Festival della Migrazione: Patriarca, “sicurezza e benessere delle comunità e delle persone vanno difese e tutelate”

24 Novembre 2022 – Modena – Il Festival della Migrazione questo anno ha scelto come fil rouge tre parole chiave che danno la linea e il contenuto ai seminari e agli eventi che si succederanno.  La prima parola è cittadinanza, la parola generatrice del precedente Festival sulla quale riteniamo doveroso dedicare tempo e spazio con la sessione di apertura di oggi. Sono sette anni che il festival dedica, invano, una riflessione approfondita sul tema, e sono anni che attendiamo una nuova legge sulla cittadinanza che si adegui alla realtà attuale del paese, rispetto ad una fotografia scattata nel lontano 1992”. Lo ha detto Edoardo Patriarca, Portavoce del Festival aprendo i lavori della seconda giornata dell’iniziativa che si svolge, quest’anno, tra Modena, Ferrara e Carpi. Il tema cittadinanza è caro al festival. La cittadinanza non come una concessione ma un diritto/dovere attraverso il quale un più ampio numero di cittadini e cittadine residenti nei nostri territori partecipano alla vita democratica del paese con il proprio lavoro e con l’impegno di cittadinanza attiva e solidale. È un tema – ha sottolineato Patriarca –  che non ha trovato spazio nell’agenda parlamentare, c’è ne rammarichiamo, un tema spesso motivo di inutili polemiche, di un confronto male informato, confuso e ideologico. Siamo ancora qui a chiedere al nuovo parlamento, al governo con forza che una nuova legge sulla cittadinanza che riconosca finalmente i diritti e doveri di cittadinanza alle persone nate in Italia o che comunque la abitano da tempo pur provenendo da famiglie di origine straniera. Parliamo di più di un milione di ragazzi e ragazze, italiani a tutto tondo, che devono attendere la maggiore età a e poi altri anni per acquisirla attraverso una procedura amministrativa complicata e tortuosa. È una richiesta che facciamo nel nome proprio della democrazia, una democrazia che appare talvolta stanca, che ha bisogno di essere rigenerata e dell’impegno di tutti. Come può una democrazia matura lasciar nel limbo, sospesa, una generazione di ragazzi e ragazze?. Il Portavoce del Festival della Migrazione – promosso fra gli altri dalla Fondazione Migrantes – ha poi citato il tema lavoro e pari opportunità per tutti: “è uno snodo cruciale, per i giovani e le donne in particolare, e per le persone straniere che giungono in Italia per lavorare. L’attuale legge non permette di fatto un ingresso legale per lavoro, impedisce l’incontro da domanda e offerta nonostante che ampi settori produttivi facciano richiesta di lavoratori senza i quali il nostro sistema produttivo non potrebbe funzionare. Sono dati non nostri, sono i dati forniti da Inps, Istat, sono i dati dei principali Istituti di ricerca. Una nuova legge che impedisca il lavoro sommerso e irregolare, i capolarati, lo sfruttamento anche schiavistico, paghe miserabili. Come si può dare una democrazia che accetta che migliaia di residenti irregolari, invisibili siano presenti di fatto nei nostri territori. Il primo articolo della nostra Costituzione ci rammenta che il lavoro è la persona, è la vita della persona, la sua realizzazione, il proprio contributo al bene comune, per sostenere con una giusta retribuzione la famiglia e quindi le nuove generazioni”. E ancora l’accoglienza. Per Patriarca le  migrazioni sono parte dell’esperienza umana, da sempre i popoli e le civiltà si sono sviluppate attraverso continue contaminazioni e lunghi processi culturali di condivisione, si può dire che l’umanità si è arricchita camminando. È un fenomeno strutturale, lo ribadiamo, e come tale va trattato.

E se gestito con “maturità e lungimiranza crediamo possa essere un bene per il nostro paese e per L’Europa a condizioni che approntino politiche nazionali e europee di lungo termine. Le politiche fondare sull’emergenza impediscono la programmazione di medio e lungo termine. Non c’è alcuna invasione, anzi sta avvenendo il contrario. Il rapporto sugli italiani nel mondo propone una fotografia a molti sconosciuta o forse volutamente messa da parte, in un cassetto: sono più gli italiani che emigrano che le persone straniere presenti nel nostro paese. Parliamo di emergenza immigratoria e non affrontiamo le migrazioni all’estero degli italiani, soprattutto giovani”. E dopo aver citato i dati del rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes “non siamo buonisti e fuori dalla realtà, non proponiamo iniziative e politiche meramente assistenzialistiche, siamo concreti e pratichiamo il principio di realtà, animati dai principi di solidarietà e fraternità. Crediamo che la tutela della sicurezza e il benessere delle comunità e delle persone vadano difese e tutelate”.