15 Aprile 2024 - Roma - Un lavoro di squadra attende le Chiese diocesane, che fa sentire i credenti (sacerdoti e laici) protagonisti e non privilegiati nell'uso dei fondi destinati alla Chiesa Cattolica per operare il bene. E' un impegno per la narrazione non solo di ciò che si fa ma ciò che si è, come si condivide, di quello che accade fino a casa tua, nella tua comunità, nelle realtà vicine. Si sa poco sulle tante opere, dell'impegno della Chiesa sul fronte della carità e della promozione umana, dell'evangelizzazione e della missione.
L'impegno è quello di fare rete per una partecipazione corale proprio nel focalizzare l'impegno variegato della Chiesa grazie a quanti operano nella comunicazione. Un parterre d'eccezione negli studi di Tv2000 coordinato dal direttore Vincenzo Morgante che ha raccolto tutti i media della grande rete ecclesiale: oltre a Tv2000 della Cei, il quotidiano Avvenire, l'Agensir, la Federazione dei Settimanali Cattolici e il Corallo che mette insieme le radio cattoliche.
La storia della Chiesa italiana è anche la storia dell'8xmille, è fatta di storie di integralità, di integrazione, di dialogo e formazione, comunicazione, missione, accoglienza, solidarietà, che trova nel segmento della comunicazione ecclesiale uno spazio di pastoralità che sa mettere in circolo la narrazione della vita buona del Vangelo.
Una nuova campagna che mette ancor di più la persona al centro, di una Chiesa che sa mettersi insieme, in uno stile sinodale. Oggi più che mai l'esortazione è stata quella di non perdere più tempo nel raccontare, in maniera integrata, cosa è la Chiesa, cosa fa la Chiesa.
I dati presentati dal Servizio nazionale 8xmille della Cei hanno evidenziato come è importante far conoscere l'impegno della Chiesa che porti ad una adesione convinta (attraverso le firme) a sostenere ancora la Chiesa cattolica e quello che fa nel territorio. Volti, storie e persone reali che non sempre fanno cronaca ma fanno storia, la scrivono con la vita (tante volte in silenzio) nella loro quotidianità e con una grande varietà. Questa grande famiglia è rappresentate dalle tv e dalle radio ma soprattutto dai settimanali cattolici capillarmente diffusi. Una sfida professionale che può invertire l'andamento narrativo dell'informazione che sa mettere in rilievo più i fatti più che i misfatti, il bene che si diffonde ha detto con passione il direttore di Tv2000 Vincenzo Morgante.
L'idea creativa di raccontare l'ordinario è la mission della nuova campagna di quest'anno, fatto di gratuità e di semplicità e fra questi gesti quello della firma che innesca un percorso virtuoso e di bene. La campagna inizierà il 14 aprile prossimo che si svilupperà fino almeno fino settembre 2024. Una campagna che prevede l'integrazione con il territorio e far passare messaggi positivi nelle comunità sfatando anche i luoghi comuni sulla Chiesa e sul suo servizio. (Emzo Gabrieli)
31 Maggio 2023 - Roma - La domanda è più che lecita: ma dove vanno i soldi dell’8xmille che i contribuenti hanno deciso di destinare con la loro firma alla Chiesa cattolica? In Italia in realtà non si può fare un passo senza incrociare qualche opera o qualche segno nato da quel semplice gesto, la firma nell’apposito modulo del Modello Redditi, del Modello 730 o del Modello CU (Certificazione unica). È per questo che si è deciso di mettere l’accento proprio sulle «migliaia di gesti di amore» che si compiono nel momento in cui si sceglie di destinare alla Chiesa cattolica gli otto millesimi delle tasse che si pagano sul reddito dell’intero gettito Irpef. E per rendersene conto basta dare uno sguardo al rendiconto, facilmente rintracciabile nel sito www.8xmille.it. Lì è possibile scorrere le migliaia di interventi per la carità e la pastorale a livello nazionale e nelle 227 diocesi italiane, per i progetti caritativi e umanitari nei Paesi in via di sviluppo e per il sostentamento dei sacerdoti diocesani impegnati nelle parrocchie o in missione nei paesi poveri. La prima risposta alla domanda iniziale allora è semplice: i fondi dell’8xmille raggiungono tutti. Sostenendo opere che danno un futuro diverso a chi è in difficoltà, aiutando i sacerdoti a compiere il loro ministero in mezzo alla gente, permettendo la cura dei luoghi in cui si ritrovano le comunità cristiane, arrivando a donare speranza a chi vive in Paesi lontani ma segnati dalla povertà, l’effetto è quello di costruire una società più umana e più giusta. Tutto questo non in un futuro lontano, ma qui e ora.
Dietro le cifre riportate nella mappa della destinazione dei fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica ci sono persone, storie di vita e di famiglie, percorsi di riscatto e rinascita. Nel 2022 la quota gestita dalle diocesi sul loro territorio, quindi in tutta la Penisola, è stata di 661 milioni di euro. Di questi, quasi 150 sono stati impiegati per opere di carità, che includono progetti a favore di chi non ha casa o lavoro, ma anche per i malati, i giovani, i poveri. Ma la quota per la carità diventa di 283 milioni, sommando gli 80 milioni per i Paesi in via di sviluppo e i 53 per esigenze di rilievo nazionale. Sono poco meno di 158 milioni i fondi spesi dalle diocesi per le esigenze di culto e pastorale, che significa sostanzialmente progetti che permettano alle comunità locali non solo di ritrovarsi per celebrare la propria fede ma anche spazi dove dare sostanza a tutte le proprie attività, spazi che sono sempre aperti a tutti e che esercitano un ruolo fondamentale nel tessuto sociale. Infine sono 353 i milioni utilizzati dalle diocesi per il sostentamento dei circa 32mila sacerdoti al servizio delle comunità locali. (Matteo Liut)
17 Febbraio 2023 - Roma - "Il sistema di finanziamento alla Chiesa è come uno specchio che permette alla Chiesa di riflettere sul proprio ruolo, sul rapporto con lo Stato e con i fedeli". L’arcivescovo di Cagliari, Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei, è intervenuto ieri a Roma al convegno nazionale su “Il Sovvenire nel Cammino sinodale”. Il presule ha definito uno spartiacque l’accordo del 18 febbraio 1984, tra Repubblica italiana e Santa Sede, che ha modificato il sistema di finanziamento. Mons. Baturi ha ricordato che "il cambiamento è avvenuto per il sistema democratico e per un’evoluzione di consapevolezza della Chiesa, perché ogni sistema di finanziamento è come uno specchio che ci restituisce l’immagine della comunità". Indicando le sfide attuali, il segretario generale della Cei ha ribadito che "i valori dell’attuale sistema sono di solidarietà e di uguaglianza" ed ha aggiunto che il sistema "si presenta come un tentativo di applicare al sistema fiscale una forma di democrazia diretta. L’8xmille è stato la prima esperienza di democrazia fiscale". Dopo aver richiamato l’importanza della trasparenza, il segretario generale della Cei ha concluso dicendo che "non può esistere una comunità cristiana che non gestisce i beni per la comunione e per la carità".
6 Febbraio 2023 - Roma - La Conferenza Episcopale Italiana ha deciso lo stanziamento di 500mila euro dai fondi otto per mille, che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, come prima forma di aiuto alle vittime del violento terremoto che ha devastato la Turchia e la Siria. Centinaia le vittime, migliaia le persone ancora intrappolate sotto le macerie, numerosi gli edifici colpiti. Un bilancio ancora provvisorio che, secondo le Caritas locali, crescerà drammaticamente: in Turchia la zona interessata è molto vasta e difficile da raggiungere, anche per le rigide condizioni climatiche. “La Cattedrale di Iskenderun è crollata, scuole ed episcopio non sono agibili, anche la chiesa della comunità siriaca e quella ortodossa sono andate totalmente distrutte. La situazione è in continuo divenire”, fa sapere il vescovo Paolo Bizzeti, Vicario apostolico dell’Anatolia e Presidente della Caritas in Turchia. In Siria il sisma ferisce un Paese già dilaniato dalla guerra e dove oltre l’80% della popolazione vive in povertà.
“A nome della Chiesa che è in Italia esprimo profondo cordoglio e vicinanza alla popolazione provata da questo tragico evento, assicurando preghiere per le vittime, i loro familiari e i feriti. Mentre ci stringiamo a quanti sono stati colpiti da questa calamità, auspichiamo che la macchina della solidarietà internazionale si metta subito in moto per garantire una rapida ricostruzione”, afferma il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI. Lo stanziamento della Conferenza Episcopale Italiana aiuterà a far fronte alle prime necessità.
24 Settembre 2022 - Roma - Mentre i territori colpiti dal nubifragio nelle Marche restano in ginocchio e si continua a spalare fango da case e aziende, la Presidenza della Cei ha disposto un primo stanziamento di 500mila euro dai fondi dell’8xmille per far fronte alle prime urgenze e ai bisogni essenziali delle persone. Riuniti a Matera, in occasione del Congresso eucaristico, i vescovi hanno voluto ribadire la loro fraterna vicinanza, assicurando il ricordo nella preghiera per le vittime, i dispersi e tutte le famiglie coinvolte. «Possano trovare nel Signore misericordioso il conforto e la forza necessari e nella comunità italiana una solidarietà pronta e concreta – ha detto il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei –. Questo avvenimento disastroso torna a mostrarci la fragilità del nostro territorio. Ogni volta ci domandiamo cosa avremmo dovuto e potuto fare per non piangere i nostri cari e se abbiamo messo in atto tutte le azioni di prevenzione necessarie. Dobbiamo imparare dalle lezioni apprese nel passato, per far sì che catastrofi del genere non si ripetano ». La Presidenza della Cei ha rinnovato anche l’invito alle diocesi, alla rete delle parrocchie, agli istituti religiosi a pregare e a farsi prossimi alle comunità marchigiana e umbra così duramente colpite.
20 Settembre 2022 - Roma - Per effettuare la scelta per la destinazione dell’8xmille dell’Irpef alla Chiesa cattolica occorre utilizzare le apposite schede pubblicate ogni anno dall’Agenzia delle Entrate insieme ai modelli fiscali. Chi presenta la dichiarazione dei redditi e utilizza quindi il modello 730, oppure il modello Redditi, può utilizzare la scheda presente in ciascun modello (nel caso del 730, la scheda è il Modello 730-1) e firmare per la Chiesa cattolica. La scheda con la scelta andrà poi consegnata in busta chiusa al sostituto d’imposta o al Caf o al commercialista per l’invio insieme alla dichiarazione dei redditi. Il termine per l’invio della dichiarazione è il 30 settembre per il 730 e il 30 novembre per il modello Redditi. Anche chi possiede solamente il modello CU (Certificazione Unica) e non è obbligato alla presentazione della dichiarazione dei redditi può effettuare la scelta a favore della Chiesa cattolica utilizzando la scheda allegata al modello CU.
Nel caso in cui, per qualsiasi ragione, non si disponga della scheda allegata al modello, è possibile utilizzare la scheda presente nel modello Redditi. La scheda deve essere firmata e consegnata in busta chiusa entro il 30 novembre a qualsiasi ufficio postale oppure ad un Caf o commercialista. La scheda per la destinazione dell’8xmille dell’Irpef può anche essere presentata direttamente dal contribuente utilizzando i servizi telematici della Agenzia delle Entrate.
20 Settembre 2022 - Roma - Destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica oggi significa contribuire a far crescere l’Italia, con un gesto dalla forte valenza civile e sociale, che di fatto rafforza e alimenta tutte quelle forme di welfare destinate a chi è in difficoltà. E non c’è bisogno di grandi analisi per capirlo, basta scorrere le storie delle iniziative sostenute dalla Chiesa grazie ai fondi dell’8xmille. Un impegno costante per dare futuro a chi rischia di perdere la speranza, dando gambe ai cammini delle comunità cristiane e, soprattutto, offrendo un aiuto concreto per l’avviamento al lavoro, ai poveri, ai malati e agli anziani, oltre che con il microcredito e la lotta all’usura. Insomma, là dove la crisi morde c’è sempre una mano tesa sostenuta a sua volta dalla firma di moltissimi contribuenti e sempre puntualmente rendicontata. Basta visitare www.8xmille.it per rendersene conto. Si scopre così che quella semplice firma non è mai solo un tratto di penna su un foglio o la spunta su una casella, ma, grazie a ben 8mila diversi progetti, un modo per arrivare accanto a coloro che hanno bisogno, siano essi vicini o lontani.
Chiunque abbia un reddito in Italia può fare la propria parte, perché la scelta dell’8xmille può avvenire attraverso i diversi modelli: oltre al 730, anche il Modello Redditi o il Modello CU. Ciò significa che, oltre ai dipendenti e ai pensionati, anche gli autonomi e gli imprenditori possono scegliere di sostenere la speranza in tutto il Paese, con l’8xmille del proprio reddito personale senza aumentare di un solo euro le imposte.
A ricordare l’importanza di questa scelta è anche Gian Luca Galletti, presidente dell’Unione cristiana imprenditori dirigenti (Ucid) e già ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare: «Non c’è dubbio che oggi siamo di fronte a un momento di grande difficoltà economica e di preoccupazione per le famiglie italiane, sulle quali ricadono anche le difficoltà e le preoccupazioni delle imprese – sottolinea Galletti –. Tutto questo si somma a una spesa pubblica in difficoltà: quello che abbiamo dovuto mettere nei decreti aiuti e il grande debito pubblico che ci portiamo dietro dal passato di fatto limitano la capacità d’intervento dello Stato». L’unica vera risposta in questo momento, aggiunge il presidente dell’Ucid, «è quella della sussidiarietà, che oggi è davvero indispensabile per mantenere un welfare in Italia. E la Chiesa cattolica in questo è in prima linea: penso a tutto quello che viene fatto nella mia città, Bologna, con i numerosi servizi offerti dalle realtà cattoliche sul territorio». In ballo c’è qualcosa di molto serio, nota Galletti: «Questi servizi oggi sono sempre più indispensabili se si vuole evitare una vera crisi sociale e l’8xmille alla Chiesa cattolica va in questa direzione. Si tratta di sostenere una presenza capillare sui territori che solo la Chiesa può assicurare. Tutto questo va al di là ovviamente dell’aspetto religioso, cioè del sostegno a una comunità con una precisa identità di fede. È una scelta di tipo sociale fatta in virtù di un’esigenza che in questo momento è forte e che nei prossimi mesi probabilmente lo sarà ancora di più».
Da parte loro, gli imprenditori, se vogliono che le loro aziende crescano, «devono operare sul territorio tenendo presente il monito, che è contenuto nella Dottrina sociale della Chiesa, sul giusto profitto. Sono chiamate, cioè, a distribuire una parte del loro guadagno sul territorio in cui operano, dando un giusto lavoro, dignità al lavoro e operando scelte non solo in base al profitto come la delocalizzazione che fa risparmiare sulle imposte ma spoglia il territorio di competenze e di risorse. Chi vive d’impresa, insomma – conclude Galletti –, è chiamato a comportarsi da imprenditore e da cittadino». Anche quando sceglie la destinazione dell’8xmille. (Matteo Liut)
Roma - I fondi dell’8xmille sono fondamentali anche per sostenere gli interventi caritatevoli nei Paesi in via di sviluppo. In Centrafrica, la Chiesa italiana si sta impegnando a fondo al fianco della poverissima popolazione locale. Alle porte di Bangui i frati carmelitani scalzi hanno fondato la Scuola Agricola Carmel, dove i giovani possono imparare ad avviare e condurre una piccola attività agricola. L’8xmille si trasforma in solidarietà concreta anche nel Complesso Pediatrico di Bangui, gestito dal 2018 dall’Opera San Francesco Saverio Cuamm, che lavora per migliorare le competenze del personale medico e sanitario e garantire assistenza e farmaci. In Camerun, le Suore di San Giuseppe di Cluny costruiranno un centro sanitario nel quartiere di Nassarao, a Garoua, per offrire assistenza medica di base alla popolazione che vive nella baraccopoli della zona. In Guinea Conakry, l’Organisation Catholique pour la Promotion Humaine – Crritas Diocesi di N’Zerekoré potenzia i servizi offerti dal Centro Medico chirurgico di Gouecké, dotandolo di un’area Radiologia, di attrezzature per la rianimazione e di un gruppo elettrogeno e di pannelli solari.
Azioni significative anche in Sudamerica. I Padri Rogazionisti del Cuore di Gesù stanno migliorando la capacità di accoglienza della scuola primaria San Agustin di Tucuman, in Argentina, per consentire ai minori più vulnerabili di accedere alle attività formative. In Perù, la Prelatura di Sicuani contribuisce al potenziamento dei sistemi di irrigazione e canalizzazione di alta quota a beneficio di 75 famiglie della comunità indigena di Yanaoca.
In India, la diocesi di Kanjirapally donerà all’Ospedale di Mundakayam (che serve un’utenza di 1,8 milioni di persone) di un reparto di emergenza con letti di terapia intensiva e sette sale operatorie.
In Medio Oriente, in Siria, l’Associazione pro Terra Santa sosterrà – in termini di formazione e di sostegno psicologico – i bambini abbandonati ospitati in due centri di Aleppo e le famiglie povere, in particolare donne sfollate con figli, accolte a Latakia.
Ma l’abbraccio della Chiesa non dimentica nemmeno le zone più povere d’Europa. In Albania, l’arcidiocesi di Tirana-Durazzo organizza attività socio-educative per i detenuti del carcere di Zaharia, ai quali offre anche supporto psicologico e materiale. (M.Bir.)
31 Maggio 2022 - Roma - Dopo il 730 è tempo anche del modello Redditi. E dunque è il momento di ricordarsi della scelta dell’8xmille. Una firma che non costa niente, ma che vale molto. Soprattutto per chi riceve aiuto dalla Chiesa Cattolica. Come è noto ormai da più decenni, tutti possono firmare, sia coloro che sono tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi, sia coloro che invece ne sono esonerati perché ad esempio hanno solo redditi da lavoro dipendente o da pensione, come tanti giovani o anziani. Quest’ultima platea, negli ultimi anni, si è ampliata notevolmente. E dunque è importante invitare anche costoro a esprimere la scelta. Lo si può fare ad esempio attraverso il passaparola in famiglia (figli nei confronti dei genitori o altri parenti), nelle parrocchie, nelle associazioni. Anche perché l’operazione non è complicata e comporta solo un piccolo sacrificio di tempo, a fronte di risultati di grande rilevanza sociale. In particolar modo coloro che presentano il modello Redditi, specie se lo fanno attraverso un Caf o il proprio commercialista, abbiano cura di ricordarsi di esprimere la scelta, utilizzando l’apposita scheda presente all’interno del modello stesso. Firmare, infatti, è importante per una serie di ragioni. La prima è che con la firma si contribuisce in maniera concreta alla realizzazione degli ottomila progetti di aiuto che la Chiesa italiana realizza ogni anno a favore dei più bisognosi. La seconda che è che questo strumento è una specie di referendum che permette al cittadino di dire allo Stato in che maniera vuole che sia impiegata una parte delle risorse derivanti dalle entrate fiscali (l’8xmille del gettito complessivo Irpef, appunto). È opportuno ricordare, infatti, che ogni firma ha lo stesso valore, indipendentemente dal reddito: si tratta della somma totale che lo Stato riceve dall’Imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef, appunto) e non dell’Irpef versata da ciascun contribuente nella dichiarazione dei redditi. Infine bisogna considerare che la quota del gettito Irpef sarà comunque destinata, e ripartita in proporzione alle preferenze di chi ha firmato. In sostanza: se non si firma, si lascia agli altri cittadini la facoltà di decidere per noi. Perché i fondi vengono sempre ripartiti per intero.
Vediamo anche come si sceglie a favore della Chiesa Cattolica. Nel modello Redditi esiste, come detto l’apposita scheda. Occorre ricordarsi di compilarla. Chi è esonerato dalla dichiarazione dei redditi in quanto, ad esempio, possiede solo redditi di pensione, di lavoro dipendente o assimilati può utilizzare la scheda allegata al Modello CU.
Nel riquadro relativo alla scelta per l’Otto per mille, si deve firmare nella casella 'Chiesa cattolica', facendo attenzione a non invadere le altre caselle per non annullare la scelta. Infine è necessario firmare anche nello spazio 'Firma' posto in basso nella scheda. La scheda va consegnata entro il 30 novembre in una busta chiusa, che deve recare cognome, nome, codice fiscale del contribuente e la dicitura 'Scelta per la destinazione dell’otto, del cinque e del due per mille dell’Irpef' presso qualsiasi ufficio postale che provvederà a trasmetterla all’Amministrazione finanziaria (il servizio di ricezione della busta con la scheda da parte degli uffici postali è gratuito), oppure a un intermediario abilitato alla trasmissione telematica (Caf , commercialista). Gli intermediari devono rilasciare, anche se non richiesta, una ricevuta attestante l’impegno a trasmettere le scelte, hanno facoltà di accettare la scheda e possono chiedere un corrispettivo per il servizio. Inoltre, la scheda può essere presentata direttamente dal contribuente avvalendosi del servizio telematico entro il 30 novembre. (Mimmo Muolo)
25 Maggio 2022 - Roma - “Voi siete il futuro di questo paese: abbiate coraggio! La migrazione è un diritto di tutti, ognuno deve poter scegliere dove vivere. E’ importante però che si emigri in modo regolare, come gli europei che vengono a vivere qui, in Senegal. Voi potete avere tutto quello che desiderate, qui o altrove, ma è importante che abbiate un piano chiaro di quello che volete costruire”. Lo ha detto l’arcivescovo Benjamin Ndiaye, il 24 maggio a Dakar (Senegal), di fronte a una rappresentanza di 220 studenti e 20 docenti di 10 istituti d’istruzione superiore che hanno partecipato al progetto “Educare Senza Confini” della cooperativa Sophia di Roma e sostenuto coi i contributi dell'8 x 1000 della Chiesa cattolica. Il progetto ha lo scopo di formare i docenti delle scuole di Dakar a diffondere una maggiore consapevolezza del fenomeno migratorio presso gli studenti e le loro famiglie per prevenire rischi della migrazione irregolare, rendendo le scuole africane centri di informazione e prevenzione per i ragazzi che vogliono emigrare. Nel silenzio attento della platea, l’arcivescovo Ndiaye, spende delle parole di incoraggiamento per i giovani e per il progetto di Sophia: curarsi delle sofferenze che i giovani che decidono di partire subiscono durante il viaggio di migrazione e nei paesi stranieri è un tema prioritario a livello pastorale. L’equipe di Sophia ha infatti pensato un evento conclusivo che desse la possibilità agli studenti di esprimersi, di condividere i loro pensieri e i loro desideri. A questo scopo, durante il progetto le classi aderenti erano state guidate nella realizzazione di project work di gruppo. Il lavoro più sorprendente è stato presentato dal liceo Banque Islamique: attraverso una breve opera teatrale gli studenti hanno inscenato i temi più toccanti affrontati grazie ad Educare Senza Confini. Il prof. Diouf, che li aveva guidati, commenta felice: “E’ stato tutto perfetto, gli studenti hanno fatto un lavoro eccellente”. Erik Conte, socio della Cooperativa Sophia in loco per coordinare le attività, è grato perché è certo che le parole del vescovo Ndiaye siano arrivate al cuore degli studenti: “L’arcivescovo Ndiaye si è fatto prossimo agli studenti, incoraggiandoli a scegliere il loro meglio. Sono sicuro che, grazie alle parole del vescovo e alla formazione sulla migrazione, gli studenti si sentiranno sempre più capaci di decidere e farsi domande sul proprio futuro.”
2 Maggio 2022 - Roma - Non è mai solo una firma. È di più, molto di più. Questo il claim della nuova campagna di comunicazione 8xmille della Conferenza Episcopale Italiana, che mette in evidenza il significato profondo della firma: un semplice gesto che vale migliaia di opere. La campagna, on air dal prossimo 8 maggio, racconta come la Chiesa cattolica, grazie alle firme dei contribuenti riesca ad offrire aiuto, conforto e sostegno ai più fragili con il supporto di centinaia di volontari, sacerdoti, religiosi e religiose. Così un dormitorio, un condominio solidale, un orto sociale diventano molto di più e si traducono luoghi di ascolto e condivisione, in mani tese verso altre mani, in occasioni di riscatto.
Gli spot mettono al centro il valore della firma: un segno che si trasforma in progetti che fanno la differenza per tanti. Dal dormitorio “Galgario” che, nel centro storico di Bergamo, offre ospitalità e conforto ai più fragili, alla “Locanda San Francesco”, un condominio solidale nel cuore di Reggio Emilia per persone in difficoltà abitativa; dalla “Casa d’Accoglienza Madre Teresa di Calcutta”, un approdo sicuro, a Foggia, per donne vittime di violenza a “Casa Wanda” che a Roma dà assistenza e supporto ai malati di Alzheimer e ai loro familiari, passando per la “mensa San Carlo” di Palermo, a pieno regime anche durante la pandemia per aiutare antiche e nuove povertà. Farsi prossimi con l’agricoltura solidale è, invece, la scommessa di “Terra Condivisa”, orto solidale di Faenza, che coltiva speranza e inclusione sociale.
L’8xmille consente anche di valorizzare il patrimonio artistico nazionale con preziose opere di restauro come è accaduto a Grottazzolina dove la Chiesa del SS. Sacramento e Rosario, da tempo inagibile, è stata restituita alla cittadinanza continuando a tramandare arte e fede alle generazioni future.
“L’obiettivo della campagna 2022 – afferma il responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa Cattolica, Massimo Monzio Compagnoni – è dare ancora una volta voce alla Chiesa in uscita motivata da valori che sono quelli del Vangelo: amore, conforto, speranza, accoglienza, annuncio, fede. Gli spot ruotano intorno al ‘valore della firma’ e ai progetti realizzati grazie ad essa. Chi firma è protagonista di un cambiamento, offre sostegno a chi è in difficoltà ed è autore di una scelta solidale, frutto di una decisione consapevole, da rinnovare ogni anno. Dietro ogni progetto le risorse economiche sono state messe a frutto da sacerdoti, suore, operatori e dai tantissimi volontari, spesso il vero motore dei progetti realizzati”.
La campagna, ideata per l’agenzia Another Place da Stefano Maria Palombi che firma anche la regia, sarà pianificata su tv, con spot da 30” e 15”, web, radio, stampa e affissione. Le foto sono di Francesco Zizola.
Sul web e sui social sono previste campagne “ad hoc” per raccontare una Chiesa in prima linea, sempre al servizio del Paese, che si prende cura degli anziani soli, dei giovani in difficoltà, delle famiglie colpite dalla pandemia e dalla crisi economica a cui è necessario restituire speranza e risorse per ripartire.
Su www.8xmille.it sono disponibili anche i filmati di approfondimento sulle singole opere mentre un’intera sezione è dedicata al rendiconto storico della ripartizione 8xmille a livello nazionale e diocesano. Nell’area “Firmo perché” sono raccolte le testimonianze dei contribuenti sul perché di una scelta consapevole. Non manca la Mappa 8xmille che geolocalizza e documenta con trasparenza quasi 20mila interventi già realizzati.
Sono oltre 8.000 i progetti che, ogni anno, si concretizzano in Italia e nei Paesi più poveri del mondo, secondo tre direttrici fondamentali di spesa: culto e pastorale, sostentamento dei sacerdoti diocesani, carità in Italia e nel Terzo mondo.
La Chiesa chiede ai fedeli ed ai contribuenti italiani di "riconfermare con la destinazione dell’8xmille la fiducia e il sostegno alla sua missione per continuare ad assicurare conforto, assistenza e carità grazie ad una firma che si traduce in servizio al prossimo".
27 Agosto 2021 - Roma - Una “pagella in tasca”, per permettere ai ragazzi rifugiati di arrivare in Italia e poter proseguire gli studi. Il progetto, promosso da Intersos, Unhcr e Agenzia Onu, partirà a settembre, quando giungeranno i primi cinque minori non accompagnati che saranno ospitati da famiglie affidatarie di Torino. L’ingresso dei giovani migranti verrà consentito attraverso un visto per motivi di studio e riguarderà, in tutto, 35 rifugiati in Niger tra i 15 e i 17 anni.
La “pagella” sarà un canale di accesso in Italia regolare e sicuro: i minori potranno così continuare a studiare senza rischiare la vita affidandosi ai trafficanti di persone per affrontare il viaggio nel Mediterraneo. Il progetto, riconosciuto dai ministeri dell’Interno, degli Esteri e del Lavoro, e dal Comune di Torino, coinvolge famiglie e organizzazioni del privato sociale nell’accoglienza e nella promozione dei percorsi di inclusione dei minori: c’è, quindi, una forte partecipazione della società civile accanto alla presa in carico istituzionale. «Con questo progetto lavoriamo a due obiettivi: aumentare le opportunità di accesso all’educazione per i ragazzi e le ragazze rifugiate e ampliare i canali di accesso sicuri per chiedere asilo» ha detto Chiara Cardoletti, rappresentante Unhcr per Italia, Santa Sede e San Marino. «È importante creare le condizioni per accogliere in modo sicuro e pianificato i giovani rifugiati offrendo loro la possibilità di studiare in Italia e, allo stesso tempo, sottraendoli ai rischi connessi a viaggi tanto disperati quanto pericolosi». Il progetto è stato realizzato con il sostegno della Conferenza Episcopale Italiana nell’ambito della campagna “Liberi di partire, liberi di restare - Fondi 8 per mille Chiesa cattolica”, della Fondazione Migrantes, di Acri e Fondazione Compagnia San Paolo
21 Giugno 2021 - Roma - È online il “Rendiconto 2020 dell’8xmille” che documenta come sono stati impiegati i fondi che i cittadini italiani hanno destinato alla Chiesa cattolica con le dichiarazioni del 2017. “Se è vero che questo è un dovere nei confronti dello Stato italiano, è altrettanto forte il nostro desiderio di trasparenza, nel rispetto delle normative vigenti”, spiega Mons. Stefano Russo, Segretario Generale della CEI, ricordando che nel dossier “vengono presentate le cifre specifiche del rendiconto economico” e che “l’intero bilancio della Conferenza Episcopale Italiana è sottoposto a certificazione volontaria da parte di una società di revisione specializzata”.
Ma, sottolinea Mons. Russo, “dietro ai numeri, c’è sempre molto di più”. Ci sono volti, pezzi di vita, storie di riscatto e di rinascita. Sono migliaia infatti gli interventi realizzati sul territorio italiano e nei Paesi del Terzo mondo, secondo i tre ambiti di destinazione: culto e pastorale, carità, sostentamento del clero. “È anche grazie all’utilizzo delle energie dell’8xmille che, in questo tempo di pandemia – aggiunge il Segretario Generale della CEI – è stato possibile destinare ingenti risorse aggiuntive per le azioni di prossimità a beneficio della popolazione, delle famiglie, di enti e associazioni”.
10 Giugno 2021 - Sono trascorsi 30 anni da quando, nel 1990, è entrato in vigore il sistema di sostentamento del clero previsto dal nuovo Concordato (1984) che, abolendo la vecchia “congrua”, istituiva l’8xmille e le offerte deducibili. Prima della sua effettiva applicazione, questa grande trasformazione era stata accolta con un certo comprensibile timore dalla Chiesa, come è normale quando si lascia un sistema consolidato per sperimentare qualcosa di assolutamente nuovo. Ma la storia di questi 30 anni ha dimostrato che non era un timore fondato.
Cosa ricorda di quel periodo, mons. Stefano Russo, segretario generale della CEI?
Per me quelli sono stati gli anni della formazione al ministero sacerdotale. Sono stato ordinato sacerdote ad aprile del 1991, proprio 30 anni fa, e quel timore di cui lei parla l’ho respirato solo indirettamente. Non avendo vissuto la mia esperienza ministeriale all’interno del sistema precedente, mi sento però di poter affermare che ho sempre ritenuto l’8xmille e le offerte deducibili una soluzione eccellente: affida il sostegno economico della Chiesa e di tutte le sue attività innanzitutto alla responsabilità dei fedeli, e, in secondo luogo, anche di tutti gli altri cittadini che, in qualche modo, apprezzano lo straordinario lavoro svolto sul territorio dalle comunità cristiane.
In effetti l’altissima percentuale di firme da sempre raccolte dalla Chiesa cattolica è il segno di una grande fiducia riposta nei suoi confronti dagli italiani. Quali sono, a suo giudizio, i principali motivi di questa fiducia?
Credo che questa fiducia nasca dalla vicinanza e dalla reciproca conoscenza. Gli italiani, e non solo quelli che frequentano attivamente le comunità cristiane ma anche quelli che lo fanno solo occasionalmente, sanno bene che dove si trovano le persone, e specialmente quelle che hanno maggiormente bisogno, chi vive il Vangelo risponde sempre “presente”, non si tira mai indietro. Penso alla presenza capillare in tutta Italia delle parrocchie e di tutte le iniziative solidali ed educative ad esse collegate (mense, centri di ascolto, oratori, centri giovanili), nelle grandi periferie come nei piccoli centri. È una testimonianza che sostiene la firma; una testimonianza che passa anche dalle scuole cattoliche, che servono bambini e ragazzi di ogni età, e molto spesso in alcune zone del Paese rappresentano le uniche risorse educative disponibili. E passa pure dalle strutture sanitarie di ispirazione cristiana… Certamente non tutte queste realtà beneficiano dei fondi 8xmille, ma tutte insieme esprimono in pienezza la gioia del Vangelo. Molto spesso viene sottovalutato il senso comune delle persone: si è sviluppato nei secoli un profondissimo attaccamento alla storia spirituale e culturale del proprio territorio. Non è un caso se definiamo “campanilismo” il legame – a volte perfino esagerato – che le persone hanno verso la terra e le tradizioni delle proprie origini. L’immagine del campanile diventa l’emblema delle radici e del senso di appartenenza.
Le somme ricevute, e sempre puntualmente rendicontate, dalla Chiesa cattolica in questi 30 anni, vengono spese per la carità, per le esigenze del culto e della pastorale e per il sostentamento del clero. Nella sua esperienza di sacerdote e poi di vescovo, quale di queste destinazioni, stabilite dalla legge, ha avuto modo di apprezzare maggiormente?
Mi sta chiedendo… a quale delle dita della mia mano io sia più affezionato. Queste tre destinazioni dell’8xmille sono totalmente complementari. Glielo mostro con un esempio. Nel momento in cui in una diocesi vengono investiti dei fondi per la manutenzione di un edificio di culto storico, non solo si sta contribuendo al rafforzamento e alla tutela dell’identità di quel luogo, ma si sta contemporaneamente permettendo a tante famiglie di vivere dignitosamente, dando lavoro alle maestranze impegnate nel restauro, e si sta permettendo alla comunità di beneficiare di un luogo in cui ritrovarsi e socializzare, accogliere e aprirsi a tutti. Lo stesso si dica quando, insieme al contributo delle offerte deducibili, quei fondi vengono usati per il sostentamento del clero. Garantire una vita dignitosa ai sacerdoti in attività e a quelli anziani o ammalati, vuol dire anche garantire alle loro comunità una presenza sicura e sempre disponibile, come è nello stile di vita e di servizio dei nostri sacerdoti, da sempre.
Da sempre… e mai come oggi. Stiamo attraversando un periodo di difficoltà senza precedenti a causa di questa terribile pandemia. I sacerdoti hanno certamente pagato un tributo pesantissimo in termini di contagi e di decessi, e molto spesso proprio per mantenersi fedeli al servizio di accompagnamento e di assistenza agli ultimi, ai malati, ai sofferenti. Le sembra che le persone nel nostro Paese se ne stiano rendendo conto?
Sono convinto di sì, e soprattutto nelle zone in cui purtroppo il virus è stato più violento e feroce. Come Segretario Generale della CEI ho avuto modo, in questi mesi, di raccogliere le testimonianze di moltissimi confratelli Vescovi che me lo hanno confermato. E non mi riferisco solo ai sacerdoti che si sono spesi, con coraggio e abnegazione, nel servizio spirituale dentro le terapie intensive e nei reparti Covid degli ospedali. Mi riferisco anche alle decine di migliaia di volontari che, in tutto il Paese, hanno consegnato, porta a porta, cibo e medicine, soldi per pagare le bollette e gli affitti, sostegno e conforto alle persone. Per contrastare la pandemia, la Chiesa italiana, solo lo scorso anno, ha messo a disposizione del nostro territorio una cifra superiore ai 226 milioni di euro, più altri 9 milioni per progetti di contrasto della pandemia nei Paesi del Sud del mondo. È stato uno sforzo straordinario, possibile solo grazie alla fiducia di chi ha scelto, ancora una volta, di firmare per l’8xmille alla Chiesa cattolica. Ogni singola firma ha contribuito in modo determinante.
A proposito, mons. Russo, la campagna promozionale di quest’anno punta proprio sul valore di ogni firma, lo strumento concreto con cui ciascuno dei contribuenti italiani può scegliere di devolvere l’8xmille del gettito Irpef alla Chiesa cattolica. Questo gesto, stiamo sentendo ripetere nei vari media, è “più di una firma; molto di più”. Perché?
Perché ogni firma è come una porta che si spalanca. Chi firma può vedere con i propri occhi come il frutto di quel gesto di fiducia e di partecipazione costruisca benessere e solidarietà, di cui beneficiano tutti. In qualche modo, però, quella porta che si apre è anche la fiducia con cui chi firma ci spalanca il cuore. È una grandissima responsabilità che avvertiamo, sacerdoti e laici, perché sappiamo bene di non poter deludere le giuste aspettative di chi si fida di noi. Chi firma dà il suo concreto contributo con un gesto semplice ma efficace. E noi vogliamo rispondere con trasparenza, efficacia e, soprattutto, frutti concreti.
Per un cattolico praticante, che vive in una comunità cristiana, quali valori esprime quella firma?
Chi firma, nella propria comunità, fa un gesto di comunione, di partecipazione e di solidarietà. In qualche modo esprime la propria corresponsabilità con la missione di tutta la Chiesa, se ne fa carico. Certamente sono persone che nella propria realtà locale già partecipano alla vita della comunità cristiana e la sostengono, col proprio tempo, con le proprie capacità e anche con le proprie offerte in parrocchia, nella misura delle possibilità di ciascuno. Ma firmare per l’8xmille o fare un’offerta deducibile per i sacerdoti è ancora qualcosa in più. Un valore aggiunto. Significa prendere a cuore anche le sorti delle parrocchie con risorse più esigue della propria, perché i criteri di distribuzione di questi fondi sono assolutamente perequativi. E significa anche fare un gesto di libertà, perché non è certamente automatico che questo sistema continui a funzionare e ad alimentarsi se non scendono in campo, ogni anno, le libere scelte dei fedeli. Di tutti i fedeli e insieme a loro anche di chi in chiesa non ci va.
E a questi ultimi, ai non praticanti, cosa vorrebbe dire per invitarli a mettere ugualmente la propria firma a favore della Chiesa cattolica?
A chi non è praticante vorrei dire che firmare per la Chiesa cattolica significa compiere un gesto di fiducia e di grande generosità, al quale noi ci impegniamo a rispondere con la massima trasparenza nel rendere conto. È bello pensare che per partecipare insieme a noi a costruire un mondo più giusto, accogliente e fraterno, un mondo a misura del Vangelo, non serva alcuna tessera di appartenenza. Torniamo all’immagine della porta, che avevo proposto in precedenza: ai cristiani non piace chiudersi a chiave, noi siamo per le porte aperte. Del resto è questa la Chiesa in uscita che Papa Francesco ha sognato e ci sta chiedendo fin dall’inizio del proprio servizio come Successore di Pietro e come Vescovo di Roma.
Il nostro Dio – ricordava il Santo Padre solo qualche mese fa, all’Angelus – “continua a chiamare chiunque, a qualsiasi ora, per invitarlo a lavorare nel suo Regno. Questo è lo stile di Dio, che a nostra volta siamo chiamati a recepire e imitare. Egli non sta rinchiuso nel suo mondo, ma ‘esce’: Dio è sempre in uscita, in cerca di noi. Esce continuamente alla ricerca delle persone, perché vuole che nessuno sia escluso dal suo disegno d’amore”. Ecco, vorrei fare mio questo invito del Papa. La Chiesa che è in Italia vuole avere questo stesso stile nell’annunciare il Vangelo. Al fianco degli ultimi, innanzitutto, e insieme a tutti quelli che vogliono starci. Anche grazie a una firma per la scelta dell’8xmille. (Stefano Proietti)
21 Maggio 2021 - Roma - Le barriere all’integrazione spesso sono invisibili. Sophia Impresa Sociale, da sempre impegnata nel sostegno e supporto ai giovani che arrivano in Italia, ha imparato che il passo più difficile da compiere per un migrante è l’affidarsi. Lo ha imparato con Mohammed, giovane guineano, arrivato in Italia appena maggiorenne e beneficiario del progetto Creare Valore Attraverso l’Integrazione di Sophia dal 2019. Mohammed, che si appoggiava alla Caritas per vivere, si presentò sotto l’ufficio di Sophia, avendo sentito del progetto che prometteva attestati abilitanti per lavorare, corsi di italiano e assistenza legale e abitativa. “La sua risolutezza ci ha sorpreso e lo abbiamo accolto tra i beneficiari con gioia”, dicono alla cooperativa.
Ciò che Mohammed aveva sottovalutato era la parte del progetto che prevedeva il dialogo con un tutor. “In Creare Valore abbiamo scoperto che, per migliorare veramente le condizioni di vita di una persona vulnerabile, spesso non bastano documenti e attestati, ma c’è bisogno soprattutto di dialogo, guida e punti di riferimento.” Questo richiede la faticosa costruzione di un rapporto di fiducia con persone che diffidano di chiunque cerchi di aiutarle.
Il giovane guineano, come molti altri migranti passati per la Libia, ha eretto una barriera tra lui e il resto del mondo: vuole ottenere quello che cerca e niente di diverso, anche quando questo qualcosa è un di più. Durante i soli 18 mesi di progetto, Mohammed è stato cacciato da tre centri di accoglienza per comportamenti aggressivi e ha rifiutato innumerevoli mani tese. “Se non lo aiutiamo noi, non lo fa nessun altro”, dice Giuseppe, tutor e formatore di Sophia, all’ennesima crisi nel percorso del giovane.
“E’ per questo che il sostegno di iniziative come la campagna Liberi di Partire, Liberi di Restare promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana con i fondi dell’8x1000 è fondamentale.” dice Marco Ruopoli presidente di Sophia: “E’ grazie a questi fondi che abbiamo potuto continuare il progetto e siamo riusciti, piano piano, ad aiutare veramente anche un ragazzo in difficoltà come Mohammed”. Oggi infatti, il giovane riceve assistenza psicologica, lavora nella squadra di ediliza privata di Sophia e soprattutto, chiama Erik, il suo tutor, quando ha un problema.
Erik, paziente e affezionato, commenta: “E’ forse la persona con cui abbiamo avuto più problemi ma, aiutare chi è pronto ad accogliere il tuo aiuto sarebbe troppo facile: la sfida di Sophia, da sempre, è proprio aiutare chi non riesce ad avere fiducia”.
7 Maggio 2021 - Roma - Non è mai solo una firma. È di più, molto di più. Con questo claim parte la nuova campagna di comunicazione 8xmille della Conferenza Episcopale Italiana, che mette in evidenza il significato profondo della firma: un semplice gesto che vale migliaia di opere.
La campagna, on air dal prossimo 9 maggio, racconta come la Chiesa cattolica, grazie alle firme dei cittadini riesca ad offrire aiuto, conforto e sostegno ai più fragili con il supporto di centinaia di volontari, sacerdoti, religiosi e religiose. Così un piatto di minestra, una coperta, uno sguardo diventano molto di più e si traducono in ascolto e carezze, in una mano che si tende verso un’altra mano, in una scelta coraggiosa di chi si mette quotidianamente nei panni degli altri.
Ogni frase sottolinea il rilievo della firma: un gesto che si trasforma in progetti che fanno la differenza per tanti. Dalla casa d’accoglienza Gratis Accepistis che, nel centro storico di Aversa, offre ospitalità e conforto ai più fragili, alla Casa di Leo che insieme all’Emporio solidale, a Potenza, sostiene molte famiglie in difficoltà; dalla Comunità e la dimora, rete solidale che, a Pordenone, combatte le gravi marginalità e il disagio abitativo, alla Casa della Carità Santi Martiri di Otranto, di Poggiardo, che propone ascolto e accoglienza nel cuore del Salento, passando per le mense Caritas di Latina e Tivoli, a pieno regime anche durante la pandemia per aiutare i nuovi poveri e gli anziani soli. Farsi prossimo con l’agricoltura solidale è, invece, la scommessa dell’Orto del sorriso di Jesi, che coltiva speranza e inclusione sociale.
“La nuova campagna ruota intorno al ‘valore della firma’ e a quanto conta in termini di progetti realizzati – afferma il responsabile del Servizio Promozione della CEI Massimo Monzio Compagnoni –. Chi firma è protagonista di un cambiamento, offre sostegno a chi è in difficoltà. È autore di una scelta solidale, frutto di una decisione consapevole, da rinnovare ogni anno. Grazie alle firme di tanti cittadini la Chiesa cattolica ha potuto mettere a disposizione del Paese un aiuto declinato in moltissime forme”.
La campagna, ideata per l’agenzia Another Place da Stefano Maria Palombi che firma anche la regia, sarà pianificata su tv, con spot da 40”, 30” e 15”, web, radio, stampa e affissione. Le foto sono di Francesco Zizola.
Sul web e sui social sono previste due campagne ad hoc: “Stories di casa nostra”, che mette in luce i profili di alcuni volontari; “Se davvero vuoi”, brevi video dei protagonisti della campagna, volutamente senza sonoro, per catturare l’attenzione degli utenti rimandandoli al sito per conoscere le loro storie.
Su www.8xmille.it sono disponibili anche i filmati di approfondimento sulle singole opere mentre un’intera sezione è dedicata al rendiconto storico della ripartizione 8xmille a livello nazionale e diocesano. Nella sezione “Firmo perché” sono raccolte le testimonianze dei contribuenti sul perché di una scelta consapevole. Non manca la Mappa 8xmille, in continuo aggiornamento, che geolocalizza e documenta con trasparenza quasi 20mila interventi già realizzati.
Sono oltre 8.000 i progetti che, ogni anno, si concretizzano in Italia e nei Paesi più poveri del mondo, secondo tre direttrici fondamentali di spesa: culto e pastorale, sostentamento dei sacerdoti diocesani, carità in Italia e nel Terzo mondo. La Chiesa cattolica si affida alla libertà e alla corresponsabilità dei fedeli e dei contribuenti italiani per rinnovare la firma a sostegno della sua missione.
5 Maggio 2021 - Roma - Non è mai solo una firma. È di più, molto di più. Conquesto claim parte la nuova campagna di comunicazione 8xmille della Conferenza Episcopale Italiana, che mette in evidenza il significato profondo della firma: un semplice gesto che vale migliaia di opere.
La campagna, on air dalprossimo 9 maggio, racconta come la Chiesa cattolica, grazie alle firme dei cittadini riesca ad offrire aiuto, conforto e sostegno ai più fragili con il supporto di centinaia di volontari, sacerdoti, religiosi e religiose. Così un piatto di minestra, una coperta, uno sguardo diventano molto di più e si traducono in ascolto e carezze, in una mano che si tende verso un’altra mano, in una scelta coraggiosa di chi si mette quotidianamente nei panni degli altri.
Ogni frase sottolinea il rilievo della firma: un gesto che si trasforma in progetti che fanno la differenza per tanti. Dalla casa d’accoglienza Gratis Accepistis che, nel centro storico di Aversa, offre ospitalità e conforto ai più fragili, alla Casa di Leo che insieme all’Emporio solidale, a Potenza, sostiene molte famiglie in difficoltà; dalla Comunità e la dimora, rete solidale che, a Pordenone, combatte le gravi marginalità e il disagio abitativo, alla Casa della Carità Santi Martiri di Otranto, di Poggiardo, che propone ascolto e accoglienza nel cuore del Salento, passando per le mense Caritas di Latina e Tivoli, a pieno regime anche durante la pandemia per aiutare i nuovi poveri e gli anziani soli. Farsi prossimo con l’agricoltura solidale è, invece, la scommessa dell’Orto del sorriso di Jesi, che coltiva speranza e inclusione sociale.
“La nuova campagna ruota intorno al ‘valore della firma’ e a quanto conta in termini di progetti realizzati – afferma il responsabile del Servizio Promozione della CEI Massimo Monzio Compagnoni –. Chi firma è protagonista di un cambiamento, offre sostegno a chi è in difficoltà. È autore di una scelta solidale, frutto di una decisione consapevole, da rinnovare ogni anno. Grazie alle firme di tanti cittadini la Chiesa cattolica ha potuto mettere a disposizione del Paese un aiuto declinato in moltissime forme”.La campagna sarà pianificata su tv, web, radio, stampa e affissione.
Gli spot sono da 40”, 30” e 15”.
Sul web e sui social sono previste due campagne ad hoc: “Stories di casa nostra”,che mette in luce i profili di alcuni volontari; “Se davvero vuoi”,brevi video dei protagonisti della campagna, volutamente senza sonoro, per catturare l’attenzione degli utenti rimandandoli al sito per conoscere le loro storie.
Suwww.8xmille.itsono disponibili anche i filmatidi approfondimento sulle singole opere mentre un’intera sezione è dedicata al rendiconto storico della ripartizione 8xmille a livello nazionale e diocesano. Nella sezione “Firmo perché” sono raccolte le testimonianze dei contribuenti sul perché di una scelta consapevole. Non manca la Mappa 8xmille, in continuo aggiornamento, che geolocalizza e documenta con trasparenza quasi 20mila interventi già realizzati.
Sono oltre 8.000 i progetti che, ogni anno, si concretizzano in Italia e nei Paesi più poveri del mondo,secondo tre direttrici fondamentali di spesa: culto e pastorale, sostentamento dei sacerdoti diocesani, carità in Italia e nel Terzo mondo. La Chiesa cattolica si affida alla libertà e alla corresponsabilità dei fedeli e dei contribuenti italiani per rinnovare la firma a sostegno della sua missione.
29 Aprile 2021 - Roma - Domenica prossima, 2 maggio, si celebra la Giornata Nazionale dell’8xmille alla Chiesa Cattolica. Un’occasione per ricordare l’importanza di una scelta che può cambiare la vita di molti: lo abbiamo toccato con mano in questo lungo periodo segnato da forti tribolazioni, dove la pandemia ha scavato in modo indelebile la vita di tutti. Una condizione particolarmente dura, in cui tante famiglie e persone sole non sono state sopraffatte dagli eventi grazie alla solidarietà di quei 13 milioni di italiani (dati 2019) che, con la loro firma, hanno contribuito a destinare alla Chiesa Cattolica l’8xmille del gettito IRPEF.
Nell’anno 2020, infatti, un conferimento straordinario di oltre 226 milioni di euro è stato messo a disposizione del Paese nella lotta al Covid-19; altri 9 milioni sono andati a sostegno delle fragili strutture sanitarie dei Paesi più poveri, individuate con progetti mirati. Questa iniziativa caritativa di una portata senza precedenti ha consentito di aiutare migliaia di famiglie pressate per la prima volta dall’indigenza, prive di una qualsiasi fonte di reddito a causa della pandemia. Gli stanziamenti hanno permesso di provvedere a generi alimentari, farmaci, prodotti per l’igiene; di pagare bollette, affitti, rate di mutui; di sostenere imprese famigliari e liberi professionisti piegati dalla crisi; di impedire che i debiti li spingessero nelle mani degli usurai e della malavita. Un apporto rilevante è stato fornito nell’educazione e l’accompagnamento dei giovani più soli ed emarginati, grazie a Pc e Tablet, connessione alla rete, sostegno allo studio e lotta alla dispersione scolastica: nella congiuntura, parrocchie e oratori si sono rivelati spesso l’unico punto di riferimento. Sono state supportate le strutture sanitarie cattoliche, molte delle quali hanno interamente dedicato risorse umane, posti letto e attrezzature per far fronte all’emergenza pandemica. Con il sostentamento ai sacerdoti, ci si è poi affiancati alle centinaia di preti nella loro missione in corsia negli ospedali civili di tutto il Paese, specialmente nei reparti Covid. Molti di loro, ricordiamolo, hanno pagato con la propria vita l’impegno nell’assistenza spirituale dei malati e degli operatori sanitari. E ancora, i fondi dell’8xmille hanno continuato a sostenere le reti di solidarietà, in Italia e nel Sud del mondo, la cura dei beni artistici e architettonici; le iniziative pastorali e sociali, i sacerdoti delle quasi 26.000 parrocchie italiane. È per questo che dal 2 maggio è importante che tutti, credenti e non credenti, ricordino che una firma per destinare l’8xmille alla Chiesa Cattolica rappresenta un gesto di comunione, di partecipazione e di solidarietà che va a beneficio di tutto il Paese. Un impegno di prossimità concreto che non viene mai meno e che è possibile seguire in ogni momento su www.8xmille.it oppure su https://rendiconto8xmille.chiesacattolica.it/.
Roma - La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha deciso lo stanziamento di 500mila euro dai fondi otto per mille, che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, come prima forma di aiuto alle vittime del terremoto che sta colpendo la Croazia.
Dopo le scosse del 29 dicembre, la terra ha continuato a tremare nelle prime ore di ieri, provocando ulteriori danni alle infrastrutture e alle abitazioni rese già fragili dalla sequenza di terremoti degli ultimi mesi. Il bilancio finora è di almeno sette morti e decine di feriti, alcuni dei quali in gravi condizioni. “C’è molta preoccupazione – sottolinea Caritas Italiana – per i danni che questo terremoto potrebbe avere sulla popolazione, dal momento che si tratta di una zona densamente popolata: la città di Zagabria e le sue aree periferiche contano 1 milione di abitanti. La Croazia si trovava già in una problematica situazione a causa della pandemia, che aveva costretto il Paese a un lockdown a partire da fine novembre, con oltre 4.000 nuovi contagi e 90 vittime al giorno su una popolazione di circa 4 milioni di abitanti”.
Le informazioni di queste ore sono ancora frammentarie e confuse, anche perché nell’area sono saltati i collegamenti telefonici ed elettrici. Al momento risultano devastate ampie zone di Petrinje e della vicina città di Sisak, molti danni sono segnalati a Zagabria nelle case e in strutture pubbliche: ospedali, asili, case di riposo, ministeri. Vari edifici religiosi risultano gravemente danneggiati, in particolare nell’arcidiocesi di Zagabria e nella diocesi di Sisak.
La Chiesa che è in Italia esprime cordoglio e vicinanza alla popolazione croata e assicura la propria preghiera per le vittime, i loro familiari e i feriti: il Signore possa lenire le sofferenze di questo momento.
Lo stanziamento della Presidenza CEI è destinato, attraverso Caritas Italiana, a far fronte ai beni di prima necessità: cibo, farmaci, assistenza medica, kit igienico-sanitari, alloggi temporanei. Intanto, Caritas Italiana continua a seguire con apprensione l’evolversi della situazione e ha intensificato i contatti con Caritas Croazia.
Roma La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha deciso oggi lo stanziamento di 1 milione di euro dai fondi otto per mille, che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, in soccorso delle popolazioni del Libano colpite dalla terribile esplosione del 4 agosto scorso.
Secondo un bilancio provvisorio, oltre alle vittime e ai feriti, vi sarebbero centinaia di migliaia di sfollati e ingenti danni alle abitazioni e alle infrastrutture. I bisogni più urgenti sono l’assistenza sanitaria per i feriti, cibo, acqua, alloggio per gli sfollati, sostegno psico-sociale per i soggetti più vulnerabili.
La catastrofe colpisce un Paese già piegato da una pesante crisi finanziaria, economica e sociale, acuitasi nell’ultimo anno, che ha ridotto in povertà moltissime famiglie con più di un quarto della popolazione che vive con meno di 5 dollari al giorno.
La Chiesa italiana esprime cordoglio e vicinanza alla popolazione libanese e assicura la propria preghiera per le vittime, i loro familiari e i feriti: il Signore possa lenire le sofferenze di questo momento. Prega anche perché il Paese, con l’impegno delle autorità politiche e religiose e della società tutta, possa superare le sofferenze di queste giornate.
Lo stanziamento della Presidenza CEI è destinato al sostegno dei piani di intervento d’emergenza di Caritas Libano, tramite Caritas Italiana, per i prossimi 12 mesi. In coordinamento con le agenzie umanitarie presenti, la Caritas sta già fornendo cibo, farmaci, assistenza medica, beni di prima necessità, kit igienico sanitari, e prevede di continuare tali azioni per i prossimi mesi. Inoltre, sosterrà gli interventi per la riparazione delle abitazioni, le azioni di riabilitazione, l’accompagnamento e il sostegno al reddito per le fasce più povere e vulnerabili della popolazione, anche grazie ad un’ampia mobilitazione del volontariato locale.