Ucraina, Olena e Gaetana: due donne contro la guerra

9 Marzo 2022 – Palermo – C’è voluta una guerra per conoscere meglio la cartina geografica dell’Ucraina. Eppure, quel Paese è sempre stato vicino a noi, nelle donne e negli uomini che abitano le nostre case, che vivono le nostre città. Una mappa fatta di carne e sangue.

Secondo gli ultimi dati messi a disposizione dal Comune di Palermo, nel capoluogo siciliano vivono 230 cittadini provenienti dall’Ucraina. Si tratta in gran parte di donne, in molti casi impegnate come collaboratrici domestiche o assistenti familiari. Persone, insomma, che rappresentano un fondamentale pilastro nella vita di molte famiglie. La domenica pomeriggio molti di questi lavoratori beneficiano di una manciata ora di riposo. Giusto il tempo per incontrare qualche connazionale in centro e trascorrere qualche momento di svago.

Nei pressi della centralissima via della Libertà incontriamo Cristiana e Olena (nomi di fantasia). La loro conversazione non può che avere al centro i giorni terribili che sta vivendo l’Ucraina.  Le notizie che passano in tv sono drammatiche, ma non si avvicinano neppure alla tragicità di ciò che il popolo ucraino sta vivendo.

“Nei bombardamenti sono morti molti bambini”, dice Olena, visibilmente angosciata. Entrambe sono costantemente in contatto con i familiari rimasti in patria. Le notizie che arrivano dal fronte non sono per nulla rassicuranti. “La nostra città è Kherson, vicino Odessa. I nostri parenti ci dicono che ci sono molti convogli della Croce Rossa Internazionale bloccati. Trasportano viveri e aiuti, ma i russi non li lasciano passare”. Un solo desiderio anima entrambe le donne: “Pace, vogliamo solo pace. Dio ci doni la pace”.

Le voci dei cittadini ucraini somigliano tanto a quelle di chi, nel nostro Paese, ha vissuto la guerra e ricorda con orrore quel tempo. Come Gaetana, novantenne, originaria di Corleone. Al tempo dello scoppio del secondo conflitto mondiale aveva appena 9 anni, ma ricorda ancora nitidamente quel periodo della sua vita. “A quel tempo noi bambini non avevamo mai visto un aereo. Ricordo che un giorno, di colpo, ne vedemmo cinque passare sulle nostre teste. Neanche il tempo di meravigliarci per quella visione e gli aerei iniziarono a sganciare le bombe. Fu terribile. Siamo stati anche noi sfollati, senza cibo e senza un posto in cui dormire. Guardo le immagini della guerra in Ucraina e rivedo quel tempo della mia infanzia. Prego il Signore che intervenga per portare la pace in quel territorio e nel mondo intero”.

Cristiana e Gaetana, due età, due mondi tanto diversi eppure vicinissimi. Due voci che si uniscono a quella di Papa Francesco nel definire la guerra una pazzia e nell’innalzare al Cielo una supplica di pace. (Luca Insalaco)

 

 

 

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