Lì dove le suore aiutano le schiave. Al Maxxi le foto di Talitha Kum

3 Marzo 2022 –

Roma – Lo si potrebbe definire una sorta di viaggio nell’accoglienza e nella cura dei cuori. Un viaggio al femminile. Cuori di donna, cuori di religiose che accolgono e curano cuori di giovani, giovanissime e bambine la cui vita, in questo primo scorcio del secondo millennio, è stata sconvolta dalla tratta: la riduzione in schiavitù e il commercio che ne deriva. Stiamo parlando della mostra fotografica Nuns healing hearts (Suore che curano i cuori), che si è aperta martedì al Maxxi di Roma (fino al 6 marzo) e di cui ‘Avvenire’ è mediapartner (fotogallery sul sito avvenire. it). L’iniziativa è stata presentata in una tavola rotonda alla quale hanno partecipato, fra gli altri, la ministra per le Pari opportunità Elena Bonetti, il prefetto del Dicastero vaticano per le Comunicazioni sociali Paolo Ruffini, il sottosegretario per i rifugiati presso il Dicastero vaticano per lo sviluppo integrale, padre Fabio Baggio, la coordinatrice internazionale della fondazione Talitha Kum suor Gabriella Bottani e la presidente della Fondazione Maxxi Giovanna Melandri.

L’esposizione è stata curata da Claudia Conte in collaborazione col Global solidarity fund, per conto dell’Unione italiana delle superiore generali (Uisg) e per Talitha Kum. Propone dieci foto di grande formato realizzate per Talitha Kum dalla fotografa e attivista umanitaria statunitense Lisa Kristine, selezionate da una serie di 30 scatti. La mostra era nata nel 2019 ed era stata presentata a papa Francesco in occasione dell’udienza delle superiore generali della Uisg. Poi, dopo essere stata portata il 30 luglio dello stesso anno al palazzo dell’Onu per la giornata mondiale contro la tratta e riallestita a novembre a Tokyo in occasione della visita del Papa, si era dovuta fermare a causa della pandemia. Adesso riprende il suo viaggio con questa mostra che la propone al pubblico italiano, per poi diventare itinerante e multimediale. Le fotografie (scattate in Thailandia, Filippine, Messico, Stati Uniti, Italia e Guatemala) documentano l’impegno della rete che fa riferimento a Talitha Kum. Un lavoro che ha il volto e il cuore di più di 3000 suore di varie congregazioni e volontari in oltre 90 Paesi, accanto alle donne sopravvissute alla tratta (circa 15.000 nel 2020). Come ha spiegato suor Gabriella Bottani, le foto «vogliono essere spunto di riflessione che spinga a riflettere ma senza perdere la speranza, perché se l’umanità perde la speranza di fronte alla violenza è destinata a soccombere». Per Padre Baggio sono immagini che «rendono il giusto onore al lavoro di tante donne che quasi sempre rimane nel segreto». (RobertoI. Zanini – Avvenire)

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