Mons. Di Tora: Italia “popolo migrante nel mondo della globalità”
26 Ottobre 2019 –
Roma -“Negli ultimi tempi avevamo immaginato l’Italia come un Paese di immigrazione, mentre si è dimenticato o non si è valutato per bene che l’Italia è anche un Paese di emigrazione. E si va via soprattutto per motivi di lavoro e di studio”. Lo ha detto il presidente della Fondazione Migrantes, mons. Guerino Di Tora, presentando stamani a Roma la XIV edizione del rapporto “Italiani nel mondo”. Da quattordici anni il Rapporto Italiani nel Mondo – ha spiegato mons. Di Tora – ci fa vedere la fotografia di cosa è l’Italia oggi, riscrivendo la storia del nostro Paese e di noi popolo migrante nel mondo della globalità. Ci ha detto nel tempo che gli italiani in realtà non hanno mai smesso di emigrare. Ci racconta da qualche anno che all’estero oggi vanno giovani e anziani, famiglie, laureati, iper-specializzati, ma anche con titoli di studio medio-bassi. Ci rivela da due anni a questa parte che sono gli stessi immigrati a ripartire, ma sempre più spesso non da stranieri ma da cittadini italiani avendo acquisito la cittadinanza del nostro Paese”. Dati ma non solo, volti e storie, parole, interviste e tante collaborazioni in giro per il mondo. Questo lavoro – ha detto ancora il presidente della Fondazione Migrantes – “ci dice concretamente che è possibile abbattere le barriere qualsiasi barriera. Quella della distanza in primis, confermandoci che è possibile lavorare al di là delle distanze geografiche, dei fusi orari, delle lingue diverse. Viene abbattuta anche la barriera metodologica e le diverse sensibilità. Si è creata una rete transnazionale della quale ho avuto modo di riscontrare la vivacità e l’entusiasmo durante il loro lavoro che è continuo durante l’anno, non finisce mai. E la rigorosità, la puntigliosità che accompagnano la vitalità”. Il Rapporto Italiani del Mondo dimostra che è “possibile stare insieme oltre le differenze e riuscire nel rispetto e nell’impegno reciproco a realizzare qualcosa di bello e costruttivo, di utile e di valore”. L’Italia – ha quindi aggiunto – “continua a cambiare sotto i nostri occhi. Il movimento di persone è globale e gli italiani ne fanno parte da protagonisti. Numeri dalla lettura complessa, percorsi difficili da rintracciare e seguire. Italiani che si perdono nella mobilità globale, nella cittadinanza europea e cosmopolita, nel bisogno di lavoro soddisfacente fuori dei confini nazionali”.