui comportamenti per evitare il contagio.
Tutti i progetti prevedono un coordinamento con le Istituzioni pubbliche locali, nazionali, regionali e internazionali, con le autorità preposte, con altre realtà attive sul territorio negli stessi ambiti d’azione, allo scopo di favorire ogni sinergia, sia secondo le prassi ordinarie sia secondo quelle straordinarie richieste dalla situazione di emergenza.
Le somme finanziate sono state di 15.000 euro per i progetti presentati dagli ospedali e dalle cliniche fino a 100 posti letto e di 30.000 euro per quelli oltre i 100; per i progetti formativi la cifra massima erogata per ciascuno è stata di 10.000 euro.
Considerata la gravità e l’urgenza della situazione, le iniziative dovranno essere realizzate localmente entro tre mesi dall’erogazione del contributo.
Il totale generale finanziato dalla CEI ammonta a 8.989.228 euro.
Cei: aiuto ai Paesi africani e altri Paesi poveri nell’emergenza coronavirus
13 Maggio 2020 -
Roma - La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, dopo il primo intervento pari a 6 milioni di euro, ha deciso lo stanziamento di ulteriori 3 milioni di euro, provenienti dai fondi dell’otto per mille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, per aiutare i Paesi africani e altri Paesi poveri nell’attuale situazione di crisi mondiale.
Nella consapevolezza che, a causa della pandemia, la situazione già drammatica di tali Paesi può divenire devastante, la Presidenza Cei ha incaricato il Servizio per gli interventi caritativi a favore dei Paesi del Terzo Mondo e la Caritas Italiana di elaborare una strategia d’azione che permetta di incrementare il numero dei progetti, selezionandoli tra quelli presentati dagli ospedali e dalle istituzioni cattoliche operanti sul territorio e ritenuti validi dopo la prima manifestazione di interesse.
Gli ambiti di intervento restano quelli sanitario e formativo. Considerata la gravità della circostanza, i progetti finanziati dovranno essere finalizzati entro tre mesi dall’erogazione del contributo richiesto.
Cei: altri 2 milioni e 400mila euro dell’8X1000 per le strutture sanitarie
20 Aprile 2020 - Roma - Continua l’opera di sostegno della Conferenza Episcopale Italiana alle strutture ospedaliere, molte delle quali stanno radicalmente modificando la propria organizzazione interna per rispondere all’emergenza sanitaria causata dal Covid-19. Ai 6 milioni di euro già stanziati nelle scorse settimane in risposta alle esigenze di 7 presidi sanitari e socio-sanitari cattolici, distribuiti sul territorio nazionale, la CEI mette a disposizione altri 2 milioni e 400mila euro - provenienti dai fondi dell’otto per mille, che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica - a beneficio di altre 5 realtà.
Il contributo è destinato al supporto della Fondazione Papa Paolo VI di Pescara, dove la diocesi ha aperte tre case di riposo, per un totale di 150 posti finora preservati dal contagio, un centro per malati quasi terminali con 50 posti e un centro residenziale con 30 posti per diversamente abili; della Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo (Foggia), la cui “area Covid” annovera 123 posti letto e 18 posti letto di terapia intensiva estensibili in caso di necessità; della Provincia Lombardo-Veneta Fatebenefratelli, che ha visto tutte le strutture dell’Ordine Ospedaliero adoperarsi per riorganizzare i reparti e aumentare i posti letto a disposizione dei pazienti Covid-19, oltre che per proteggere e tutelare tutti gli altri ospiti dal rischio del contagio; dell’ Istituto Figlie di San Camillo, nelle cui strutture sanitarie Covid-19 (a Roma, Treviso, Trento, Cremona e Brescia), con 321 posti letto a disposizione, sono operative 89 suore e circa 2 mila dipendenti laici; della Provincia Religiosa Madre della Divina Provvidenza, duramente colpita dall’emergenza, particolarmente nella popolazione fragile delle residenze sanitarie per anziani e per disabili.
I vescovi italiani rinnovano in questo modo quella “carezza di consolazione”, che “apre il cuore e ridona speranza”, sottolineata dal recente Consiglio Episcopale Permanente che si è svolto in videoconferenza lo scorso 16 aprile.
La Cei ricorda che per sostenere le strutture sanitarie è aperta anche una raccolta fondi. Chi intende contribuire può destinare la sua offerta - che sarà puntualmente rendicontata - al conto corrente bancario: IBAN: IT 11 A 02008 09431 00000 1646515 - intestato a: CEI causale: SOSTEGNO SANITÀ.
Cei: aiuto ai Paesi africani e altri Paesi poveri nell’emergenza coronavirus
3 Aprile 2020 -
Roma - A pochi giorni dagli interventi straordinari, per un totale di 16 milioni di euro, disposti per far fronte all’emergenza coronavirus in Italia, la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha deciso lo stanziamento di altri 6 milioni di euro, provenienti dai fondi dell’otto per mille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, per aiutare i Paesi africani e altri Paesi poveri nell’attuale situazione di crisi mondiale.
Nella consapevolezza che tali Paesi incontrano ulteriori difficoltà nell’affrontare la pandemia e che la situazione, già drammatica, può divenire devastante, la Presidenza Cei ha incaricato il Servizio per gli interventi caritativi a favore dei Paesi del Terzo Mondo e la Caritas Italiana di elaborare una strategia d’azione urgente che intervenga sul piano sanitario e su quello formativo.
La strada operativa, che è stata individuata, consiste nel sollecitare una manifestazione d’interesse da parte degli ospedali e delle istituzioni cattoliche operanti sul territorio.
Con tale finalità, per gli interventi di tipo sanitario sono stati stanziati 5 milioni di euro, per quelli formativi 1 milione di euro, per un totale di 6 milioni di euro.
Il primo obiettivo sarà quello di dotare le strutture sanitarie presenti in questi Paesi di dispositivi di protezione per il personale sanitario, indispensabile alla gestione dell’emergenza, e di strumenti terapeutici basilari per affrontare la pandemia.
Saranno privilegiate soprattutto le strutture più prossime alla popolazione, più periferiche, già facenti parte della rete delle realtà note e sostenute nel passato, dimostratesi efficaci ed efficienti. Saranno inoltre sostenute le iniziative che incentivano nella popolazione comportamenti atti a non favorire il contagio, oltre alla formazione e alla preparazione tecnica del personale sanitario.
Le iniziative dovranno essere concordate con le Istituzioni pubbliche locali, nazionali, regionali e internazionali, con le autorità preposte, con tutte le realtà attive sul territorio negli stessi ambiti d’azione, allo scopo di favorire ogni sinergia, sia secondo le prassi ordinarie sia secondo quelle straordinarie richieste dalla situazione di emergenza.
Le richieste di finanziamento da parte dei soggetti interessati dovranno essere presentate, dal 14 al 30 aprile, secondo le modalità indicate nel sito www.chiesacattolica.it/sictm. Stanti la gravità e l’urgenza della situazione, i progetti dovranno essere finalizzati entro tre mesi dall’erogazione del contributo richiesto.
CEI: in arrivo 67 persone dal Niger con corridoi umanitari
21 Febbraio 2020 - Roma – Arriveranno con corridoi umanitari, martedì 25 febbraio, 67 profughi dal Campo di transito in Niger gestito dall’UNHCR, che accoglie persone evacuate dai centri di detenzione libici.
Il loro ingresso in Italia è reso possibile dal Protocollo di intesa tra lo Stato italiano e la Conferenza Episcopale Italiana che agisce tramite Caritas Italiana e Fondazione Migrantes. La CEI, grazie a questi protocolli e ai fondi dell’8x1000 ha organizzato negli ultimi anni - in particolare tramite la Caritas Italiana e col sostegno delle comunità locali - corridoi umanitari, reinsediamenti ed evacuazioni umanitarie da Medio Oriente e Africa. È stato possibile in tal modo – si legge in una nota della CEI - offrire vie di accesso ordinate e sicure ai paesi europei a migliaia di richiedenti asilo in condizioni di vulnerabilità, individuati nei campi profughi di Etiopia, Sudan, Giordania e oggi per la prima volta anche dal Niger. Si tratta questa volta per lo più di persone di nazionalità sudanese, alcune sono del Camerun, del Togo e c’è una famiglia di siriani con problemi di salute. Tutte hanno “sperimentato le dure condizioni dei centri in Libia”.
Alle ore 14.00, all'aeroporto di Fiumicino, è prevista l’accoglienza ai profughi in arrivo e una conferenza stampa con la partecipazione di Mons. Stefano Russo, Segretario Generale della CEI; Alessandra Morelli, Rappresentante UNHCR in Niger; Oliviero Forti, Resp. Pol. migratorie e protezione internazionale di Caritas Italiana e rappresentanti del Ministero dell’Interno e del Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione internazionale.
Cei: le parrocchie laboratori di speranza e aiuto
5 Febbraio 2020 - Roma - Compie dieci anni il concorso promosso dalla Cei che premia le migliori opere sociali nate nelle comunità ecclesiali sparse sul territorio Carità e creatività. Oltre 3.400 le iniziative che sono state presentate dal 2010 a oggi. In un’ideale indagine statistica di come è cambiata negli ultimi dieci anni la Chiesa italiana, dovrebbe trovare spazio anche l’analisi di iniziative come il concorso “Tuttixtutti”.
L’appuntamento annuale, voluto dal Servizio promozione Cei per mettere in luce le 10 migliori opere sociali nate nelle parrocchie, torna infatti con l’edizione 2020, quella del decennale, ma a guardare indietro ai progetti finora premiati assomiglia a un’inattesa scatola nera, che registra le dinamiche della Chiesa a livello territoriale.
È il “grado zero” della cronaca, delle urgenze sociali e delle sfide pastorali raccolte. Il polso del Paese che testimonia il Vangelo batte forte scorrendo la lista degli interventi dal 2011 ad oggi, tra carità creativa e budget rigorosi: sono circa 80 le opere premiate, sostenute con fondi 8xmille per 468mila euro totali; oltre 3.400 le iniziative candidate. A presentarle, è il 13% delle 26 mila parrocchie italiane.
Segni particolari: priorità a cultura e lavoro, dai progetti antidisoccupazione alle opportunità educative per i giovani. Una Chiesa in uscita ante litteram, incubatore di speranza. Il ritratto collettivo conquista per originalità: è passata dal concorso l’Orchestra giovanile antidevianza della cattedrale di Bari, voluta da don Antonio Parisi e dal parroco don Franco Lanzolla. Con i fondi vinti fornirono a decine di minori cresciuti nei vicoli della città vecchia strumenti musicali e corsi gratuiti tenuti da insegnanti del Conservatorio. «Così allontaniamo dispersione scolastica e modelli malavitosi » spiegavano i sacerdoti.
Nel 2019 il primo premio fu vinto dal progetto “Bio pollaio solidale” presentato dalla parrocchia della Santissima Annunziata di Caccamo, nel Palermitano. L’iniziativa riguardava una fattoria sociale, ovvero un’impresa zootecnica dove la forza lavoro s’identifica con l’azione dei volontari e il ricavato va in beneficenza. Nello specifico le uova prodotte da 100 galline saranno in parte vendute per il mangime e l’acqua per gli animali, e in parte donate alle famiglie e alle persone in difficoltà assistite dalla parrocchia. Il bio pollaio si propone inoltre come luogo di didattica; di inclusione sociale per la riabilitazione psicologica di soggetti affetti da dipendenze; di reinserimento per persone raggiunte da pene detentive alle quali lo Stato italiano concede la possibilità di espiazione attraverso programmi di “messa alla prova”; di solidarietà verso il prossimo e di promozione dei valori della reciprocità, gratuità e mutuo aiuto.
O il Fondo cittadino di solidarietà nato nella parrocchia Santi Pietro e Paolo a Saronno ( Varese), affidata a don Armando Cattaneo, per le famiglie morse dalla crisi. «È un rivolo di carità e giustizia – diceva il sacerdote – nel grande fiume della comunione tra i fedeli italiani».
Poi sportelli lavoro, doposcuola di qualità negli oratori, bio-fattorie, stirerie per creare reddito, meno barriere architettoniche e più spazi verdi. E ancora, l’animazione parrocchiale su strada progettata da don Alberto Beretta e fedeli di San Pietro martire a Cinisello Balsamo (Milano). O l’Alzheimer Café firmato da don Enzo Chiodo e parrocchiani di San Giovani Decollato, a Bivongi (Reggio Calabria): un modo per non lasciare soli, confinati in casa, i malati e i loro familiari nel paese della Locride sotto la lente dei ricercatori per la longevità degli abitanti e l’ereditarietà del morbo neurodegenerativo.
Sfogliando l’archivio, ecco don Carlo Occelli e fedeli della parrocchia cuneese del Cuore Immacolato di Maria premiati per gli orti occupazionali, e “Comunicarte” del gruppo di lavoro di don Giovanni Barbara nella parrocchia di Santa Chiara a Crotone, che ha formato guide turistiche.
A Palermo, il parroco di Santa Maria Assunta padre Dino Taormina e team si misero in luce puntando invece sul riciclo e lo smaltimento dei rifiuti per creare opportunità di sviluppo. Sullo sfondo, un evidente ruolo di supplenza ecclesiale rispetto alle istituzioni pubbliche. Ma come sono cambiate le necessità in un decennio? «Le parrocchie restano spesso l’unico luogo di assistenza e speranza – spiega Chiara Giuli, referente del concorso per il Servizio Promozione Cei – ma rispetto alle iniziative dei primi anni, mirate al salto di qualità educativo o sociale, oggi si progetta l’indispensabile, cioè pasti caldi e alfabetizzazione, segnalando il forte impoverimento delle famiglie italiane ». È importante che prosegua questa custodia fraterna, in cui c’è la Chiesa del futuro. (Laura Delsere)
CEI: on line il rendiconto 2018 con i progetti realizzati con l’8X1000
12 Dicembre 2019 - Roma - È disponibile on line all’indirizzo rendiconto8xmille.chiesacattolica.it “Benvenuto nel Paese dei progetti realizzati”, il “Rendiconto 2018 dell’8xmille alla Chiesa cattolica”. Si tratta di un sito in cui è possibile consultare il quadro complessivo delle destinazioni dell’8xmille a favore della Chiesa Cattolica, scrive l’agenzia Sir. “Non che finora fosse mancato lo sforzo di rendere conto delle risorse che i cittadini destinano alla nostra Chiesa – spiega il Segretario Generale della CEI, Mons. Stefano Russo -. Questo rinnovato sforzo va proprio nella direzione, ribadita all’unanimità dall’Assemblea generale dei vescovi italiani, di ordinare in modo più preciso e maggiormente efficace ai fini della trasparenza amministrativa la procedura da seguire per la ripartizione nell’ambito diocesano delle somme provenienti annualmente dall’8xmille”. L’obiettivo è quello di affiancare a una “gestione onesta e proficua garantita dai ministri ordinati e dai laici che li affiancano” l’attenzione per “una comunicazione trasparente e verificabile da tutti”.
Nel Rendiconto on line, afferma l’economo della CEI, Mauro Salvatore, che ha curato la pubblicazione, “si trovano innanzitutto i numeri, in relazione alle tre fondamentali finalità per cui viene speso l’8xmille: le esigenze del culto e della pastorale, il sostentamento del clero e i molteplici interventi caritativi nelle diocesi, a livello nazionale e nel mondo intero”. Quello della trasparenza, evidenzia Salvatore, è “un dovere, sia a livello nazionale sia a livello diocesano”. “I cittadini italiani che firmano per la Chiesa cattolica hanno l’esigenza di capire come questi fondo vengono impiegati e noi intendiamo farlo nel modo più trasparente, fino all’ultimo centesimo”.
La fiducia di un impegno: Online il Rendiconto 2018 dell’8xmille
11 Novembre 2019 - Roma - È da oggi disponibile on line all’indirizzo rendiconto8xmille.chiesacattolica.it “Benvenuto nel Paese dei Progetti Realizzati”, il “Rendiconto 2018 dell’8xmille alla Chiesa cattolica”. Si tratta di un sito in cui è possibile consultare in maniera accessibile - anche da mobile - e organica il quadro complessivo delle destinazioni dell’8xmille a favore della Chiesa Cattolica.
“Non che finora fosse mancato lo sforzo di rendere conto delle risorse che i cittadini destinano alla nostra Chiesa”, spiega il Segretario Generale della CEI, Mons. Stefano Russo. Questo rinnovato sforzo va proprio nella direzione, ribadita all’unanimità dall’Assemblea Generale dei Vescovi italiani anche nel 2016, di “ordinare in modo più preciso e maggiormente efficace ai fini della trasparenza amministrativa la procedura da seguire per la ripartizione nell’ambito diocesano delle somme provenienti annualmente dall’8xmille”. Alla gestione onesta e proficua garantita dai ministri ordinati e dai laici che li affiancano, devono sempre più corrispondere – prosegue Mons. Russo – “l’attenzione per una comunicazione trasparente e da tutti verificabile: quando ciò avviene la Chiesa ne guadagna in credibilità e partecipazione”.
Nel Rendiconto on line, afferma l’economo della CEI, Mauro Salvatore, che ha curato la pubblicazione, “si trovano innanzitutto i numeri, in relazione alle tre fondamentali finalità per cui viene speso l’8xmille: le esigenze del culto e della pastorale, il sostentamento del clero e i molteplici interventi caritativi nelle diocesi, a livello nazionale e nel mondo intero”.
Quello della trasparenza, rimarca Salvatore, è “un dovere, sia a livello nazionale che a livello diocesano. I cittadini italiani che firmano per la Chiesa cattolica hanno l’esigenza di capire come questi fondo vengono impiegati e noi intendiamo farlo nel modo più trasparente, fino all’ultimo centesimo”.
Sull’8xmille servono informazione e formazione
10 Ottobre 2019 - Palermo - La promozione di 8xmille e Offerte per i sacerdoti nei prossimi anni dovrà essere in grado parlare ad una società italiana in veloce mutamento. Lo hanno indicato economisti e statistici che hanno partecipato ai lavori del convegno nazionale degli incaricati diocesani per il “sovvenire”, concluso ieri a Palermo, prendendo il polso delle prossime sfide nell’attività di raccolta fondi ecclesiale.
«Il valore sociale dell’8xmille è molto alto e dovremo spiegarlo sempre meglio – ha indicato Leonardo Becchetti, ordinario di Economia politica all’università di Roma Tor Vergata, ospite di una tavola rotonda moderata dal direttore di Tv2000 Vincenzo Morgante, con Giorgio Fiorentini, direttore del Master in management delle aziende cooperative e imprese sociali non profit della Bocconi, e Marco Caselli, direttore del Centro di ateneo per la solidarietà internazionale dell’università Cattolica –. L’uomo contemporaneo è più che mai un cercatore di senso. E la Chiesa soltanto trasmette in parole e opere evangeliche valori come la fiducia, la gratuità, la cooperazione, costruendo relazioni che generano vita e felicità. Grazie al volontariato, la comunità ecclesiale riesce a moltiplicare quanto riceve, mostrando dunque una non comune capacità di generare valore economico e valore sociale».
Un’indagine a tutto campo sui sistemi di sostentamento del clero nel mondo è stata ripercorsa davanti alla platea dei 200 incaricati diocesani da uno dei massimi esperti italiani, monsignor Luigi Bressan, vescovo delegato per il “sovvenire” in Triveneto: «Conoscere altre esperienze di Chiese locali – ha spiegato – ci suggerisce direttive d’azione e fa crescere nella comunione ecclesiale, consapevoli che non esistono sistemi perfetti e permanenti».
«Annunciare la partecipazione alla missione ecclesiale in una società liquida, significa essere consapevoli che le decisioni sono oggi ben più rivedibili che in passato. E che c’è ancora lavoro da fare per la formazione – ha indicato Paolo Cortellessa del Centro studi del Servizio promozione Cei per il sostegno economico alla Chiesa cattolica, guidato da Matteo Calabresi –. Basti pensare che, secondo una recente ricerca, il 25% dei contribuenti ancora ritiene che l’8xmille sia una tassa in più, quando invece non costa nulla. L’intenzione di firmare per la Chiesa cattolica è aumentata dal 2015 ad oggi, secondo una nostra ricerca, dal 43 al 47%, ma sono aumentati anche i contribuenti, pari a 1,7 milioni in 7 anni, che tra crescente indifferenza, sfiducia e scarsa informazione, non esprimono alcuna scelta. Solo la formazione farà la differenza». (Laura Delsere)
8X1000 Cei: progetti in Armenia
24 Settembre 2019 - Roma - “Quello che fa qui, in Armenia, la Chiesa italiana purtroppo non è conosciuto affatto in Italia a partire dagli stessi italiani. Eppure viaggiando in questi luoghi, ci rendiamo conto che è una presenza costante e importantissima che cambia e migliora la vita di tante persone”.
Matteo Calabresi è il responsabile del Servizio Promozione per il sostengo economico alla Chiesa grazie ai fondi dell’8xmille. Fa parte di una delegazione di giornalisti legati alla Fisc (la Federazione italiana dei settimanali cattolici), in viaggio per l’Armenia per raccontare le “buone notizie” dei progetti realizzati grazie appunto all’8xmille. Si tratta di un impegno capillare in tutta l’Armenia a favore soprattutto delle due fasce di popolazione più vulnerabili, gli anziani e i bambini, in un Paese in cui la mancanza cronica di occupazione spinge la popolazione più giovane a lasciare il Paese. Un esodo che sta svuotando interi villaggi. Grazie ai fondi 8xmille gli operatori della Caritas sono riusciti a realizzare ad Artashat un progetto di assistenza domiciliare per gli anziani e il centro “Piccolo Principe”, per la protezione e sostegno ai bambini e alle loro famiglie. A Gyumri invece opera il centro diurno di Accoglienza sempre per anziani e il progetto “Caldo inverno” per il riscaldamento delle loro case. A Ashotsk invece l’Ospedale Redemptions Mater grazie ai camilliani serve in un territorio isolato e abbandonato 13mila persone garantendo l’assistenza e la cura sanitaria.
Calabresi, cosa l’ha colpita di più di questa terra?
Ho conosciuto una povertà molto simile ai paesi meno sviluppati. Una realtà che non mi aspettavo. Quello che mi ha colpito di più, è la solitudine in cui vivono qui le persone e in particolare gli anziani. In Africa o in Sud America siamo sicuramente di fronte a povertà estreme ma c’è sempre una famiglia allargata che rimane vicina. Qui invece abbiamo visto una solitudine assoluta. Ma abbiamo anche conosciuto persone estremamente dignitose. C’è un orgoglio nazionale molto radicato e il cristianesimo fa parte dell’identità di questo popolo. Mi sembra che ci sia una grande speranza in questa Chiesa e per questo Paese.
Come si scelgono i progetti da finanziare?
Con i soldi che noi eroghiamo ogni anno per gli interventi caritativa al Terzo Mondo pari ad un costo di 40 milioni di Euro, si riescono a fare molte cose. La procedura è chiara. Le ong, appoggiandosi alla Chiesa locale, formulano una domanda di progetti all’ufficio Cei per gli interventi caritativi al terzo mondo. La domanda viene valutata da un Comitato e se approvata, con una procedura trasparente e di rendiconto, si inviano tranche per tranche i soldi per il progetto.
Potremmo fare di più?
Certo. Si può sempre fare di più. Per la carità i bisogni sono infiniti. Però quello che si fa, è un segno importante. Gli interventi della chiesa italiana sono tra i più importanti al mondo. Sono 10 anni che faccio questo lavoro. Ho visitato tantissimi progetti in tantissimi paesi e vedo che gli italiani con la chiesa italiana sono presenti nei punti più poveri del mondo. Dal Madagascar al Brasile.
Di fronti ai mali del mondo, questi progetti, seppur importanti, sembrano una goccia nell’oceano. Si sente scoraggiato?
Perché scoraggiato? Quando si avviano progetti così belli, torno al contrario, con grande speranza.
Questi progetti sono poco conosciuti. Sembra quasi che ci sia un disagio in Italia a parlare di 8xmille. Come pensate di superarlo?
È una domanda che ci stiamo chiedendo da anni. Sembra quasi una famiglia in cui i bambini non sanno nulla del modo in cui vengono spesi i soldi. Non siamo però bambini e credo che tutti dobbiamo chiederci come la Chiesa realizza i progetti che vediamo o come vengono finanziati gli oratori dove mandiamo i nostri figli. Nessuno si chiede come si pagano queste spese.
Quindi cosa state facendo?
Noi, per esempio, stiamo incentivando dei corsi di formazione in tutte le parrocchie. Le ricerche ci dicono che da una parte i fedeli per pudore non chiedono e dall’altra i sacerdoti stentano a parlare perché hanno paura di toccare un argomento scomodo. Quando invece, grazie agli incaricati diocesani, si fanno questi corsi di formazione, i riscontri sono tutti positivi. Si scopre che non c’è nulla da nascondere, che non c’è nessun scheletro nell’armadio e che è possibile ritrovarsi in un rapporto di fiducia nuovo. (M.C.Biagioni – Sir)