Vangelo Migrante: Domenica di Pasqua Resurrezione del Signore

16 Aprile 2022 – I diversi racconti che vengono proclamati nella veglia, nel giorno e alla sera di Pasqua, ci prestano gli occhi per contemplare l’unico evento della Resurrezione!

L’esperienza delle donne al sepolcro, raccontata dall’evangelista Luca, rimanda alla convinzione tutta umana secondo cui, alla morte segue ‘la fine’ in un sepolcro. Per loro, ma anche per noi, la morte è più reale della vita. Fino a quando credono alla loro mente, non credono ai loro occhi! E non trovano quello che cercano.

Sarà per la ‘natura’ femminile, comunque umana, ma nel loro cuore c’è uno spazio, ed è quello della fede. Essa affiora dalla memoria (eh, la memoria delle donne!) per cui la loro vita non è sbarrata dalla disperazione, sicchè possono ricordare: “perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto! Ricordatevi come vi parlò (…) Ed esse si ricordarono delle sue parole”. E credono nella Sua Resurrezione.

Gli occhi di Pietro che corre al sepolcro assieme all’altro discepolo (Giovanni?), invece, sono occhi delusi, indagatori; occhi che osservano, che rimangono fissi su ciò che è morto e non può essere diversamente. È il racconto del Vangelo del giorno. Lo sguardo di Pietro è lo sguardo di colui che processa la realtà nel tentativo di capirla e basta; ma non riesce a concepirla insieme ad un tutto che da lì si espande. Avrà ancora gli occhi sulla croce, sul sangue, sui chiodi; avrà uno stato emotivo stravolto dal rinnegamento. È sconvolto, poverino! L’anima e la mente sono fissi su ciò che è stato tolto: vede un sepolcro vuoto, depredato di un corpo che dovrebbe essere lì. E si ferma a quello!

Gli occhi dell’altro discepolo, più giovane, al contrario, guardano e vedono, vedono e conoscono, riconoscono e credono, credono e amano. Il suo sguardo nel sepolcro vuoto vede sì la morte, ma depredata del suo trofeo più illustre: un corpo! E crede in quel corpo Risorto!

Non vede ciò che manca ma ciò che è dato. Non un vuoto ma un pieno!

La fede in Gesù Risorto, nasce in quel luogo ma è per sempre. Il per sempre della Resurrezione, che vive nel racconto dei discepoli di Emmaus, il Vangelo proclamato alla sera. Due uomini incupiti e impauriti si allontanano da Gerusalemme ma permettono ad un forestiero di intromettersi nei loro discorsi. Da quell’apertura nasce il desiderio: “resta con noi” dicono a quel forestiero! In quel desiderio “si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero”.

Per questo la Resurrezione è un ‘dono migrante’, continuo e per tutti.

E cambia la vita di tutti!

Buona e Santa Pasqua! (p. Gaetano Saracino)

 

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