Vangelo Migrante: XXXII domenica del Tempo Ordinario (Vangelo Mc 12, 38-44)

4 Novembre 2021 – Il Vangelo ci mostra due figure contrapposte: gli scribi ed una vedova.

I primi prendono la vita dal giudizio degli altri. Per timore di non avere una propria vita, fanno derivare quello che sono dalle apparenze: “amano passeggiare il lunghe vesti, ricevere i saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti”. Si tratta di vite miserabili fondate sulla vanagloria e su un’ansia da riconoscimento che derivano dalla paura di svanire nel nulla, di non essere importanti e di non essere proprio. Per cui la vita prende energia dalla paura dell’oblio. È la nostra realtà più vera: noi non abbiamo sostanza per noi stessi; non a caso il Vangelo prosegue descrivendo che per sussistere, essi “divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere”. Il palco va sostenuto anche dai soprusi.

A questi, Gesù contrappone il comportamento di una vedova che nel tesoro del tempio versa tutto quello che ha: due monetine. Anche lei dipende. Non si tratta di una persona poco abbiente; quella donna, dice il Vangelo, è proprio una mendicante: la sua vita dipende da tutto quello che gli arriva. Questa condizione, tuttavia, non le toglie il desiderio di donare a Dio tutto quello che ha. La sua vita è totalmente votata alla dipendenza ultima che è da Dio. E viene vista da Gesù.

È questa l’immagine con cui l’evangelista conclude il racconto della vita pubblica di Gesù, una sorta di ultima chiamata per rientrare realmente in rapporto con Dio.

Dio non chiede molto o poco: chiede tutto. Ciò che ci fa vivere veramente è la sua provvidenza. Questa pagina ci fa capire che o la nostra anima riposa in Dio o l’alternativa è lo scriba: vivere delle nostre opere e dello sguardo altrui.

Finchè non mettiamo a disposizione di Dio tutto quello che abbiamo dipenderemo da quelle cose che esibiamo e difendiamo, ma non da Dio. Non c’è una terra di mezzo. Una vita cristiana a metà, è grottesca.

Chi sceglie Dio, avrà sia Dio che il mondo perché vivrà in questo mondo libero e secondo figliolanza. Chi sceglie il mondo, avrà solo il mondo con le sue paure e le sue ansie. Che, ahinoi, si vedono tutte! (p. Gaetano Saracino)

 

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