Migrantes Esarcato Ucraini: festa ‘Facciamo pace’ per i bambini rifugiati con il card. Krajewski

11 Ottobre 2022 – Roma – “Un saluto molto cordiale da Papa Francesco”: queste sono state le prime parole del card. Konrad Krajewski ai tanti bambini che vivono situazioni di marginalità e disagio sociale, di cui molti provenienti dall’ Ucraina, radunatisi nel piazzale della basilica di Santa Sofia a Roma, per la festa a loro dedicata ‘Facciamo pace’, con musica, giochi, maschere, regali, merenda e, soprattutto, tanto divertimento. “Lui, ogni santo giorno, prega per voi. Per tutti i profughi, per tutti i bambini, per tutti quelli che combattono per la libertà della loro Patria”, ha aggiunto l’ elemosiniere di Papa Francesco e prefetto del Dicastero per il Servizio della carità, prima di dare la benedizione a nome del Pontefice. “Questa è accoglienza. I bambini di Santa Sofia, accolgono i bambini delle diverse nazionalità per fare festa insieme, uniti”, ha detto don Marco Jaroslav Semehen, rettore della basilica di Santa Sofia a Roma e direttore Migrantes dell’ Esarcato apostolico degli ucraini in Italia, che ha ricordato come l’ idea sia nata in occasione della messa per l’ inizio dell’ anno scolastico, e portata avanti dall’ Ente morale Tabor in collaborazione con l’ associazione religiosa Santa Sofia e Lux Holding, per far imparare ai bambini a donare, oltre che ricevere.

“Lo scopo principale di questa festa è dare ai bambini la massima gioia per coprire le loro ferite. Bambini sradicati dai propri Paesi, dalle proprie famiglie, dalle proprie terre. La gioia comune, gioia insieme che proviene dal Signore guarisce tutte le ferite”, ha aggiunto don Semehen che ha seguito tutto il pomeriggio di festa, animato dalla banda musicale Don Bosco di Cassino, i clown di Teniamoci per mano Onlus e tanti altri: “Papa Francesco è sempre molto vicino all’ Ucraina ma anche a tutti i popoli che sono in guerra, a tutti quelli che soffrono, a tutte le persone sfollate e assicura la sua preghiera quotidiana e fa molto di più di quello che sappiamo o che possiamo dire”.

 

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