23 Gennaio 2023 – Forlì – Quali sono le peculiarità dello sportello aperto da Migrantes di Forlì-Bertinoro due anni fa, nel 2020 ? “Al nostro sportello, ubicato presso la Botteghina del Libro in Via G. Regnoli, si rivolgono immigrati,in prevalenza uomini provenienti dall’Africa sub-sahariana, di età compresa fra 18-35 anni, alcuni già conosciuti prima dell’ apertura”, risponde il volontario Francesco Romagnoli: “sono persone arrivate in Italia attraverso un viaggio lungo, complicato e pericoloso: gli africani con il ‘barcone’ mentre quelli provenienti dall’Asia (Pakistan, Bangladesh e India) hanno percorso la rotta balcanica. Hanno alle spalle esperienze terribili e dolorose, hanno rischiato la vita, subito abusi e violenze e altri eventi che li hanno segnati, meritevoli di un adeguato precoce supporto psicologico. Il peso del ‘viaggio’ emerge spesso nei loro discorsi ed è motivo di unione con gli altri che hanno condiviso la ‘traversata’ o la prigione in Libia. Possiamo dire che rappresentano un gruppo di immigrati che condividono caratteristiche e problematiche simili che li distinguono dagli altri africani giunti in Europa in tempi precedenti, quando era più facile entrare per vie regolari. Si presentano allo sportello, di solito attraverso il passaparola, per cercare soluzione ad un problema specifico, chiedere aiuto nel disbrigo di pratiche inerenti il permesso di soggiorno, compilazione della relativa modulistica o delle integrazioni da inviare alla Questura, nella ricerca di lavoro o di un’abitazione o semplicemente per un aiuto a prendere un appuntamento online con i vari uffici. Spesso la soluzione della richiesta è fattibile, in altri casi invece il percorso è più complesso, per cui la persona viene indirizzata ad uno sportello più competente. A tutti si cerca di fornire una risposta coerente e sensata, in modo che si senta rassicurato e capisca che, salvo rari casi, una soluzione si trova o comunque si può intraprendere un percorso che porterà a raggiungerla nei dovuti tempi e modi”.
Quale consapevolezza della opportunità offerta?
Non saprei dire con precisione come i ragazzi vivono e accolgono l’aiuto che viene loro dato gratuitamente. Credo che prima o poi raggiungano una consapevolezza del “perché qui si offre questo aiuto”. Per alcuni, all’inizio, questa domanda non si pone perché troppo forti sono state le esperienze passate, la paura, la diffidenza per cui risolta la pratica se ne vanno. Però capita che ritornino per una nuova necessità e allora si aprono e si conquista fiducia reciproca. Con altri è più facile stabilire una relazione che porta a condividere un qualche episodio della propria esperienza di viaggio o una foto della propria famiglia o anche ad un ringraziamento tangibile. Qualcuno ha piacere di sdebitarsi offrendomi un caffè, un panino, un cioccolatino o portandomi qualcosa per l’ufficio, come una risma di fogli o una scatola di penne. E’ capitato di ricevere in regalo un oggetto portato al ritorno dal loro paese, un involto con del cibo cucinato personalmente, del pane o della frutta. Una volta un ragazzo senegalese mi ha spiegato che facevo male a rifiutare la sua ricompensa “perché una persona deve avere la possibilità di sdebitarsi”. Può succedere che più persone si ritrovino assieme allo sportello e se qualcuno mi vede in difficoltà nello spiegare per motivo di barriera linguistica, ecco che interviene come interprete per aiutare me a spiegare e il connazionale a capire, in un clima di partecipazione e festoso coinvolgimento.
Quale coinvolgimento personale?
Per lavorare bene bisogna conoscere la condizione della persona immigrata e i suoi problemi, se ha un permesso di soggiorno, se lavora in regola, se ha un posto dove dormire. Diciamo che la persona si confida ed espone le sue verità di vita che per alcuni possono essere viste come un fallimento. Nel nostro sportello nessuno giudica. Una volta un ragazzo, preso dallo sconforto, mi disse che lui nella sua vita non aveva fatto nulla di male e soffriva per il fatto di non avere un permesso di soggiorno e dover lavorare in nero. Sentiva la colpa di una vita da irregolare, provava vergogna nel confidare di avere paura delle forze dell’ordine. Penso che dalla condivisione di questa sofferenza nasca una relazione di fiducia e di aiuto che aiuta a capire chi è l’altro .
Considerata l’elevata mole di contatti con gli Uffici Pubblici, cosa hai ricavato da tali relazioni in termini di comprensione ma anche di credibilità , conoscenza affidabile dello Sportello Migrantes ?
Nel corso del 2022 i rapporti con gli uffici pubblici si sono intensificati. Sempre più spesso capita di dover interloquire con Questura, Prefettura, Ausl, Ispettorato del Lavoro per porre domande su problematiche specifiche. Questo mi ha permesso di conoscere gli operatori di questi sportelli, le normative che devono essere rispettate e ricevere il loro aiuto nel risolvere problematiche difficili. Possiamo dire che lo “Sportello Migrantes” è sempre più conosciuto e riconoscibile e in questi due anni ha acquisito una crescente credibilità nei confronti delle Istituzioni e degli uffici a cui ci rivolgiamo.
Tra le relazioni “esterne” si è andata consolidando la rete con altri sportelli informativi e di orientamento rivolti ai migranti. Quali tue considerazioni ?
Quando abbiamo formalizzato questo Sportello nell’ottobre 2020 con un progetto approvato e finanziato dalla Fondazione Migrantes, intrattenevo già rapporti con lo sportello immigrati dell’Associazione “Forlì Città Aperta” e con l’Ufficio Servizi Integrazione del Comune di Forlì. Più di recente abbiamo avviato una collaborazione con lo sportello migranti della CGIL e con l’Associazione AbiFor costituita da persone originarie della Nigeria, già integrate nella nostra Città. Il crescente scambio di informazioni tra queste realtà ha portato alla formalizzazione di una “Rete sportelli migranti-Forlì”, strumento molto utile per la raccolta di informazioni sui migranti e scambio di consigli sulle pratiche, oltre a presentarsi come interlocutore credibile nei confronti delle Istituzioni.
Hai percepito un interesse, una motivata attenzione, un qualche riscontro da parte della comunità forlivese e diocesana in particolare?
Lo sportello di Ascolto e Orientamento Migrantes è ospitato all’interno della mia libreria e convive con essa. Da quando è formalmente avviato ho notato molta curiosità da parte dei frequentatori del negozio con richiesta di informazioni sulla presenza di tanti ragazzi africani. Inoltre, dopo la prima presentazione delle attività svolte nel corso del 2021 sul settimanale diocesano “Il Momento”, alcune persone sono venute a trovarmi per curiosità e desiderio di conoscenza del lavoro svolto. Alcune hanno espresso la volontà di aiutare e collaborare nel nostro lavoro per cui c’è chi si è reso disponibile all’accompagnamento dei ragazzi nei diversi Uffici amministrativi (prefettura, agenzia delle entrate, ufficio servizi demografici del Comune, ospedale, Cup.), chi ha dato la disponibilità ad accogliere in casa un immigrato fino a che non si fosse liberato un posto letto nella prima accoglienza Caritas, chi ha ospitato per qualche sera un ragazzo nigeriano finito in strada. Ancora, attraverso la nostra piccola rete di volontari e conoscenti siamo riusciti in poco tempo ad arredare casa, con tanto di elettrodomestici, ad un ragazzo che aveva appena affittato. Di recente alcuni volontari di un’associazione diocesana hanno dato la disponibilità di qualche ora alla settimana a presenziare allo sportello ed occuparsi del disbrigo di pratiche burocratiche. Inoltre dal 1°gennaio 2021 è attiva la convenzione con l’Università di Bologna, sede di Forlì, per il tirocinio obbligatorio pre-laurea degli studenti. Direi che abbiamo gettato un seme che in questi due anni ha dato concreti germogli di speranza verso i nostri fratelli immigrati in Forlì ! (Migrantes Forlì-Bertinoro)