Migrantes Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela: domani la Via Crucis in ricordo delle vittime delle migrazioni

28 Marzo 2023 – Messina – “Dov’è tuo fratello?”. Questo il tema della Via Crucis itinerante, per tutte le vittime delle migrazioni, voluta e preparata dalla comunità parrocchiale di “S. Maria del Carmine”, dall’Ufficio Migrantes della diocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, dal Centro Interconfraternale Diocesano, dalle Cappellanie cattoliche filippina e srilankese della diocesi. L’appuntamento è per domani, mercoledì 29 marzo, alle ore 21.00, con raduno e partenza dal Santuario Parrocchia del Carmine (via Antonino Martino, 214 – Messina), per poi incamminarsi lungo il tragitto in cui verranno meditate le diverse stazioni. La Via Crucis, guidata da don Gianfranco Centorrino, sarà aperta dalla croce costruita da Francesco Tuccio, falegname di Lampedusa, realizzata con il legno dei barconi che trasportano i migranti sulle sponde italiane nei loro viaggi della speranza. L’iniziativa è stata pensata come un momento di preghiera e di riflessione per i migranti che hanno perso la vita durante il viaggio della speranza per scappare da situazioni di guerra, da persecuzione e impoverimento; per quanti sono morti perché vittime di tratta e di sfruttamento lavorativo; per quanti pesano sulla coscienza di quei Paesi che, in nome della difesa delle frontiere, hanno respinto chi arrivava in cerca di protezione. Un momento privilegiato del nostro cammino quaresimale per sensibilizzare la comunità ecclesiale e l’opinione pubblica alla solidarietà civile nei confronti dei migranti, al rispetto della dignità umana e del valore della vita di ciascun individuo, all’accoglienza e all’integrazione.

“Dov’è tuo fratello?” – spiegano i promotori – è una domanda rivolta a “ciascuno di noi. Sono passati dieci anni dalla visita di Papa Francesco a Lampedusa e da quella domanda rivolta all’umanità durante la Messa celebrata al campo sportivo dell’isola nel cuore del Mediterraneo. Oggi come dieci anni fa a Lampedusa, il Papa ci dice che non dobbiamo guardare dall’altra parte, perché se veramente ci sentiamo fratelli, ‘fratelli tutti’, l’altra parte non esiste. L’altra parte siamo noi”.

 

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