Flussi d’ingresso stranieri e piano triennale del lavoro

31 Marzo 2023 -Roma – Con la pubblicazione del comunicato stampa del 28 marzo 2023 Scorso  il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (MLPS) ha comunicato l’attivazione di un tavolo di confronto con le parti sociali per lavorare al piano triennale dei fabbisogni. E’ stato avviato così il confronto per un’analisi del mercato del lavoro utile alla definizione delle quote massime di ingressi di lavoratori stranieri in Italia per il triennio 2023-2025: si tratta della nuova procedura introdotta dal D.L. n. 20/2023 (c.d. “decreto Cutro”). Le organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori maggiormente rappresentative sul piano nazionale, presenti all’incontro, si sono impegnate a condividere entro il 5 aprile una previsione puntuale dei fabbisogni occupazionali, stagionali e non stagionali, nei settori di riferimento. E’ stata rappresentata altresì l’urgenza dell’emanazione di un nuovo decreto flussi, nelle more della predisposizione del decreto triennale, che possa assorbire l’eccedenza di domande già presentate (in breve tempo si è superato il numero di 240mila, risultando ben superiore ai posti messi a disposizione dal Governo, 82.705), riducendo al massimo gli ulteriori adempimenti a carico dei datori di lavoro. La richiesta avanzata dalle parti sociali è di un sensibile allargamento delle quote, dei settori di impiego dei lavoratori e dei Paesi di origine previsti dai decreti flussi. Chiesta anche una ulteriore semplificazione delle procedure per renderle più flessibili e corrispondenti alle esigenze del mercato del lavoro (non sempre programmabili con largo anticipo), comprimendo il tempo che intercorre tra la domanda e l’arrivo del lavoratore in Italia e introducendo un meccanismo per assumere lavoratori stranieri già presenti in Italia, ma privi di permesso di soggiorno.

Come sommariamente accennato, si sta facendo spazio l’ipotesi di un nuovo decreto flussi che possa assorbire le domande presentate che hanno superato le quote disponibili e che pertanto non possono essere accettate. La richiesta delle parti sociali sembra essere proprio questa, emanare cioè un nuovo provvedimento nelle more della predisposizione del nuovo piano triennale previsto dal c.d. decreto Cutro, oltre che ridurre gli ulteriori adempimenti a carico dei datori di lavoro. Dalla riunione non è emersa solamente la necessità di un notevole allargamento delle quote di ingresso, ma anche dell’estensione dei Paesi di provenienza dei lavoratori previsti e dei settori di impiego dei lavoratori. Come riportato da ANSA, infatti, secondo Coldiretti ci sarebbe bisogno di almeno 100.000 lavoratori nelle campagne per colmare la mancanza di manodopera. Ma l’agricoltura non è l’unico settore in difficoltà, Assindatcolf (Associazione Sindacale Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico), ad esempio, chiede di allargare il decreto flussi anche a colf e badanti, finora esclusi. Si tratta di un settore che secondo l’associazione richiede 23.000 nuovi lavoratori l’anno. Le organizzazioni intervenute, inoltre, hanno chiesto una ulteriore semplificazione delle procedure, in modo tale da renderle più flessibili e coerenti con le esigenze del mercato del lavoro, che non sempre si possono programmare con così largo anticipo.

Una delle ipotesi avanzate in questo senso sarebbe la riduzione del tempo tra l’invio della domanda e l’arrivo dei lavoratori in Italia e l’introduzione di un meccanismo che permetta di assumere lavoratori non comunitari già presenti in Italia ma che non dispongono del permesso di soggiorno. (Alessandro Pertici)