4 Giugno 2020 – La liturgia della Parola in questa Solennità si presenta apparentemente povera per l’essenzialità e la brevità dei testi scelti; in realtà questa è già una chiave per entrare nell’insondabile mistero della Trinità.
Questa povertà è l’abito dell’essenzialità per farci intuire come l’essenza di Dio sia l’amore che si può solo evocare e mai descrivere. Tutte le idee che possiamo farci su Dio devono passare attraverso il filtro della solenne parola del Signore Gesù: ‘Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio’.
La Trinità vive di questo dono perenne che, vissuto da sempre al suo interno, si riversa per sempre sulla nostra umanità chiamata a lasciarsi invitare e coinvolgere in quel medesimo dinamismo divino.
Ben al di là dei concetti, delle concettualizzazioni o di chissà quale speculazione, in questa domenica siamo posti davanti al mistero di Dio che si rivela e si conferma non come statico ma dinamico, in movimento: nell’essenza del Suo mistero, si china su di noi e si fa compagno di cammino.
Quaggiù non è fuori luogo, allora, incontrarlo dove l’uomo e le situazioni che lo accompagnano, camminano; e dire con Mosè: “se ho trovato grazia ai tuoi occhi, Signore, che il Signore cammini in mezzo a noi!”
p. Gaetano Saracino