Primo Piano

S-cambiamo il mondo: l’altro e i diritti attraverso il cinema a Roma

8 Giugno 2023 - Roma - Unendo la forza dell’immagine all’emozione di una storia, prestandoci lo sguardo di un personaggio e amplificando l’empatia con la musica, il cinema è un modo perfetto per conoscere l’altro, anche se l’altro è straniero, se proviene da luoghi lontani, se ha esperienze e saperi diversi. Il cinema è un modo perfetto anche per dare corpo all’idea astratta di diritto umano, perché fa vedere quanto è essenziale garantirlo, e le conseguenze di quando è calpestato, che ciò avvenga dall’altra parte del mondo o nelle nostre stesse città.
Se ne accorgerà chi passerà da Villa Borghese a Roma il prossimo fine settimana, entrerà nella Casa del Cinema rinnovata, che inaugura in questi giorni la sua nuova stagione, e prenderà parte alla rassegna dal titolo S-cambiamo il mondo – Per i diritti di tutti. L’iniziativa è un preziosissimo appuntamento fisso, il sesto quest’anno, sostenuta dalla Fondazione Migrantes e patrocinata dalla Regione Lazio, da Amnesty International e dall’Alto commissariato ONU per i rifugiati tra gli altri. La organizza DUN-Onlus, associazione nata nel 2015 per offrire supporto psicologico a chi migra in Italia, che da allora coltiva il dialogo interculturale, anche attraverso l’arte e il cinema in modo particolare. Il programma di quest’anno, curato dalla fondatrice e presidente di DUN, la psicologa e psichiatra Barbara Massimilla, avrà al centro due concetti basilari eppure non scontati, la relazione e la vita, declinati nelle molte forme dello scambio interpersonale e della lotta per il diritto ad esistere, dell’individuo o di un popolo intero. Il messaggio passerà da tanti linguaggi diversi, quante sono le opere scelte, tutte accomunate da uno sguardo attento sul presente: dall’esperimento del cortometraggio Intrecci, della stessa Massimilla, a Nezouh di Soudade Kaadan, una fiaba di guerra ambientata in Siria; dalla cronaca commovente dei fratelli Dardenne in Tori e Lokita, storia di due bambini alle prese con la legge dell’immigrazione, alla viva voce di chi ha camminato la rotta balcanica, nel docufilm “Trieste è bella di notte” di Calore, Collizzolli e Segre; e ancora, da una parte all’altra del mondo, Argentina 1985 di Santiago Mitre e Leila e i suoi fratelli di Saeed Roustayi. Le riflessioni saranno affidate agli incontri, tra una proiezione e l’altra: interverranno tra i molti Monsignor Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes, Riccardo Noury di Amnesty International, le attiviste Ziba Gul, afghana, e Zahra Tawfiq, iraniana. Le due giornate saranno arricchite dall’esposizione delle creazioni dei laboratori di DUN, frutto dell’incontro tra culture che l’associazione mette in pratica ogni giorno, dalla moda alla musica. Sabato 10 e domenica 11 giugno, dalle 15 in poi, con ingresso libero.

Vangelo Migrante: Domenica 11 giugno – Corpus Domini

8 Giugno 2023 -
Celebriamo oggi la Festa del Corpus Domini, festa della presenza del Signore in mezzo a noi attraverso il Sacramento dell’Eucarestia. Nella Prima Lettura l’Eucarestia è prefigurata da un pane non conosciuto che il popolo deve scoprire attraverso un cammino nel deserto, un cammino che ha tre note: >     la nota della memoria, per non dimenticare quello che il Signore ha fatto e che il popolo si sarebbe perso senza il Signore; >    la nota della manna, cioè “nel dono” per ricordarsi che l’uomo non vive di solo pane, ma di quanto esce dalla bocca del Signore, una Parola che ritorna nel Vangelo delle Tentazioni che abbiamo proclamato nella Prima domenica di Quaresima; >     la nota della liberazione, dove Dio ha fatto scaturire il dono, anche da dove sembrava che non ci fosse. Da questa Prima Lettura poi scaturisce il Vangelo in cui Gesù dice che “Lui è il pane vivo, disceso dal cielo”, e il pane che Lui dà è pane che dà vita in eterno, e la sua carne per la vita del mondo. Scoprire, quindi, il cibo che non sorge dalla terra; c’è un cibo, infatti,  che viene dalle nostre forze e un cibo che ci viene dal rapporto con il Signore. L’Eucarestia ci mette dentro Dio, un Dio che si fa pane e che il popolo non accetta. Di solito, infatti, noi stiamo davanti a Dio con le proiezioni delle nostre delusioni, perché purtroppo sperimentiamo che nella vita tutto si paga e si merita e se c’è qualche boccone devo strapparlo agli altri, ma non è certo un dono. L’Eucarestia è Grazia e Dono, non è una pretesa. Tanto più accogliamo il Suo dono, tanto più diventiamo generosi: diventiamo cibo; diventiamo, come suol dirsi, buoni come il pane. Quando rimaniamo infantili pensiamo solo a noi stessi e a come gli altri ci possono nutrire, ma quando passiamo alla vita adulta si pensa agli altri e si diventa pane. Nell’Eucarestia viviamo per donare. L’Eucarestia ci rende abili a vivere per donare, riceviamo quanto ci serve per donare. Il problema non è essere forti o essere bravi, ma unirsi a Dio. Non è vivere solo di esigenze, ma vivere del dono del Padre attraverso il quale viviamo in eterno. Possa il Signore donarci, per l’Eucarestia, lo stesso amore del beato Carlo Acutis che la definiva proprio la sua “Autostrada per il cielo”. (Francesco Buono)

Arte madonnara: domani la conclusione di un progetto per ragazzi cristiani e musulmani

8 Giugno 2023 - Roma - Si concluderà domani a Rivarolo Mantovano il corso di arte sacra per ragazzi sia cristiani e sia musulmani sotto la direzione di Marco Soana e di Giulia Bettinelli dell’associazione “Rodomonte Gonzaga” impegnati nell’insegnamento dell’arte madonnara. Alla conclusione del progetto è prevista la presenza del direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo. Al corso hanno partecipato quindici ragazzi sostenuti, tra gli altri, dalla Migrantes nazionale. Obiettivo del corso quello di “creare – ha detto Marco Soana -  cioè con l’insegnamento dell’arte antica unione e dialogo tra religioni diverse. La volontà era quella di trovare spirito di aggregazione, per poterci così conoscere meglio”. Le icone – ha detto don Paolo Tonghini di New Tabor che ha sostenuto il progetto -  ricorda “come sono molto legate all’arte bizantina, dunque all’oriente e ai nostri fratelli ortodossi. Questo significa non solo insegnare un’arte e una tecnica molto antiche, che peraltro mettono a dura prova la pazienza di ragazzi molto giovani, ma anche la possibilità di aprire a nuove religioni, magari anche in futuro”. (R.Iaria)

Card. Zuppi: l’accoglienza riguarda tutti

8 Giugno 2023 - Roma - “Tutti abbiamo bisogno di bene comune. Se manca quello, vale la logica del più forte e del ‘me ne frego’ e questo è quello che la pandemia ha recentemente rivelato: tutti dobbiamo aiutarci. Tutti siamo sulla stessa barca”. Lo ha detto il card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, intervenendo ieri sera, mercoledì 7 giungo, a Roma, nella parrocchia di S. Luigi di Monfort, a un incontro promosso dalla cooperativa Casa Betania e cooperativa “L’accoglienza” onlus, sul tema dell’accoglienza. L’incontro si inserisce nel percorso “Famiglie in rete 2023”, in corso in questa settimana per celebrare i 30 anni di Casa Betania. Siamo tutti sulla stessa barca, ha rimarcato il cardinale, citando l’esempio delle alluvioni in Emilia Romagna: “Le alluvioni sono state un qualcosa di incredibile, ma hanno vinto la solidarietà e la voglia di rimettersi in piedi e di aiutarsi. L’apparenza spesso è più importante della realtà, ma questa situazione c’ha insegnato che bisogna rimettersi a lavorare. Dobbiamo aiutarci, non vivere da estranei o addirittura da nemici”. Per Zuppi si deve rifuggire da questa logica. Al contrario, “si deve restare uniti e farsi prossimi all’altro”. Richiamando poi l’enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti”, il presidente della Cei ha sottolineato “l’importanza della gentilezza, che non è solo un problema di buona educazione, ma più che altro una questione di sguardo verso tutti. Non è un qualcosa di inutile, è riguardo, premura, attenzione. Tutto inizia dalla gentilezza, dal non guardare il mondo attorno in modo indistinto o con indifferenza”. “La gentilezza disarma, fa sorridere, obbliga e aiuta a ingentilire l’altro – ha precisato il card. Zuppi -. Pertanto è la prima forma di accoglienza: sei tu, ti incontro, ti vedo. L’altro esiste!”. “Spesso siamo respingenti – il monito del cardinale – e, allo stesso tempo, quando siamo respinti ci restiamo male. Ci sono tanti modi di essere gentili che permettono all’altro di venire fuori. Questa è l’accoglienza. Non è schedare una persona e poi capire cosa posso fare per lei. È fare, chiedere, interessarsi. Ci si deve interessare all’altro in difficoltà e non magari, ad esempio, indirizzarlo da un professionista, che pure è molto utile, adducendo la scusa che noi non lo siamo. Se siamo cristiani siamo dei professionisti e siamo tenuti a esserlo”. “Quanta sicurezza ci serve per vivere?”,  ha chiesto il cardinale. “Passiamo la maggior parte del tempo a decidere chi accogliere e chi no, quando dovremmo solo renderci conto che il tema dell’accoglienza non riguarda solo gli stranieri, riguarda tutti. È uno spettro pericolosissimo nel quale possiamo cadere anche noi. Allo stesso modo natalità e accoglienza sono due facce della stessa medaglia. Sono la stessa cosa. I nostri nonni non avevano nessuna certezza del futuro quando hanno messo al mondo delle vite pur con tantissimi problemi”. “Ma è bella una vita senza problemi o con dei problemi futili che ci creiamo?”,  si è chiesto il card. Zuppi, indicando “l’amore come via per risolverli e per una vita bella. La sicurezza viene dall’amore. L’amore è accoglienza. L’accoglienza ci porta sempre il futuro e se manca quella manca il futuro. Se vogliamo un futuro, quindi, non dobbiamo avere paura”.  Il cardinale ha poi ricordato la vicenda di Giulia Tramontano, la ragazza incinta uccisa dal compagno, esprimendo “profondo dolore per due vite spezzate” e affermando con forza l’importanza della “sacralità della vita, che ci aiuta a vivere bene. Quando sembra tutto possibile e posso scegliere tutto mi faccio e faccio del male. Cerchiamo sempre la vita dall’inizio alla fine. E non la troveremo nelle dipendenze o nelle paure, ma solo nell’amore”. Concludendo il suo intervento il card. Zuppi si è soffermato anche sul suo recente viaggio in Ucraina. “Non ci rendiamo conto o abbiamo dimenticato cosa vogliono dire i bombardamenti, cosa vuol dire vedersi ammazzare i genitori. Abbiamo dimenticato la tortura. Non dobbiamo solo pregare – ha detto -, ma anche spendere la pace che abbiamo per chi non ce l’ha. La pace è sempre molto debole. Quindi ricordiamoci di pregare per la pace ed essere postulatori di pace. Non permettiamo mai all’odio di prendere il sopravvento. Costruiamo la pace!”. (Andrea Regimenti-Sir)

Papa Francesco in ospedale: prima notte trascorsa bene

8 Giugno 2023 - Roma - La prima notte di Papa Francesco al Policlinico Gemelli di Roma “è trascorsa bene”. Lo fa sapere la Sala Stampa della Santa Sede, all’inizio della seconda giornata che il Papa  trascorrerà nell’ospedale romano, dove è ricoverato da ieri per un intervento chirurgico di laparotomia e plastica della parete addominale con protesi.  L’intervento di ieri pomeriggio è durato tre ore e si è svolto senza complicazioni, come ha confermato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, nel primo briefing con i giornalisti, a fine giornata, in cui ha reso noto che il Santo Padre “è vigile e cosciente e ringrazia per i numerosi messaggi di vicinanza e di preghiera che lo hanno da subito raggiunto”. Il Papa sta bene , “è sveglio e vigile” e anche pronto alla battuta dopo un intervento, durato 3 ore ha detto il chirurgo Sergio Alfieri a capo della equipe che ha operato il Pontefice. “Insieme ad altri colleghi si è deciso di programmare l'intervento chirurgico”, ha detto Alfieri che aveva già operato papa Bergoglio due anni fa al colon. Papa Francesco aveva aderenze nelle anse a metà dell'intestino medio che causavano la sintomatologia. Si sono liberate queste cicatrici interne e la difficoltà di transito con una plastica e con l'ausilio di una rete protesica, ha spiegato ai giornalisti nell’atrio del Policlinico il chirurgo. “Mi ha già preso in giro” , ha detto Alfieri “chiedendomi, appena sveglio: ‘Quando la terza?’”. La degenza prevista va dai 5 ai sette giorni. Dalla Sala Stampa Bruni, fa sapere che sono sospese tutte le udienze fino al 18 giugno mentre le altre sono “confermate, al momento”. “Il Papa non ha e non ha mai avuto nessun problema con l'anestesia generale” e “potrà fare una vita normale”, ha detto ancora ieri sera Alfieri al termine dell'intervento al Pontefice  che aveva iniziato la sua giornata regolarmente tenendo l'udienza generale in piazza San Pietro e incontrando, come sempre, diverse persone. Al termine l’arrivo in ospedale con la 500 targata “Scv” e il ricovero nell’appartamento, al decimo piano del nosocomio, riservato ai successori di Pietro.  Durante l’udienza generale aveva parlato di santa Teresa di Lisieux le cui reliquie erano state portate in piazza San Pietro. Proprio a lei, nel 150.mo della nascita che ricorre del 2023, il papa ha intenzione di dedicare una Lettera apostolica: “È patrona delle missioni, ma non è mai stata in missione”, ha detto: “come si spiega questo? La sua salute era fragile, tanto che morì a soli 24 anni, ma il suo cuore era vibrante, missionario”. L'intervento chirurgico di ieri arriva in un quadro di salute complessivamente buono per un uomo di 86 anni. Ma non è la prima volta, nella sua vita, che Bergoglio ha problemi di natura sanitaria. Da ragazzo ebbe una delicata operazione al polmone, poi la ricorrente sciatalgia e, un paio d'anni fa, l'operazione alla cataratta. Da oltre un anno soffre di un forte dolore al ginocchio destro, dovuto a un problema ai legamenti, che lo ha costretto anche a rinunciare a eventi e che lo costringe a muoversi con difficoltà e spesso anche in sedia a rotelle. Tre mesi fa al Gemelli un ricovero di tre giorni per una lieve infezione polmonare. Domenica è prevista la consueta preghiera dell’Angelus che il Papa, molto probabilmente, terrà dal balconcino al decimo piano del Gemelli ribattezzato “Vaticano Terzo” da papa Giovanni Paolo II, più volte ricoverato nel nosocomio voluto dal padre Agostino Gemelli. (Raffaele Iaria)

Morti e dispersi, impennata di soccorsi Ue al bivio sui migranti: nessuna intesa

8 Giugno 2023 - Milano - Li hanno raggiunti nella notte, su segnalazione di Frontex, l'agenzia europea che controlla i "confini" marittimi dell'Ue. I soliti motopescherecci di ferraglia arrugginita che faticano a navigare e riempiti all'inverosimile. Le immagini che la guardia costiera, alle prime luci dell'alba, diffonde sono dram-matiche: uomini sui ponti uno stretto all'altro. Non si sa quanti. E quanti altri ancora sotto coperta. Alla fine del trasbordo se ne contano 650. Ma non è l'unica imbarcazione messa in sicurezza, ce n'è un altra, con altre 600 persone. E poi un altra ancora, e c'è anche un veliero in difficoltà. Alla fine della maxi-soccorso sono in tutto 1.500 i migranti messi in salvo sulle motovedette della Guardia costiera. Il mare calmo spinge le partenze di migranti verso l'Italia e sono giorni di superlavoro per la Guardia costiera. Dall'Algeria, intanto, arriva la notizia dell'ennesima tragedia del mare: il bilancio, per il momento, parla di 4 morti e 22 dispersi. Solo due persone sono state tratte in salvo. L'imbarcazione è affondata al largo di Cherchell, nella provincia di Tipaza, a ovest di Algeri. «Ad oggi sono già 1030 i migranti che hanno perso la vita nel Mediterraneo centrale. Mai come quest'anno il numero è per difetto: è probabilmente molto alto il numero di naufragi di cui non si è saputo niente» scrive in un tweet Flavio Di Giacomo, portavoce dell'Oim, l'Agenzia Onu per le migrazioni. Ed è terribile l'immagine di un video Afp che sta circolando in queste ultime ore: il ritrovamento in mare della bimba annegata in un naufragio avvenuto in Tunisia lo scorso 2 giugno. La bambina recuperata dalla guardia costiera tunisina indossava una tuta invernale rosa e un berretto di lana grigio e si presume che possa essere di nazionalità camerunense. Ma oggi è anche il "D-Day" per la (attesa) svolta in Europa. Anche se alla vigilia il negoziato appare ancora tutto in salita. Il dossier «è molto delicato» fanno sapere da Bruxelles. Dalla riunione dei ministri degli Interni si aspetta «una fumata bianca». La maggioranza qualificata per approvare il Patto per le migrazioni e l'asilo al Consiglio interni senza l'Italia «è possibile ma non auspicabile» ha dichiarato una fonte diplomatica europea. Intanto Oxfam lancia l'allarme: rispetto ai dossier che verranno affrontati in particolare per quanto riguarda la definizione di nuove politiche comuni di controllo delle frontiere europee (che potrebbero prevedere anche la detenzione di minori negli hotspot Ue, sul modello greco) e il raggiungimento di un meccanismo europeo di ricollocamento dei richiedenti asilo, per cui agli Stati è data la possibilità di non accettare migranti ricollocati dai paesi di primo ingresso, pagando una quota per ogni persona non accolta. «Entrambe sono proposte che non risolveranno in alcun modo le croniche carenze del sistema di asilo europeo - sottolinea Giulia Capitani di Oxfam Italia - Al contrario esprimono chiaramente l'obiettivo di blindare l'Europa. Quanto poi alla proposta in discussione per il controllo delle frontiere, siamo di fronte a nient'altro che all'esatta copia del modello disumano e fallimentare applicato fino ad oggi nelle isole greche, che finirà solo per rinchiudere altri rifugiati, bambini compresi, in centri simili a prigioni, negando il loro fondamentale diritto di asilo nel territorio dell'Unione». Secondo Oxfam il decreto Cutro varato dall'Italia «è del tutto in linea con queste scellerate politiche europee» perché «promuove infatti un modello di detenzione diffusa». Oxfam lancia un appello urgente per la creazione di un sistema di asilo europeo stabilendo regole che prevedano un'equa condivisione dell'accoglienza dei richiedenti asilo in tutta Europa, smettendo di stringere accordi con Paesi terzi e creando meccanismi indipendenti di monitoraggio su ciò che accade alle frontiere europee, con l'obiettivo di contrastare il rischio di violazioni dei diritti umani. (Daniela Fassini - Avvenire)  

Reggio Emilia-Guastalla: il vescovo alla festa della comunità cattolica Tamil

7 Giugno 2023 - Reggio Emilia - Nei giorni scorsi l’arcivescovo di Reggio Emilia-Guastalla, mons. Giacomo Morandi, ha incontrato la comunità cattolica reggiana Tamil dello Sri Lanka. Nella chiesa parrocchiale cittadina di Santo Stefano ha presieduto la messa; hanno concelebrato don Claryan Fernando, parroco della comunità Tamil; don Luca Grassi, parroco dei Santi Agostino, Stefano e Teresa; padre Sakayadhas, della comunità servita della Ghiara con la partecipazione dei diaconi Raffaele Caruso e Francesco Braghiroli, direttore dell’Ufficio pastorale Migrantes. La folta comunità reggiana srilankese, riferisce la diocesi, è dedicata a Maria invocata sotto il titolo di “Madre Velankanni”, particolarmente venerata in un santuario indiano. Domenica è stata incoronata una statua raffigurante la Vergine e portata dall’Oriente. Mons. Morandi ha introdotto la liturgia eucaristica con l’accensione di un lume, gesto compiuto poi dai componenti del comitato. Secondo la tradizione dello Sri Lanka la luce è icona di gioia, prosperità, nascita e vita; per questo è usanza aprire tutte le cerimonie accendendo un lume.

Viminale: da inizio anno sbarcate 52.328 persone sulle nostre coste

7 Giugno 2023 -
Roma - Sono 52.328 le persone migranti sbarcate sulle coste italiana da inizio anno. Di questi 7.450 sono di nazionalità ivoriana (14%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Egitto (6.207, 12%), Guinea (6.115, 12%), Pakistan (4.985, 9%), Bangladesh (4.679, 9%), Tunisia (3.688, 7%), Siria (3.081, 6%), Burkina Faso (2.169, 4%), Camerun (1.969, 4%), Mali (1.525, 3%) a cui si aggiungono 10.460 persone (20%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Il dato è stato diffuso dal ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina.

CEI: la vicinanza e la preghiera delle Chiese in Italia per Papa Francesco

7 Giugno 2023 - Roma - La Presidenza della CEI esprime "la vicinanza e l’affetto" dei Vescovi e delle Chiese in Italia a papa Francesco, ricoverato al Policlinico Universitario A. Gemelli per un intervento chirurgico. "In questo ulteriore momento di prova, la Presidenza si stringe attorno al Santo Padre e invita le comunità ecclesiali a sostenerLo con la preghiera. Con l’augurio di una pronta guarigione, affida al Signore il lavoro dei medici e degli operatori sanitari", si legge in una nota. (R.I.)

Banca d’Italia: per risolvere i problemi della caduta demografica servono i migranti

7 Giugno 2023 - Roma - «Per contenere gli effetti negativi» della caduta demografica in atto sul mercato del lavoro «non si potrà prescindere nel breve e nel medio termine dal miglioramento del saldo migratorio». Il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, torna ad ammonire contro l'illusione che l'economia Italiana possa fare a meno di un nuovo apporto di lavoratori stranieri. Un incremento della natalità, infatti, «avrebbe un impatto nel lunghissimo periodo: i giochi sono fatti per i prossimi 2030 anni. Possiamo fare tutti gli sforzi che vogliamo ma quello non risolve i problemi legati alla caduta della popolazione in età di lavoro nei prossimi 20 anni», ha spiegato il numero uno di Via Nazionale nel suo indirizzo di saluto al workshop « Lo sguardo lungo: il dividendo demografico nell'analisi dell'economia italiana», organizzato da Bankitalia e Istat. «Da un lato - ha spiegato Visco  - questo richiede di ridurre decisamente il deflusso, e possibilmente operare per invertirlo, dei nostri connazionali, che sono un milione nell'ultimo decennio, molti dei quali giovani con un'istruzione elevata; dall'altro, di attrarre lavoratori dall'estero il cui afflusso è fortemente calato nell'ultimo decennio: erano 200-300.000mila nei primi dieci anni di questo secolo, sono scesi sotto i 50.000 a lungo, chiaramente la pandemia è stato un fattore rilevante, ora sono un po' risaliti ma sono ancora la metà di quelli che erano». Secondo il governatore, «un progressivo aumento della partecipazione delle donne e dei giovani sino a valori medi dell'Ue non sarebbe sufficiente a generare un aumento delle forze lavoro. Anche se tutti quelli che non partecipano, ma potrebbero farlo, lo facessero - ha osservato - ciononostante non aumenterebbe sufficientemente per compensare le perdite».