Vangelo Migrante: IV domenica del tempo ordinario | Vangelo (Mt 5,1-12)

26 Gennaio 2023 – Chi non vuol essere felice? Nel Vangelo di questa domenica Gesù ci offre addirittura la beatitudine, un di più di felicità.

A prima vista per come è strutturato il testo, l’attenzione può essere rapita da quelle condizioni di vita che umanamente non sono proprio un vantaggio o non sono la condizione accettata dai più: beati quelli che sono poveri in spirito, nel pianto, i miti, quelli che hanno fame e sete della giustizia, i puri di cuore, i misericordiosi, gli operatori di pace, i perseguitati per la giustizia, gli insultati, i perseguitati e i calunniati. Sembra di assistere ad una benedizione delle sventure!

Non è così! Il testo annuncia la beatitudine partendo, sì, da una condizione di vita ma si allunga dicendo anche ‘perché’. Il punto di partenza non è tutto; il tutto viene annunciato nello snodo del ‘perché’: perché di essi è il regno dei cieli, perché saranno consolati; perché avranno in eredità la terra; perché saranno saziati; perché troveranno misericordia; perché vedranno Dio; perché saranno chiamati figli di Dio; perché di essi è il regno dei cieli, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.

Accolte così, le beatitudini diventano una provocazione perché costituiscono una domanda diretta e profonda: ti interessa il regno dei cieli, ti interessa vedere Dio, di essere consolato, di avere quella pienezza e sazietà di vita che solo Dio può dare e nessun altro può togliere?

Non è una sfida. È l’offerta più alta che sia mai stata fatta al cuore dell’uomo. Gandhi diceva che queste sono “le parole più alte del pensiero umano”. Chi non ha mai vissuto una di quelle condizioni ‘svantaggiose’? Ne siamo venuti fuori? Può darsi; ma, ahinoi, mai per sempre e mai per tutti. Al posto della lotta continua, comunque faticosa e sempre ìmpari, Gesù offre la pienezza di Dio e del Suo Regno disponibile per tutti gli uomini.

Non è utopia o nostalgia di un mondo fatto di bontà, sincerità, giustizia e non violenza ma è un tutt’altro modo di essere uomini.

Gesù pronuncia queste parole su una montagna, circondato dalla folla e dai suoi discepoli. In quella circostanza insegnerà anche il Padre nostro. Egli è il nuovo Mosè che promulga la legge della nuova alleanza. Per accoglierla è necessario ‘emigrare’, uscire, salire, per poterlo ascoltare e diventare davvero Suoi discepoli.

Nelle Beatitudini c’è un’attrazione perchè si avvertono come difficili eppure suonano amiche e necessarie per il cuore dell’uomo. Amiche perché non stabiliscono nuovi comandamenti, ma propongono la bella notizia che Dio regala vita a chi produce amore, necessarie perché quando uno si fa carico della felicità di qualcuno il Padre si fa carico della sua. (p. Gaetano Saracino)

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