Rapporto Immigrazione: il quadro in Italia fra calo della popolazione e limitazioni alla mobilità

14 Ottobre 2021 – Roma – La tendenza alla progressiva diminuzione della popolazione italiana, già evidenziata nelle precedenti edizioni del Rapporto Immigrazione di Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, inizia a coinvolgere nel 2021 anche la popolazione di origine straniera, che è passata dai 5.306.548 del 2020 agli attuali 5.035.643 (-5,1%). La diminuzione complessiva della popolazione in Italia è ancora più cospicua (-6,4%), attestandosi sui 59.257.600, che corrispondono a 987 mila residenti in meno rispetto all’anno precedente. Anche i movimenti migratori hanno subito una drastica riduzione (-17,4%). In particolare, rispetto al confronto con gli stessi 8 mesi del quinquennio 2015-2019 si è registrata una flessione del -6% per i movimenti interni, tra comuni, e del -42% e -12%, rispettivamente, per quelli da e per l’estero. Si comincia ad osservare, dunque, tramite gli indicatori demografici l’“effetto pandemia” che si è attestato in altri ambiti sociali. Si tratta di un effetto prodotto – spiegano i due organismi della Cei che hanno presentato l’edizione 2021 questa mattina a Roma –  dalla combinazione di molti fattori, fra cui – in primis – le morti causate dal virus, che in Italia hanno toccato una delle cifre più alte in Europa e nel Mondo (128 mila in Italia a fine luglio 2021, su 4.095.924 morti totali, pari al 3,1% del totale mondiale). Quanto alla distribuzione territoriale dei cittadini stranieri residenti, prevale il Nord (58,5%), in particolare il Nord Ovest (34%). Il Nord Est e il Centro assorbono pressoché la medesima percentuale di popolazione straniera, intorno al 24,5%, mentre il Sud e le Isole rispettivamente appena il 12,1% e il 4,8%. Tutte le aree territoriali hanno subito un decremento dallo scorso anno: quello più consistente l’ha registrato il Centro (-7,5%); mentre quello più contenuto si è avuto nel Nord Est (-3,4%). Le prime 5 regioni nelle quali si attesta la maggior presenza di cittadini stranieri sono, come lo scorso anno, la Lombardia (nella quale risiede il 22,9% della popolazione straniera in Italia) seguita da Lazio, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte. Quanto alle prime 10 province prevale su tutte Roma, in cui risiede il 10% dei cittadini stranieri in Italia, seguita da Milano (9,2%) e Torino (4,2%). L’incidenza della popolazione straniera sul totale si attesta sull’8,5%, con punte che superano notevolmente la media nazionale in alcune province, come ad esempio Prato (19%), Milano, Piacenza e Modena (tutte intorno al 14%). La presenza femminile caratterizza in maniera prevalente la popolazione straniera residente (51,9% del totale) e per alcune nazionalità in modo ancora più marcato, sfiorando l’80% fra i soggiornanti provenienti dall’Ucraina, dalla Georgia e da diversi Paesi dell’Est Europa.Quanto ai titolari di permesso di soggiorno ed i motivi, il Ministero dell’Interno riporta un totale di 3.696.697 cittadini stranieri, la maggior parte dei quali in possesso di permesso di soggiorno per motivi di famiglia (48,9% del totale, +9,1% rispetto al 2019), seguiti da quelli per lavoro (43,4% e +12,1% dal 2019). La terza tipologia continua ad essere rappresentata dai motivi di protezione internazionale (5,0%), comprese le forme di tutela speciale o ex umanitaria. Questi permessi hanno segnato un decremento dal 2019 (-5,6%), certamente attribuibile alla chiusura degli arrivi dall’estero, degli sbarchi e degli attraversamenti dei confini, decretata dai provvedimenti governativi per il contenimento dell’infezione da Covid-19. Anche i permessi di soggiorno destinati ai minori non accompagnati che vengono rintracciati sul territorio e ai neomaggiorenni sono diminuiti, passando dai quasi 18 mila del 2019 ai 3.774 del 2020. Le limitazioni stabilite dalle misure governative per il contenimento della pandemia ha prodotto effetti anche sulle attività di contrasto all’immigrazione irregolare: i provvedimenti in oggetto sono passati da oltre 40 mila a circa 26.500 (-35,7%). Nel dettaglio, i respingimenti alla frontiera nel 2020 hanno riguardato 4.060 persone (la metà circa del 2019); le espulsioni sono state 22.869 e i trattenimenti nei Centri per il rimpatrio 4.387 (in calo del 30% circa dal 2019).

 

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