Vangelo Migrante: IV domenica di Avvento (Vangelo (Lc 1, 39-45)

16 Dicembre 2021 – Laddove si riesce ancora a guardare il mondo con occhio intriso di umanità, ci si accorge che non c’è immagine più evocativa di quella di una donna in attesa. In lei ciò che è pesante è alleggerito da una vita nuova che arriva e ciò che è impalpabile, ancorato ad una creatura fatta carne. 

Il Vangelo di questa domenica ne mette di fronte due: Maria ed Elisabetta, sua cugina. Dio viene mediato dal loro incontro, convocato dai loro abbracci e dai loro affetti, come un familiare. Non esiste infinito quaggiù, lontano dalle relazioni umane. Dio arriva così.

L’unica scena del Vangelo in cui sono protagoniste solo donne, èanche l’icona dei passi di Dio in mezzo agli uomini.

Il primo passo è riflesso in Maria che entra nella casa e saluta Elisabetta. Entrare, varcare soglie, fare dei passi per andare incontro ad una persona. Non restare al di fuori, ad aspettare che qualcosa accada ma diventare protagonistiavvicinarsi, bussare, ricucire strappi e allontanamenti; presentarsi con un saluto, facendo viaggiare parole di pace: premessa essenziale perché un incontro ed una relazione siano fruttuose. Maria ripete ciò che l’angelo di Dio ha fatto con Lei.

Il secondo passo è in Elisabetta che esclamaBenedetta tu fra le donneDire a qualcuno “sei benedetto” significa portare il cielonella sua vita, salutare Dio in lui, vederlo allopera, vedere il bene, la luce, con uno sguardo di stupore, senza rivalità, senza invidia. La felicità passa dal ‘dire bene’. Nel bene è l’immagine di quel Dio che “ha fatto bene ogni cosa!”

Il terzo passo diventa un canto: lanima mia magnifica il Signore!”Maria ringrazia. È grata perché è amata. Segno che l’amore, quando accade, ha sempre il senso del miracolo: ha sentito Dio venire come un fremito nel grembo, come un abbraccio con l’anziana cugina, come la danza di gioia di un bimbo di sei mesi, e canta. La certezza della presenza di Dio è la gioia, la prova: il “mormorio di un vento leggero”.

Il tempo sta per compiersi. Dio è vicino! Si fa uomo in Gesù. Batterà ancora le strade della relazione, quelle della premura ma anche quelle dell’accoglienza; illuminerà le Opere del Padre perché noi possiamo riconoscerle e ‘dire bene’; spalancherà gli orizzonti della gioia e della gratitudine proprie di un cuore già visitato e amato!

p. Gaetano SARACINO

Temi: