5 Novembre 2020 – È il Vangelo della parabola delle dieci vergini che attendono il corteo dello sposo. Di esse cinque sono dette stolte e cinque sagge. Le sagge, a differenza delle altre, si procurarono l’olio di riserva per alimentare le lampade. Nella lunga attesa dello sposo, tutte si addormentano. Quando arriva lo sposo, le vergini stolte si accorgono di non avere più olio per alimentare le loro lampade. La loro disperata ricerca risulta vana. Quando giungono presso la sala del banchetto, la porta è ormai chiusa. Lo sposo non apre e, pertanto, restano irrimediabilmente escluse dal banchetto.
Lo sposo rappresenta Cristo, il banchetto di nozze la salvezza eterna, le vergini sagge, coloro che sanno prepararsi all’incontro con Cristo; le vergini stolte, coloro che non si preparano all’incontro con Cristo e per questo risultano esclusi dal suo regno.
Il perno attorno cui ruota la parabola è il sonno delle vergini e il grido nel mezzo della notte: “ecco lo sposo! Andategli incontro!”.
Il tempo dell’attesa indica l’intero arco dell’esistenza, il tempo della vita che rischia di apparire come un lungo sonno dove tutte le differenze vengono annullate. Ma come al risveglio le differenze tra le persone, impercettibili nel sonno, si percepiscono bene, così a quella Voce, ovverosia al momento dell’incontro con Cristo, appare la differenza tra ciò che serve e ciò che è inutile, tra il giusto e l’ingiusto, tra il buono e il cattivo, tra il saggio e lo stolto.
È inevitabile che non accumuli olio chi pensa che la vita sia soltanto un limitato numero di giorni dove confezionare qualche gradevole passatempo per rendere meno amara l’attesa dell’ultimo giorno. Al contrario, il saggio ha fatto un patto con lo sposo e di conseguenza attende dal tempo, che certo verrà, la ricompensa per il presente. Accumula olio chi ha l’attesa nel cuore.
Non deve stupire il rifiuto delle vergini sagge di dare un pò del loro olio alle stolte: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi”. L’olio rappresenta insieme le opere buone e il cuore saggio, costruito anche attraverso le opere stesse. Anche se lo volesse, nessuno può dare il proprio cuore ad un altro. La testimonianza delle persone buone è esempio che aiuta a fare altrettanto, ma non si sostituisce certo alla libertà e alla responsabilità di ciascuno.
Noi non siamo la forza della nostra volontà, non siamo la nostra resistenza al sonno; noi abbiamo tanta forza quanta ne ha quella Voce che, anche se tarda, di certo verrà. Solo quella Voce ridesta la vita da tutti gli sconforti, ci consola dicendo che lo sposo non è stanco di noi e che la festa avrà luogo. A noi basterà avere un cuore vigile, saggio, pronto e ravvivarlo, come fosse una lampada, per uscire incontro a chi ci porta il suo abbraccio e ci invita alla festa. (P. Gaetano Saracino)