Card. Zuppi: Serve un sistema di accoglienza dei richiedenti e dei rifugiati adeguato alle emergenze e con percorsi chiari, efficaci di inclusione delle persone

3 Marzo 2023 – Roma – “Dolore. Tristezza. Pudore. Quei morti sono nostri, lo abbiamo sentito tutti. Sono le lacrime che suscitano le lacrime dei sopravvissuti. Mi sorge sempre la solita domanda: quante morti dobbiamo ancora aspettare per prendere le decisioni necessarie?”. Lo dice oggi il presidente della Cei, il card. Matteo Zuppi parlando del naufragio sulle coste calabresi in una intervista a “La Stampa” nella quale evidenzia che la priorità del governo non deve essere “la sicurezza interna, che ovviamente non va dimenticata, ma l’accoglienza attraverso flussi regolari di ingresso, corridoi umanitari, adozioni e ricongiungimenti familiari». “Non ci si può accontentare di risposte emergenziali, altrimenti penseremo sempre nella logica dell’invasione e dell’Italia unica ad accogliere. Non è così. Bisogna compiere un esame rigoroso per individuare responsabilità, ostacoli e omissioni per cui nell’ambito migrazioni la politica non trova risposte adeguate. Questa verifica è uno snodo cruciale”, sottolinea il card. Zuppi aggiungendo che “altrimenti pronunciamo proclami di propaganda vuoti e inutili, che risultano poi offensivi di fronte ai drammi. Questo vale sia per l’Italia che per l’Europa. Ognuno deve fare la propria parte. I diritti dell’uomo e dei rifugiati vanno garantiti sempre. Guai a sospenderli o a condizionarli. E poi credo che più l’Italia si impegna, con coraggio e visione, più avremo anche peso e credibilità per coinvolgere l’Europa”. Per il presidente della Cei “dobbiamo capire la pressione che costringe gli emigranti a fuggire da guerre, violenze, fame, dalle eredità prossime e lontane di conflitti, che durano per generazioni. Questa consapevolezza è la premessa indispensabile per una visione rinnovata che favorisca un governo efficace del fenomeno. Bisogna aiutare a partire e aiutare a restare”. Questo può avvenire “attraverso una scelta intelligente e permanente di cooperazione e con strumenti strutturali condivisi e solidali”. Il card. Zuppi cita l’enciclica “Fratelli tutti” nella quale il papa invita a “a creare un fondo, piuttosto che investire in armi, per sconfiggere la fame e sostenere lo sviluppo. Siamo tutti sulla stessa barca, e dobbiamo abituarci a non concentrarci sul nostro giardino ritenendolo assediato, ma ad aiutare i poveri del pianeta. Ne trarremo benefici tutti se – spiega il porporato – sapremo pensarci assieme, specialmente nel Mediterraneo e con l’Africa. Serve un sistema di accoglienza dei richiedenti e dei rifugiati adeguato alle emergenze e con percorsi chiari, efficaci di inclusione delle persone, che non li immettano in parcheggi dove non sono niente, in attese che durano anni e che spesso esasperano tutti. Dobbiamo favorire l’immigrazione legale per contrastare quella illegale. Ecco allora la necessità di stabilizzare i corridoi umanitari, di rivitalizzare il sistema dei flussi regolari di ingresso, con cifre però adeguate che garantiscano di mantenere il livello di produttività necessario. E poi perché non riconoscere a paesi con i quali l’Italia ha stipulato un accordo di cooperazione in materia migratoria una posizione privilegiata nell’attribuzione di un’importante quota di visti di ingresso per lavoro? E come non pensare ai ricongiungimenti familiari e fornire prospettive di un presente dignitoso a chi è già in Italia, magari lavora da tempo senza stabilità?”. E parlando della visita di ieri del presidente della Repubblica a Crotone il presidente dei vescovi italiani ne sottolinea l’importanza: “Ho apprezzato molto che sia andato in visita privata. Ha voluto un momento di grande e intima condivisione della sofferenza, senza condizionamenti delle polemiche pubbliche. È la versione istituzionale di quei nostri concittadini che a Cutro si sono buttati in mare per salvare vite”. (Raffaele Iaria)

 

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