Corsa contro il tempo nel Mediterraneo

25 Maggio 2023 –

Milano – La nave Life support di Emergency in navigazione verso il peschereccio in avaria con a bordo 500 persone: «Ci vorranno almeno 10 ore e potremmo anche trovare persone in acqua che non ce l’hanno fatta» È corsa contro il tempo per salvare almeno 500 persone che stanno affondando in alto mare. Il più piccolo ha solo poche ore, è nato su quel barcone, stracarico, ora in balia delle onde. Il motore è fermo e sta imbarcando acqua. Lui è nato la scorsa notte, forse un parto anticipato dallo stress e dalla paura ma anche dalla speranza di iniziare una nuova vita. Lontano da quell’orrore libico, dai centri di detenzione, da cui sono riusciti a fuggire tutti quanti. A bordo ci sono molte donne incinte e tanti bambini. « Da ieri (martedì, ndr) Malta non sta rispondendo alle nostre comunicazioni scritte e i numeri delle autorità maltesi competenti risultano non funzionanti e non raggiungibili. Emergency ha inoltrato la sua richiesta anche alle autorità italiane: il Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo ha risposto che il caso è di competenza maltese» spiega Emergency, che con la nave Life Support si sta dirigendo verso il barcone con 500 persone a bordo che sta imbarcando acqua. A lanciare l’ Sos per l’ennesima carretta del mare in difficoltà in zona Sar maltese è stato Alarm Phone. Tra i migranti anche 45 donne, tra cui diverse in stato di gravidanza, e 56 bambini, uno nato la scorsa notte. La nave di Emergency li potrà raggiungere solo a notte fonda.
«L’assenza di coordinamento da parte delle autorità – dice Albert Mayordomo, capomissione della Life Support – è una violazione del diritto del mare, così come dei diritti umani, gravissima. Ci sono 500 persone, probabilmente in fuga dagli abusi in Libia e da Paesi in guerra, che rischiano la vita in mare. Chiunque ha diritto a essere salvato, indipendentemente dai documenti e dalla nazionalità che possiede». A bordo, i soccorritori, i sanitari, i mediatori e i logisti si stanno preparando a gestire una situazione complessa, spiega Paolo Fusarini, comandante della nave: «Da quanto sappiamo potremmo trovare dei casi di persone incoscienti, di persone in acqua, di persone che non ce l’hanno fatta. Le condizioni meteo marittime a cui andiamo incontro sono poco favorevoli, con onde di un metro e mezzo, che renderanno ancora più complessa l’operazione».
Da Emergency arriva la richiesta alle autorità marittime di assumere «immediatamente il coordinamento dei soccorsi, prima che diventi troppo tardi». «Sono in fuga dalla Libia da diversi giorni, e il motore si è fermato. Le autorità sono allertate: serve un immediato intervento di soccorso» rilancia su Twitter l’organizzazione Mediterranea saving humans. « Dove sono? – aggiunge – Alarm_phone ha perso il contatto (ieri mattina, ndr) L’ultima posizione ricevuta è all’interno della zona Sar di Malta, che si rifiuta di fornire informazioni. 500 persone non possono “sparire” così».
L’ultima posizione ricevuta del barcone, con motore fermo e che sta imbarcando acqua risale quindi a ieri mattina. E anche l’aereo di ricognizione Sea Bird della Ong Sea Watch non ha più il contatto con l’imbarcazione da allora. Ma il peschereccio in pericolo e in attesa di essere soccorso non è l’unico barcone che nelle ultime 24 ore ha attraversato il Mediterraneo per raggiungere l’Euopa. Un altro peschereccio con a bordo altrettante persone è stato infatti soccorso la notte scorsa dalla Guardia costiera.
Si è concluso ieri pomeriggio il trasferimento in banchina a Pozzallo, dei migranti messi in salvo dalla nave Diciotti.
Sono in buone condizioni di salute e le nazionalità di provenienza sono in prevalenza Siria, Egitto, Pakistan e Bangladesh. In tutto, informa la Guardia costiera, sono risultati essere 222; tra cui 159 uomini, 6 donne e 57 minori, tra i quali una bimba molto piccola. Il salvataggio sarebbe avvenuto a circa 100 miglia nautiche al largo di capo Murro nel Siracusano dove e’ stato soccorso un barcone con circa 500 migranti a bordo: si tratterebbe dello stesso di cui aveva riferito Alarm Phone. Oltre a Diciotti che ne ha presi a bordo 222, altre due motovedette hanno recuperato 240 migranti circa, dallo stesso barcone in avaria, e li hanno condotti ad Augusta. Nave Diciotti che ha atteso il trasbordo in rada a Pozzallo ed é ripartita per altra missione di salvataggio.
Ci sarebbe infatti anche una terza imbarcazione in pericolo segnalata nel Mediterraneo, sempre lungo la rotta della Cirenaica con altri 700 migranti a bordo. Ma di questa non si sa ancora se è stata raggiunta o meno dalle autorità italiane o maltesi.
Un’altra imbarcazione più piccola, segnalata sempre da Alarm phone, sarebbe stata intercettata da un mercantile. Ha a bordo 27 persone. «Sono in acque internazionali e lottano in condizioni meteorologiche avverse. Le autorità sono informate». L’organizzazione fa sapere di aver appreso che il centro di coordinamento di Roma (Mrcc), «ha incaricato la nave mercantile Long Beach di spostarsi sulla barca con a bordo 27 persone. Al momento non possiamo confermare queste informazioni, ma temiamo un respingimento verso la Libia. Ricordiamo alle autorità e alle navi mercantili che la Libia non è un porto sicuro!» sottolinea su Twitter Alarm phone.
Intanto Lampedusa diventa la priorità del nuovo prefetto. «Il Governo mi ha dato mandato, su Lampedusa, di garantire il flusso il più veloce possibile. I migranti devono soltanto toccare terra e poi devono essere, entro breve tempo, trasferiti. Lampedusa dovrà essere tenuta il più possibile libera. Quella è la sua posizione geografica, ma dovrà essere libera» ha detto, presentandosi alla stampa, il neo prefetto di Agrigento Filippo Romano che ha ricordato che, sulla più grande delle isole Pelagie, presto (verosimilmente a fine mese, ndr) sorgerà un commissariato di polizia. «È una cosa fondamentale. I commissariati non sono mai in Comuni così piccoli. Ci sono però ragioni storiche che spiegano la localizzazione delle forze di polizia – ha spiegato – . Per esempio, a Cammarata c’è una compagnia dei carabinieri perché quella una volta era terra di abigeato, banditismo. Per tradizione è rimasta, ma in realtà, per fortuna, Cammarata oggi non ha questo enorme problema di criminalità. Ora c’è una ragione storica che ci impone di andare a Lampedusa».
Intanto sono 46.656 i migranti arrivati in Italia, via mare, da inizio anno. Quasi tre volte tanto rispetto allo stesso periodo di un anno fa, quando sulle coste italiane erano arrivati 17.972 persone, sempre via mare. (Daniela Fassini – Avvenire)