Torino: al Politecnico “corridoi” per studenti rifugiati

21 Ottobre 2022 – Torino – Università come luogo di accoglienza e integrazione: tra corridoi universitari, reti con il Terzo Settore e pratiche di accoglienza il Politecnico di Torino vuole essere una casa inclusiva per studenti stranieri e rifugiati.
Con l’inizio del nuovo anno accademico il Politecnico ci tiene a ribadire il ruolo fondamentale dell’Università per rispondere alle crisi globali con l’accoglienza in una conferenza dove si intrecciano le esperienze di alcuni dei vertici dell’ateneo con quelle di alcuni studenti di origine straniera protagonisti dei programmi di inclusione.
«C’è una crescente emergenza mondiale che coinvolge donne e uomini che necessitano di protezione e accoglienza», sottolinea la prorettrice Laura Montanaro, «la nostra comunità politecnica ha condiviso da subito questo impulso all’accoglienza e all’integrazione, anche con una disponibilità che in tanti casi si è espressa al di là degli abituali compiti istituzionali. I nostri colleghi e colleghe hanno aperto le porte delle loro case, hanno ospitato e ospitano queste persone in difficoltà, si dedicano ad accompagnare il
loro inserimento nella vita di tutti i giorni, per organizzare momenti di incontro che riportino la vita a quella serena quotidianità che molte di queste persone non conoscono da tempo». Già dal 2019 l’Ateneo ha aderito al Manifesto dell’Università Inclusiva promosso da Unhcr e sottoscritto da 52 atenei italiani per facilitare l’accesso all’istruzione superiore da parte di richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale. Ispirato a quel manifesto, nel 2022 prende vita il progetto Piu-Aei – Piemonte Università Accoglienti Eque Inclusive, il cui obiettivo è il coinvolgimento attivo e in rete delle quattro Università, degli attori istituzionali e del Terzo Settore del Piemonte.
L’intento è la creazione di condizioni di vita, studio e lavoro che almeno in parte mitighino il dramma di studenti rifugiati, richiedenti asilo o provenienti da Paesi in condizioni di fragilità e instabilità per cause geopolitiche, istituzionali, economiche e climatiche. Uno strumento determinante per l’inclusività della proposta formativa sono i corridoi universitari, creati grazie al progetto Unicore che prevede la creazione di percorsi di ingresso regolari e sicuri per lo studio e l’integrazione in Italia. Grazie a questo progetto, con il supporto dell’Ufficio Pastorale Migranti (Migrantes) della diocesi di Torino, qualche giorno fa è stato accolto al Politecnico uno dei primi studenti rifugiati in arrivo quest’anno. Si tratta di Yves Umuhotza, originario del Burundi, rifugiato in Zimbabwe. Attualmente è ospite della Diaconia Valdese a Torino e frequenterà, grazie ad
una borsa di studio del Politecnico, la Laurea Magistrale in Ingegneria energetica e nucleare. Grazie invece ad una donazione privata 12 ragazzi afghani hanno potuto iniziare gli studi con una borsa pagata, mentre un altro connazionale ha ottenuto una borsa di dottorato.
«Abbiamo predisposto aiuti sotto molteplici forme», aggiunge la vicerettrice per la Qualità, il Welfare e le Pari Opportunità Claudia De Giorgi, «ad esempio il coinvolgimento dei ‘Buddies’, studenti borsisti formati ad accogliere e accompagnare tutte le matricole. Nel caso degli studenti appena arrivati in Ateneo con i corridoi universitari, potranno offrire una guida e qualche risorsa in più per affrontare insieme il momento complesso dell’inserimento nella nostra comunità universitaria e cittadina».
Grazie alla «Rete di Antenne» nei Dipartimenti, vengono, inoltre, coinvolti docenti e amministrativi per accompagnare gli studenti internazionali più fragili anticipando e
affrontando uno a uno, ma con un’unica regia condivisa e consapevole, i problemi che si presenteranno. (Simone Garbero – Voce e Tempo)

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