Vangelo Migrante: IV domenica del Tempo ordinario (Vangelo Mc 1,21-28)

28 Gennaio 2021 – Gesù entra nella sinagoga di Cafarnao in giorno di sabato. Il suo insegnamento appare subito nuovo, interessante, stimolante: “erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi”. Evidentemente, per la gente che vi partecipa, le abituali liturgie risultavano poco interessanti e vuote se non addirittura noiose e deludenti.

Lo stupore è tale che non vengono riferiti i contenuti di quello che Gesù dice ma solo la reazione dei suoi uditori e un dialogo drammatico con uno spirito impuro. Le Sue parole impressionano, suscitano grande interesse, attraggono. Perché?

Gesù insegna come uno che ha autorità e non come gli scribi perché si assume in prima persona la responsabilità di ciò che annuncia: non esercita un comando convenzionale a cui si obbedisce per non incorrere in una sanzione ma Lui e quello che dice sono un tutt’uno. Coincidono. È vera e reale la sua presenza; è vera e reale la sua Parola.

In questo Gesù è il Vangelo.

La sua sola presenza ‘stana’ e infiamma una impurità presente in quel luogo, sottoforma di spirito che imprigionava un uomo. Essa era là tranquilla, beata e ossequiosa da chissà quanto tempo. Alla vista di Gesù, prorompe in un grido: “che vuoi da noi Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci?”

E Gesù: “Taci! Esci da lui. E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui”. Quello che dice accade.

Il credito notevole e la riverente fiducia degli astanti non si fonda su un corpo di dottrine ragionevoli ma su una parola diretta che ha un impatto sulle coscienze e nei fatti: denuncia la povertà spirituale di quel luogo, l’insignificanza umana di certe posizioni culturali; condanna le tradizioni che non hanno più nulla da dire e restituisce l’uomo all’uomo.

In questo senso Gesù è venuto a “rovinare” forme di abuso camuffate da pratiche religiose e dottrine fuorvianti; e porta, invece, un’inquietudine benefica che produce un risveglio.

In Gesù e nella sua parola, si avverte la scoperta di una vita più umana di cui tutti sentiamo il desiderio, la nostalgia segreta. Dinanzi a Lui si ha coscienza che è giunto davvero il Regno di Dio: una convivenza finalmente umana, la vittoria sulla divisione e la violenza. Insomma tutta un’altra storia.

(p. Gaetano Saracino)

 

 

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