8 Gennaio 2021 – Il Natale del Signore ha unito il cielo e la terra, fino a portare Dio ad abitare in mezzo alle impurità degli uomini e a mescolarsi con loro.
Gesù scende nell’acqua del Giordano, nel punto più basso della terra, (il Giordano scorre sotto il livello del mare) insieme ai peccatori per caricarsi del loro peccato, del peccato del mondo e comunicare la salvezza di Dio per tutti.
Il Battesimo di Gesù è la rappresentazione simbolica di tutta la sua missione salvifica: dalla morte a motivo della pressione del peccato del mondo, alla risurrezione mediante la forza dello Spirito per essere riconosciuto per sempre quale Figlio di Dio e Salvatore dell’umanità.
La solidarietà di Gesù con tutti gli uomini non è apparente, quasi fosse una finzione teatrale. È la solidarietà reale di chi non teme e non disprezza i peccatori, ma li ama e comprende quanto abbiano bisogno di Lui.
“E subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di Lui, come una colomba”, ascolteremo nel Vangelo. Il cielo è il luogo della sede di Dio. L’oltre della nostra realtà. Avere un cielo aperto rappresenta la nostra relazione con Dio, a differenza di un cielo impenetrabile. In Gesù il cielo si apre e l’uomo può fare esperienza della vicinanza di Dio.
Questo è quello che annuncia questa festa: il nostro Battesimo è un cielo vicino e Dio Padre presente con il suo Spirito. Così come è necessario immergersi nelle acque del mondo è altrettanto inevitabile uscirne per respirare e vivere secondo lo Spirito che scende da quel Cielo.
La nostra vocazione non può che essere in continuità con quella del Figlio “amato”: emergere, dopo esserci mescolati con le acque del mondo, per essere “compiacimento di Dio”. (p. Gaetano Saracino)