Chiuso l’incontro del Mediterraneo: quel che lascia è l’esempio di una pace possibile

28 Febbraio 2022 – Firenze – Si è chiusa ieri l’intensa avventura dell’incontro sul Mediterraneo. Giorni in cui è sembrato che l’intero mare fosse racchiuso in una sola città, come ha detto il Sindaco di Firenze, Dario Nardella. Giorni in cui il Mediterraneo ha smesso di sembrare una barriera e si è trasformato nell’unico, grande continente sognato da Giorgio La Pira. A Firenze, in questi giorni, si è colta l’occasione unica di riunire insieme le massime autorità religiose e civili delle principali comunità della regione, perché affrontassero temi comuni e proponessero soluzioni condivise. Alla fine, l’intento è stato raggiunto perché il dialogo è stato costruito. I muri sono stati abbattuti, tra una sponda e l’altra si sono gettati i ponti del dialogo.

Il mondo nel quale l’incontro finisce è molto diverso da quello in cui è iniziato, appena cinque giorni fa. Ci svegliamo oggi in un mondo in guerra. Al rientro nelle loro comunità, Vescovi e Sindaci troveranno questo nuovo scenario, dopo che, nei giorni del Convegno, hanno sperimentato il concreto superamento delle divisioni. Molte differenze sono emerse anche a Firenze, tra religioni, provenienze geografiche, ruoli, eppure chiudendo gli occhi, ha raccontato il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, non si poteva comprendere chi parlasse, se fosse un Sindaco o un Vescovo, se fosse europeo, africano, mediorientale, o quale religione professasse. Si sentiva un’unica voce che pronunciava valori universali e diceva parole di amicizia.

Nel segno di La Pira, che dimostrò come fosse possibile andare al di là delle divisioni ideologiche che nei suoi anni generavano la Guerra fredda, e lo fece accogliendo proprio il Sindaco di Kiev, la città, gemellata con Firenze, in queste ore drammaticamente invasa. Come allora, anche oggi la diplomazia delle città mostra la sua forza, consentendo quel riconoscimento reciproco, al livello di persone, da cui sgorgano in modo del tutto naturale anche le soluzioni pratiche alle sfide della realtà. La promessa è di incontrarsi di nuovo e nel frattempo di far vivere la Carta di Firenze ciascuno nelle proprie città e diocesi, nelle scuole, nelle piazze. “Diffondetela e incarnatela” ha chiesto il card. Bassetti all’assemblea dei delegati durante la cerimonia di chiusura dei lavori. E i delegati hanno promesso, per voce dei sei tra Vescovi e Sindaci intervenuti, provenienti da luoghi simbolo della civiltà mediterranea, quali Atene, Gerusalemme, Istanbul, Zara, Rabat.

La fine dell’incontro è stata suggellata dal ricevimento nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio di alcune famiglie di rifugiati accolti a Firenze. Un momento simbolico, che il Sindaco Nardella e il Card. Bassetti hanno voluto mantenere nonostante l’impedimento di Papa Francesco, per guardare negli occhi i veri destinatari del dialogo che si è svolto in questi giorni. Coloro che riportano sulla propria pelle le ferite della guerra e dell’odio interetnico o interreligioso e per i quali la pace non è un concetto astratto, ma qualcosa di concretissimo, il gusto, il profumo, la consistenza di un passato andato perduto e la realtà di tranquillità ora, si spera stabilmente, ritrovata. C’erano anche bambini, piccoli, vestiti di tutti i colori, a scorrazzare in giro, indifferenti alla solennità dell’installazione multimediale di Amos Gitai e agli affreschi del Cortile di Michelozzo. Per loro, più che per chiunque altro, è nata la Carta di Firenze.

L’ultimo atto è stata la Messa, celebrata in Santa Croce dal Card. Bassetti in rappresentanza del Papa, insieme a tutti i Vescovi partecipanti al Convegno e alla presenza, tra le altre autorità, del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per il quale, come ha svelato il card. Bassetti, questo è stato il primo impegno segnato in agenda all’indomani della rielezione. Leggendo il messaggio del Vangelo alla luce delle suggestioni del presente, alla luce di questa nuova “ingiusta, inutile” guerra, il card. Bassetti ha rassicurato che possiamo cambiare il mondo se cambiamo il nostro cuore. Se lo prepariamo all’ascolto, alla comprensione, all’amicizia. Questo è il messaggio dell’incontro di Firenze. La missione del Mediterraneo che vi ha partecipato è ora quello di diffonderlo ovunque. Di farsi esempio di una pace possibile. (Livi Cefaloni)

 

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