La storia di Mamor: l’integrazione che parte dall’amicizia

23 Luglio 2021 – Roma – Mamor è un giovane del Mali, arrivato in Italia nel 2016. Per venire nel nostro paese è dovuto passare per la Libia, dove ha rischiato di essere rapito dalle milizie che girano per le città, e poi per il Mediterraneo.

Una traversata che poteva trasformarsi in tragedia se il suo barcone, quasi affondato, non fosse stato soccorso. Una volta in Italia però il giovane ha affrontato notevoli difficoltà, ritrovandosi, come molti altri ragazzi che arrivano nel nostro paese, ai margini della società.

Quando mi ha raccontato quello che aveva passato mi sono commosso” rivela Giovanni Moretti, collaboratore di Sophia Impresa Sociale che ha insegnato l’italiano a Mamor nel corso di Creare Valore Attraverso l’Integrazione, progetto della cooperativa romana sostenuto dalla campagna Liberi di Partire, Liberi di Restare.

Tra i due si è creato un forte legame di amicizia che è rimasto solido anche dopo il termine del progetto. “Con Mamor è’ nata subito una grande intesa” – continua Giovanni – “Siamo amici e ci sentiamo spesso per aggiornarci e per sapere come va la vita in generale”. 

Il legame che si è creato tra Giovanni e Mamor è l’emblema di come noi a Sophia intendiamo il sostegno ai giovani migranti in condizione di vulnerabilità” – spiega Marco Ruopoli, presidente di Sophia Impresa Sociale – “Non un semplice aiuto, ma un accompagnamento fraterno che spesso si trasforma in amicizia. Anche per questo alcuni giovani che abbiamo seguito sono divenuti soci della cooperativa e sono parte attiva dei progetti educativi nelle scuole sul fenomeno dell’immigrazione”.

Grazie alla formazione ai mestieri artigianali ricevuta nel corso del progetto e agli insegnamenti di italiano di Giovanni, Mamor è riuscito a trovare un lavoro stabile che gli ha permesso di andare ad abitare da solo. “Per festeggiare mi ha invitato a casa sua e abbiamo cucinato insieme. È stato un bel traguardo e una grande soddisfazione per entrambi” racconta Giovanni.

Una storia di integrazione che parte proprio dall’amicizia. Del resto per essere “Fratelli tutti” come auspicato dal Papa bisogna anzitutto essere amici imparando che l’altro può essere un dono che ci arricchisce. (A.M.)

 

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