12 Agosto 2021 – Maria, la serva del Signore e la prima dei salvati, è stata anche la prima ad essere assimilata alla gloria della Resurrezione di Gesù, così come fu associata al mistero della sua incarnazione e morte.
Questo si celebra nella Solennità odierna.
Una gran bella festa nel cuore dell’estate (quest’anno coincide anche con la domenica) che porta con sé un rischio: quello di sottolineare le così tante straordinarietà della madre di Gesù fino ad allontanarla anni luce dalla ‘povera’ concretezza della nostra vita. Insomma: il più grande torto che possiamo fare a Maria è proprio quello di metterla in una nicchia e incoronarla!
Il Signore ci dona una discepola esemplare, una donna che, per prima, ha scoperto il volto del Dio incarnato, e noi subito a metterla sul piedistallo, santa e distante.
No! Maria ci è donata come sorella nella fede, come discepola del Signore, come madre dei discepoli. Questa è la festa dell’Assunzione: la storia di una discepola che ha creduto davvero nella Parola del suo Dio e che insegna a noi, tiepidi credenti, l’ardire di Dio e la follia dell’Assoluto.
Il Magnificat è l’inno dello sconvolto. Dio, nel suo piano salvifico, irrompe nella vita, nei progetti, nelle attese e nei desideri di una ragazza, li modella secondo i suoi disegni e allo stesso tempo li riempie di ‘grandi cose’, quelle che solo Lui sa fare.
La pagina di Vangelo aiuta a comprendere meglio il mistero in cui crediamo e che celebriamo quest’oggi: questa donna, prima tra i credenti, dopo la sua lunga esperienza di una fede abitata dal Mistero, è andata al Dio che l’aveva chiamata perché non poteva conoscere la corruzione della morte colei che ha dato alla luce l’autore della vita.
Siamo in buona compagnia!
Grandi cose ha fatto Dio in Maria: grandi cose può fare in noi, se lo lasciamo fare! (p. Gaetano Saracino)