18 Febbraio 2021 – Chinando il capo nel Rito delle Ceneri abbiamo preso coscienza ad un tempo della nostra fragilità e della necessità di riscoprire che non siamo solo bisognosi di cose ma che abbiamo sempre bisogno di imparare a desiderare Dio.
La carità silenziosa, il digiuno e la preghiera ci accompagneranno per quaranta giorni in un cammino che giunge alla promessa pasquale e passa da noi stessi e dai fratelli. Non un tempo di rinuncia o di tristezza, fine a se stesse ma un tempo di trepidazione e di feconda attesa: spegnere delle cose per accenderne altre, rinunciare a qualcosa per fare posto a qualcos’altro.
Il viaggio scandito da 5 domeniche, muove riprendendo le prime battute del Vangelo di Marco: nel giardino di pietre che è il deserto, Gesù vince il vecchio sguardo sulle cose (le tentazioni) e semina occhi nuovi sulla storia e sul reale: “convertitevi e credete al Vangelo!” Anche lui ha dovuto affrontare la partita decisiva: che tipo di Messia sarà? Quello venuto per essere servito o per servire? Per avere, salire, comandare o per scendere, avvicinarsi, offrire?
Il primo di tutti i comandamenti è un decreto di libertà: scegliere! E Gesù sceglie ciò che costruisce e fa crescere la Sua vita e quella degli uomini in umanità e dignità. Questo è il disegno che Dio ha compiuto nel Figlio: “il tempo è compiuto!”
Gesù Resiste, e in quei quaranta giorni la pietraia intorno a Lui si popola. Dai sassi emerge una fioritura di creature. Da quando Gesù lo ha abitato, non c’è più deserto che non sia benedetto da Dio. Dove passa Lui la vita germoglia e rimette al mondo persone disgregate e ferite. Un’energia trasformativa risanante cova tra le pietre di ogni nostra tristezza, come una buona notizia: “il Regno di Dio è vicino!” È in atto una nuova convivenza con Dio e fra gli uomini.
All’inizio di Quaresima queste parole non sono una ingiunzione ma una promessa. Perché ciò che converte il cuore dell’uomo non è mai un dovere ma è sempre una promessa. Quale? Quella che Gesù racchiude dentro la primavera di una parola nuova, la parola generatrice di tutto il suo messaggio: “il Regno di Dio è vicino!”. Una nuova convivenza. Appunto. (p. Gaetano Saracino)